mercoledì 31 ottobre 2018

LE “NOVITÀ DELL’ANNO” INSIEME IN CUCINA PER UN’INEDITA CENA A 4 MANI Domenica 4 novembre a San Piero in Bagno un incontro ai fornelli tutto da gustare tra gli chef Gianluca Gorini e Alberto Gipponi





San Piero In Bagno (FC), 31 ottobre 2018 – Un’occasione imperdibile per vedere all’opera insieme ai fornelli due tra gli chef più promettenti del panorama enogastronomico nazionale, entrambi insigniti del riconoscimento di Novità dell’Anno dalla Guida “I Ristoranti d’Italia 2019” dell’Espresso.

“Tutti quanti vogliono fare il jazz” sarà una inedita cena a quattro mani che vedrà protagonisti Gianluca Gorini (daGorini di San Piero In Bagno, FC) e Alberto Gipponi (DINA di Gussago, BS) e che, proprio al pari del celeberrimo pezzo improvvisato tratto dagli Aristogatti di Walt Disney, prevedrà anche delle portate realizzate in maniera estemporanea dai due cuochi.

L’appuntamento è fissato per domenica prossima, 4 novembre, alle ore 20.30, presso il ristorante del giovane chef romagnolo, che sta facendo sempre più proseliti grazie alla sua cucina in grado di reinterpretare in maniera originale e creativa alcune preparazioni strettamente connesse con la tradizione e il territorio. Gorini sarà affiancato eccezionalmente da Alberto Gipponi, in arrivo dalla Franciacorta lombarda, dove nel giro di un anno il suo ristorante DINA è diventato ormai un punto di riferimento per i gourmet alla ricerca di un’esperienza che compendia in sé la qualità della proposta enogastronomica e la location assolutamente non convenzionale.

“Ho conosciuto Alberto poco prima della presentazione della guida dell’Espresso – dichiara Gorini – e, dopo aver ricevuto entrambi il premio come ‘Novità dell’Anno’, sulla scia dell’entusiasmo è nata subito l’idea di fare qualcosa insieme per dare maggior risalto a questo traguardo così importante per noi, che abbiamo aperto da poco i nostri rispettivi ristoranti e che proprio grazie a tale riconoscimento abbiamo ricevuto un ritorno importante in termini di visibilità. Spero proprio che tra me e Alberto possa nascere una bella amicizia che vada al di là delle quattro mura di una cucina, anche perché mi sembra una persona di grande cultura e profondità umana. Sono queste le caratteristiche di base per lavorare bene assieme, incontrarsi e condividere una serata che non sia solo un divertimento tra colleghi, ma anche e soprattutto un’esperienza indimenticabile per i nostri ospiti”.

Gorini e Gipponi proporranno al costo di 80 € a persona un menù di 8 portate (bevande escluse) comprensivo di alcuni piatti “signature” rappresentativi della loro cucina. Tutto il resto, invece, sarà affidato all’improvvisazione di entrambi e si baserà sulle suggestioni del momento, in relazione anche all’armonia e alla complicità che i due eclettici chef sapranno creare tra loro.

“Gianluca Gorini – afferma Alberto Gipponi - è davvero una persona speciale. In questo periodo ho avuto l’opportunità di conoscerlo e ne sono realmente onorato. E’ sicuramente uno dei punti di riferimento della nuova ristorazione italiana, da molti definito ‘uno dei più grandi candidati al brivido’. Pensare di poter cucinare con lui e chiamarlo collega e amico mi rende pieno di gioia e di orgoglio”.


“Panettone a 5 stelle sotto le Due Torri”, la prima edizione al Majestic



Per ogni pasticcere il panettone rappresenta il banco di prova più impegnativo dell’anno. È come un rituale: bisogna inseguire i “capricci” del lievito madre, azzeccare tempi di lavorazione, miscelazione, cottura. Il risultato, però, è una festa per i sensi. Ecco perché sabato 10 novembre il Grand Hotel Majestic "già Baglioni” accoglierà alcuni dei migliori interpreti, in Emilia-Romagna, della cosiddetta “arte bianca”. “Panettone a 5 stelle sotto le due Torri” è la prima edizione di una rassegna interamente dedicata a questo dolce natalizio nella versione rigorosamente - e squisitamente – artigianale, realizzata con materie prime eccellenti.

Le sale del prestigioso ed unico hotel 5 stelle lusso di Bologna si apriranno al pubblico, dalle 14.00 alle 20.00, per una degustazione di panettoni selezionati dall’editorialista di enogastronomia di La Madia Travelfood Antonietta Mazzeo.





Partecipano Pasticceria Giamberlano, Forno Brisa, Pasticceria Dolce Salato, Pasticceria Le Delizie e Pasticceria Lazzarone. In degustazione Gino Fabbri Pasticcere, Regina di Quadri e Nuova Pasticceria Lady, affiancati da una selezione di etichette appositamente scelte dall’Associazione Le Donne del Vino Emilia Romagna e dalle pregiate miscele di tè “Damman Frères”.
Un’occasione unica per conoscere, degustare e acquistare panettoni artigianali d’eccellenza, realizzati secondo metodi produttivi rigorosi, senza conservanti, semilavorati e additivi industriali. In fondo questo dolce ha una sua tradizione locale, in Emilia-Romagna: lo si trova, sotto forma di ricetta appena semplificata, anche nella famosa Bibbia gastronomica del romagnolo Pellegrino Artusi.

Costo ingresso: 10 euro. Bambini gratuiti fino a 12 anni.

CORRI IN ROSA 2018 MANUEL CAFFÈ PENSA AL BENESSERE DELLE DONNE



Manuel Caffè al fianco delle donne alla Corri in Rosa 2018 per promuovere momenti di condivisione e uno stile di vita sano attraverso lo sport.


Complicità e condivisione sono le parole d’ordine della prossima edizione della Corri in Rosa, domenica 18 novembre. Manuel caffè sarà al fianco delle oltre 10.000 donne che parteciperanno alla gara, condividendone lo spirito solidale e un sano stile di vita, con l’orgoglio di appartenere ad un territorio ricco di storia e di eccellenze enogastronomiche.

La capacità di regalare un’emozione è lo spirito di Manuel Caffè che sostiene anche quest’anno la gara podistica più “rosa” del Veneto, con l’obiettivo di contribuire a creare quella forza positiva che parte dalla solidarietà tutta al femminile, utile a finanziare l’acquisto di attrezzature per la prevenzione dei tumori al seno. I due percorsi di 6 e 12 chilometri si snoderanno tra le bellezze del territorio di Conegliano, un luogo ricco di colline e scorci suggestivi e vigneti, alla scoperta di un paesaggio naturalistico e storico straordinario.

Il caffè darà la giusta carica per rinforzare le scorte di energia che col passare dei chilometri verranno meno e sarà un ottimo alleato per aumentare la potenza muscolare e la resistenza, migliorando i tempi di reazione e la velocità di corsa.

La nostra cultura del caffè è molto vicina al mondo femminile e all’attività fisica all’aperto, vista come momento di benessere e di convivialità” sostiene Cristina De Giusti.

Dal 1975 l’esperienza di Giuseppe De Giusti è custodita dai figli Emanuela, Mauro e Cristina, che fin da bambini partecipavano con entusiasmo e progressivamente hanno fatto maturare il desiderio di qualità: le nozioni interiorizzate sono scese dalla testa al cuore, per offrire sempre nuove esperienze di gusto dal timbro squisitamente italiano.

Per questo la famiglia viaggia nel mondo, sperimenta, prova e propone solo il meglio delle cultivar accuratamente selezionate, seguendo direttamente tutte le fasi di lavorazione del caffè con scrupolosa attenzione e adottando specifici accorgimenti per rispettarne qualità ed aroma.

Pizza&core Exhibit: in scena il top in pizzeria

Il 22 e 23 ottobre è andato “in scena” il “mondo della pizza” fra novità, dimostrazioni tecniche, presentazione ed uso di prodotti, idee sulle quali confrontarsi insieme.


Monopoli 26 ottobre - È stata la prima volta che Pizza&core ha creato un evento di tale portata a “casa propria”: nei pressi della nostra redazione, nella rinnovata e ampliata sede di Ristoprof(l’aula di formazione firmata Input Edizioni e Marketing Srl), abbiamo allestito un grande palco per show cooking e un’ampia platea, incorniciatati da un corridoio di stand riservati a 12 fra le migliori aziende foodservice del mondo ristorazione e pizzeria, sia nel food che nel beverage.
Il 22 e 23 ottobre, nella nostra location, è quindi andato “in scena” il “mondo della pizza” fra novità, dimostrazioni tecniche, presentazione ed uso di prodotti, idee sulle quali confrontarsi insieme.
Progettato per consentire ai partecipanti un luogo accogliente e intimo, l’exhibit ha registrato circa 80 presenze al giorno, tutte professionisti (pizzaioli e titolari di locali pizzeria).

A dimostrare lo spirito di questo exhibit la grande integrazione fra le varie aziende nel proporre idee innovative in pizzeria. Ne è stato bellissimo esempio il momento in cui il tecnico Tiziano Casillo dell’azienda Italmill ha coinvolto affianco a sé l’Executive Chef Mario Gisimundo(Bayernland) per realizzare una fragrante Scrocchiarella farcita in due differenti e gustosi varianti, con prodotti BayernlandDemetra e Cirio Alta Cucina.

Nelle demo dedicate a BAYERNLAND, poi, Gisimundo ha realizzato un gustoso antipasto con la mozzarella in sfoglia Bayerland, e una curiosa e fantasiosa “cheese cake salata”, in torta e monoporzioni, realizzata con panna Bayerland, ideale per buffet e aperitivi. La presentazione dei prodotti caseari per il canale food service è stata curata da Giampiero Mannato.

 
Lunedì 22 ottobre Le 5 STAGIONI, presentata alla platea da Stefano Pistollato, responsabile commerciale, ha curato due demo, una la mattina e una nel pomeriggio: “I prodotti da panificazione SENZA GLUTINE e inno
vazioni per la pizza in pala” (tecnici Nicola Demo e Giuseppe Lucia) e “La faccaccia barese con biga e semola integrale” conPaolo Priore.

Ma non di solo impasto è fatta una pizza: per i topping di qualità sono stati preziosi i prodotti Cirio Alta Cucinapomodoro 100% plus in pizzeria, approvato da FIC e da AVPN, Demetra, ingredienti e farciture lavorati dal fresco, certificati per assenza di glutammato e bisfenolo, con l’altissimo standard certificato Fssc 22000. L’azienda è anche distributore in Italia del leader delle spezie Wiberg i cui prodotti sono stati anch’essi usati nelle dimostrazioni.
Per Cirio Alta Cucina presente Gennaro Parrotta ad illustrare la linea; per Demetra presente Adolfo Cella, responsabile vendite centro sud.

Martedì 23 ottobre, come anticipato precedentemente, a salire sul palco dell’exhibit per presentare la propria dimostrazione di impasti, è stata l’azienda Italmill. Il tecnico Tiziano Casillo, coadiuvato sul palco da Fabrizio Iacovellae da Luigi Gentile al forno, ha mostrato sotto lo sguardo attento dei pizzaioli presenti, le modalità con cui produrre un’ottima Scrocchiarella, prodotto di punta della Italmill e apprezzata dagli addetti ai lavori per la costanza dei risultati nel tempo e per la flessibilità di proposta in pizzeria. Ma Italmill è anche marchio ideale “per mille soluzioni” come pizza classica, panini, focacce, grissini, prodotti e degustati sempre nella giornata di martedì.
A fine demo sono intervenuti Alessandro Scandola per Av Baking, specialista nelle forniture della ristorazione, pizzeria e panificazione e Andrea Zuccherini per Gi.Metal (utensili professionali per pizzeria). Accanto ad una buona pizza non deve poi mai mancare il buon bere: acqua LiliaBirra Peroni (anche con la sua Cruda e la sua Gluten Free), Montelvini con il suo prosecco e i suoi vini di altissima qualità.
Dulcis in fundo, è il caso di dirlo, Pernigotti con le sue creme fondente e gianduia, un topping dolce dal gusto di gran classe per pizze dessert al forno o straccetti di pizza fritti.
Il corner caffè, infine è stato curato da Caffe’ Cavaliere presentato da Antonio Tarantino.

Prorogata fino al 10 novembre la mostra NOI, GIRAFFE NUDE Sculture, illustrazioni e dipinti di Sandro Gorra A cura di Antonio D’Amico Palazzo del Senato Via Senato, 10 - Milano





Grazie al grande successo di pubblico la mostra NOI, GIRAFFE NUDE Sculture, illustrazioni e dipinti di Sandro Gorra è stata prorogata fino al 10 novembre 2018.
Ospitata a Palazzo del Senato di Milano e curata da Antonio D’Amico, è la prima sorprendente esposizione del pubblicitario Sandro Gorra che, attraverso un ciclo di sculture, dipinti e illustrazioni racconta il suo complesso e fantasmagorico mondo, per svelarci come un uomo che per tutta la sua vita ha creato pubblicità si è lasciato coinvolgere dalla passione per l’arte, usando con maestria gli espedienti dell’ironia e del paradosso e attingendo a piene mani dalla poesia del quotidiano.

Sandro Gorra, uno dei più noti creativi nel mondo dell’advertising internazionale, ideatore di campagne per i più grandi brand mondiali, ha sempre voluto “giocare” con la creatività, dimostrando che fare il pubblicitario non significa piegare l’arte al commercio, bensì spingerla ai limiti della sua forza. Tante le pubblicità iconiche entrate nell’immaginario collettivo che portano la sua firma, come quella di “Star è sempre con me” o del profumo “Égoiste”per Chanel o “Io guardo il risultato” per Collistar o ancora “Piano piano, buono buono” per il panettone Maina.

Il percorso espositivo - come ricorda Antonio D’Amico - conduce il visitatore nel mondo intimo, costellato di ironia e sarcasmo di Sandro Gorra che non si limita a fotografare i suoi modelli presi dalla realtà, bensì se ne prende gioco, solleticando le loro aridità, i loro drammi esistenziali, i loro vizi sopraffini, dal caffè al cibo, dal denaro alla sigaretta, dalla bulimia alla leggerezza dell’anima … semmai qualcuno dei lor signori l’abbia! Emerge così un mondo in cui è possibile affrontare le proprie “nudità” senza aver paura divivere fino in fondo. L’arte di Gorra è un invito, ad aver più fiducia in sé stessi”.

Nella splendida cornice del Palazzo del Senato dunque si potranno ammirare sculture grandi e piccole, realizzate con differenti materiali, corredate dai loro bozzetti, ma anche dipinti e illustrazioni che costituiscono un corpus a sé stante, sorprendente. Si tratta di una mostra che mette in evidenza un particolare modo di intendere l’arte e la vita, ossia la Daily-Art, come la definisce l’artista, che prende spunto dalle emozioni che l’uomo manifesta quotidianamente amando, invidiando o addirittura detestando, ma sempre con quel tocco di ironia di chi per attitudine e per esperienza sa guardare le cose da una prospettiva ludica e al tempo stesso concreta nella sua essenza. Un lavoro leggero e complesso, che non ha paura di comprendere e poi sfidare i pregiudizi e dove ogni scultura e immagine sarà affiancata da un pensiero che la riguarda e che diviene parte integrante dell’opera.

Il punto di partenza del progetto è il segno che caratterizza la giraffa, l’animale più segnante e decorativo del pianeta, scelto come simbolo dell’uomo nella società contemporanea. Le macchie equivalgono alle caratteristiche dell’uomo, perderle significa rimanere nudo, rischiare di smarrire la propria identità.

La mostra riflette sulla sottile distinzione dell’essere uno dall’essere tutti, che oggi più che mai riguarda intimamente la vita di ognuno, e Gorra causticamente e senza pudori, ci dà la sua soluzione: “Non lavare la tua anima sporca” - afferma - “quella non è una macchia, è il tuo segno”.
Ed è così che una teoria di personaggi felliniani prendono vita, componendo una variopinta umanità a tratti coraggiosa, ma anche ignara della sua condizione o addirittura corrotta. C’è Narciso, un dandy esibizionista, Cinderella, la ragazza di periferia, Scala Mobile, l’arrampicatore sociale, Moka Ridens, dal falso sorriso smagliante, La dieta di Lucia, giovane donna sopraffatta dai canoni imposti dalla società, La Mozzicona, bella (forse un tempo) fuori, ma marcia dentro, The Trumpet dal “velato” rimando Oltreoceano, e ancora Pino, Il Venditore di Ombrelli, Il Sogno della Zanzara che si prende beffa di noi, la business woman Lady Stone e tanti altri.

NOI, GIRAFFE NUDE è una mostra sul linguaggio dell’ironia, un’arte che Sandro Gorra conserva e cura come un bene prezioso perché racconta la verità e lo fa con poesia. Nell’ansia costante che ha l’essere umano di conquistare il proprio “segno” e nella paura poi di perderlo, l’ironia aiuta Gorra a mostrare drammatiche verità, ma anche a svelare la grande bellezza.

RENATO BARILLI Visti da vicino 70 tempere su carta, ritratti di protagonisti del mondo dell’arte, più qualche autoritratto e gruppo di famiglia

Renato Barilli (1935), andato in pensione dopo una vita spesa quasi tutta come docente di storia e critica d’arte al corso DAMS dell’Università di Bologna, ha ripreso in mano i pennelli che aveva dismesso circa mezzo secolo fa, ritenendo che la fotografia avesse vinto definitivamente la partita e che i pennelli fossero ormai inutili. Ma in seguito ha ritenuto che fosse il caso di rilanciare quello che, da Daniela Palazzoli e Luigi Carluccio, in una mostra famosa del 1973, era stato definito “Combattimento per un’immagine”. Non si tratta di negare la prevalenza della foto, ora resa così familiare dai selfie e dagli scatti ripresi col cellulare, ma forse è il caso di ridare a quelle immagini un po’ di spessore, carne ai volti, sostanza ai tessuti, all’arredo delle stanze, e così via. Ne è uscita pertanto questa galleria che ora, con animo trepidante, il pittore anziano e novellino nello stesso tempo propone al pubblico milanese, avvertendo i raffigurati che lo specchio è volutamente infedele, ma mosso dalla speranza di aver afferrato in ciascun caso un po’ di sostanza, di tangibilità e personalità, di cui invece sono avare le riproduzioni fotografiche. C’è qualche magno esempio che lo sorregge su questa via, anche se vi fa riferimento con esitazione, temendo di cadere nel classico reato di paragonare il piccolo al grande, certo è che un premiato artista internazionale quale David Hockney si è esibito pure lui di recente in una serie di magistrali ritratti. Speriamo che qualche traccia di quella abilità si trovi anche in questa sfilata di tempere.

Giovedì 15 novembre 2018, ore 18, Renato Barilli tiene la conferenza dal titolo La“Ripetizione differente” e il postmoderno. Introduce Franco Marrocco.


Conferenza stampa 6 novembre, ore 12
inaugurazione 7 novembre, ore 18
apertura al pubblico  8 - 28 novembre 2018
sede Museo della Permanente, via Filippo Turati 34, Milano
orari da lunedì alla domenica, 9.30-20.00
ingresso libero

È Chiara Enzo la giovane artista vincitrice del premio per l’arte contemporanea Lydia! promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto

La giornata di giovedì 22 novembre è tutta dedicata ad un lavoro intorno all’opera e alla sua presentazione e sarà articolata in tre momenti:

  • una maratona di curatela con studenti selezionati da accademie e università per riflettere sulle possibili modalità di esposizione e allestimento, progettata da Maria Chiara Ciaccheri e Anna Chiara Cimoli;
  • un confronto con curatori professionisti tra i quali Katia Anguelova, Edoardo Bonaspetti, Lucrezia Cippitelli, Alessandra Pioselli;
  • un evento aperto al pubblico con vernissage, dalle ore 18.30.

Fondazione Il Lazzaretto
Via Lazzaretto 15, Milano

Chiara Enzo la vincitrice del premio per l’arte contemporanea Lydia! curato da Maria Chiara Ciaccheri e Anna Maria Cimoli e promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto, realtà nata con l’obiettivo di favorire processi di trasformazione collettiva e individuale, percorsi di cambiamento, crescita e formazione che attraversino con libertà diverse discipline e approcci. Giovedì 22 novembre, a inaugurare l’opera vincitrice del premio Lydia!, prodotta dalla Fondazione per questa occasione, sarà una maratona di curatela durante la quale studenti provenienti da accademie e università potranno confrontarsi con curatori professionisti, tra i quali Katia Anguelova, Edoardo Bonaspetti, Lucrezia Cippitelli, Alessandra Pioselli.
Nella prima parte della giornata il gruppo interdisciplinare di studenti (provenienti da percorsi di curatela, visual studies ed educazione museale) verrà introdotto all’opera e ai suoi temi; saranno poi ridefinite le questioni controverse, i possibili approcci interpretativi e i vincoli curatoriali, quindi gli studenti riceveranno dei brief che svilupperanno in gruppi di lavoro. Nel pomeriggio, le proposte saranno presentate al panel di curatori professionisti per rimanere a disposizione del pubblico nel corso dell’evento a seguire.
Dalle ore 18.30, infatti, un vernissage aperto al pubblico permetterà di visionare l’opera realizzata da Chiara Enzo e installata negli spazi de Il Lazzaretto, accanto ai progetti realizzati dagli studenti. 

Chiara Enzo, studentessa del corso di Laurea Magistrale in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia è stata premiata per aver saputo interpretare al meglio il tema lanciato dal bando promosso dalla Fondazione Il Lazzaretto: riflettere sul concetto di “femminile” per dar vita ad un’opera, senza limitazioni di tecniche e linguaggi, che possa andare oltre i soliti stereotipi e cliché con l’obiettivo di sperimentare nuovi possibili significati in grado di descrivere il presente e le sue trasformazioni.
L’opera vincitrice è stata selezionata tra decine di lavori di altri giovani artisti da una giuria composta da rappresentanti degli enti promotori e da professionisti del mondo della cultura e dell’arte di comprovata esperienza: Edoardo Bonaspetti, curatore; Maria Chiara Ciaccheri e Anna Chiara Cimoli, curatrici dell’area arti visive de Il Lazzaretto; Francesca Kaufmann, gallerista (Galleria Kaufmann Repetto); Damiana Leoni, consulente per l’arte contemporanea (VIP Representative Italy-Art Basel); Adrian Paci, artista; Paola Ugolini, critica d’arte e curatrice indipendente. 

Più nel dettaglio “Claustrale”, questo il titolo dell’opera, propone una riflessione sul corpo vulnerabile e sull’esplorazione dei suoi limiti fisici per rifuggire dalle forme imposte dal suo stesso essere individuo caratterizzato, nonché da altre numerose strutture imposte dall’esterno. All’interno degli spazi de Il Lazzaretto, Chiara Enzo ha creato uno spazio intimo e chiuso, entro cui installare disegni di vissuto personale, tesi invece ad aprire e questionare la definizione del sé. Per mezzo di un linguaggio che incorpora disegno, pittura ed elementi formali e narrativi peculiari del cinema, l’artista ha selezionato una serie di episodi strettamente legati alla sua vita, soffermandosi su accadimenti minimi del quotidiano, spesso banali ed esigui a un punto tale da non essere presi in considerazione. Tali eventi mettono però in questione o addirittura minano le coordinate della relazione tra il singolo e il mondo in cui vive, evidenziandone la conflittualità. Attraverso un’analisi ostinata dello sguardo e un’inquadratura il più possibile ravvicinata, Chiara Enzo invita l’osservatore a partecipare alla sua esperienza.

L’idea del premio Lydia! nasce nell’ambito di un’esplorazione avviata dalla Fondazione Il Lazzaretto legata ai temi del femminile quale approccio e modello per scandagliare le complessità del presente. Un’indagine che è stata anche al centro della prima edizione de Il Festival della Peste!, evento promosso dalla Fondazione che, lo scorso ottobre, ha proposto una riflessione sul concetto di femminile oltre gli stereotipi e i ruoli imposti attraverso la contaminazione di forme e linguaggi di arte e cultura. 

 La vincitrice del premio Lydia!: Chiara Enzo 
Chiara Enzo (1989) vive e lavora a Venezia. Attualmente frequenta il corso di Laurea Magistrale in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia con Carlo Di Raco. Nel 2013 una borsa di studio Erasmus per la mobilità internazionale le ha permesso di proseguire gli studi per un anno presso la De Montfort University a Leicester, Regno Unito. Nel 2017 vince per un anno uno studio d’artista nell’ambito del programma di residenze della Fondazione Bevilacqua La Masa.

 Il Lazzaretto e la sua storia 
Lo spazio dove ha sede Il Lazzaretto fu trovato anni fa da una signora appartenente all’illuminata borghesia milanese, che lo diede in gestione a una cara amica di famiglia, Lydia Silvestri, una scultrice allieva di Marino Marini, che per anni ne fece il suo atelier. L’ambiente era perfetto, arioso e luminoso, con una storia alle spalle, ideale per accogliere nuove energie e nuove idee. In questo luogo più generazioni sono passate a imparare cosa fosse l’arte e qualche volta a sperimentarla: poster, disegni, bozzetti erano ovunque, mentre con il carroponte si spostavano le sculture più grandi.

 La Fondazione 
Il Lazzaretto, storicamente luogo della cura e della separazione dal mondo, si è trasformato in un luogo aperto alle contaminazioni del mondo. Essere una peste oggi significa camminare sui confini, forzare il limite con ironia e divertimento, giocare coi tabù e gli stereotipi, e, in ultima istanza, promuovere una riflessione sui processi di cambiamento e trasformazione individuale e collettiva.

martedì 30 ottobre 2018

Torna per il dodicesimo anno consecutivo la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate. Da un'idea di Co.Mo.Do.


Domenica 3 marzo si rinnova una rassegna unica in Italia, capace di trasformare lo Stivale in un straordinario viaggio itinerante nei luoghi più evocativi del patrimonio ferroviario dismesso. Per far conoscere i tracciati non più attivi, alcuni da trasformare in vie ciclopedonali, altri da sviluppare come linee di turismo ferroviario.

Milano 30 ottobre 2018 - La Cooperazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.) con il suo rituale patto di comunità rilancia per la dodicesima edizione il messaggio che le "Ferrovie dimenticate" non vivono di soli ricordi. Affinché il passato incontri il futuro è necessario riscoprire e celebrare, a livello locale, il patrimonio ferroviario nella ricchezza della sua diversità, scoprendo attraverso di esso una cultura e una storia italiana comune e connessa. Come nelle edizioni precedenti saranno previste molte decine di eventi in mobilità dolce in tutte le regioni italiane.
Degli oltre 6.000 km di linee ferroviarie dismesse a partire dal dopoguerra, almeno un migliaio sarebbero subito ripristinabili con investimenti contenuti, specie laddove il sedime è intatto. Come ad esempio i 700 km di linee piemontesi sospese nel 2012 e per le quali ora si percepisce qualche segnale di ripensamento. In certi casi le potenzialità del traffico locale potrebbero giustificare il ripristino di un servizio ordinario. Ci sono invece altre linee, abbandonate ormai da decenni, che sono già state in tutto o in parte trasformate in vie verdi, come le belle greenways sulla Spoleto-Norcia e della Costa dei Trabocchi, o stanno per diventarlo, come la Assoro-Leonforte e la Porto San Giorgio-Fermo-Amandola. Un altro modo per salvaguardare opere di architettura e ingegneria ferroviaria (ponti, viadotti, stazioni e gallerie) a favore degli escursionisti, e quale forma di tutela, nel caso in futuro potessero maturare le condizioni per ripristinare l'esercizio ferroviario, puntando ad una gestione turistica ciclopedonale o con il velorail, tenuto conto dell'immenso fascino dei paesaggi culturali attraversati. Domenica 3 marzo Co.Mo.Do. farà riscoprire quanto può il paesaggio legare gli italiani, cosa si può imparare e da cosa farsi sorprendere.
Come si può contribuire a valorizzare, fare evolvere, preservare questa immensa ricchezza scomparsa? In questa 12a edizione si rinnoverà la festa per incentivare la riconversione in percorsi ciclopedonali dei chilometri ferroviari smantellati, per valorizzare le tratte minori situate in aree marginali, eppure indispensabili alla mobilità locale. Il ricco calendario di eventi permetterà ai visitatori di scoprire le bellezze naturalistiche lungo queste linee ferroviarie. Ma non solo. La Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate è l'highlight dell'annuale Mese della Mobilità Dolce di Co.Mo.do. (da domenica 3 marzo a domenica 7 aprile 2019) per incoraggiare tutti a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal turismo outdoor e dalla mobilità dolce. Per realizzare questo obiettivo si vuole raggiungere un pubblico più ampio possibile, in particolare bambini e giovani, le comunità locali e coloro che di rado riescono a entrare in contatto con la natura, per promuovere un comune senso di responsabilità volto a condividere e raccontare come l'andare adagio incontro alla bellezza sia un mezzo per unire l'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Nell'Anno del Turismo Lento che si pone l'obiettivo di valorizzare quei luoghi italiani forse ancora poco conosciuti dal viaggiatore straniero, saranno rilanciati in chiave sostenibile esperienze di viaggio particolari e interstiziali lungo borghi e cammini francescani, lauretani e benedettini, sulla via Appia, sulla Francigena, sulla Via degli Dei, sul Sentiero Durer, sulla Via Romea, lungo ciclovie e ippovie.
Come si può partecipare? Gli organizzatori potranno iscrivere nel portale www.mobilitadolce.org il proprio evento tramite l'apposita form. Chi vuole partecipare a uno degli eventi potrà controllare sul sito l'aggiornamento continuo delle manifestazioni organizzate nella propria regione, nonché seguire i canali social di Co.Mo.Do. utilizzando gli hashtag #ferroviedimenticate e #iamcomodo per condividere storie, video e immagini.

L'ascesa del genio di Gioachino Rossini su SkyWay Monte Bianco: 150° anniversario in alta quota




Martedì, 30 ottobre 2018_Appuntamento in alta quota, in un luogo magico, per celebrare Gioachino Rossini. Il prossimo 3 novembre,Skyway Monte Bianco, l’avveniristica funivia che collega Courmayeur ai 3.466 metri di Punta Helbronner, ospiterà uno degli eventi di punta del 150° anniversario della morte di Rossini, che per la prima voltaverrà celebrato sulla vetta più alta d’Italia.

L’appuntamento del 3 novembre seguirà un canovaccio assolutamente originale: a salire in alta quota saranno non solamente le celebri arie del grande compositore, ma anche le sue ricette. Creatività, gusto e passione da assaporare in una location “di frontiera”, sospesa tra Italia e Francia, nel panorama di vette della stazione intermedia di Skyway, il Pavillon du Mont Fréty (2.173 m). 

“L’idea è quella di portare il celebre ‘Salon du samedi soir’ che Rossini teneva a Parigi, per una sera sul tetto d’Europa, un evento per il pubblico di oggi, ma che sarebbe stato gradito al maestro” spiega Daniele Vimini, Vice Sindaco del Comune di Pesaro e presidente del Rossini Opera Festival.“La sua musica e i migliori prodotti della tavola, oggi come nel XIX secolo, faranno da cornice al racconto degli eventi che lo celebreranno nel 150esimo della morte”. 

“Crediamo che la magnificenza del Monte Bianco sia il luogo perfetto per celebrare l’intramontabile opera di Gioachino Rossini - dice Federica Bieller, presidente delle Funivie Monte Bianco Spa - Skyway Monte Bianco permette di toccare il punto più basso del cielo nel punto più alto d’Italia connettendoci così con l’eternità del suo genio”. 

Gli ospiti, accolti all’arrivo a Courmayeur con un “White Carpet”– siamo pur sempre sul Monte Bianco – e con l’affascinante musica di Rossini, riceveranno un’accoglienza memorabile: tutte le cabine della funivia, che sono trasparenti e ruotano lentamente per offrire una vista a 360° sul paesaggio, ospiteranno a bordo un talentuoso musicista. Inoltre, nelle postazioni food & beverage, i cantanti d’opera saranno pronti ad intonare le celebri melodie del pesarese più famoso del mondo. Un innovatore straordinario che ha rivoluzionato i canoni del suo tempo, sia sul pentagramma che a tavola. 

Con la “regia” del Comune di Pesaro, città di nascita dell’autore del Barbiere di Siviglia e del Rossini Opera Festival, va quindi in scena a SkyWay una “festa rossiniana” in piena regola come quelle che Rossini usava organizzare nella sua villa di Passy, a Parigi, dove trascorse l’ultima parte della sua vita. Sarà l’occasione per raccontare, con gustose anticipazioni, i prossimi eventi in calendario: a partire dalla 40esima edizione del Rossini Opera Festival, che nell’anno delle celebrazioni rossiniane sarà ancora più speciale. Una serata che rende omaggio alla natura “doppia” del compositore: immenso musicista, Stendhal lo aveva ribattezzato “il Napoleone della musica”, ma anche raffinatissimo Gourmet. Un innovatore che ha rivoluzionato i canoni del suo tempo sia sul pentagramma che in cucina. 

È proprio qui che le sperimentazioni gastronomiche di Rossini si fanno eterne, insieme alla sua musica. Un quartetto di chef stellati di grande fama, infatti, preparerà le più note ricette inventate dal compositore: Bobo Cerea, 3 stelle Michelin, anima del ristorante “Da Vittorio”, proporrà i Maccheroni alla Rossini; Moreno Cedroni, 2 stelle, chef della Madonnina del Pescatore di Senigallia, preparerà le Capesante con carciofi e foie gras; il franco-vietnamita Robert Vifian, chef-sommelier del parigino Tan Dinh, che ha fatto dell’ibridazione tra culture il suo punto di forza, si occuperà della Faraona alla Rossini, Agostino Buillas, del Café Quinson, darà il benvenuto con una specialità valdostana.

Non mancheranno poi le eccellenze italiane, sapori e profumi attentamente selezionati: dai formaggi di Erbavoglio ai vini della Cave Mont Blanc, della Cantina Offida (Marche) e dell’Azienda Agricola Berretta (Toscana Maremma), dai dolci di Venchi, re del cioccolato, alla degustazione di caffè NespressoIn particolare, i Maccheroni alla Rossini di Bobo Cerea saranno realizzati con i prodotti di Mancini Pastificio Agricolo.

BREGANZE D.O.C.: CALICI IN MANO PER FESTEGGIARE SAN MARTINO


Domenica 11 novembre a Breganze torna l’Antica Fiera di San Martino. Nel pomeriggio le degustazioni di Vespaiolo, Torcolato e dei rossi bordolesi della D.O.C.
A Breganze si festeggia San Martino brindando con i vini della D.O.C.. L’appuntamento è per domenica 11 novembre 2018 con Calici a San Martino, evento organizzato dal Consorzio in occasione della XXIIIª Rievocazione dell’Antica Fiera di San Martino.
Dalle 14.30 alle 19.30 all’interno della sede del Consorzio nel Parco dell’ex Comunità Montana Astico-Brenta in Piazza Mazzini, si potranno degustare le etichette della D.O.C. Breganze. Le cantine porteranno in degustazione i prodotti più caratteristici della D.O.C. come il Vespaiolo, il vino simbolo di Breganze, unica denominazione in cui viene prodotto dall'autoctona uva Vespaiola, nelle versioni ferma e spumantizzato e il Torcolato, che si ottiene dall’appassimento della stessa uva. Ci saranno anche le migliori espressioni di Merlot e Cabernet, i rossi bordolesi che nel tempo si sono acclimatati molto bene in questa zona.
La Fiera di San Martino, è un’antica festa del mondo rurale nata per festeggiare la fine dei lavori agricoli prima dell’inizio dell’inverno. Dal 1996 a Breganze, nella domenica più prossima al giorno di San Martino, si svolge questa rievocazione organizzata dalla Pro loco e dal Comune di Breganze. La giornata anche quest’anno sarà ricca di proposte: si potrà assistere a spettacoli di cantastorie, danze tradizionali, concerti di campane e del coro di Breganze; ci saranno una mostra sugli antichi spiedi ed un'esposizione di moto d’epoca organizzata dal Moto Club Laverda; visite guidate al Campanile e una lotteria di solidarietà. Più di 100 bancarelle con prodotti artigianali e gastronomici riempiranno fin dal mattino le vie del centro. Molto ricca la proposta gastronomica con toresani allo spiedo, risotti con verdure di stagione, polenta brustolà, salame, formaggi e caldarroste.

VINIFERA 2019: TORNA L'APPUNTAMENTO CON I VINI ARTIGIANALI DELL’ARCO ALPINO


Dal 18 al 24 marzo a Trento la seconda edizione di Vinifera, l'evento dedicato al vino artigianale delle Alpi. Sabato 23 e domenica 24 il Salone con 70 produttori
La prima settimana di Primavera Trento si veste dei colori di Vinifera, il programma dedicato ai vini artigianali dell’arco alpino. Dal 18 marzo 2019, sette giorni di approfondimento sul tema suddivisi in due diversi momenti. Il Forum, un percorso itinerante tra cantine e altre realtà legate al mondo del vino, che proporrà fino al 22 marzo conferenze tematiche, degustazioni, incontri con produttori ed esperti di enologia, viticoltura e politiche agricole; e il Salone dei Vini, che sarà aperto al pubblico sabato 23 e domenica 24 marzo e si svolgerà alla Fiera di Trento.
In questa seconda edizione saranno 70 i produttori presenti al Salone provenienti dal territorio alpino e prealpino: dalle regioni italiane come Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli, ma anche da Austria, Svizzera, Francia e Slovenia. Produttori che spesso operano in condizioni estreme, quasi eroiche, ma che hanno scelto una viticoltura orientata alla sostenibilità e alla tutela del territorio e delle tradizioni. Accanto a questi, una selezione di piccoli produttori di gastronomia locale a completare il racconto del territorio montano, spesso difficile e impervio da lavorare, ma che offre grandi materie prime.
Vinifera è un evento promosso dall’Associazione Centrifuga, un gruppo di giovani che hanno unito diverse competenze, forze ed esperienze per realizzare iniziative incentrate sulla produzione sostenibile in campo agricolo e vitivinicolo.
Per maggiori informazioni www.viniferaforum.it

Mike Nelson L’Atteso a cura di Samuele Piazza BINARIO 1 2 novembre 2018 – 3 febbraio 2019 OGR – Officine Grandi Riparazioni Corso Castelfidardo 22, Torino www.ogrtorino.it



mercoledì 31 ottobre 2018
ore 11.00 - 19.00
PRESS DAY
 
venerdì 2 novembre 
ore 11.00 - 19.00 
Ingresso dedicato a stampa, possessori VIP card e biglietti Artissima
venerdì 2 novembre 
ore 19.00 - 22.00
Opening, ingresso gratuito per il pubblico
 
Dal 2 novembre 2018 al 3 febbraio 2019 le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino presentano L’Atteso, la prima mostra personale in un’istituzione italiana dell’artista inglese Mike Nelson, a cura di Samuele Piazza. Il 2 di novembre, anticipando la Notte delle Arti Contemporanee, le OGR proporranno un opening gratuito per il pubblico dalle 19.00 alle 22.00.

Mike Nelson – che ha rappresentato la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 2011 ed è stato due volte candidato al Turner Prize – realizza un nuovo progetto, pensato appositamente per gli spazi delle Officine Grandi Riparazioni. 
Il Binario 1 appare completamente trasformato in un “luogo altro” da un’installazione su larga scala che va a occupare l’intera navata con un intervento poderoso ma, allo stesso tempo, quasi intimo: lo spazio ex-industriale è reso irriconoscibile, generando un effetto straniante in cui il visitatore è chiamato a trovare il suo percorso personale, a esplorare liberamente gli elementi presenti alla ricerca degli indizi necessari per costruire la propria individuale narrazione. Come preannunciato dal titolo, un clima sospeso ed enigmatico caratterizza l’installazione, formata da un paesaggio che sembra uscito dalle immagini di un film e in cui diverse memorie e stratificazioni materiali creano una narrazione aperta a molteplici letture. Emergono le tematiche del viaggio (metaforico e reale) e della mobilità, entrambe care all’artista: una sorta di fil rouge di questo racconto che, nella cornice delle OGR, dove per un secolo si sono riparati i treni, trova una sponda ottimale per amplificare il senso di un’opera lasciata volutamente priva di chiavi di lettura predefinite.

Primo tassello di questo percorso è una piccola scultura, Untitled (intimate sculpture for a public space) (2013) che accoglie il visitatore nel foyer delle Officine Nord: un sacco a pelo posizionato a terra, racchiuso in una teca, omaggio alla memoria di un amico e collaboratore, Erlend Williamson, artista e appassionato scalatore che con Mike Nelson aveva condiviso interessi e lunghi periodi di ricerca, mancato durante una scalata mentre stava viaggiando per raggiungere l’amico.
La scultura, con la sua presenza intima e discreta fa da contraltare all’intervento visibile attraverso la vetrata d’accesso al Binario 1: la soglia trasparente permette di vedere un ammasso di detriti e materiali di risulta, un cumulo terroso frutto di demolizioni che sembra premere sulla parete a vetri.
Un’enorme struttura in legno, simile a una impalcatura, in un primo momento visibile solo dal retro, conduce all’interno dello spazio. La scultura sembra un grande cartellone pubblicitario o lo schermo di un drive-in: è necessario oltrepassarla per trovarsi definitivamente all’interno di un ambiente buio dove, tra una distesa di macerie pressate, stazionano una ventina di automobili parcheggiate, coperte di polvere, in stato di abbandono. Non è chiaro perché le macchine siano in quello stato, ma diversi oggetti che raccontano le memorie dei loro possessori sono ancora distribuiti tra i sedili e portano traccia del passato del luogo e di questi personaggi. Solo poche fonti luminose e sonore guidano l’esplorazione dei visitatori, chiamati a interagire con gli elementi di questa complessa installazione, immersi in una sospensione spaziale e temporale che rende indefiniti i contorni esistenziali, prima ancora che visivi.

L’intervento di Mike Nelson per le OGR unisce fonti di ispirazione diverse in un nuovo lavoro, in cui le diverse suggestioni si ampliano in un continuo gioco di rimandi: l’ammasso di detriti che forma il pavimento su cui i visitatori si trovano a camminare ricorda un intervento di Land Art alla De Maria, trasformando però il suolo dell’installazione nella terra battuta di un parcheggio, in cui risultano ben visibili i resti di vecchie costruzioni, frammenti di piastrelle o materiali di risulta.
Una collisione di temporalità diverse sembra caratterizzare l’installazione: un passato recente e una dimensione quasi archeologica (o potrebbe trattarsi di un prossimo futuro?), si uniscono materializzando un presente distopico: le automobili, scelte tra i modelli ancora ritrovabili nella vita quotidiana, si uniscono all’idea di precarietà che le macerie veicolano, all’ambiguità tra una demolizione da poco avvenuta, un’apocalisse in atto e una ricostruzione possibile. Nelson ancora una volta interviene con una trasformazione radicale dello spazio che con lo spazio dialoga, creando un’atmosfera di attesa e di sospensione – che richiama alla memoria grandi maestri del cinema come Michelangelo Antonioni e Dario Argento, o artisti del calibro di Ed Kienholz, tutti fonti della nuova opera – creando un limbo fisico ed emotivo carico di fascino e complessità.

L’idea di trasformazione, cardine della programmazione di OGR, si materializza dunque in una struttura narrativa che emerge dalle modifiche dell’architettura in relazione alla storia dell’edificio e agli oggetti attentamente selezionati dall’artista e da lui trasformati in sculture nello spazio, per creare un’articolata stratificazione di senso e un percorso con molteplici livelli di lettura, dal viaggio onirico alla fantascienza.