Valter Fissore, alla guida della Cogno assieme alla moglie Nadia Cogno, offre una nuova lettura del fenomeno che più preoccupa il mondo del vino. E se, proprio oggi, il Barolo stesse vivendo una delle stagioni più belle?
Il cambiamento climatico è oggi un tema centrale, che sta ridefinendo profondamente la viticoltura in tutto il mondo. Un fenomeno tangibile ogni giorno, che può essere gestito solo attraverso la conoscenza dei vignaioli, le cui capacità fanno la differenza. Il cambiamento climatico però può portare anche delle opportunità, come spiega Valter Fissore, proprietario della Cogno assieme alla moglie Nadia Cogno. <<In questa nuova fase climatica, il Barolo è diventato più elegante, più accessibile, più leggibile anche per il consumatore contemporaneo e anche per chi si avvicina a questo grande vino. È cambiata la trama tannica, la consistenza, la succosità dei vini. In una parola: la piacevolezza>>.
Il Nebbiolo, infatti, vitigno tanto nobile quanto esigente, con l’innalzamento delle temperature presenta tannini più maturi, eleganti, setosi. Ed è proprio nei tannini che, per il Barolo, si gioca la vera sfida qualitativa: quando sono ben maturi, donano al vino profondità, finezza e nobiltà; quando sono acerbi, rischiano di rendere il vino duro, astringente, poco armonico.
Un esempio straordinario di questa evoluzione è la zona di Ravera, cru di Novello divenuto tra i più famosi della denominazione Barolo, nel quale la Cogno ha sempre creduto. Qui, grazie alle grandi escursioni termiche, alla ventilazione costante e ai suoli marnosi, nella decade 2010–2020, otto annate su dieci si sono rivelate eccellenti o molto buone. Un netto miglioramento rispetto alle sei annate su dieci del periodo 2000–2010, e alle tre o quattro del decennio 1990–2000.
<<Grazie alla conoscenza acquisita in trentacinque anni di lavoro, abbiamo imparato a gestire meglio le vigne in condizioni di caldo, siccità o piogge intense. Abbiamo acquisito dati, competenze e consapevolezza. Oggi più di ieri, il Barolo si fa in vigneto e l’enologia diviene uno strumento delicato, rispettoso, volto a valorizzare il carattere del vitigno, del suolo e dell’annata.>>
Ma c’è di più. Adottando pratiche più rispettose dell’ambiente e del ciclo naturale delle piante e intervenendo meno, le viti si sono adattate alle nuove condizioni climatiche più rapidamente di quanto previsto. Una dimostrazione viene dai parametri tecnici. Le produzioni si sono equilibrate, sia in termini quantitativi che qualitativi, e i livelli alcolici, al contrario di quanto osservato in molte altre varietà, non sono aumentati in modo significativo.
<<Oggi, guardando indietro e al tempo stesso avanti, credo che il Barolo stia vivendo una delle sue stagioni più belle: forte delle sue radici, ma con lo sguardo aperto sul futuro.>> Conclude Valter.
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