«In un’epoca di disinteresse e disimpegno civile e politico – sottolinea Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia -, abbiamo rimesso al centro l’importanza della partecipazione, della rappresentanza democratica, della delega per adesione a un sistema valoriale, della collettività come soggetto politico. D’altronde, rappresentare la voce di migliaia di persone che credono in noi e nel diritto al cibo “buono, pulito e giusto per tutti” determina il valore etico di ciò che facciamo. Il dialogo costante con i territori, con compagne e compagni di viaggio ci restituisce suggestioni e prospettive che guardano al futuro e ci permette di evolvere, di accogliere la complessità del cibo e del sistema alimentare. Ci permette di elaborare contenuti, renderli organici e calarli nell’attualità, metterli a terra tramite progettualità concrete di comunità e di filiera, tramite attività a tutela della biodiversità e percorsi di educazione e formazione».
Oggi il cibo, dalla produzione al consumo, è sempre più centrale nella nostra vita, non solo per le implicazioni nutrizionali - come ricorda sempre il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini “quello che mangiamo diventa noi” -, ma anche ambientali e sociali. Il cibo svolge un ruolo cruciale nelle dinamiche geopolitiche (influenzando le relazioni internazionali e i conflitti) ed economiche.
Slow Food Italia è l’associazione che, da quasi quarant’anni, attraverso il cibo e il suo portato valoriale e identitario, fa politica e cultura, battendosi per uscire da una logica basata sul profitto e per dirigersi verso un modello di società incardinata sulla vita e sulla sua diversità: «Lavoriamo - prosegue Barbara Nappini - per garantire a tutti il diritto a un cibo di qualità, prodotto nel rispetto della terra, del lavoro e dalla nostra salute ed è per questo che migliaia e migliaia di persone in Italia ci danno forza e fiducia diventando soci Slow Food ed entrando in una rete globale che conta nel mondo più di un milione di attivisti! Siamo in un percorso che ricerca il punto di equilibrio tra attività umane ed ecosistemi, che pone al centro il governo del limite, la pace come obiettivo esistenziale e la giustizia come necessaria premessa».
Per Slow Food Italia poter contare sull’apporto operativo e intellettuale di un vasto gruppo di soci, presenti su territori che conoscono bene, che hanno un dialogo con i produttori, ristoratori, persone, scuole e istituzioni, è fondamentale. Per questo l’incontro alla FAO di Roma assume un significato particolare: «L’assemblea 2025 genererà idee, pensiero, strategie, grazie a quel patrimonio di saperi ancestrali, pratiche virtuose, biodiversità, che, insieme alla ricerca scientifica, insieme alle competenze tecniche e tecnologiche, possono generare un sistema alimentare buono, giusto, equilibrato, sostenibile e resiliente. Un sistema da cui nessuno è escluso. L’assemblea 2025 genererà la nostra dichiarazione d’amore per il futuro e per le nuove generazioni».
Slow Food e la FAO
La scelta della prestigiosa sede della FAO a Roma non è casuale: Slow Food collabora con la FAO da tanti anni, anche attraverso partenariati ufficiali, come quello rinnovato nel 2022 per lo sviluppo sostenibile delle regioni montane. Portare i lavori dell’Assemblea dei soci nella casa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura è un modo per consolidare un rapporto e ribadire una sintonia valoriale.
Il programma
Il via ai lavori è fissato per venerdì 11 luglio, alle ore 14. Tra gli interventi Maurizio Martina, vicedirettore generale FAO; Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Edie Mukiibi, presidente di Slow Food. La giornata dei lavori si chiude con le riflessioni di Stefano Bartolini, economista e docente all’Università di Siena, autore, tra gli altri, del Manifesto per la felicità Come passare dalla società del ben-avere a quella del ben-essere.
Il sabato, l’apertura dell’assemblea (ore 10,45) è affidata a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, a seguire, dopo alcuni interventi dei delegati, la parola passa a Luciana Castellina, politica, giornalista, scrittrice e attivista. I lavori proseguono sino alle ore 14,15, quando è previsto l’intervento di Gaetano Giunta, fisico teorico, esperto di economia sociale e segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina. A seguire le elezioni dei vari organi statutari e l’intervento di Andrea Satta, cantautore, scrittore, pediatra e fondatore della band Tetes de Bois. Tra gli interventi del mondo dell’associazionismo, Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio, e Stefano Ciafani, presidente Legambiente.
I lavori si concluderanno con l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo di Slow Food Italia, che avrà il compito di guidare l’associazione per i prossimi 4 anni.
I delegati presenti riceveranno, tra i vari materiali per l’Assemblea, il volume Arca del Gusto in Lazio: prodotti e storie del patrimonio gastronomico, voluto dalla Regione Lazio e redatto da Slow Food e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, per far conoscere le ricchezze dell’agricoltura e dell’artigianato alimentare di questa regione.
L’Assemblea Nazionale dei soci di Slow Food Italia è realizzata in collaborazione con Regione Lazio, Arsial, Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale. Partner ufficiali Maggiore e AmicoBlu, PEFC e Tucano. Si ringraziano Promozeta, Empresa, Pastificio Di Martino, Berlucchi Franciacorta e Acqua San Bernardo.
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