venerdì 31 luglio 2020

Jacopo Benassi. Vuoto Venticinque anni di lavoro nella prima personale museale del fotografo ligure a cura di Elena Magini 8 settembre – 1 novembre 2020




dal 31 agosto The Belt,
progetto fotografico dell’autore dedicato al distretto tessile pratese,
invade le strade di Prato con una campagna di affissioni di grande dimensione


Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato



Prato, 31 luglio 2020. Venticinque anni di fotografia al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nella prima personale in un museo dedicata a Jacopo Benassi: con la mostra Vuoto, a cura di Elena Magini, dall’8 settembre al 1 novembre 2020 il museo di Prato offre uno sguardo sul lavoro potente, personalissimo, privo di mediazioni, del fotografo spezzino.

Dallo studio dell’artista parzialmente ricreato all’interno della mostra alle sale del Centro Pecci, il progetto espositivo si sviluppa in una spazialità dilatata che accoglie alcune delle serie e dei lavori più significativi dell’autore, e si riversa anche negli spazi cittadini, in cui la mostra viene annunciata da un progetto site specific di affissioni.

La sua prima fotografia è quella di un gruppo punk in un centro sociale: dalla fine degli anni Ottanta Jacopo Benassi si forma nell’alveo della cultura underground spezzina, sviluppando nel tempo uno stile particolare fatto di mancanza di profondità di campo e flash; una fotografia cruda, vera, pur nella totale mancanza di luce reale: un atto forzato, un evento creato dall’artista in cui lo scatto perfetto non esiste.

I soggetti di Benassi sono i più disparati, dall’umanità che abita la cultura underground e musicale internazionale (a partire dall’esperienza del club Btomic, gestito dallo stesso fotografo con alcuni amici) a ritratti di modelle, attrici, artisti, stilisti pubblicati nelle più importanti riviste italiane, fino all’indagine sul corpo, che varia dalla documentazione autobiografica di incontri sessuali, allo sguardo intenso sulla statuaria antica e che può essere considerato il “filo rosso” della sua produzione pantagruelica.
Un posto speciale nell’opera di Benassi è occupato dall’autoritratto, spesso legato al suo percorso performativo: la sperimentazione sulla performance, sua o di altri, si lega costantemente alla musica e viene sempre mediata dall’immagine fotografica, soggetto e oggetto della sua ricerca.

In mostra vengono presentate anche opere inedite legate all’interesse di Benassi per l’editoria e la produzione di libri; proprio da un lavoro editoriale in via di pubblicazione nasce la serie The Belt, progetto sul distretto industriale di Prato in collaborazione con l’Archivio Manteco, che oltre a essere esposto è protagonista delle affissioni pubbliche in città nei giorni precedenti alla mostra.
Con The Belt, dal 31 agosto le attività, gli strumenti, gli uomini e le donne che animano il distretto tessile pratesediventano i soggetti delle immagini esposte su grandi cartelloni pubblicitari in vari punti della città. La scelta di anticipare la mostra con una campagna di affissioni pubbliche che presenta il lavoro di Benassi su Prato e le sue fabbriche, risponde all'interesse del museo ad uscire dalle sue mura e a cercare un rapporto più dinamico e diretto con la comunità cittadina.

Il titolo della mostra – Vuoto – richiama la specifica sensazione dell'autore rispetto alla sua produzione, un desiderio di mettersi a nudo, tirando fuori da sé tutto, in un percorso di auto-esposizione pubblica.
In questa mostra il fotografo si concede interamente allo spettatore, consegnando il suo studio, i suoi strumenti, il panorama creativo che l’accompagna nella gestazione del lavoro, l’insieme degli scatti che danno vita a un’indagine ventennale sui temi dell’identità, della notte, del lavoro.
Un atto di apertura verso l’esterno che costituisce un punto zero nella carriera dell’artista e, di contro, una possibile rinascita.

Si ringrazia la galleria Francesca Minini e l’Archivio Manteco per il contributo nell’organizzazione della mostra.

JACOPO BENASSI 1970, La Spezia. Vive e lavora a La Spezia.
Nel 2019 ha esposto il progetto CRACK in due personali, a CAMERA – Centro italiano per la fotografia di Torino e al Festival Fotografia Europea 2019 a Reggio Emilia. Nello stesso anno ha tenuto una personale al Palazzo Bentivoglio di Bologna a cura di Antonio Grulli, Bologna Portraits. Alla fine del 2016 ha pubblicato il libro Gli aspetti irrilevanti, pubblicato da Mondadori e di cui è co-autore assieme a Paolo Sorrentino: il regista vincitore di un premio Oscar ha creato 23 piccole storie partendo da 23 ritratti di Jacopo Benassi. No Title Yet! è uno spettacolo di fotografia e performance creato con I Kinkaleri. Nel 2014 è stato presentato un magazine edito dallo stesso Benassi, prodotto al Palais de Tokyo di Parigi in collaborazione con Le Dictateur di Milano. Ha collaborato con il direttore artistico Federico Pepe a COCO, un progetto di musica e videoarte. Dal 2013 al 2015 ha esposto per tre edizioni al Si Fest di Savignano sul Rubicone. Nel 2011 ha esposto in una mostra personale alla galleria Zelle a Palermo. Ha aperto Talkinass Paper and Records e prodotto magazine e CD live di artisti della scena underground. Ha collaborato con registi e scrittori come Paolo Sorrentino, Daniele Ciprì, Asia Argento e Maurizio Maggiani. Nel 2010 ha preso parte a No Soul for Sale con Le Dictateur alla Tate Modern di Londra, un evento curato da Maurizio Cattelan e Massimiliano Gioni. Nel 2009 la 1861 United Agency ha pubblicato una monumentale monografia di Benassi: The Ecology of Image. Sempre nel 2009 ha preso parte a FotoGrafia - International Festival of Rome. Nel 2007 ha esposto nella mostra Vade retro. Arte e omossessualità, da von Gloeden a Pierre et Gilles, curata da Vittorio Sgarbi e Eugenio Viola. Ha collaborato con numerose riviste in Italia e all’estero. Nel 2005 ha partecipato a Aphotography alla Changing Role gallery a Napoli e nel 2006 - 2007 ad Artissima, Torino.

Sabato 1 e domenica 2 agosto a Vietri sul Mare sport, musica, cultura e spettacolo con "Giocavietri"



Entra nel vivo la manifestazione "Giocavietri sul Mare", organizzata in occasione della 42esima edizione della grande kermesse "Giocaitalia" dal giornalista Sebastiano Sandro Ravagnani. Gli eventi, in collaborazione con il Comune di Vietri sul Mare, prenderanno il via sabato 1 agosto alle ore 18,00 all'Unione sportiva vietrese in Corso Umberto I a Vietri sul Mare, dove si terrà il taglio del nastro della Mostra sulle Olimpiadi di Roma 1960, con l'esposizione dei bellissimi manifesti che vennero realizzati all'epoca per l'evento sportivo. Alle ore 20,00 ci si sposterà nella Villa comunale per un'esibizione di arti marziali a cura degli sportivi del Coni e sarà sempre lo splendido anfiteatro ad ospitare, a seguire, il concerto di Danilo Florio. Al termine del concerto, si terrà la proiezione del film "La grande olimpiade". La serata sarà presentata da Nunzia Schiavone. Domenica 2 agosto, alle ore 18,00, all'Unione sportiva vietrese in Corso Umberto I, si terrà il convegno "ROMAMXMLX  - Le Olimpiadi dell'Eurovisione", sotto l'Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, in occasione del 60° Anniversario. Moderatore Renato Del Mastro, Intervengono: Paola Berardino Presidente del Coni provinciale di Salerno; Stefania Fiorillo Assessore allo Sport del Comune di Vietri sul Mare; Marco Frittella Giornalista RAI (Conduttore di Uno Mattina); Angelo R. Consoli, Direttore europeo di Jeremy Rifkin e Presidente Cetri-Tires; Silke A. Krawietz, Comitato scientifico Cetri-Tires, esperta internazionale lnnovation and Disruptive Technologies; David R. Newman, Presidente World Biogas Association e Direttore generale Associazione Britannica dei Biomateriali (BBIA); Antonio Rancati, Coordinatore generale Cetri-Tires, Direttore editoriale "Ambiente" e Comitato scientifico di "Marevivo"; Lucio D'Ubaldo Direttore del Centro Documentazione e Studi dei Comuni Italiani ANCI-IFEL (CDSC}; Gennaro Cuccurullo farà un intervento sulla alimentazione nella preparazione atletica. Nel corso dell'incontro si terrà la proiezione del docufilm in cui Nello Talento racconta la "sua" olimpiade di Roma 1960. In serata alle ore 20,00 ci si sposterà alla Marina di Vietri sul Mare per il concerto degli Am Bros One, impreziosito dalla performance di danza, ideata da due coreografe, Serena D'Amore e Alessia Scermino. A seguire ancora spettacolo con Federica Nutini, Carmine De Feo e Anna Maggi. Anche questa seconda serata di spettacolo sarà presentata da Nunzia Schiavone. Info 0825 1490919 - 0825 986177 – 328 8583973.

Maurizio e Agnese: il “Re” e la “Regina” degli Arrosticini





Un titolo eccessivo? Esagerato? Pretenzioso? Assolutamente no! E sapete perché? Semplice, perché gli Arrosticini di Maurizio e Agnese sono semplicemente strepitosi. Maurizio Cutropia e Agnese Volpone, marito e moglie dal 2002, simpatici, allegri, ospitali, due persone che nel farti assaggiare i loro Arrosticini ti trasmettono una ventata di positività, di abbracci amichevoli; di come quando ti sembra che il conta chilometri giri al contrario, e poi di grande piacere per i cibi artigianali e genuini.
Ma gli Arrosticini che cosa sono e come sono nati? E’ inutile negarlo ormai sono diventati uno dei simboli della Regione Abruzzo, se non il simbolo più conosciuto, oltre ai paesaggi, al mare alle montagne o ad altri piatti, quando diciamo Abruzzo nell’immaginario collettivo c’è lui: l’Arrosticino. Ma, come tutte le ricette che appaiono semplici a prima vista, bisogna essere degli esperti in materia e non lasciare nulla al caso o, peggio ancora, all’improvvisazione.
La storia del piccolo spiedino di carne di pecora ha origine dalla classica situazione di necessità. Siamo in inverno, è sera tarda, fa freddo, molto freddo; un gruppo di pastori deve lasciare il tratturo che porta all’alpeggio e deviare verso il Comune di Civitella Casanova in provincia di Pescara al fine di trovare un riparo più consono.
La fame si fa sentire e per affrontarla i pastori decidono di cibarsi delle loro pecore, quelle più anziane. Tagliano la carne a pezzetti piccoli e la cuciono sui carboni. Si sfamano e al contempo danno origine al celebre spiedino. Come? Semplicissimo, durante la bella stagione alcuni di loro iniziano a vendere la carne a pezzetti ridotta bocconcini che al palato degli avventori risulta decisamente prelibata.
Da lì all’inizio dell’uso dei rametti utilizzati per infilarli, un tempo fatti con un arbusto locale chiamato Sanguinella, il passo è breve ed ecco la nascita degli Arrosticini come spiedini in quegli anni venduti durante le giornate di festa o di sagre di paese. Da allora da quel comprensorio territoriale che abbraccia oltre a Civitella Casanova anche i Comuni di Carpineto della Nora, Villa Celiera e Montebello-Farindola, seguendo le dovute mutazioni nella loro preparazione i nostri piccoli Arrosticini hanno conquistato il palato dei buongustai, dapprima in Regione, diventandone simbolo, e poi nel resto della penisola, amati e ricercati da chi apprezza le cose buone.
Maurizio e Agnese da tempo li realizzano con carni pregiate di alta qualità di ovini adulti allevati secondo regole precise e ferree. La carne tagliata a cubetti e infilata nel legno viene alternata da grasso nobile, mentre per la cottura si utilizza il carbone tipo cannellino che dona ai bocconcini morbidezza e fragranza conferendone un sapore unico e particolarmente avvolgente.
Gli arrosticini sono un prodotto tipico della tradizione pastorale e transumante dei popoli abruzzesi e senza dubbio uno dei primi cibi di strada della tradizione italiana. In questa terra Dannunziana Maurizio e Agnese propongo differenti versioni di Arrosticini, quelli di fegato, cipolla e peperoncino, gli Arrosticini classici e quelli fatti a mano: tutti deliziosi, morbidi, saporiti e stuzzicanti.
Per la cottura è necessario avere la classica canalina chiamata la “Furnacell”, il giusto carbone e l’esperienza di chi li cuoce, tempi e modalità sono fondamentali. Come per tutte le prelibatezza che si fanno strada diventando più che famose e richieste anche per gli Arrosticini è fondamentale riuscire e mangiare quelli veri, e per veri intendo quelli fatti con carni locali e non di provenienza da altre terre, cucinati a regola d’arte e non sommariamente, e che siano freschissimi in modo tale da avere in bocca il massimo del piacere.
Ecco perché gli Arrosticini del “Re” e della “Regina” sono straordinari, perché rispecchiano in toto le caratteristiche di un prodotto popolare, artigianale, rispettoso delle sue origini: dalla selezione delle pecore, solo razze autoctone alimentate in modo naturale senza mangimi o derivati, fino alla cottura sulla canalina. A tal proposito dal 2017, insieme all'amico Gregorio Rotolo pastore in Scanno, hanno fatto squadra cercando di farsi allevare le pecore sulle montagne di Scanno e macellando solo quelle che hanno il giusto equilibrio tra parte grassa e parte magra.

Maurizio ed Agnese da molto tempo partecipano ai grandi eventi di piazza più importanti della penisola dove il cibo di strada è una presenza gradita e insostituibile. Fiere, sagre, saloni, eventi e manifestazioni, con il loro stand e con la loro simpaticissima Fiat 500 che si trasforma in supporto per le canaline della cottura e con la quale raccontano l’Abruzzo varcando anche i confini di Sato: nel 2019 sono stati presenti a 4 eventi svizzeri.
Oltre agli Arrosticini sul sito web di Maurizio ed Agnese – Bracevia – un semplice e funzionale sito di E.Commerce nato in piena emergenza Covid, trovate in vendita anche gli altri prodotti rigorosamente “a tutta pecora”: tagliata, hamburger, bistecche, spezzatino e altro ancora, tutti prodotti molto apprezzati che stanno riscuotendo un notevole successo. Cercateli on line, negli eventi live, gustatevi in relax i loro Arrosticini perché sono certo che vivrete un’esperienza unica per il vostro palato. Fate però molta attenzione perché dopo il primo che gusterete farete molta, molta fatica a smettere e, come scrisse uno degli Abruzzesi storici più conosciuti, Gabriele D’Annunzio, gli Arrosticini altro non sono che: “Il Piacere”.
Bracevia a tutta pecora
Via Vittorio Emanuele II n°56
San Giovanni Tetatino 66020 Chieti
Tel 0871 221110

SYNESTHESIA FESTIVAL 2020 presenta a Mondolfo (PU) il progetto di arte urbana permanente MONDOLFO GALLERIA SENZA SOFFITTO

Dal 7 agosto 2020
Percorso delle memorie storiche e sociali della città attraverso le foto di Mario Giacomelli e un circuito tematico di street art

Inaugurazione venerdì 7 agosto ore 18,30
c/o Giardini di Largo Neviera
Paesaggio di Mondolfo, Mario Giacomelli 
SYNESTHESIA FESTIVAL giunto quest’anno alla sua terza edizione, si presenta in una forma rinnovata, ma altrettanto affascinante e coinvolgente. Il festival con la direzione artistica di Filippo Sorcinelli e a cura dell’Associazione PAM - Pro Arte Mondolfo, è un evento multisensoriale unico nel suo genere che vuole evocare e stimolare tutti i sensi dell’uomo.
Nelle passate edizioni sono stati proposti differenti tipi di eventi - performance, concerti, degustazioni, mostre, incontri, dibattiti - quest’anno per adeguarsi alle norme di sicurezza imposte dal COVID 19 SYNESTHESIA FESTIVAL ha deciso di puntare tutto sulle arti visive, trasformando la città di Mondolfo in un vero e proprio museo diffuso e a cielo aperto. 

Con il progetto MONDOLFO GALLERIA SENZA SOFFITTO il centro storico di Mondolfo a partire dal 7 agosto sarà aperto sette giorni su sette e 24 ore al giorno, proponendo un percorso delle memorie storiche e sociali della città attraverso impressioni fotografiche permanenti affidate al genio di Mario Giacomelli e interventi di street art. 

MONDOLFO GALLERIA SENZA SOFFITTO è un progetto di arte urbana permanente che si svilupperà e arricchirà nel corso degli anni in tutto il territorio di Mondolfo, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, valorizzando sia le strutture culturali già esistenti, come i musei comunali, la Biblioteca, il centro d’informazione di Villa Valentina, ma soprattutto spazi ed edifici pubblici, strade, muri, marciapiedi e stazioni, allestendo anche dei luoghi espressamente dedicati.
Una selezione di scatti del maestro della fotografia internazionale Mario Giacomelli, di cui PAM - Pro Arte Mondolfo ha ottenuto i diritti, stampati in grandi dimensioni “ri-consacreranno” alcuni luoghi della città di Mondolfo, diventando delle vere e proprie installazioni site specific e permanenti. 

Non solo, oltre al percorso emozionale con le fotografie di Mario Giacomelli, MONDOLFO GALLERIA SENZA SOFFITTO ha dato vita a un circuito tematico con opere di Street Art, espressioni artistiche che prendono forma proprio negli spazi pubblici, coinvolgendo nomi di punta del panorama italiano e internazionale, come Lore Prod e Andrea Sata.

MONDOLFO GALLERIA SENZA SOFFITTO vuole essere uno spazio espositivo outdoor in costante evoluzione che possa offrire non solo agli amanti dell’arte contemporanea, ma anche ai cittadini, turisti e soprattutto ai giovani la possibilità di avvicinarsi all’arte in una modalità di fruizione sicuramente insolita, ma che nel pieno spirito del SYNESTHESIA FESTIVAL scatena i sensi e le emozioni attraversando le vie e le piazze di Mondolfo e incontrando una “sorpresa artistica” dietro l’altra.
Questo progetto rappresenta quindi un forte volano turistico per il Comune di Mondolfo e un unicum nel panorama artistico nazionale e internazionale, facendolo dialogare la storia culturale e sociale della città con diverse forme di arte contemporanea.

SYNESTHESIA FESTIVAL vuole dimostrare come l’arte da sempre si è misurata con le emozioni che fanno parte della nostra esistenza e che, attraverso i cinque sensi, aprono le porte alla liberà.

Al via le prenotazioni per la diciannovesima edizione di “Cocco… Wine”, Cocconato 4, 5 e 6 settembre

VENERDI' 4 SETTEMBRE 2020 Anteprima
SABATO 5 E DOMENICA 6 SETTEMBRE 2020


Aperte le prenotazioni per l’edizione 2020 di Cocco… Wine!
Uno degli appuntamenti enogastronomici più sfiziosi e frequentati in Piemonte è giunto quest’anno alla diciannovesima edizione.
L’associazione Go Wine promuove e organizza l’evento d’intesa con il Comune di Cocconato.
In un periodo così particolare la formula resta invariata, ma con alcune avvertenze: su prenotazione, numero chiuso per consentire di regolare l’afflusso di persone ed evitare assembramenti.
E fin da ora si aprono appunto le prenotazioni, come per un grande spettacolo, chiedendo al pubblico desideroso di partecipare una particolare attenzione, visto il momento che attraversiamo.
Cocconato si trasformerà in una virtuale strada del vino, in cui alternare gli assaggi dei vini ai prodotti tipici del territorio, che riempirà il centro storico del paese e ospitando le cantine di Cocconato e del Monferrato.

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Venerdì 4 settembre si svolgerà l’anteprima dell’evento con “Il Salotto di Cocco…Wine”, un momento dedicato alla tavola con i sapori e i vini delle cantine di Cocconato. Qui ogni cantina di Cocconato presenterà un vino del cuore in una speciale enoteca. I vini si potranno abbinare a piatti studiati per l’occasione a quattro mani dagli chef della Cantina del Ponte e da Cascina Rosengana.
I vini presentati al “Salotto” saranno serviti solo in questo speciale momento e non presenti ai banchi d'assaggio della manifestazione creando un’esclusiva degustazione.
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Il programma
venerdì 4 settembre (dalle ore 19 alle 24): l’anteprima del “Salotto di Cocconato”,

sabato 5 settembre (dalle 17 alle 24) e domenica 6 settembre (dalle 16 alle 20): il centro storico ospiterà il banco d’assaggio dei vini e dei prodotti tipici delle aziende di Cocconato, del Monferrato e delle delegazioni ospiti.
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I protagonisti
Le cantine di Cocconato, insieme a vari ospiti, animeranno il banco d’assaggio allestito lungo il percorso che si snoderà all’interno del paese: una virtuale strada del vino, in cui agli assaggi saranno alternate le degustazioni dei prodotti tipici.
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Come prenotare, già da oggi!
L’evento è pertanto su prenotazione e fino a esaurimento dei posti in piedi disponibili.
Per prenotare sarà sufficiente scrivere a stampa.eventi@gowinet.it, e seguire le istruzioni che vi verranno fornite.

giovedì 30 luglio 2020

“MONTEFALCO TRA LE STELLE”: QUATTRO GIORNI DI INIZIATIVE PER VIVERE LA MAGIA DELLE NOTTI D’ESTATE IN UNO DEI BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA VENERDì 7 SULLA TERRAZZA DI PORTA CAMIANO OSSERVAZIONE DELLE STELLE E LUNEDì 10 IN PIAZZA DEL COMUNE LA “BOTTE DEI DESIDERI”




La provincia di Brescia un Territorio di Vino Percorsi da scoprire e assaporare tra i vigneti e i calici di Franciacorta, Garda, Colli dei Longobardi e Valle Camonica Con MAKE in Brescia e TASTE in Brescia piacevoli e insolite esperienze in vigne e cantine





Terra di grandi vini e di antica cultura enologica, la provincia di Brescia è tappezzata di vigneti, dalle colline gardesane a quelle della Franciacorta, dalla pianura ai ripidi pendii della Valle Camonica. E Brescia - vera curiosità - racchiude il più ampio vigneto cittadino d’Europa. La fine dell’estate e l’inizio dell’autunno sono i periodi più dolci per andare alla scoperta di questi straordinari territori enoturistici che hanno fatto dell’accoglienza un must, tutti da scoprire e da assaporare seguendo le Strade del vino che vi si snodano e i percorsi tracciati fra vigne e cantine.

Strada del Franciacorta
La Franciacorta, da tempo immemorabile votata alla viticoltura, è la terra del prezioso Franciacorta (il più pregiato fra i vini italiani rifermentati in bottiglia con il Metodo Classico), a cui dà il nome. Affacciata sulle sponde del lago d’Iseo, è fra le destinazioni italiane più amate dagli enoturisti. Colline tappezzate di vigneti, antichi borghi e castelli, abbazie e ville patrizie, percorsi per passeggiate e bike, alberghi di charme e accoglienti agriturismo, raffinati ristoranti e rustiche trattorie: un territorio dove l’ospitalità è un’arte, da scoprire seguendo la Strada del Franciacorta, che si snoda per 90 km da Brescia al lago d’Iseo. D’obbligo una tappa nelle cantine, che accolgono gli enoturisti per visite e degustazioni.  Cosa visitare, poi, fra i tanti piccoli e grandi tesori d’arte e storia che ne segnano il territorio? Ecco qualche idea. L’abbazia olivetana di San Nicola a Rodengo Saiano, decorata con opere dei maggiori artisti della Scuola Bresciana del Cinquecento e del Seicento (Foppa, Romanino, Moretto, Gambara). Il monastero cluniacense di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo, gioiello del romanico, dal cui sagrato si ha un eccezionale colpo d’occhio sulle Torbiere del Sebino, un’oasi naturalistica unica nel suo genere in Europa: circa 3,5 kmq. di acqua, canne e vegetazione palustre.  Il pittoresco borgo vecchio di Erbusco, con i ruderi del castello, la Pieve romanica di Santa Maria Assunta e la cinquecentesca Villa Lechi, la più scenografica della Franciacorta. Il quattrocentesco Convento dell’Annunciata sul Monte Orfano a Rovato - oasi di pace che conserva capolavori d’arte - da cui si gode uno splendido panorama sulle colline della Franciacorta e sulla pianura. Capriolo, borgo arroccato di origine medievale, e Paratico con i ruderi del Castello Lantieri, dove secondo la tradizione fu ospite Dante. Un motivo in più per visitarla, è il Festival del Franciacorta in Cantina, che la animerà nel week end del 12-13 e del 19-20 settembre.

Strada dei vini e dei sapori del Garda
Dalle sponde del lago d’Iseo a quelle del lago di Garda, dove si snoda la Strada dei Vini e dei Sapori del Garda. Il paesaggio cambia, si fa più mediterraneo. I vigneti si intrecciano agli uliveti, da cui proviene un pregiatissimo olio extravergine di oliva DOP, caratterizzato da un grado di acidità molto basso, che lo rende digeribilissimo. Tra le colline dell'entroterra e le coste della sponda bresciana del lago, da Sirmione a Limone sul Garda, la Strada abbraccia le zone di produzione di tre importanti e noti vini a Denominazione d'Origine Controllata: Lugana, Garda Classico e San Martino della Battaglia. Il suo percorso tocca angoli di straordinaria bellezza paesaggistica, siti storici e culturali, borghi incantevoli, spiagge assolate che si specchiano nelle limpide e profonde acque del lago. Sono circa 100 gli associati tra cantine, hotel, agriturismi, ristoranti, frantoi, produttori, musei ed enti, che rappresentano al meglio un territorio da scoprire attraverso 5 itinerari automobilistici (che si snodano in Valtensi, fra le colline moreniche della sponda meridionale del lago, nel tratto da Sirmione a Salò, nel Parco dell’Alto Garda) e 1 itinerario ciclistico incentrati su cibo, vino, ospitalità e cultura. Per rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei turisti, la Strada formula anche diverse tipologie di itinerari personalizzabili, con possibilità che spaziano dal tour giornaliero con visita alle cantine, oleifici, serre florovivaistiche, al tour articolato in più giorni che abbina l'arte alle degustazione e la natura alla gastronomia.

Strada del vino Colli dei Longobardi
Tra la città di Brescia, le ultime propaggini delle Prealpi bresciane e la pianura che si estende a sud-est, la Strada del Vino Colli dei Longobardi è un insolito itinerario enogastronomico sulle tracce della storia che si insinua in un’area tradizionalmente vocata alla produzione vitivinicola. Dal vigneto urbano del Pusterla (con i suoi 3,4 ettari, il più esteso vigneto cittadino d’Europa) che si inerpica fino al Castello e da cui provenivano i vini per le monache desideriane del monastero di Santa Giulia, il percorso si sposta in pianura verso Azzano Mella, corte donata da Carlo Magno al monastero di San Salvatore in Brescia, di fondazione longobarda. Percorrendolo, ci si tuffarsi nella storia di centri come Botticino, Castenedolo, Montichiari, Montirone, Capriano del Colle, Poncarale e Flero. Lungo la Strada, oltre alle cantine, piccoli produttori d’eccellenze agroalimentari, eccellenti trattorie e ristoranti dove si gusta la più autentica cucina bresciana, collezioni da visitare, come il Museo Floreale di Montirone, il Museo del Marmo di Botticino, gli stupendi  Musei della Moda e del Costume e del Vino e del Cavatappi di Villa Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano.

I vigneti della Valle Camonica
In Provincia di Brescia la vite viene coltivata anche in montagna, sui declivi della Valle Camonica, i cui vini dal 2003 hanno il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Tipica. Negli ultimi anni c’è stato un recupero della vitivinicoltura in questa zona, dove era stata in parte abbandonata, l’estirpo dei vigneti si è completamente arrestato e sono sempre più i casi di viticoltori che mettono a dimora nuovi vigneti. Il risultato è che, oltre agli indubbi benefici nella prevenzione di dissesti idrogeologici, il paesaggio della media e bassa Valle Camonica sta lentamente e piacevolmente mutando, e di pari passo sono stati recuperati i valori autentici del vino: lavoro, territorio, originalità, biodiversità e tradizione, di cui i vigneti di montagna sono una delle più alte e nobili espressioni, diventando straordinari monumenti al lavoro dell’uomo. Le cantine, aperte ai visitatori, si trovano principalmente dai conoidi ai piedi della Concarena ai terrazzamenti della media Valle, fino ai paesi di Gianico e Artogne. Per saperne di più, piacevole è il percorso “Tra vigne e Vini” (da fare in auto, a piedi o in bici) che si snoda tra i vigneti e le cantine del conoide della Concarena e punta i riflettori sui suoi splendidi paesaggi, tocca la Casa museo di Cerveno e interessa le cantine Rocche dei Vignali, Monchieri, Concarena, Flonno e Cascina Casola. Cinque bacheche informative illustrano la storia della viticoltura in Valle Camonica e offrono anche numerosi spunti per dare al viaggio un respiro più ampio, deviando verso le incisioni rupestri di Capo di Ponte, le Calchere di Ono San Pietro, il centro storico di Cerveno o la parrocchiale vecchia di San Maurizio a Losine.

Esperienze fra vigne e cantine
Per tuffarsi in questi paesaggi cesellati di vigneti e scoprire sapori e saperi legati alla viticoltura e all’affascinante mondo del vino, Visit Brescia propone un ventaglio di piacevoli – e spesso inusuali - esperienze. Le si scopre sul sito www.visitbrescia.it, nelle sezioni TASTE e MAKE, dove si trovano tutte le info per prenotarle. In Franciacorta, ad esempio, il vino si coniuga con l’arte in visite in cantina in cui botti e bottiglie su pupitres si alternano a quadri e sculture, oppure alla poesia in percorsi affascinati fra vigneti e cantina. Nell’area del Garda, si possono fare degustazioni sensoriali a ritmo di musica, fare trekking in vigna accompagnati da un sommelier, partecipare a Food&Wine tour in Valtenesi e a corsi di cucina con corollario di abbinamenti con i vini, o ancora godersi in tramonto fra le vigne sorseggiano un delizioso calice di vino durante romantici Sunset tour, che si concludono con grigliate all’aperto. Nella zona dei Colli dei Longobardi, la pedalata fra le vigne si conclude con una degustazione, e la visita a vigneti biologici ha il suo corollario nella personalizzazione dell’etichetta del vino degustato, da portare a casa come ricordo della piacevole giornata. In Valle Camonica, si scopre il grande carattere dei vini provenienti da arditi vigneti terrazzati, che si impara a degustare nel bicchiere più adatto e di cui si coprono i gustosi abbinamenti con formaggi e salumi di montagna.

Per informazioni: www.visitbrescia.it

FONDAZIONE PISTOIA MUSEI annuncia PISTOIA NOVECENTO Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra a cura di Alessandra Acocella, Annamaria Iacuzzi, Caterina Toschi 19 settembre 2020 – 22 agosto 2021


Fondazione Pistoia Musei
Palazzo de’ Rossi



Il design radicale degli Archizoom, la logica binaria delle opere di Gianfranco Chiavacci, i collage di Remo Gordigiani, le ricerche astrattiste di Gualtiero Nativi, Mario Nigro e Fernando Melani, l’ironia pop di Gianni Ruffi: sono oltre 70 le opere che scandiscono il secondo capitolo del progetto PISTOIA NOVECENTO con il percorso di Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra, allestimento temporaneo a lungo termine a cura di Alessandra Acocella, Annamaria Iacuzzi, Caterina Toschi che FONDAZIONE PISTOIA MUSEI presenta dal 19 settembre 2020 al 22 agosto 2021 nella sua sede di Palazzo de’ Rossi.

PISTOIA NOVECENTO è il grande progetto dedicato alla collezione permanente di Fondazione Pistoia Musei con opere delle collezioni di Fondazione Caript e Intesa Sanpaolo (già Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia), pensato per consentire una lettura il più possibile esaustiva del panorama artistico pistoiese nel suo articolarsi attraverso il secolo scorso. La prima parte del progetto, conclusasi a fine agosto 2020, ha raccontato la prima metà del Novecento.

Questo secondo capitolo – PISTOIA NOVECENTO. Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra – offre un’immagine d’insieme della seconda metà del secolo a Pistoia.
La mostra raccoglie, oltre alle opere degli autori pistoiesi presenti nella collezione permanente di Fondazione Pistoia Musei, alcuni lavori di artisti non locali ma che con la città hanno intrattenuto rapporti di scambio e dialogo, oltre a prestiti da collezioni pubbliche e private.
Uno specifico indirizzo di curatela ha voluto arricchire il percorso espositivo con un’ampia selezione di documenti (fotografie, lettere, manifesti, inviti, video): un’operazione inedita volta a narrare la vivacità del clima artistico pistoiese nel contesto più ampio della cultura toscana, nazionale e internazionale. L’intenzione è quella di proporre nuovi sguardi sulle principali esperienze artistiche cittadine offrendo così un quadro di contesto alle opere d’arte selezionate.

La selezione di PISTOIA NOVECENTO. Sguardi sull’arte dal secondo dopoguerra segue un andamento cronologico partendo appunto dal secondo dopoguerra ed è scandita in macro-aree tematiche: REALISMO E FIGURAZIONE; ASTRATTO, MATERICO, PROGRAMMATO; OGGETTO E IMMAGINE; NATURA E ARTIFICIO; SEGNO, GESTO, AMBIENTE.
I materiali documentari come le fotografie, le corrispondenze, i manifesti e gli audiovisivi sono disposti secondo un progetto grafico ed espositivo ideato appositamente per l’occasione e capace di offrire molteplici livelli di lettura.

Palazzo de’ Rossi si consolida come uno dei punti di forza del polo museale di Fondazione Pistoia Musei, connotandosi ancora una volta come centro dedicato all’arte del Novecento pistoiese, punto di riferimento per la conoscenza delle varie generazioni artistiche che si sono succedute lungo il secolo scorso: artisti che con ardimento e autenticità di ricerca hanno sempre cercato un dialogo con i grandi centri dell’arte apportando il proprio contributo in un’ottica di originalità.

Tra gli artisti in mostra: Archizoom, Roberto Barni, Sigfrido Bartolini, Vinicio Berti, Massimo Biagi, Franco Bovani, Umberto Buscioni, Sergio Cammilli, Alfiero Capellini, Gianfranco Chiavacci, Andrea Dami, Agenore Fabbri, Alfredo Fabbri, Aldo Frosini, Giuseppe Gavazzi, Valerio Gelli, Donatella Giuntoli, Remo Gordigiani, Renato Guttuso, Mirando Iacomelli, Lando Landini, Marcello Lucarelli, Fernando Melani, Francesco Melani, Eugenio Miccini, Adolfo Natalini, Gualtiero Nativi, Mario Nigro, Renato Ranaldi, Gianni Ruffi, Giorgio Ulivi, Jorio Vivarelli, Corrado Zanzotto.

1° AGOSTO 2020 SCATTA IL GRIGLIATA DAY: I 6 CONSIGLI PER GRIGLIARE ALLA PERFEZIONE

Per celebrare, tra scatti social e convivialità, la giornata nazionale dedicata a questo momento di condivisione all’aperto per eccellenza capace di rendere indimenticabile l’estate 2020
A tavola d’estate, al mare o in montagna, bastano una griglia o un barbecue e qualche amico ed è subito festa. Quella della grigliata in compagnia è divenuta ormai una vera e propria tendenza, capace di rendere momenti di condivisione informali davvero indimenticabili e di coniugare e soddisfare i gusti di tutti gli invitati. Per celebrare questo fenomeno ormai in ascesa in tutto il Bel Paese il 1° agosto 2020 è stata proclamata la Giornata Nazionale della Grigliata e l’invito è quello di condividere sui social i migliori scatti delle proprie creazioni postando foto e immagini con gli hashtag #grigliataday2020 e #grigliailtuopollo.
Quale occasione migliore per sperimentare il gusto e l’affidabilità delle carni bianche italiane se non durante quella che possiamo considerare il simbolo della convivialità da vivere all’aperto? Ecco dunque in vista del 1° agosto 2020 i 6 consigli per preparare la “grigliata perfetta”:
1 – TANTI MODI PER GRIGLIARE: SCEGLI IL TUO – Griglia o barbecue? Sono due tecniche di cottura spesso erroneamente considerate simili. Se la griglia è aperta ed è consigliata soprattutto per le carni di piccolo taglio, cotte direttamente sul fuoco, il barbecue sfrutta invece il coperchio per stabilizzare la temperatura all’interno, in modo da far formare sulle pareti uno strato di umidità che rende il cibo morbido all’interno e croccante all’esterno. In America, in particolare nella zona del Midwest, il barbecue è quello low e slow, lunga cottura a fuoco lento. Il carbone viene disposto ai lati, o comunque a una certa distanza dalla grata, e molti considerano questo metodo una tecnica specifica dell’affumicatura. C’è anche chi preferisce la cottura per contatto, più veloce e ad alte temperature, e utilizza delle piastre di vario tipo come la pietra o le griglie arroventate riscaldate elettricamente o dal carbone/legna.
2 - NON SALARE PRIMA DELLA COTTURA – Il sale infatti favorisce la fuoriuscita dell’acqua e dei succhi dalla carne e, mettendolo a inizio cottura, si rischia di farla diventare dura e stopposa.
3 - FUOCO VIVO PER PARTIRE, POI MODERATO – Se si usa la griglia, si può cuocere la carne di pollo sia a pezzi (sezionato), sia aperto a metà che cotto intero. La cottura deve essere fatta inizialmente a fuoco vivo, per sigillare la carne e impedire la fuoriuscita dei succhi e, poi proseguire a fuoco moderato.
4 – L’ARMA SEGRETA: LA MARINATURA – Uno dei piccoli segreti per una grigliata perfetta risiede in questo passaggio: tenerezza e sapore della grigliata dipendono infatti dalla marinatura. Ogni carne esige la sua marinatura e i sapori che si possono creare sono potenzialmente infiniti ma le regole base solo 4: qualsiasi sapore si decida di aggiungere alla marinatura va sempre ricordato che deve essere grassa, oleosa, speziata e leggermente acida.
5 - IL MOOD DELLA GIORNATA: GRIGLIA IN COMPAGNIA. Convivialità, amicizia, complicità. Queste le parole d’ordine imprescindibili per l’occasione. La grigliata è il modo più divertente per coinvolgere amici e affetti, assegnare compiti e ruoli e trasformare la cucina in un gioco di squadra.
6 – SCATTA E CONDIVIDI - Nell’era dello share grilling, cosa c’è di più divertente che realizzare una bella foto da condividere? Per trasmettere anche sui social tutta la bontà della carne alla griglia bastano poche mosse:
  • un tagliere
  • la carne appena tolta dalla brace e del sale grosso
  • dare risalto agli attrezzi “del mestiere”: forchettone, coltello, guantoni e la griglia stessa
condividere sui social utilizzando gli hashtag #grigliataday2020, #grigliailtuopollo e gli hashtag della campagna #Eupoultry #EnjoyItsFromEurope #Wilpollo.
Il pollo alla griglia può essere chic, trendy o country, e tu come lo prepari? La nostra Ambassor Sonia Peronaci ci propone la ricetta di un pollo marinato alla griglia con salsa chimichurri dal gusto piccante e speziato.
 
L’iniziativa è promossa dalla Campagna di Comunicazione Europea dedicata alle carni bianche prodotta all’interno dell’UE volta a informare i consumatori e rafforzare la fiducia nella qualità delle carni di pollo e tacchino allevate in Europa. In Italia la campagna “Le nostre carni bianche. Pollo e tacchino di alta qualità, dai nostri territori con le garanzie dell’Europa” mette in luce come l’unica filiera zootecnica del nostro Paese che è 100% Made in Italy applica i più alti standard europei, tra i più rigorosi al mondo, in quanto a benessere animale e sicurezza alimentare. Questo garantisce di avere nelle nostre tavole carni di pollo o tacchino di altissima qualità, sane e nutrienti. Le carni bianche continuano a essere le preferite dagli italiani, per le loro caratteristiche nutrizionali che ne fanno un alimento centrale per un'alimentazione equilibrata. Gli hashtag della campagna da seguire sono: #Eupoultry #EnjoyItsFromEurope #Wilpollo.

RICETTA POLLO MARINATO ALLA GRIGLIA CON SALSA CHIMICHURRI
by Sonia Peronaci

PREPARAZIONE: 35 MINUTI
COTTURA: 10 minuti

INGREDIENTI PER 4 PERSONE
  • Petto di pollo 800 g
  • Aglio 1 spicchio
  • Olio extravergine di oliva 40 g
  • Salsa di soia 40 g
  • Paprika 7 g
  • Cumino in polvere 1 g
  • Zenzero in polvere 2 g
  • Zucchero di canna 30 g
  • Sale q.b.

PER LA SALSA CHIMICHURRI
  • Olio extravergine di oliva 200 g
  • Origano secco 2 g
  • Prezzemolo sfogliato 100 g
  • Cipollotti 2
  • Aceto di mele 30 g
  • Succo di lime 30 g
  • Peperoncini 2

PROCEDIMENTO

PER IL POLLO
Per prima cosa prendi i petti di pollo e dividili eliminando la cartilagine centrale e il grasso in eccesso.

A parte in una ciotolina unisci allo zenzero, il cumino, lo zucchero di canna, la paprika e l’aglio tritato; cospargi con questi aromi tutto il pollo, massaggiandolo per bene, mettilo in un contenitore e successivamente aggiungi l’olio, la salsa di soia creando così la marinatura. Copri il pollo con della pellicola trasparente a contatto e chiudilo ermeticamente un contenitore con il tappo; lascia marinare il pollo in frigorifero per 3 ore.

PER LA SALSA CHIMICHURRI
Elimina i semini interni dai peperoncini e mettili assieme al prezzemolo sfogliato e all’origano secco in un robot da cucina munito di lame (un cutter). Unisci poi i cipollotti precedentemente puliti e tagliati in pezzi, aziona la macchina e unisci a filo l’olio mischiato con l’aceto di mele e il succo di lime fino a che non creerai una salsa abbastanza rustica. Non appena la consistenza sarà quella desiderata, aggiustala di sale e trasferiscila in frigorifero dentro ad un contenitore con il tappo.


CUOCI E COMPONI
Trascorso il tempo di marinatura, cuoci su di una piastra rovente i petti di pollo fino a cottura (circa 5 minuti per parte a seconda dello spessore). Una volta pronti, lasciali riposare qualche minuto, tagliali a fettine, adagiali su di un piatto da portata e servili con la salsa chimichurri a parte: buon appetito!