Il Comitato Padova in Cucina 'apre' le iniziative di informazione della rete dei borghi europei del gusto per il 2016, con uno stage itinerante lungo il percorso della tranvia Padova-Villa di Teolo,
per costuire un itinerario del gusto innovatuivi e stuzzicante.
Nel corso della settimana 'incurisione' anche a Montagnana , per lo stage lungo l'antico tracciato della tranvia Montagnana-Noventa Vicentina-Vicenza.
Sabato 9 aprile la redazione della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto interviene a Monselice
a 'Colori e Sapori di Primavera', per raccontare e raccogliere storie, volti e ..... idee!!
giovedì 31 marzo 2016
Colori e Sapori di Primavera 2016 - 12^ Edizione
Due giornate di festa per dare il benvenuto ai Colori e ai Sapori della Primavera!
Sabato 9 Aprile: Itinerari enogastronomici in Piazza Vittoria con prodotti da tutta Italia e
alle ore 12.30 Pranzo Itinerante (su prenotazione)
alle ore 12.30 Pranzo Itinerante (su prenotazione)
Domenica
10 aprile: Itinerari enogastronomici, mercatino dell'artigianato,
Mercatino dei Sapori tipici stagionali, Giochi gonfiabili, mostra d'arte
e di manufatti, Visite guidate a Villa Pisani, alla Torre Civica e al
Museo Sanpaolo, esibizione della banda, Villaggio rurale con mestieri
d'altri tempi, Concorso "La sfoglia d'oro" e stand gastronomico della
Pro Loco con Panino cotto nel forno a legna.
martedì 29 marzo 2016
I borghi europei del gusto e l'Emilia Romagna
La rete dei borghi europei del gusto ha
realizzato negli ultimi anni alcune iniziative di informazione con il
Comitato Bologna,Capitale del Gusto. Nel 2016 decolla un progetto di
ascolto e riscoperta di Bologna, Capitale d'Europa, con iniziative
dedicate alla valorizzazione delle culture dei diversi Paesi e
Regioni europee, con il coinvolgimento del Corpo Consolare.
In Romagna continua l'attività del
Cenacolo Terre di Romagna, che quest'anno si occupa delle colline di
Cesena e dintorni.
I borghi europei del gusto e il Lazio
I borghi europei del gusto e la Lombardia
A Milano da alcuni anni opera la
speciale unità di informazione della rete dei borghi europei del
gusto, che segue l'ufficio stampa internazionale. Nel territorio
regionale storici sono gli interventi informativi nella zona dei
Colli Milanesi , in Valtellina, nelle Colline Mantovane e in Valmorea
(soprattutto sul tema delle ferrovie
non dimenticate).
I borghi europei del gusto e le Marche
Molteplici sono state in questi anni le
iniziative della rete dei borghi europei del gusto nelle Marche.
Negli ultimi due anni il tema centrale
dei progetti di informazione ha riguardato soprattutto le ferrovie
non dimenticate. Insostituibile la collaborazione con l'Associazione
FVM (Ferrovia Valle Metauro), che da decenni sostiene come il non
riattivare la linea Fano Urbino costituisca un errore fondamentale
quanto irrimediabile per il futuro di queste zone .
I borghi europei del gusto e la Svizzera
La rete dei borghi europei del gusto ha
sviluppato in questi anni i rapporti con il Canton Ticino, grazie
alla partecipazione di Ticinowine, Interprofessione della Vite e del
Vino Ticinese.
Una particolare attenzione è stata
riservata Mendirsiotto e al Basso Ceresio, grazie alla collaborazione
con il locale Ente Turistico e con la Cantina Sociale di Mendrisio.
venerdì 25 marzo 2016
LA PRIMA COLLINA TRA MONTIANO, LONGIANO E RONCOFREDDO
Il Cenacolo Terre di Romagna cura una iniziativa di informazione sulle colline a Monte di Cesena.
La
fascia collinare a monte di Cesena è caratterizzata da una campagna
verdeggiante costellata da piccoli borghi e rocche dove si respira
ancora un’atmosfera legata al passato. Dalle ondulate colline si
innalzano rupi calcaree e calanchi che ricadono a picco su brevi
affluenti torrentizi. Scegliamo il piccolo centro di Montiano,
dominato dalla possente rocca malatestiana, come punto di partenza
per un itinerario, a piedi, in bicicletta o in auto, che seguirà i
luoghi di maggior interesse paesaggistico-culturale. Da Montiano
scendiamo a fondovalle dove si trova il torrente Rigossa e risaliamo
verso Longiano dove potremo visitare il Castello Malatestiano, che
ospita fra le altre cose un museo di arte contemporanea intitolato al
celebre poeta Tito Balestra vissuto in questi luoghi. Di interesse
storico è anche il rifugio bellico, testimonianza dell’ultimo
conflitto mondiale, che attraversa il sottosuolo tufaceo dell’intero
borgo medievale. Il nostro itinerario prosegue poi lungo il crinale
che costeggia la valle del Rubicone alla volta di Roncofreddo dove
possiamo fare una passeggiata lungo l’antica cinta muraria
adiacente a via Porta Pia in prossimità dei giardini. Di interesse
storico è il Museo del Fronte che raccoglie, all’interno di
un'antica cantina del centro storico utilizzata come stazione radio
dagli alleati, diversi oggetti bellici provenienti dai campi di
battaglia della zona, nota per la Battaglia del Rubicone che risultò
decisiva per lo sfondamento della Linea Gotica. Da visitare sono
anche le sobrie fontane a nord del paese che dall'Ottocento al
dopoguerra hanno erogato acqua potabile al paese. Da Roncofreddo
proseguiamo in direzione di Montenovo e del piccolo borgo medievale
di Monteleone dove si può ancora ammirare l’antico castello posto
su un colle in posizione dominante. Da questi luoghi si può godere
di uno splendido panorama sulla pianura sottostante fino al mare.
Riprendiamo il nostro percorso e scendiamo lungo la valle del
torrente Pisciatello o Urgone dominata dal maschio della rocca del
borgo medievale di Sorrivoli, su quello che era il confine tra Roma e
la Gallia. Il toponimo del paese, “Subripola”, fa riferimento
alla collina irrigata da rivoli sulla quale è posto l’insediamento.
L’area presenta infatti una vegetazione rigogliosa caratterizzata
nei terreni umidi, da pioppi, ontani neri e salici argentei, mentre
nei terreni più asciutti da roverelle, carpini, ornielli, pruni e
castagni. Fra le specie di origine agricola si trovano invece gelsi,
ulivi, filari d’uva e alberi da frutto. L’itinerario può essere
esteso fino a Montecodruzzo, altro piccolo borgo nel cui territorio
furono in passato sfruttati gli affioramenti di rocce calcaree e
gessose come cave di materiali per costruzioni edili.
L’itinerario
della “Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena”
si sviluppa per ben 287 chilometri. E' un itinerario complesso,
perché collega trasversalmente sei grandi vallate della Romagna
centrale (Tramazzo, Montone, Rabbi, Bidente, Savio e Rubicone), nel
tratto pedemontano e collinare compreso tra la Via Emilia, a nord,
sino alle cittadine di media valle a sud (Modigliana, Dovadola,
Predappio, Civitella, Mercato Saraceno, Sogliano).
Virtuali porte di ingresso alla Strada, dalla storica Via Emilia, sono le città di Forlì, Forlimpopoli, Cesena e Savignano.
I confini “laterali” del territorio interessato dallo sviluppo della strada, sono quelli propri della Provincia di Forlì-Cesena: col territorio faentino al nord-ovest, e con quello riminese al sud-est.
Morfologia ed ambiente di un territorio straordinario
Queste peculiarità geografiche e morfologiche, oltreché particolari disposizioni delle emergenze eno-gastronomiche sui territori, non hanno consentito la configurazione di un itinerario perfettamente ad “anello”, anche se la presenza di miriadi di strade (oramai tutte asfaltate) sui crinali, controcrinali e nelle vallette laterali, permettono sempre al viaggiatore, di ritornare (se lo vuole) al punto di partenza senza dover ripercorrere la medesima strada; i collegamenti di controcrinale, oltre che regalare sovente la visione di stupendi panorami, evitano ripetitivi e scontati percorsi di fondovalle.
I 287 chilometri indicati, sono quelli dell’itinerario principale, che permette l’attraversamento o l’avvicinamento di tutti i territori comunali interessati alla Strada, e dei luoghi e siti di forte rilievo enogastronomico, oltrechè quelli dai significativi valori storico-culturali ed ambientali.
L’itinerario principale della Strada, ingloba altresì un fitto reticolo di molteplici e significativi percorsi secondari: è in questo grande insieme di percorsi, che sono ben distribuiti il centinaio di imprese, aziende ed associazioni che aderiscono alla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena.
Le sei valli che scendono a pettine dal crinale di spartiacque tosco-romagnolo, per 60-70 chilometri, configurano un territorio morfologicamente complesso. Geologicamente, il medio ed alto appennino romagnolo è formato da rocce marnose - arenacee, alternate a strati.
L’arenaria di colore scuro e più resistente all’erosione, e la marna, friabile e facilmente disgregabile, configurano paesaggi e scenari che restano impressi al visitatore. Quando non sono coperte da boschi, o incombono nei letti dei fiumi come spettacolari “rupi”, si possono notare ciclopiche faglie, spesso inclinate.
Grandi e spettacolari, ad esempio, quelle visibili a sud di Predappio, in Galeata e Mercato Saraceno.
Nella bassa e media collina compaiono anche fenomeni calanchivi argillosi, in magico contrasto con i vicini terreni lavorati ingegnosamente dai coltivatori romagnoli: spettacolari i calanchi visibili ai confini con la Strada dei Colli faentini (zona di Modigliana, e Converselle -Terra del Sole); e struggenti nella aspra wilderness, sul percorso Meldola-Pieve di Rivoschio-Voltre.
Nella Romagna profonda del territorio a monte di Forlì e Cesena, si incontrano i piccoli centri delle valli e dei crinali: realtà impregnate di artigianato e lavoro contadino, prodotti della terra e delle fattorie, contesti ambientali ed urbani dolci e sereni, ricchi di straordinarie peculiarità etno - storico –culturali. La geometrica precisione dei campi messi a frutteto delle zone più pianeggianti, si trasmuta nella bellezza armoniosa dei colli tondeggianti ammantati di viti, come quelli ammirabili, ad esempio nelle zone di Castiglione, Predappio, Bertinoro, Cesena e Savignano.
Virtuali porte di ingresso alla Strada, dalla storica Via Emilia, sono le città di Forlì, Forlimpopoli, Cesena e Savignano.
I confini “laterali” del territorio interessato dallo sviluppo della strada, sono quelli propri della Provincia di Forlì-Cesena: col territorio faentino al nord-ovest, e con quello riminese al sud-est.
Morfologia ed ambiente di un territorio straordinario
Queste peculiarità geografiche e morfologiche, oltreché particolari disposizioni delle emergenze eno-gastronomiche sui territori, non hanno consentito la configurazione di un itinerario perfettamente ad “anello”, anche se la presenza di miriadi di strade (oramai tutte asfaltate) sui crinali, controcrinali e nelle vallette laterali, permettono sempre al viaggiatore, di ritornare (se lo vuole) al punto di partenza senza dover ripercorrere la medesima strada; i collegamenti di controcrinale, oltre che regalare sovente la visione di stupendi panorami, evitano ripetitivi e scontati percorsi di fondovalle.
I 287 chilometri indicati, sono quelli dell’itinerario principale, che permette l’attraversamento o l’avvicinamento di tutti i territori comunali interessati alla Strada, e dei luoghi e siti di forte rilievo enogastronomico, oltrechè quelli dai significativi valori storico-culturali ed ambientali.
L’itinerario principale della Strada, ingloba altresì un fitto reticolo di molteplici e significativi percorsi secondari: è in questo grande insieme di percorsi, che sono ben distribuiti il centinaio di imprese, aziende ed associazioni che aderiscono alla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena.
Le sei valli che scendono a pettine dal crinale di spartiacque tosco-romagnolo, per 60-70 chilometri, configurano un territorio morfologicamente complesso. Geologicamente, il medio ed alto appennino romagnolo è formato da rocce marnose - arenacee, alternate a strati.
L’arenaria di colore scuro e più resistente all’erosione, e la marna, friabile e facilmente disgregabile, configurano paesaggi e scenari che restano impressi al visitatore. Quando non sono coperte da boschi, o incombono nei letti dei fiumi come spettacolari “rupi”, si possono notare ciclopiche faglie, spesso inclinate.
Grandi e spettacolari, ad esempio, quelle visibili a sud di Predappio, in Galeata e Mercato Saraceno.
Nella bassa e media collina compaiono anche fenomeni calanchivi argillosi, in magico contrasto con i vicini terreni lavorati ingegnosamente dai coltivatori romagnoli: spettacolari i calanchi visibili ai confini con la Strada dei Colli faentini (zona di Modigliana, e Converselle -Terra del Sole); e struggenti nella aspra wilderness, sul percorso Meldola-Pieve di Rivoschio-Voltre.
Nella Romagna profonda del territorio a monte di Forlì e Cesena, si incontrano i piccoli centri delle valli e dei crinali: realtà impregnate di artigianato e lavoro contadino, prodotti della terra e delle fattorie, contesti ambientali ed urbani dolci e sereni, ricchi di straordinarie peculiarità etno - storico –culturali. La geometrica precisione dei campi messi a frutteto delle zone più pianeggianti, si trasmuta nella bellezza armoniosa dei colli tondeggianti ammantati di viti, come quelli ammirabili, ad esempio nelle zone di Castiglione, Predappio, Bertinoro, Cesena e Savignano.
I borghi europei del gusto e San Marino
Numerose sono state le occasioni di
coinvolgimento della Segreteria del Turismo della Repubblica di San
Marino. Dagli incontri di Monghidoro, alle iniziative legate al tema
delle ferrovie dimenticate, la rete dei borghi europei del gusto ha
sempre previlegiato il rapporto con la Repubblica del Titano. Le
iniziative vengono seguite in particolare dal Comitato
Bologna,Capitale del Gusto.
I borghi europei del gusto in Austria
La ormai collaudata collaborazione con
la sezione Veneto dell'Associazione Culturale Italia-Austria,
ha portato la rete dei borghi europei del
gusto ad operare con diverse regioni oltralpe.
Carinzia ; Stiria ; Bassa Austria ;
Tirolo Orientale sono le Regioni che sono state in più occasioni
coinvolte nelle iniziative di
informazione.
In particolare Italia-Austria è
l'associazione capofila dell'Itinerario Culturale “Strade e Borghi
Europei degli Organi Storici', che conosce l'adesione di associazioni
e borghi della Stiria e della Carinzia.
I borghi europei del gusto in Croazia
Dal 2016 al 2021 il segretariato
internazionale della rete 'Borghi d'Europa' ha sede a Buje,in Crazia.
E' infatti dal 2009 che l'Ente
Turistico della Città di Buje partecipa alle iniziative di
informazione
della rete, proponendo momenti di
incontro per giornalisti e comunicatori nel corso delle
manifestazioni più significative.
A Momiano è stata fondata la Tavola
Internazionale di Informazione del Vino Moscato, mentre alla Festa
dell'Uva si tiene ogni anno, in settembre,l'incontro europeo dei
borghi del gusto.
Sempre in Croazia sono stati invitati a
partecipare alle iniziative l'Ente Turistico del Comune di
Verteneglio e l'Ente Turistico di Osijek, in Slavonia.
Il Premio Giotto alla Azienda Agricola Sergio Moro
Il terzo Premio Enrico Giotto, a ricordo della
persona e del suo impegno profuso all’interno dell’associazione,
alla 60 Mostra del Prosecco D.O.C.G di Col San Martino è stato
attribuito all' Azienda Agricola Sergio MORO .
L'azienda era stata inserita nei percorsi del gusto
dai comunicatori e giornalisti della rete dei borghi europei del
gusto.
“Il lavoro dei giornalisti e dei comunicatori
della rete dei borghi europei del gusto, prende spunto molto spesso,
dalle segnalazioni di amici e conoscenti, amanti del buon e bello
vivere.Così dopo due incontri ( alla Pizzeria Miregò di Miane e 'La
Becaria di Andrea' di Follina), si è realizzata la visita gustosa
all'Azienda Agricola di Sergio Moro, in via Crede a Col San Martino
(Farra di Soligo).
E' una passione antica quella che anima la famiglia
: nel 1960 Domenico Moro e la sua famigliagiunsero come mezzadri
sulla terra ove ancor oggi è collocata l'azienda. Successivamente,
nel 1972, divennero proprietari,fondando l'azienda agricola Moro
Fratelli. I figli Sergio e Luigino hanno accompagnato per molti anni
l'azienda nella storia del Prosecco. Nel 1992 l'impresa si è divisa,
creando così l'azienda agricola Sergio Moro.
Ne parliamo con Sergio e con il figlio Erik nella
cantina (ultimata nel 2010) : un esempio della laboriosità
intelligente delle nostre genti. " Coltiviamo soprattutto
Glera,il vitigno che darà vita al vino Prosecco. Le uve,lavorate in
purezza durante la vinificazione,esaltano le peculiarità che i
terreni argillosi dell'azienda sono in grado di donare,quali sali
minerali ed aromi, che accompagnano la maturazione del vino,
conferendogli carattere ed autenticità."
I vini di casa Moro richiamano in modo diretto il
terroir da cui traggono origine. Vogliamo ricordare il Valdobbiadene
Porsecco Superiore docg extra dry ; il Praà Alt (spumante brut) : il
Beato (tranquillo) ; il Prosecco doc (frizzante) ; il Belveder
(frizzante sur lie, col fondo) e il Collerosso ( da vitigni cabernet
franc e merlot).
L'Azienda Agricola Sergio Moro è stata invitata a
partecipare dalla rete dei borghi europei del gustoalle iniziative di
informazione intese a valorizzare questo territorio benedetto e le
sue espressioni migliori.
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Settimana degli arrosti e brasati
Arrosti e brasati sono piatti molto diffusi lungo
tutta la nostra penisola e sono così ben declinati in tutte le
tradizioni regionali che si tende ad accomunarli senza distinzione,
ma in realtà si tratta di due preparazioni totalmente
differenti. Vediamo insieme come dare una corretta
definizione a queste due cotture.
L’arrosto si può preparare al forno o
allo spiedo: durante le prime fasi della cottura –
condotte a fuoco vivace – il pezzo di carne forma una crosta bruna
all’esterno, che ne trattiene i succhi; si abbassa poi la
temperatura per permettere al calore di penetrare a fondo e poter
terminare la cottura in maniera più lenta. Si possono arrostire
carni rosse o bianche, pesci e crostacei, oltre che verdure come
melanzane e peperoni. Un arrosto può essere lardellato
(immissione di lardo a filetti nella carne) o bardato
(fasciatura esterna con lardo, pancetta o prosciutto).
Il brasato invece si prepara sempre in forno: la cottura è prolungata, avviene in poco liquido e a temperatura più contenuta. Si tratta di una cottura destinata prettamente a carni rosse e selvaggina da pelo. Il termine brasato deriva da brasiera, nome dell’antica pentola usata tradizionalmente per questo tipo di cottura, che avveniva con le braci, posizionate sia sotto il tegame, che sopra sul coperchio, per diffondere il calore in maniera uniforme.
Il brasato invece si prepara sempre in forno: la cottura è prolungata, avviene in poco liquido e a temperatura più contenuta. Si tratta di una cottura destinata prettamente a carni rosse e selvaggina da pelo. Il termine brasato deriva da brasiera, nome dell’antica pentola usata tradizionalmente per questo tipo di cottura, che avveniva con le braci, posizionate sia sotto il tegame, che sopra sul coperchio, per diffondere il calore in maniera uniforme.
Un piccolo ma importante accorgimento, valido sia
per gli arrosti che per i brasati, è che la carne debba essere ben
asciugata prima di essere rosolata; lasciare i liquidi in
eccesso all’esterno, infatti potrebbe impedire il raggiungimento
dei 140 °C necessari a sviluppare la crosticina bruna e profumata
che tutti conosciamo e che connota entrambe le preparazioni.
La crosta che sigilla i succhi della carne al suo interno, si forma grazie a una reazione chimica conosciuta come reazione di Maillard, dal nome di Louis- Camille Maillard, un medico che attraverso la sua passione, involontariamente, diede un grande contributo allo studio di una delle reazioni chimiche più importanti nel mondo culinario. Maillard, che era particolarmente interessato al metabolismo cellulare, studiò come gli aminoacidi contenuti nelle proteine interagiscono con gli zuccheri presenti nelle cellule, quando sono sottoposti a calore intenso. E’ grazie a questa reazione che si formano molecole odorose, fondamentali a conferire colorazione esterna, profumo e gusto in tantissime preparazioni. Nella carne in particolare, la molecola responsabile del tipico aroma di carne arrostita è il bis(2-metil-3-furil)-disolfuro, che è così peculiare da essere usata anche nell’industria alimentare per dare il “gusto carne”, o anche solo per accentuarlo.
Poiché sono necessari almeno 140°C perché avvenga, la reazione di Maillard può svilupparsi solo all’esterno della carne: all’interno sarà sempre presente una quantità di liquidi tale da non permettere il superamento dei 100°C. Per lo stesso motivo, le sole verdure che si possono correttamente definire “arrostite” sono le melanzane e i peperoni: in tutte le altre verdure, il contenuto d’acqua è troppo alto per permettere la reazione di Maillard.
La crosta che sigilla i succhi della carne al suo interno, si forma grazie a una reazione chimica conosciuta come reazione di Maillard, dal nome di Louis- Camille Maillard, un medico che attraverso la sua passione, involontariamente, diede un grande contributo allo studio di una delle reazioni chimiche più importanti nel mondo culinario. Maillard, che era particolarmente interessato al metabolismo cellulare, studiò come gli aminoacidi contenuti nelle proteine interagiscono con gli zuccheri presenti nelle cellule, quando sono sottoposti a calore intenso. E’ grazie a questa reazione che si formano molecole odorose, fondamentali a conferire colorazione esterna, profumo e gusto in tantissime preparazioni. Nella carne in particolare, la molecola responsabile del tipico aroma di carne arrostita è il bis(2-metil-3-furil)-disolfuro, che è così peculiare da essere usata anche nell’industria alimentare per dare il “gusto carne”, o anche solo per accentuarlo.
Poiché sono necessari almeno 140°C perché avvenga, la reazione di Maillard può svilupparsi solo all’esterno della carne: all’interno sarà sempre presente una quantità di liquidi tale da non permettere il superamento dei 100°C. Per lo stesso motivo, le sole verdure che si possono correttamente definire “arrostite” sono le melanzane e i peperoni: in tutte le altre verdure, il contenuto d’acqua è troppo alto per permettere la reazione di Maillard.
Altra regola fondamentale per avere una perfetta
crosticina esterna, è porre la carne a rosolare nella pentola
solo quando quest’ultima è ben calda. Un errore comune,
che si paga caro in termini di sapore e consistenza, è appoggiare la
carne in un tegame non ancora abbastanza riscaldato: il calore
insufficiente a “chiudere” la carne, farà però fuoriuscire i
succhi rendendo l’arrosto o il brasato meno saporito e, in ultimo,
decisamente stopposo.
Brasati ed arrosti hanno alle spalle una storia tanto lunga quanto nobile: vale la pena ricordare un aneddoto di Eginardo, biografo di Carlo Magno, il quale ci racconta che quest’ultimo, sempre dotato di ottima salute, ebbe negli ultimi anni della sua vita problemi legati alla gotta. I suoi medici, interpellati, suggerirono immediatamente di eliminare la carne arrosto a favore di quella lessata, considerata più leggera. Carlo Magno, però, si ribellò fortemente a questo consiglio medico, poiché la carne lessata era un piatto fortemente legato alle tradizioni del popolo e dei ceti più bassi. Mentre le carni arrostite e brasate, per contro, erano appannaggio dei nobili.
Questa contrapposizione ha origine nel diverso accesso che le due classi avevano a un cibo tanto prezioso quanto la carne: i nobili, dopo lunghe battute di caccia, trovavano ristoro nella cacciagione catturata, che veniva arrostita su un fuoco vivace. Il popolo, invece, faceva tesoro di qualsiasi pezzo d’animale, ottenuto in qualche modo e considerato alla streagua di un “tesoro” da far fruttare al massimo. Lo metteva nel pentolone, costantemente sul fuoco delle cucine domestiche, ad arricchire il pasto.
La bollitura era necessaria alla cottura di carni conservate, fossero esse affumicate o seccate oppure sotto sale, ed era anche tipico appannaggio delle donne nell’ambito delle faccende domestiche, mentre la gestione della brace per la cottura arrosto era considerata un compito prettamente maschile.
In Italia le preparazioni di arrosti e brasati sono tante quante le famiglie italiane: si tratta di sistemi di cottura talmente diffusi e che ben si adattano a tanti tipi di carne, da esser comuni in tutta la penisola. Molte sono ricette notissime, ritenute “capisaldi” della tradizione: è il caso del brasato al Barolo di origine piemontese. Scendendo in Liguria il brasato si arricchisce di funghi secchi e diminuisce la dose di vino per prendere il nome di brasato alla Genovese. A Parma e dintorni l’arrosto gode del prosciutto, del Parmigiano e viene innaffiato da Lambrusco, che regala un sapore unico. In Abruzzo, ma non solo, l’agnello arrosto, in pezzo o in spiedo, è una costante; nel Lazio la porchetta è un’istituzione. In Sardegna il mirto accompagna la cotenna arrostita del porceddu e in Calabria l’animale arrosto per elezione è il capretto.
Nei giorni di festa, che si tratti del Natale o di un’occasione familiare, l’arrosto o il brasato sono tra i “classici” di maggior successo, che mettono tutti d’accordo sul secondo. Non a caso l’Artusi, che per primo ha codificato e documentato in maniera organica le tante cucine d’Italia, regala alle carni arrostite ampio spazio nel suo libro “ La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”: vere delizie declinate in molti modi, che possono trasformare un normale pasto in un pasto da favola.
Brasati ed arrosti hanno alle spalle una storia tanto lunga quanto nobile: vale la pena ricordare un aneddoto di Eginardo, biografo di Carlo Magno, il quale ci racconta che quest’ultimo, sempre dotato di ottima salute, ebbe negli ultimi anni della sua vita problemi legati alla gotta. I suoi medici, interpellati, suggerirono immediatamente di eliminare la carne arrosto a favore di quella lessata, considerata più leggera. Carlo Magno, però, si ribellò fortemente a questo consiglio medico, poiché la carne lessata era un piatto fortemente legato alle tradizioni del popolo e dei ceti più bassi. Mentre le carni arrostite e brasate, per contro, erano appannaggio dei nobili.
Questa contrapposizione ha origine nel diverso accesso che le due classi avevano a un cibo tanto prezioso quanto la carne: i nobili, dopo lunghe battute di caccia, trovavano ristoro nella cacciagione catturata, che veniva arrostita su un fuoco vivace. Il popolo, invece, faceva tesoro di qualsiasi pezzo d’animale, ottenuto in qualche modo e considerato alla streagua di un “tesoro” da far fruttare al massimo. Lo metteva nel pentolone, costantemente sul fuoco delle cucine domestiche, ad arricchire il pasto.
La bollitura era necessaria alla cottura di carni conservate, fossero esse affumicate o seccate oppure sotto sale, ed era anche tipico appannaggio delle donne nell’ambito delle faccende domestiche, mentre la gestione della brace per la cottura arrosto era considerata un compito prettamente maschile.
In Italia le preparazioni di arrosti e brasati sono tante quante le famiglie italiane: si tratta di sistemi di cottura talmente diffusi e che ben si adattano a tanti tipi di carne, da esser comuni in tutta la penisola. Molte sono ricette notissime, ritenute “capisaldi” della tradizione: è il caso del brasato al Barolo di origine piemontese. Scendendo in Liguria il brasato si arricchisce di funghi secchi e diminuisce la dose di vino per prendere il nome di brasato alla Genovese. A Parma e dintorni l’arrosto gode del prosciutto, del Parmigiano e viene innaffiato da Lambrusco, che regala un sapore unico. In Abruzzo, ma non solo, l’agnello arrosto, in pezzo o in spiedo, è una costante; nel Lazio la porchetta è un’istituzione. In Sardegna il mirto accompagna la cotenna arrostita del porceddu e in Calabria l’animale arrosto per elezione è il capretto.
Nei giorni di festa, che si tratti del Natale o di un’occasione familiare, l’arrosto o il brasato sono tra i “classici” di maggior successo, che mettono tutti d’accordo sul secondo. Non a caso l’Artusi, che per primo ha codificato e documentato in maniera organica le tante cucine d’Italia, regala alle carni arrostite ampio spazio nel suo libro “ La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene”: vere delizie declinate in molti modi, che possono trasformare un normale pasto in un pasto da favola.
La Macelleria Robert e lo spiedo
Siamo a Pasqua. La Macelleria Robert
propone in questi giorni le sue carni, soprattutto arrosti e spiedo.
“ In questi ultimi anni abbiamo
assistito ad una diminuzione della richiesta di carni di agnello e
capretto. Le ragioni sono molteplici : i costi ; una nuova
sensibilità culturale ; una rivalutazione delle ricette più
tradizionali. Il nostro spiedo è interpretato con carni di pollo,
costicine e coppa di maiale. Lo proponiamo già tagliato a pezzi, ma
non già 'infilzato'.”
La Macelleria Robert ha fatto dello
spiedo uno degli elementi contraddstintivi della propria vita.
“Sua maestà lo spiedo, specialità
della cucina pedemontana, fa parte ufficialmente dei prodotti
agroalimentari tradizionali, ed e’ inserito nell’apposito elenco
predisposto dal Ministero delle politiche alimentari. I cosiddetti
‘prodotti tradizionali’ sono i prodotti agroalimentari le cui
metodiche di lavorazione risultano consolidate nel tempo, omogenee
per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali.
Rientrano tra i prodotti tipici e sono oggetto di particolare
attenzione da parte dei governi locali, regionali, nazionali e
dell’Unione Europa. Lo spiedo di carni affianca nel paniere della
tradizione veneta prodotti come la sopressa trevigiana, la patata del
Quartier del Piave e i marroni di Combai.”
Il gusto nelle Terre del Soligo
Il Cenacolo Terre del Piave inizia in
questi giorni un progetto di informazione che riguarda soprattutto le
Terre del Soligo.
Il Soligo è un fiume della provincia
di Treviso, in Veneto. È alimentato dal canale artificiale detto la
Tajada, emissario dei due laghi di Revine Lago (lago di Lago e lago
di Santa Maria) che dopo l'abitato di Soller prende il nome di
Soligo. Percorre la Valmareno in direzione ovest; presso Follina
piega verso sud (Quartier del Piave) e si getta infine nel Piave a
sud-est di Falzè di Piave.
Tra gli affluenti spicca il Lierza, il
torrente che muove la ruota del molinetto della Croda di
Refrontolo.Le sue acque, poco inquinate, sono riserva di pesca.
L'iniziativa è stata inserita nel
circuito delle terre d'acqua , Aquositas, della rete dei borghi
europei del gusto.
giovedì 24 marzo 2016
VERSO VINITALY 2016: LA PRESENTAZIONE DELLA COLLETTIVA LOMBARDA
Milano, 23 Marzo 2016- La redazione di Milano dell’Italia del Gusto e
dell’Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto ha partecipato
ieri 22 marzo 2016 alla presentazione della Collettiva Lombarda alla
50° edizione di Vinitaly, al Palazzo Lombardia Ingresso N1 di Piazza
Città di Lombardia-
In vista del prestigioso Salone Internazionale del vino e dei distillati, che si svolgerà come di consueto a Veronafiere dal 10 al 13 aprile p.v., i Consorzi di tutela dei vini lombardi hanno fatto un grande lavoro in sinergia, indirizzato verso la qualità, per proporre a operatori del settore, giornalisti e tutti gli enonauti, un fitto calendario di incontri e degustazioni.
Visto il grande boom del 2015, con l’incremento dell’11,7% delle produzioni Docg e del 9% delle Doc, il Padiglione Lombardia al Vinitaly si presenterà al grande pubblico con rinnovato entusiasmo.
Verranno così esaltati oltre ai vini ( 5 Docg, 22 Doc e 15 Igt) anche i rispettivi territori, che comprendono grandi laghi, colline e montagne: tutte cose che per cui operano da sempre i comunicatori dei Borghi Europei del Gusto.
In vista del prestigioso Salone Internazionale del vino e dei distillati, che si svolgerà come di consueto a Veronafiere dal 10 al 13 aprile p.v., i Consorzi di tutela dei vini lombardi hanno fatto un grande lavoro in sinergia, indirizzato verso la qualità, per proporre a operatori del settore, giornalisti e tutti gli enonauti, un fitto calendario di incontri e degustazioni.
Visto il grande boom del 2015, con l’incremento dell’11,7% delle produzioni Docg e del 9% delle Doc, il Padiglione Lombardia al Vinitaly si presenterà al grande pubblico con rinnovato entusiasmo.
Verranno così esaltati oltre ai vini ( 5 Docg, 22 Doc e 15 Igt) anche i rispettivi territori, che comprendono grandi laghi, colline e montagne: tutte cose che per cui operano da sempre i comunicatori dei Borghi Europei del Gusto.
lunedì 21 marzo 2016
“S’14” DI TENUTA SAN GIAIME SI TROVERÀ ANCHE DA “EATALY OSTIENSE” A ROMA E DA “SANTÈ” A MILANO
Milano,
11 marzo 2016 – Il Syrah in purezza “S’14” di Tenuta San Giaime potrà essere acquistato
da Eataly Ostiense, a Roma, e da Santé, a Milano, che hanno incluso il ricercato
vino di montagna siciliano (ne vengono prodotte circa 4000 bottiglie) tra le etichette
che propongono ai loro Clienti.
Eataly
proporrà S’14 Tenuta San Giaime nel contesto delle Eccellenze d’Italia mentre
Santé lo inserirà nella sua raffinata gamma di prodotti biologici e naturali,
di alta qualità
“Si tratta di due realtà molto diverse,
per dimensioni e approccio al mercato, ha commentato Salvatore Cicco, patron di
Tenuta San Giaime, ma che sono accomunate dal fatto di creare i rispettivi
assortimenti dando assoluta priorità alla tutela del Cliente, ricercando e
proponendo prodotti di qualità assoluta: una filosofia che è anche la nostra”.
“Finora siamo stati presenti soprattutto nella
grande ristorazione, italiana e internazionale (da Milano a Venezia, da New
York a Tokyo), prosegue Cicco, ma ora S’14 entra dalla porta principale anche nel
settore della distribuzione qualificata: un’accoglienza che è per noi motivo di
soddisfazione, in vista di futuri traguardi”.
Santé
è a Milano, in via Edmondo de Amicis 33, mentre Eataly Ostiense si trova a Roma
in piazzale XII Ottobre 1492.
Ottenuto
al 100% da uve Syrah, S’14 (IGP Terre Siciliane) è prodotto in circa 4000
bottiglie. Con una percentuale alcolica del 13,5%, ha colore
rosso intensa e regala all’olfatto chiare note di frutta rossa, frutta
sciroppata, frutta secca e in particolare mandorle leggermente tostate, ma
anche un sottofondo di freschezza e di mineralità; il sorso è pieno, caldo,
rotondo e molto piacevole: sul finale esprime ancora la medesima freschezza e
mineralità del primo impatto olfattivo, con una speziatura tipica del vitigno,
che apre la strada a una gradevole tannicità, in grado di offrire piacevolezza
sin da giovane. Si fa apprezzare a tutto pasto, e in particolare con carni
rosse alla griglia o in tegame, arrosti, selvaggina e formaggi stagionati.
oooOOOooo
Per ulteriori informazioni,
Ufficio Stampa Tenuta San Giaime
c/o
Studio Giorgio Vizioli & Associati, corso Vercelli 9 – 20144 Milano
Giorgio
Vizioli, t. 3355226110. giorgio.vizioli@studiovizioli.it
Rosella Trombetta, t. 0248013658, rosella.trombetta@studiovizioli.it
PERTEGHELLA PRESENTA LE NUOVE FARINE “CEREALOTTO”: ALTA QUALITÀ NUTRIZIONALE DA QUATTRO CEREALI E QUATTRO SEMI
Mix di frumento,
segale, orzo e avena con semi di girasole, sesamo, lino e soia.
Tre linee: per
panificatori, pizzaioli e pasticceri.
Solarolo di Goito (Mn), 18 marzo 2016 – Quattro
cereali più quattro varietà di semi: da questa formula è nato Cerealotto,
l’innovativa gamma di farine che Perteghella propone a panetterie, pasticcerie
e pizzerie. Farine sapientemente lavorate e dosate di frumento, segale, orzo e
avena, alle quali sono aggiunti semi di girasole, sesamo, lino e soia, per dare
vita a miscele ad alta qualità nutrizionale, realizzati in versioni diverse per
ogni specifica applicazione.
“Cerealotto, spiega Attilio
Perteghella, Direttore Generale di Industria Molitoria Perteghella, con il suo prezioso apporto di
cereali e semi, è nato per rispondere a una crescente domanda di alimentazione
sana e leggera, che è sempre più trasversale; l’attenzione è rivolta a prodotti
con elevate qualità nutrizionali: alimenti integrali, che migliorano il
benessere fisico”.
Il mix Cerealotto viene proposto in tre versioni,
concepite per diversi utilizzi: pane e prodotti da forno di ogni tipo e
tradizione, pizze originali e saporite, dolci, torte e lievitati dal sapore
unico e genuino. Inoltre, Perteghella può realizzare miscele su misura in base
alle richieste dei clienti, offrendo la possibilità di creare prodotti
eccellenti e unici.
Fondata nel 1939 a Solarolo
di Goito (Mantova) da Attilio e Maria Ines Perteghella, l'Industria
Molitoria Perteghella si è costantemente sviluppata nel corso degli anni,
arrivando ad avere, oggi, una capacità giornaliera di macinazione di 270/300
tonnellate di grano tenero e 80/100 tonnellate di mais. Azienda all'avanguardia
a livello internazionale, sia per l’eccellenza dei prodotti che per le tecnologie
utilizzate, Perteghella produce tutti i tipi di farina suddivisi
in tre linee: Corona (farine professionali per i più vari usi in cucina), Strapizza (farine di grano tenero e mix speciali per i
pizzaioli), Dolci Tentazioni (per
soddisfare le esigenze dei pasticceri). Opera attraverso una rete di nove
depositi, per consegne rapide e puntuali in tutta Italia.
oooOOOooo
Per ulteriori informazioni,
Giorgio Vizioli
Ufficio Stampa Industria Molitoria Perteghella
c/o Studio Giorgio Vizioli & Associati
corso Vercelli 9, 20144 Milano - 0248013658, c. 3355226110
VINITALY AND THE CITY: LA MAGIA DI VINITALY SOLO PER WINE LOVER NEL CENTRO DI VERONA QUATTRO GIORNI DI VINO, STORIA E MUSICA E UNA NOTTE VIOLA CON I NEGOZI DEL CENTRO
L’ingresso a
Vinitaly, dal 10 al 13 aprile a Veronafiere, è riservato solo agli operatori
business, ma per il grande pubblico degli eno appassionati dall’8 all’11 aprile
nel cuore storico di Verona c’è Vinitaly and the City: un vero e proprio fuori
salone con degustazioni di vino e cibo, spettacoli musicali e culturali, dj set
e incontri sul tema enogastronomico. Notte Viola sabato 9 aprile. In arrivo
cantanti da Sanremo, big e giovani
Verona, 18 marzo 2016 – Vinitaly ha scelto il centro storico di Verona per
offrire al pubblico consumer quattro giorni dedicati a vino, cibo e cultura. Nel
cuore della città scaligera, da venerdì
8 a lunedì 11
aprile, è in programma infatti Vinitaly and the City dedicato ai wine lover, con una notte viola sabato 9 aprile che
coinvolge anche i negozi del centro. Il fuori salone tocca le più suggestive
location storiche di Verona proponendo interessanti degustazioni ed iniziative,
anche in compagnia di ospiti illustri.
Il tour virtuale nelle location di Vinitaly and the City inizia in uno dei
luoghi più eleganti della città, Piazza
dei Signori, dove sommelier professionisti accompagnano i wine lover alla
scoperta dei migliori vini italiani proposti da consorzi di tutela e cantine,
mentre a cura di I love Italian Food
sono le piccole degustazioni tematiche di eccellenze 100% italiane presso i food&wine point. Le etichette proposte a Vinitaly and the City sono in
degustazione con l’acquisto di un biglietto al costo di 12 euro (in promozione
online a 10 €), che permette tre consumazioni wine e due food.
L’evento prosegue nella Vinitaly and the City Lounge, allestita
nella vicina Loggia di Fra’
Giocondo. L’area è dedicata alle attività culturali dell’iniziativa:
all’interno sono infatti in programma dibatti sul tema vino e cultura e incontri con
giornalisti e personaggi del panorama artistico italiano.
Si continua poi nel Cortile del Mercato Vecchio con la Vinitaly and the City Music Lounge, dove si
respira l’atmosfera di una vera e propria area glam: tra assaggi di vino e cibo
si può assistere gratuitamente alle esibizioni di artisti e dj set di fama
nazionale, momenti unici all’insegna del gusto e del divertimento. Già certa la
presenza di voci note di Sanremo, tra queste Irene Fornaciari e Francesco
Gabbani, vincitore quest’anno della sezione giovani.
Il fuori salone riserva un’attenzione
speciale agli appassionati del vino biologico - che da prodotto di nicchia è
diventato una vera e propria tendenza - allestendo, nei padiglioni dell’Arsenale Austriaco, BIOlogic, l’evento espositivo dove
assaggiare, con un biglietto a 10 euro (3 assaggi), vini esclusivamente
biologici e biodinamici e assistere a spettacoli e incontri artistico-culturali
alla scoperta dei sapori e delle tradizioni della penisola italiana con le
prelibatezze della cucina su ruote dei foodtruck
gourmet.
All’interno del progetto di Vinitaly
and the City, con la formula tour-tasting, è possibile inoltre partecipare a visite guidate enogastronomiche che,
tra racconti storici e assaggi di vini del Belpaese, fanno tappa nei luoghi più
conosciuti della città, tra i quali non soltanto antichi siti archeologici, ma
anche famosi ristoranti partner dell’iniziativa.
Per informazioni, programma e seguire
l’evento: http://www.vinitalyandthecity.com - http://www.vinitaly.com/it/vinitaly-and-the-city/
Per acquistare il biglietto: http://www.vivaticket.it/index.php?nvpg%5btour%5d&id=1702 e www.vinitaly.it/it/vinitaly-and-the-city
DOVE
Vinitaly and the City -
Wine and Food • Music and
Event (8-11 aprile
2016)
Piazza di Signori - Loggia di Fra’ Giocondo - Cortile del
Mercato Vecchio (centro storico di Verona)
BIOlogic Wine
(8-11 aprile 2016) - Arsenale Austriaco
(Piazza Arsenale)
QUANDO
Venerdì 8 _ dalle ore 17:00 alle ore
24:00
Sabato 9 e domenica 10 _ dalle ore 11:00 alle ore
24:00
Lunedì 11 _ dalle ore 17:00 alle ore
24:00
Servizio
Stampa Veronafiere
Tel.: + 39.045.829.82.42 – 82.85
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