venerdì 16 febbraio 2018

VALLE D’AOSTA: NON SOLO TERRA DI SPORT E NATURA, MA ANCHE OTTIMI VINI PER LE PAUSE GASTRONOMICH

Sono tredici i vitigni autoctoni coltivati in questo terroir, che insieme alle grandi uve internazionali danno vita a un’offerta varia e assolutamente particolare.

 
Milano, 16 febbraio 2018 -- Quest’anno, in Valle d’Aosta, la stagione sciistica sta andando alla grande! Neve abbondante, belle giornate, vita a contatto con la natura, divertimento assicurato per tutti. E, alla sera, tante specialità gastronomiche da gustare, per rendere ancora più piacevole sia il fine settimana sia la vacanza prolungata.

Tra le tante eccellenze offerte dalla regione, i vini costituiscono un’opportunità da non mancare, non solo per l’alta qualità della selezione, ma anche per la loro particolarità. Terra di mezzo tra i due principali produttori mondiali di vino, Italia e Francia, la Valle d’Aosta ha acquisito infatti l’esperienza e la capacità produttiva dei due importanti vicini, ma ha sviluppato una cultura enoica assolutamente autonoma, fondata su un patrimonio unico di vitigni autoctoni.

Sono ben tredici le uve originarie di questo piccolo ma pregiato terroir, a volte strappato ai pendii più impervi, altre volte caratterizzato da condizioni di allevamento estreme, per temperatura e altitudine.

Solo una di queste varietà, il Prié Blanc, è a bacca bianca, mentre tutte le altre sono rosse: Bonda (coltivato in antichi vigneti tra Chatillon e Quart), Cornalin (che concorre alla produzione di alcuni tra i più grandi rossi della doc), Crovassa (rarissimo vitigno, allevato nei comuni di Issogne e Donnas), Fumin (rustica uva coltivata in Centro Valle), Mayolet (a maturazione precoce, è una delle più recenti riscoperte enologiche), Ner d’Ala (coltivato soprattutto in Bassa Valle, tra Arnad e Montjovet), Neyret (dai caratteristici acini di colore quasi nero, coltivato tra Arnad e Montjovet), Petit Rouge (il più diffuso e coltivato di tutta la Valle), Premetta (antico vitigno che dà un rosato naturale), Roussin (uva a maturazione tardiva, che richiede terreni ben esposti), Vien de Nus (apprezzato già dal tempo dei Romani), Vuillermin (varietà rara, che dà un vino strutturato e adatto all’invecchiamento).

Ma, naturalmente, non da soli autoctoni è costituita la produzione dei vini valdostani: risultati di rilievo assoluto si ottengono anche dalla coltivazione di vitigni internazionali, come Chardonnay, Gamay, Merlot, Müller Thurgau, Petite Arvine, Pinot Gris (detto Malvoisie), Pinot Noir, Syrah, e di origine italiana, come Moscato bianco e Nebbiolo.

Provare i vini della Valle d’Aosta, uno diverso ogni volta che si va a sciare è un’esperienza rara, che può contribuire a rendere ancora più unica una vacanza meravigliosa.
  


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