Il fascino della nostra
zona costiera, questo luogo che si trova al punto più settentrionale del mare
Mediterraneo, fu decantato da numerosi poeti, ispirati e appassionati dai colli
istriani, dal mare, dalle saline, dal Carso con i suoi villaggi in pietra…
La costa, con la sua
rigorosa vegetazione, offre una varietà d’esperienze culinarie con le
fresche erbe aromatiche e con prelibate specialità di pesce.
Di solito, nella tradizione
culinaria istriana le pietanze vengono cotte e solo raramente fritte. Il
ruolo principale spetta ai vari generi di verdure locali, alle erbe aromatiche
e alle spezie. Quest’ultime hanno prevalentemente un sapore mite, ma i cuochi
fanno uso spesso anche delle loro varietà selvatiche. I piatti tipici della
cucina istriana sono quelli di pesce e di pollame. Gli ingredienti principali
sono ovviamente l’olio d’oliva e il vino del luogo. Oggi, l’olio, il vino e il
sale marino, coltivati nel litorale sloveno, sono prodotti riconosciuti a
livello mondiale.
L'ulivo
L'ulivo è una pianta
mediterranea che grazie al suo ricco patrimonio, appare come fonte inesorabile
di storie sia nella mitologia sia nella vita dell’uomo moderno. A causa delle
specifiche condizioni climatiche della nostra regione, l’olio d’oliva istriano
è conosciuto per il suo gusto tipico.
La vite
Sul suolo istriano cresce la
varietà di vite autoctona, dalla quale proviene il rinomato vino rosso Refosco.
Il vino bianco tipico della regione invece è il Malvasia. Entrambi i vini
accompagnano i tipici piatti istriani: il prosciutto crudo, il formaggio, il
pane con l’olio d’oliva casereccio, i bobici (minestra con mais), gli “štruklji
dolci” (tipo d’involtini o strucoli cotti) farciti di carne, la “polenta
insanguinata”, le omlette con asparagi selvatici, i vari tipi di pasta tipica
istriana come i “bleki” (biechi), i fuži (fusi) e i blečići (blecici); poi i
risotti, i frutti di mare in “čežama” (cesama) o in brodetto, seguono i vari
tipi di pani dolci, gli involtini e i dolci fritti come le “fritole” (frittole).
Il sale di Pirano
I salinai coltivano il sale secondo un metodo vecchio
di 700 anni e lo raccolgono ancora manualmente, con gli attrezzi tradizionali.
Il grande segreto della qualità e del naturale
colore bianco del sale prodotto nelle saline di Sicciole, consiste nel
terreno dei campi di sale d’argilla,
ricoperto da un sottile strato di petola, ossia da uno strato di base spesso
pochi millimetri, fatto di sedimenti biologici, formati da minerali e microrganismi.
La coltivazione del sale dipende completamente
dalle forze della natura – il sole, il vento e il mare, e dal lavoro diligente
dei salinai.
Il pesce e i piatti di carne
I secondi piatti di pietanze cotte, come ad esempio il
pesce, il montone, il pollame e il manzo, sono conosciuti per la loro
preparazione. La »Žgvaca”, o “Zguazza« è un piatto di carne in sugo con spezie
locali. Molti piatti sono preparati »in padella« o sotto la brace, ovvero sotto
la »črepnja« (coperchio per la cottura con la brace). Si usa preparare anche
degli ottimi brodetti di pesce, le marinate e altri piatti simili. Nonostante
alcuni tentativi di fare rivivere e preservare l'offerta gastronomica autoctona,
sulla costa slovena sta prendendo piede la tendenza alla gastronomia moderna
che offre le più varie pietanze: dal pesce alla carne, la pasta e le pizze.
Il cachi
… detto
anche »frutto divino« è un frutto che possiamo concederci solo durante pochi
mesi d’autunno e inverno. Fu portato in Europa intorno all’anno 1870 ed è
coltivato prevalentemente nei paesi mediterranei. In Istria e sulla costa
slovena hanno iniziato a coltivarlo un po’ più tardi, ossia nei primi decenni
del secolo scorso.
L’Associazione turistica
Solinar di Strugnano è riuscita ad integrare in modo eccellente i beni della
natura locali ed il turismo, organizzando ogni anno la ormai tradizionale Festa
dei cachi, con la quale arricchiscono l’offerta turistica del comune, che trae
il proprio potenziale interamente dal patrimonio naturale.
Gli asparagi
L'asparago selvatico, che
in dialetto è chiamato »šparoga«, è una pianta tipica mediterranea. Cresce soprattutto
ai margini dei boschi dell’Istria slovena. Essendo una pianta perenne, riesce a
raggiungere anche un metro d'altezza. La stagione in cui germoglia è la
primavera - da metà marzo fino a metà maggio. Un antico detto istriano dice:
“April sparaser, maio saraser.” (Aprile mese d’asparagi, maggio mese di ciliege.)
La frittata
È un piatto di uova,
tipico della cucina istriana. Le frittate sono molto varie. La scelta e la
preparazione dipendono dalla fantasia, dal gusto e da ciò che abbiamo nel
frigorifero. Si può prepararla col prosciutto, con la pancetta, con gli
asparagi, i funghi, i tartufi, la cipolla primaverile o altri tipi di verdure, oppure
con le lumache o col formaggio.
Il carciofo
Già gli antichi romani conoscevano il carciofo. Ai
tempi dell'apice del loro impero, il carciofo fu coltivato come verdura e come pianta
d'ornamento. Si mangiava crudo o cotto. In seguito fu dimenticato e solo nello
scorso secolo sono state scoperte le sue proprieta curative nelle malattie del
fegato e della bile. Il carciofo è una pianta simile alla carlina, che
raggiunge circa 120 cm d’altezza. Di solito si mangiano i suoi frutti, o i
boccioli cotti. La cucina mediterranea e anche quella istriana, conoscono molti
piatti raffinati preparati con il carciofo.
Le “Osmice”
Per sperimentare il più genuino piacere
gastronomico, da novembre a giugno ci pensano le “osmice” (osmizze), numerose
soprattutto nella zona costiera. Il produttore agricolo può organizzare solo
un’osmizza l’anno, che può durare otto giorni (“osmica” in sloveno significa
“numero otto”), dove offre il vino di propria produzione, le conserve di
verdure fatte in casa, gli affettati, le olive, i formaggi, le salsicce, il
pane fatto in casa e tante altre prelibatezze caserecce.