giovedì 31 ottobre 2019

PAV Parco Arte Vivente presenta SAMAKAALIK Democrazia della Terra e Femminismo NAVJOT ALTAF a cura di Marco Scotini


PAV 
via Giordano Bruno 31
10134, Torino

Sabato 2 novembre 2019 alle ore 19, in occasione di Artissima, il PAV Parco Arte Vivente inaugura Samakaalik: Earth Democracy and Women’s Liberation (Democrazia della Terra e Femminismo), la prima personale italiana di una delle artiste indiane più radicali, Navjot Altaf (Meerut, 1949). La mostra, a cura di Marco Scotini, rappresenta un nuovo capitolo nell’indagine del rapporto tra pratiche artistiche e pensiero ecologista nel continente asiatico. Con Navjot Altaf, il PAV sceglie di presentare l’intersecarsi simultaneo (samakaalik in hindi) delle lotte per la tutela ambientale al movimento femminista, una forma intersezionale di ecofemminismo che Bina Agarwal ha definito “feminist environmentalism”. I lavori di Altaf indagano lo sfruttamento minerario e dell'agricoltura intensiva, l'industria pesante, la consunzione delle foreste, riflettendo sulla sovranità culturale delle popolazioni indigene.

Samakaalik si pone il complesso obiettivo di ricostruire il percorso dell'artista sin dalla militanza con il collettivo Marxista PROYOM: la mostra si apre proprio con alcuni manifesti dell'epoca, nei quali troviamo i presupposti sviluppati nelle decadi successive. Accanto alle pratiche collaborative con artisti indigeni e membri della comunità di Bastar, la ricerca di Navjot si è focalizzata sulle aree minerarie del sud del distretto e della parte centro-settentrionale del paese. L'installazione video a doppio canale Soul Breath Wind indaga la lenta violenza delle attività di estrazione: una narrazione condotta grazie alla voce delle comunità locali in lotta. A fianco del video, le piccole sculture Patterns which Connect incarnano l'importanza della coesistenza tra specie sotto la minaccia ecologica, un aspetto già presente nel 1972, nel ciclo di disegni pedagogici Insects Logos. Nel ciclo How Perfect Perfection Can Be, la dimensione architettonica funziona come campo d'indagine degli aspetti più oscuri delle ideologie del progresso. Il video Trail of Impunity ci racconta l'insurrezione violenta delle comunità di Gujarat del 2002, attraverso innumerevoli conversazioni sulla nozione di dignità umana, sulla critica alla violenza e sulla possibilità di giustizia a fronte di un sistema politico corrotto.
                                                                                                 
Il rapporto tra oppressione della donna e sistema capitalista è stato ampiamente indagato da autrici come Silvia Federici, Mariarosa Dalla Costa, Maria Mies, tra le altre, che sottolineano il ruolo chiave dei processi produttivi e riproduttivi all’interno della valorizzazione capitalistica. 
Nella specificità del contesto post-coloniale indiano, le diverse forme del pensiero ecofemminista conoscono una particolare rilevanza: dalle note battaglie di Vandana Shiva, orientata ad una lettura essenzialista del rapporto tra donna e natura, a quelle dell'economista Bina Agarwal, che insiste, invece, sulla centralità dei rapporti sociali. Nella ricerca di Agarwal, le donne lavoratrici delle aree rurali dell'India incarnano un potente agente di resistenza alla “favola dello sviluppo” imposta dal capitalismo occidentale. In questa prospettiva s'inserisce anche il pensiero della filosofa della scienza Meera Nanda, che indaga la relazione tra oppressione femminile e sistema delle caste.

Attraverso i suoi lavori - sottolinea la più importante storica dell'arte, critica e curatrice indiana Geeta Kapur - Navjot conduce una costante decostruzione di quelle convenzioni identitarie (l'essere donna, l'essere lavoratore, l'essere contadino) fondate su un linguaggio culturalmente determinato, su un sistema fondato su divisioni sociali strutturalmente complici al patriarcato e al capitalismo. Le forme di identificazione in divenire, meticce e in definitiva simultanee sulle quali lavora Altaf, si costruiscono invece con la consapevolezza che ogni sistema identitario è intrinsecamente esclusivo, tutte le identità categoriche, tutte le istanze ideologiche sono interdipendenti e che la comprensione della posizione del soggetto è sempre contingente.

Il suo lavoro è stato esposto in importanti musei e istituzioni quali NGMA Mumbai (2019), KNMA Delhi (2014), MMCA Korea (2013), Frost Art Museum USA (2009), House of World Culture (2003), Tate Modern London (2001) e biennali internazionali tra cui la 14° Curitiba Biennial (2019), la Second Yinchuan Biennale (2018), la Biennale di Shanghai (2017), la Kochi Muziris Biennale (2014), la Biennale di Sydney (2006) e la Biennale di Havana (2003).

La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino.

All’interno delle iniziative previste per l’approfondimento della mostra Samakaalik: Earth Democracy and Women’s Liberation le Attività Educative e Formative del PAV propongono Giardino Segreto, attività che unisce il contatto diretto con la natura e la dimensione artistico-espressiva emergenti dalle opere di Navjot Altaf e dei numerosi autori presenti nel corso del tempo all’interno del programma espositivo del PAV, artisti provenienti da culture e ambienti dell’Eurasia, dell’Africa e delle Americhe. In particolare, attraverso un’esperienza di immersione nelle opere presenti nelle mostre temporanee, si possono osservare tutti gli aspetti legati alla trasformazione e alla ciclicità della natura rielaborata in chiave estetico-affettiva. In laboratorio, mediante forme floreali provenienti dall’iconografica botanica, viene creato un giardino collettivo, luogo immaginifico in cui seminare i propri desideri.

Per partecipare alle attività è necessaria la prenotazione: 011 3182235 - lab@parcoartevivente.it

IL FUTURO DELL'ENOTURISMO VA IN SCENA AL 53° CONGRESSO NAZIONALE AIS

Dal 22 al 24 novembre a Verona si parlerà di opportunità e obiettivi del turismo enogastronomico con i sommelier AIS. In città tre giorni di saloni del gusto e tour enologici aperti al pubblico
Il futuro dell’enoturismo al 53° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier: dal 22 al 24 novembre la delegazione regionale AIS Veneto ospiterà a Verona incontri, saloni e degustazioni dedicati alla sommellerie italiana. Durante il convegno di apertura Trasformare il terroir in destinazione turistica, in programma per sabato 23 novembre alle ore 10.00, il Teatro Filarmonico accoglierà alcuni dei maggiori professionisti della comunicazione del mondo del vino, per valutare l’attuale sistema organizzativo, obbiettivi e nuovi format di promozione dell’enoturismo.
“Crediamo che il Sommelier sia la figura professionale che meglio si adatta alle aziende in termini di enoturismo – spiega Antonello Maietta, Presidente AIS – infatti, oltre ad essere esperto di degustazione e di abbinamento cibo-vino, è in grado di porre l’accento sulla provenienza geografica del prodotto, valorizzandone il territorio. Vogliamo però che questo sia solo un punto di partenza: vista l’esponenziale crescita del mondo enoturistico, stiamo lavorando perché il Sommelier abbia una formazione a tutto tondo, con nozioni sulla psicologia del cliente, sui beni culturali del territorio e sulle principali lingue straniere.”
L’incontro darà spazio alle tematiche attuali più importanti per quanto riguarda il turismo enogastronomico: dalle opportunità presenti e future nel mondo dell’hospitality, alla comunicazione giornalistica del vino, fino all’importanza delle scienze cognitive e del neuromarketing nella percezione del cibo e del vino.
Ad affiancare Maietta durante il convegno ci saranno Roberto Bellini, Responsabile nazionale dell’Area Formazione dell’Associazione Italiana Sommelier; Stefan Marchioro, Docente di Economia applicata al Turismo all’Università di Padova; Pietro Tonutti, Direttore del Master Universitario “Vini italiani e mercati mondiali” alla Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa; Alessandro Sensidoni, Docente di Scienza e Tecnologia dei Prodotti Agroalimentari all’Università di Udine; Mauro Santinato, inserito nel mondo dell’hotellerie come Presidente di Teamwork e amministratore di HotelPerformance; Angelo Mellone, giornalista e scrittore, dirigente del pomeriggio di Rai Uno. A moderare il dibattito sarà invece il giornalista, regista e produttore altoatesino Markus Frings.
Durante il fine settimana del Congresso, Verona ospiterà saloni del gusto, laboratori, degustazioni guidate e tour enogastronomici dedicati alle eccellenze regionali che coinvolgeranno l’intera città e saranno aperti a professionisti e appassionati.
Il Congresso Nazionale è patrocinato da: Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, Regione Veneto, Provincia di Verona, Comune di Verona, Camera di Commercio di Verona, Verona Fiere. È sostenuto da Lauretana, Tenuta Santa Maria alla Pieve, Trento DOC, Rocca Sveva, Signorvino, Okinawa Operations.
Ingresso agli eventi previa registrazione online al sito congressonazionale.aisitalia.it, dove è disponibile anche il programma completo del Congresso.

COMPLESSITÀ E STILE: UN WORKSHOP ORGANIZZATO DA CANTINA TRAMIN HA ESPLORATO IL MONDO DEL GEWÜRZTRAMINER

Una masterclass con Stephan Reinhardt (Wine Advocate) e un laboratorio di abbinamento con Cantina Tramin e Domaine Albert Mann (Alsazia)
90 Sommelier provenienti da 13 paesi si sono dati appuntamento alla Cantina Tramin di Termeno (Bolzano) per un Workshop Internazionale sul Gewürztraminer. Ad esplorare le potenzialità del vitigno il critico enologico Stephan Reinhardt, referente di Robert Parker’s Wine Advocate in Alsazia, Valle della Loira, Germania, Austria e Svizzera, che ha condotto una masterclass di cui sono stati protagonisti Willi Stürz kellermeister di Cantina Tramin e Jacky Barthelmé titolare del Domaine Albert Mann di Wettolsheim (Alsazia).
La degustazione ha fatto emergere due interpretazioni parallele di un vitigno che in Alto Adige e Alsazia incontra climi e terreni differenti, oltre che stilistiche peculiari. Ad accomunare i due produttori la consapevolezza di essere di fronte ad una varietà estremamente complessa: difficile da gestire in fase di raccolta, data la precoce ricchezza di zuccheri rispetto ad una più tardiva maturazione fenolica. Un’uva coltivata a varie latitudini, ma in grado di esprimere l’eccellenza solo quando gli elementi del terroir trovano il giusto equilibrio. Il vino che se ne ottiene è solo apparentemente semplice, con una profondità che si rivela appieno nell’evoluzione, dove la propensione all’invecchiamento risulta sorprendente.
“Per molti versi il Gewürztraminer potrebbe essere definito il vino rosso tra i vini bianchi. Ci sono elementi della struttura e una certa tannicità di alcuni grandi Gewürztraminer che ricordano il Pinot Nero” ha dichiarato Stephan Reinhardt. Un parallelo peraltro suffragato da numerosi studi ampeleologici, secondo i quali esiste una parentela di primo grado tra il Pinot Nero e il Traminer.
Il Workshop è quindi proseguito con un laboratorio di wine&food pairing sotto la guida dei sommelier alto atesini Eros Teboni and Daniel Erlacher. Sei Gewürztraminer delle due aziende, diversi per freschezza, complessità e residuo zuccherino sono stati proposti con otto pietanze, dall’antipasto ai secondi piatti, invitando i presenti a trovare il giusto accostamento. Il Gewürztraminer ha così rivelato la propria versatilità, dimostrandosi adatto sia ad abbinamenti già in parte consolidati, come con un risotto alla zafferano e liquirizia, che con accostamenti più insoliti, come con una pancetta leggermente piccante.

Concluse le due tappe dell’evento tra seminari, masterclass e matching tra aziende e top importer VINITALY RUSSIA, L’ITALIA SI CONFERMA LEADER DI MERCATO NELL’EXPORT DI VINO A MOSCA

resenti il vicepresidente di Veronafiere Matteo Gelmetti e l’ambasciatore Pasquale Terracciano


 Verona, 31 ottobre 2019. L'Italia, con una quota di mercato di poco inferiore al 30% del totale, si conferma il primo Paese esportatore di vino in Russia, dove nei prossimi tre anni si attende un’ulteriore crescita del 5% della domanda. È quanto emerso nel corso della 16° edizione di Vinitaly Russia, andata in scena nei giorni scorsi con i due appuntamenti di Mosca, il 28 ottobre, e di San Pietroburgo, il 30 ottobre.

All’iniziativa ha partecipato il vicepresidente di Veronafiere Matteo Gelmetti. «Il nostro gruppo è presente da circa vent’anni in Russia, Paese che è stato storicamente tra le prime tappe del processo di internazionalizzazione di Vinitaly nel mondo», ha spiegato Gelmetti. «Vogliamo pensare di aver contribuito anche noi alla diffusione del vino italiano in questo Paese fino a diventare leader di mercato».

Nel 2018 su 900 milioni di euro di vino importato in Russia, infatti, il prodotto tricolore ha raggiunto i 265 milioni, pari al 29,5% del totale. «Negli ultimi 15 anni l’incremento della domanda in questo Paese ha avuto pochi eguali nel mondo e le prospettive future sono positive, se è vero che il peso dell’upper class nel 2022 salirà al 25% sul totale della popolazione», ha osservato Gelmetti. «Secondo le analisi dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, la crescita media annua della domanda russa nei prossimi tre anni sarà attorno al 5%, grazie anche all’incremento del segmento sparkling».

Ai due appuntamenti hanno partecipato cinquemila visitatori tra professionisti del settore e operatori del canale horeca. Tra Mosca e San Pietroburgo erano presenti 400 aziende italiane del settore, tra dirette e rappresentate, provenienti da tutte le principali regioni enologiche, e una quarantina di società top importer russe. Il programma prevedeva seminari, tasting, masterclass, momenti b2b e focus alla scoperta di importanti aree vinicole del Belpaese, come il Piemonte, la Toscana, la Sicilia, l’Abruzzo.

Alla prima tappa, inoltre, ha partecipato l’ambasciatore della Federazione Russa Pasquale Terracciano. «Il fatto che quella di quest'anno sia la sedicesima edizione di questa iniziativa costituisce un dato evidente del successo della manifestazione, che rappresenta il più importante evento di promozione del vino italiano in questo Paese, e un punto di riferimento ormai fondamentale per la collaborazione commerciale tra operatori italiani e russi del settore», ha detto Terracciano, così commentando i dati sull’import di vino dall’Italia. «Si tratta di risultati che confermano il forte apprezzamento del mercato russo verso i prodotti italiani, a dimostrazione del fatto che nonostante la concorrenza agguerrita di altri paesi, il settore vitivinicolo italiano continua a rappresentare uno dei punti di eccellenza del made in Italy».

"Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982-2019" a cura di Didi Bozzini Fino al 2 febbraio 2020 Teatro dell’architettura Mendrisio

> PRIMO OPEN DAY ALLA MOSTRA 
 con INGRESSO GRATUITO e VISITE GUIDATE:
 domenica 10 novembre 
 Apertura al pubblico dalle ore 12.00 alle ore 18.00       
       
Mostra promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura
con la collaborazione dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana


“L’arte è una prospettiva della vita. L’arte è fertilità. Per me l’arte oggi sta nella connessione tra lavoro artistico e scienza.”  - Koen Vanmechelen -
Fino a domenica 2 febbraio 2020, il Teatro dell'architettura dell’USI a Mendrisio presenta la mostra “Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982-2019” a cura di Didi Bozzini e promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura con la collaborazione dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana. L'esposizione è un’ampia rassegna con più di sessantacinque opere dell’artista Koen Vanmechelen: sculture, dipinti, neon, fotografie e installazioni allestite all’esterno e nei tre piani del Teatro dell’architettura Mendrisio, progettato dall’architetto Mario Botta.
Per approfondire i contenuti proposti in mostra, domenica 10 novembre è possibile partecipare al primo open day per visitare gratuitamente l'esposizione grazie a speciali percorsi guidati, previsti alle ore 14.00 e alle ore 16.00. L'iscrizione all'evento si può effettuare il giorno stesso direttamente alla reception del Teatro dell’architettura, dalle 12.00 in poi; ogni singola visita prevede un massimo di 25 persone. L'appuntamento si rinnova nelle giornate dell' 8 dicembre, del 12 gennaio e del 2 febbraio. 

LA MOSTRA
Con sperimentazioni e contaminazioni tra arte e scienza, l’immaginario dell’artista belga Koen Vanmechelen ruota attorno alla figura della gallina quale simbolo incarnato dell’evoluzione bioculturale. In un percorso lungo quasi quarant’anni, l’artista è passato dalle prime sculture in legno degli anni Ottanta, allo sviluppo di un vasto programma di ricerca mirato alla generazione di nuove razze avicole, fino alla recente creazione di un formidabile parco chiamato LABIOMISTA – al suo interno si trova lo studio di recente realizzazione progettato da Mario Botta - dove tra grande architettura e paesaggio coabitano installazioni, opere e volatili delle specie più diverse.

Nella mostra sono presenti i lavori, realizzati tra il 1982 ed il 2019, che raccontano l’articolato percorso artistico dell’artista Koen Vanmechelen: scultore, pittore, performer, videoartista, studioso, oltre che attivista dei diritti umani. “Koen Vanmechelen.The Worth of Life 1982–2019” è una mostra che parla di origine e di destinazione, di libertà e cattività, d’identità e diversità, di trasformazione e sopravvivenza, di distruzione e creazione, dove l’arte viene concepita come prassi di re-invenzione della natura, porta di accesso privilegiata ai suoi segreti e presupposto della sua salvaguardia.

mercoledì 30 ottobre 2019

TOCCARE LA BELLEZZA Maria Montessori Bruno Munari La Mole ANCONA 10 novembre 2019 - 8 marzo 2020


Dal 10 novembre 2019 all’8 marzo 2020 si tiene presso la settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona, la mostra TOCCARE LA  BELLEZZA Maria Montessori Bruno Munari.

L’esposizione è promossa e organizzata dal Museo Tattile Statale Omero e dal Comune di Ancona, in collaborazione con la Fondazione Chiaravalle Montessori e l'Associazione Bruno Munari.

È possibile percepire, riconoscere ed apprezzare la bellezza anche tramite il tatto?
E se si volesse promuovere questa consapevolezza estetica presso chiunque voglia sperimentare tale possibilità, quali strategie si potrebbero porre in essere?

Esploriamo tutta la ricchezza di questi interrogativi con l'aiuto di due tra i più illustri personaggi della cultura italiana moderna, riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo e per la prima volta insieme. Entrambi, pur muovendosi in ambiti assai diversi, si sono posti queste stesse domande, occupandosi degli argomenti in questione, che in questa mostra diventano oggetto di uno specifico approfondimento.

L’esposizione offre dunque l’opportunità per un’ampia e complessa riflessione incontrando il pensiero e i materiali di Maria Montessori e le idee e i lavori originali di Bruno Munari.

L’allestimento, a cura di Fabio Fornasari, ha come filo conduttore il tatto, al quale sono ispirati i nuclei tematici che scandiscono il percorso: le forme, i materiali, la pelle delle cose, manipolare e costruire, alfabeti e narrazioni tattili.

L'obiettivo dell'iniziativa è promuovere per tutti, nessuno escluso, una significativa esperienza della tattilità dal punto di vista artistico ed estetico.

Del poliedrico artista e designer Bruno Munari saranno esposte oltre 100 opere (tra cui un nucleo importante prestato da Roberto Arioli), e lavori editoriali, che testimoniano come tutto il suo lungo percorso creativo, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, sia stato sempre caratterizzato da una forte attenzione ai temi della multisensorialità - della tattilità in particolare - e dall'impiego a livello artistico di una grande quantità e varietà di materiali naturali e industriali anche a fini pedagogici.

Di Maria Montessori verranno presentati sia il modello educativo, sia i numerosi materiali, con particolare riferimento a quelli inerenti l’educazione sensoriale e della mano, quest’ultima considerata da lei stessa come “l’organo dell'intelligenza”.

La mostra è anche un’occasione per celebrare, nel 2020, la ricorrenza dei 150 anni dalla nascita di Maria Montessori.

Il percorso della mostra è arricchito da approfondimenti, ambienti e stanze interattive. Gli approfondimenti intendono far conoscere sia i principi culturali ed esperienziali ai quali i due protagonisti hanno fatto riferimento all'inizio e durante il loro percorso professionale, sia alcune applicazioni, sviluppi, riscontri e influenze, che il loro operato ha determinato e sta determinando attualmente. Tra gli ambienti allestiti in mostra, si troverà la ricostruzione di un’aula montessoriana, oltre ad ambienti interattivi, come “Il bosco tattile” ideato da Munari, dove il fruitore sarà protagonista di coinvolgenti e inusuali esperienze tattili e multisensoriali.

Durante il periodo della mostra, con la partecipazione di esperti, saranno organizzati laboratori didattici per le scuole e le famiglie secondo il metodo Bruno Munari e il modello montessoriano nonché workshop e giornate di formazione rivolti ai docenti, educatori ed operatori museali.

Sabato 25 gennaio 2020 è previsto un convegno internazionale legato al tema della mostra, con la partecipazione di esperti e illustri relatori.

L’APERITIVO DI HALLOWEEN ALL’OPEN COLONNA MILANO SI TINGE DI ARANCIONE




– Domani, giovedì 31 ottobre, al ristorante Open Colonna Milano, in Via Bassano Porrone 8, si festeggerà la festa dei morti viventi a suon di signature cocktail e proposte gastronomiche ad hoc.
A partire dalle ore 18:00 l’Open aperitivo vedrà protagonisti, tra i piatti e i drink signature del locale, delle proposte pensate appositamente per l’occasione.
Ai “Romanissimi”, primi piatti della tradizione romana, Alessio Sebastiani, Executive Chef del ristorante, affiancherà una pasta mista con guanciale, nocciole e semi di zucca; a completare il piatto, scalogno, patate e maggiorana.
Ancora una volta la scelta delle materie prime predilige la qualità: il sapore del guanciale di Sauris è ammorbidito dalla patata di Avezzano e dal gusto rotondo della zucca Hokkaido.
Ad accompagnare questa pasta speciale sarà il “Drink or Treat”, cocktail pensato dal Bar Manager Mattia Battistelli, a base di Rye Whiskey, con cordiale al riso nero e zucca affumicata e BBQ bitter.
Un abbinamento sicuramente insolito, che scalderà la notte delle streghe nel migliore dei modi.

Bennet sceglie di entrare in Gruppo VéGé L’accordo tra i due Gruppi italiani cambia l’assetto nella GDO in Italia

Si concretizza il sodalizio tra due primarie realtà italiane: Gruppo VéGé, primo Gruppo della Distribuzione Moderna, accoglie al proprio interno Bennet, da oltre 55 anni leader nel settore degli ipermercati e dei centri commerciali nel Nord Italia, modificando l’assetto della GDO che si apre così a nuovi scenari.

L’accordo porta in dote al network nazionale di Gruppo VéGé, dal 1° gennaio 2020, una consolidata rete commerciale di 63 ipermercati distribuiti in tutto il Nord Italia, che danno lavoro a circa 7.000 dipendenti e un fatturato di circa 1,6 miliardi di euro.

Accogliere Bennet tra le nostre imprese socie ci onora e corona degnamente un anno importante in cui festeggiamo il 60° anniversario del nostro Gruppo.” ha dichiarato Nicola Mastromartino Presidente di Gruppo VéGé. “Siamo orgogliosi di avere Bennet come partner strategico nel nostro percorso di crescita, intrapreso da tempo, che ci porterà ad ulteriori importanti risultati non solo come Gruppo, ma anche in termini di soddisfazione dei consumatori. È un dato di fatto che siamo il Gruppo distributivo che più di tutti è cresciuto in questi anni e continueremo a farlo concretamente anche in futuro.”

Siamo decisamente lieti di stringere questa alleanza con il Gruppo VéGé, perché crediamo fortemente nel progetto commerciale, portato avanti con successo, che garantisce libertà ed autonomia alle imprese aderenti.” ha dichiarato Adriano De Zordi, Consigliere Delegato e Legale Rappresentante di Bennet – e prosegue: “Condividendo gli stessi valori, la visione del mercato e gli obiettivi di crescita siamo certi che sarà possibile realizzare insieme un percorso di potenziamento ed espansione della rete vendita che ci permetterà di essere ancor più competitivi e protagonisti di primo piano nel mondo del retail del futuro.”

I numeri dei Gruppi
Per Gruppo VéGé l’ingresso di Bennet rappresenta un risultato di grande rilevanza strategica che consolida il presidio territoriale del Gruppo nell’area Nordovest.
A 60 anni dalla fondazione, Gruppo VéGé ha all’attivo 32 imprese, 3.416 punti di vendita, un giro d’affari di 7,5 miliardi di euro (stima 2019) e la leadership in Campania, Basilicata e Sicilia. Negli ultimi quattro anni, è stato il Gruppo che ha fatto segnare la performance di crescita di quota di mercato più elevata in Italia. [Fonte: Guida Nielsen Largo Consumo – Ed. Set 2019 vs Set 2015].

Bennet, azienda della Grande Distribuzione completamente italiana, nasce nei primi anni ‘60 da un progetto imprenditoriale della famiglia Ratti. Attraverso una politica commerciale al passo con i tempi e programmi di espansione mirati, Bennet è riuscita a conquistare e mantenere una leadership di mercato nelle regioni in cui opera attraverso due aree di business: gli ipermercati ed i proximity malls, presenti in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria.  Negli ultimi anni Bennet ha intrapreso una strategia di modernizzazione della propria rete di vendita e di sviluppo di nuovi format commerciali focalizzati sul fresco e su una nuova visione del non food che ha coinvolto quasi la totalità dei suoi punti vendita, rafforzando il proprio orientamento all’innovazione con forti investimenti dedicati all’omnicanalità e allo sviluppo dell’eCommerce, principalmente nella formula del click&collect. Nel 2018 Bennet ha fatturato circa 1,6 miliardi di euro, facendo segnare un incremento del 3% rispetto all’esercizio precedente.

IL PANETTONE E L’ARTE DEL VINO: UNA GUIDA AGLI ABBINAMENTI IN TAVOLA



È L’INIZIATIVA IDEATA DA ANTICA PASTICCERIA MUZZI IN COLLABORAZIONE CON LE SOMMELIER DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE LE DONNE DEL VINO
Con quali vini si abbina il panettone? Solo calici dolci o ci possono essere curiosi accostamenti con altri vini?  Ha provato a rispondere a queste domande l’Antica Pasticceria Muzzi con “Il Panettone e l’Arte del Vino”, un vademecum alla scoperta degli abbinamenti tra i vini regionali italiani e i lievitati da ricorrenza. La guida è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino che ha messo a disposizione la grande conoscenza delle sue sommelier. L’opuscolo sarà in omaggio in tutti i panettoni della Linea Vini del Catalogo 2019 e nel panettone classico appositamente studiato per celebrare la collaborazione.
L’iniziativa sancisce un’alleanza tra Antica Pasticceria Muzzi, leader nella pasticceria lievitata da ricorrenza nel segmento Premium, e l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino presieduta da Donatella Cinelli Colombini. L’Associazione nata nel 1988, riunisce più 870 professioniste del comparto enologico ed è oggi la più grande associazione di vino al femminile del mondo. Da sempre si distingue per i progetti di sviluppo sostenibile dei territori agricoli e la salvaguardia del patrimonio di vitigni autoctoni rari e storici, col valore aggiunto della sensibilità femminile verso la formazione e la diffusione della cultura del vino legato ai territori dove si produce.
“Il Panettone e l’Arte del Vino”, è una guida scritta in italiano e inglese che verrà omaggiata in una linea dedicata, sia in Italia che all’estero, assieme al panettone: nasce dal desiderio di Antica Pasticceria Muzzi di affermare l’analisi sensoriale e trasformare l’assaggio dei dolci da ricorrenza in un’esperienza anche culturale, di esplorazione del patrimonio enologico italiano.
La guida è stata curata dalle Donne del Vino Cinzia Mattioli, ristoratrice e sommelier, Camilla Guiggi, giornalista e sommelier e Antonietta Mazzeo giornalista e sommelier, che definiscono il modo corretto per servire i dolci da ricorrenza in abbinamento ai vini, al fine di esaltarne gli aromi. Non solo bollicine ma un ampio sguardo sui vini da dessert di ogni regione d’Italia, spumantizzati, ma anche fermi e passiti ottenuti in prevalenza dalla grande varietà di vitigni autoctoni presenti su tutto il territorio nazionale. In tutto 72 abbinamenti che vanno dal Fiori d’Arancio Colli Euganei Spumante, ottimo con il pandoro classico, al Gewurztraminer Passito Doc perfetto con il Panettone albicocche e cioccolato, dal Moscato d’Asti abbinato al Panettone curcuma e zenzero all’Erbaluce di Caluso Passito per il Panettone glassato alle nocciole IGP fino ai Campi Flegrei Falanghina Passito Doc ma anche l’Aglianico Passito e il Lambrusco di Modena Spumante Rosato Extra Dry solo per citarne alcuni.


«Ogni confezione del “Panettone e l’arte del vino” è dunque un duplice regalo – spiega Andrea Muzzi, CEO di Antica Pasticceria Muzzi - che aggiunge alla degustazione di un prodotto di qualità, la chiave per dischiudere un universo di emozioni e sensazioni che si trova soltanto attraverso la conoscenza e la ricca tradizione enogastronomica dei territori italiani».
Antica Pasticceria Muzzi, erede diretta della famiglia Muzzi, pasticceri umbri di Foligno dal 1795, recupera una ricetta semplice e antica, per un panettone artigianale “a metodo classico”, unico e premiato anche da iTQi con il massimo riconoscimento delle Tre stelle Superior Taste. Equilibrato nei
profumi del burro e della madre di lievito, risulta delicatamente aromatico grazie alle scorze d’arancia di Sicilia candite. Un dolce che emana passione ed emozione, che trovano il loro corrispondente perfetto nell’altissima qualità delle varie tipologie di vini dolci delle regioni italiane: un connubio brillante, parte di quella bellezza e fantasia creativa che è parte del “made in Italy”.
Artista del gusto e delle combinazioni tra ingredienti, Antica Pasticceria Muzzi, ha maturato una profonda expertise nell’utilizzo di vini e spirits, definendo accostamenti sorprendenti ed inaspettati tra vini e lievitati da ricorrenza, dedicandovi una linea di prodotti con specialità di panettone “Imbibito®”, premiate a livello internazionale e uniche nel panorama nazionale.
Mossa dalla passione per l’eccellenza, dopo lunghi anni di ricerca l’azienda ha inoltre messo a punto un’inedita tecnica per mantenere inalterati i profumi del dolce anche dopo la cottura: un ulteriore step di un percorso di sperimentazione volto a definire un viaggio nei profumi, nei sapori e nelle fragranze della più autentica tradizione artigianale.


A Skipass Modena ANEF promuove un patto per le Olimpiadi

Milano - Cortina 2026 saranno Giochi diffusi e sovraregionali. Gli esercenti funiviari tracciano la roadmap degli interventi necessari al territorio: strade, infrastrutture, banda larga e logistica. La Presidente di ANEF Valeria Ghezzi: “Ecco la legacy a cinque cerchi che fa vincere la montagna”


Modena, 30 ottobre 2019_Le Olimpiadi come occasione diffusa per prendersi cura della montagna italiana. Al Salone del Turismo e degli Sport invernali di Modena, grande happening autunnale dove, come di consueto, comincia l’inverno non solo dei grandi eventi, ma dell’intera filiera turistica della Montagna, ANEF - Associazione Nazionale Esercenti Funiviari fa il punto della situazione. E chiama a raccolta alcuni degli attori che saranno protagonisti dei prossimi sette anni di grande sport made in Italy, dalla Coppa del Mondo, che si è appena aperta in Austria sul ghiacciaio di Sölden, e che toccherà, con ben sette tappe, il Belpaese, fino ai Mondiali di Cortina 2021, passando per il sogno olimpico, divenuto realtà e responsabilità condivisa con Milano – Cortina 2026.

UN’OLIMPIADE, “TANTE” OLIMPIADI
Giovedì 31 ottobre alle 15 (area main events, padiglione A) la tavola rotonda “Olimpiadi diffuse 2026 - La capacità di fare sistema partendo dagli Impianti a Fune” mette in campo un progetto di comunicazione della montagna italiana improntato sul know-how di chi vive, opera e lavora in montagna e per la montagna. Obiettivo? Delineare la giusta legacy che i grandi eventi sportivi devono portare e lasciare sul territorio.
Nelle ultime edizioni, i Giochi Olimpici, anche in ottemperanza all’agenda del Cio – Comitato olimpico internazionale su sostenibilità e ambiente, hanno puntato su un modello diffuso di eventi. Torino 2006 fu un’Olimpiade “regionale” con il cluster degli sport del ghiaccio in città e quello della neve suddiviso fra le varie valli. Poi ci sono state le edizioni che univano impianti “dal mare ai monti”, come Vancouver 2010 e Sochi 2014, passando per Pyeonchgang 2018 e i suoi impianti “riconvertibili” a dare fiato all’economia nazionale.

I TERRITORI FANNO SQUADRA
L’Italia, a 20 anni da Torino 2006, è pronta per un altro grande passo, una vera prima nella storia dei Giochi: Milano - Cortina 2026 unirà le Alpi italiane, con una grande metropoli come Milano, ma anche con città storiche come Verona, Trento e Bolzano”, spiega Valeria Ghezzi, Presidente di ANEF. Quella che sembra ed è una distanza geografica è, piuttosto, il motore che unisce, esalta e collega le realtà sportive ed imprenditoriali già presenti sul territorio. Con l’obiettivo di fare squadra.
Lo conferma, fra i principali attori della tavola rotonda, anche Flavio Rodapresidente della FISI – Federazione Italiana Sport Invernali“L’Olimpiade italiana è una grande opportunità per gli sport invernali e per tutto il comparto montano. Tanto nel percorso di avvicinamento, costellato di appuntamenti sportivi internazionali sulle montagne italiane, quanto durante l’evento, il nostro Paese, con le sue bellezze e le sue particolarità, sarà sotto gli occhi del mondo intero: e questa è un’occasione irripetibile. Sono certo che sarà un’Olimpiade organizzata perfettamente perché possiamo contare su organizzatori e località che vantano una lunga tradizione ed esperienza. Naturalmente, sarà necessario che le istituzioni – Governo, Regioni, Province, Comuni – facciano sistema insieme agli operatori della montagna per realizzare un’Olimpiade indimenticabile”.

LEGACY A CINQUE CERCHI
“Gli investimenti che questi grandi eventi porteranno devono essere duraturi per il territorio: la priorità di noi impiantisti è da sempre quello di far crescere la montagna creando lavoro e favorendo l’economia locale - prosegue Valeria Ghezzi - per questo vogliamo impegnarci affinché l’eredità olimpica più preziosa sia quella di generare una consapevolezza diffusa della necessità di tutelare le nostre montagne e di sviluppare politiche e buone pratiche orientate alla valorizzazione delle potenzialità inespresse, in un’ottica di crescita economica e, soprattutto, sociale. Diamo slancio a quegli interventi che la montagna italiana attende da tempo”.

Aeroporti efficienti ed interconnessi con infrastrutture viarie moderne, adeguamento dei trasporti e degli interscambi ferro – gomma, reti per il trasferimento dei dati, banda larga: sono queste le priorità che ANEF ha individuato come strategiche per un vero lascito olimpico che porti benessere e welfare fra i monti“Noi impiantisti amiamo la montagna e abbiamo deciso di viverla, lavorando e facendola crescere con i nostri investimenti e con i costanti interventi volti alla tutela e alla conservazione del patrimonio naturale, ma se poi i collegamenti sono difficoltosi o manca l’adeguato supporto da parte del decisore pubblico, rischiamo di vanificare ogni sforzo e di perdere perde la capacità attrattiva nei confronti dei turisti e degli appassionati”, conclude Valeria Ghezzi.

Le Olimpiadi rappresentano una grande opportunità per la Valtellina- aggiunge Marco Rocca, Componente del Consiglio Nazionale ANEF e Amministratore Delegato della Mottolino Spa - che auspichiamo sia collegata viabilisticamente con soluzioni dirette ed efficaci con Milano. La pista Stelvio di Bormio è considerata tra le più spettacolari al mondo mentre Livigno, con il suo target giovane, si è aggiudicata le gare di Freestyle e Snowboard. La Valtellina desidera presentarsi al mondo con tutte le sue sfaccettature, in sinergia con la Regione Lombardia con cui vogliamo lavorare per ottenere un polo turistico delle montagne lombarde”.

Pietro De Godenz, Componente Consiglio Provinciale P.A.T., aggiunge “È sempre più fondamentale, certamente in chiave olimpica, ma non solo, realizzare infrastrutture moderne, funzionali e attente all’ambiente; questo vale sia per il sistema stradale e ferroviario che per gli impianti e le strutture dedicate allo sci e al turismo in montagna. Gli impianti e il loro indotto rappresentano, non mi stancherò mai di affermarlo, il vero volano del comparto turistico italiano che va costantemente aggiornato, finanziato e migliorato.”

Marco Zardini, Presidente del Consorzio Esercenti Impianti a Fune di Cortina, Auronzo, Misurina e San Vito conclude: “La conca ampezzana sta vivendo un momento di grandi novità, una nuova primavera. Le Olimpiadi Milano - Cortina rappresentano una vera e propria boccata di ossigeno per tutto l’arco alpino. Un’altra bellissima sfida ed un’occasione storica per “unire” in maniera concreta la montagna”.

MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta GIUSEPPE UNCINI / TERMOLI 2019 catalogo della mostra (Manfredi Edizioni, 2019) a cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio primo appuntamento autunnale del ciclo MACTE INCONTRI

giovedì 7 novembre 2019 dalle ore 18 alle 21


Intervengono:
Arianna Rosica e Gianluca Riccio
curatori della mostra e della pubblicazione
Alberto Mugnaini
storico dell’arte
Santa Nastro
capo redattrice Artribune

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
prenotazione consigliata a biglietteria@fondazionemacte.com


La mostra GIUSEPPE UNCINI / TERMOLI 2019 sarà visitabile fino al 12 gennaio 2020

MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli
via Giappone – Termoli (CB)
www.fondazionemacte.com
Il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta il primo appuntamento autunnale del ciclo MACTE Incontri: la presentazione del catalogo della mostra Giuseppe Uncini/Termoli 2019 a cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio. Giovedì 7 novembre 2019 alle ore 18, i due curatori dialogheranno con lo storico dell'arte Alberto Mugnaini e la giornalista Santa Nastro (Artribune). La presentazione è gratuita, con ingresso libero fino a esaurimento posti. Con l'occasione sarà possibile visitare gratuitamente sia la mostra di Giuseppe Uncini che il museo, con orario prolungato fino alle ore 21.

Il catalogo, edito da Manfredi Edizioni in collaborazione con il MACTE e corredato da fotografie di Gino di Paolo, presenta testi critici di Gianluca Riccio e di Arianna Rosica che ripercorrono la carriera artistica di Uncini, concentrandosi in particolar modo sulla produzione dei cementiarmati e sulla sua partecipazione al Premio Termoli.

Alle parole di Arianna Rosica è affidata la memoria della partecipazione di Uncini al Premio Termoli, invitato nel 1962 dal pittore Achille Pace, con cui aveva dato vita al Gruppo Uno. Nato nel 1955 e istituzionalizzato nel 1960, il Premio Termoli ospita alcuni tra i nomi più importanti dell'arte contemporanea italiana dal dopoguerra ad oggi, una collezione di circa 470 opere ora in parte esposte al MACTE di Termoli.

In questo contesto il progetto espositivo Giuseppe Uncini / Termoli 2019 e il relativo catalogo aiutano oggi a ripercorrere l'importanza della figura dell'artista italiano per il superamento dell'informale attraverso l'uso di un materiale estraneo all'arte come il cemento e la sua capacità autosignificante, come spiega nel catalogo, Gianluca Riccio.

Paolo Porfidio, head sommellier di Terrazza Gallia, nella top list dei miglior 30 sommelier under 30 secondo Gambero Rosso-Illy




Paolo Porfidio, 29 anni, head sommelier di Terrazza Gallia, il rooftop restaurant dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano, si aggiudica il premio Gambero Rosso–Illy i “Migliori 30 Under 30”.
Nel gruppo da febbraio 2019, Paolo Porfirio si è guadagnato l’importante riconoscimento, a meno di un anno dal suo arrivo nel team.

Una grande soddisfazione per l’Excelsior Hotel Gallia di Milano, per questo meritato traguardo raggiunto in così poco tempo dal suo giovane e promettente sommelier.
Maturità scientifica, diploma all’AIS (Associazione Italiana Sommelier) e una laurea in enologia all’università di Milano, dopo un percorso di formazione improntato alla gestione della cantina e del servizio, Paolo ha deciso di dedicarsi completamente alla sommellerie, lavorando in primarie realtà della ristorazione prima a Londra e poi a Milano, fino al suo arrivo a Terrazza Gallia.

Paolo possiede una visione del food pairing versatile e giovane, di solido gusto Italiano, ma con guizzi di internazionalità sorprendenti e accattivanti: è lui che accompagna gli ospiti provenienti da tutto il mondo alla scoperta delle eccellenze italiane e internazionali della cantina. Il suo è un percorso gustativo teso a esaltare le creazioni dei piatti dei fratelli Antonio e Vincenzo Lebano, gli Executive Chef di Terrazza Gallia, che propongono anch’essi una cucina dove la loro anima partenopea si sposa con le suggestioni della tradizione lombarda, in un mix di leggerezza e scanzonata solidità.
La carta dei vini che propone è ampia: copre tutte le regioni italiane, la Francia e le principali zone del mondo, con un occhio di riguardo allo Champagne e alle bollicine, e ai piccoli produttori.
Molto attento alle vecchie annate, Porfidio consente agli ospiti di degustare grandi vini anche al bicchiere, un modo per aprire al pubblico le etichette gloriose e far provare delle esperienze gustative memorabili.


martedì 29 ottobre 2019

SCATTI. FAUSTO COPPI E I SUOI FOTOGRAFI E UN DIALOGO CON LE OPERE DI MIGUEL SORO




Presentata in Camera di Commercio ad Alessandria la mostra di Palazzo Monferrato per i 100 anni dalla nascita di Fausto Coppi.

L’inaugurazione è fissata il 24 ottobre 2019 alle ore 18 AL VERNISSAGE INTERVERRÀ VITTORIA POGGIO, ASSESSORE REGIONALE ALLA CULTURA E AL TURISMO

Quando Fausto Coppi scatta, scatta anche un suo fotografo. Di più: i suoi fotografi. Sono tanti. E tutti fanno un mestiere difficile che fa venire voglia di raccontare. Da quel mestiere ecco le immagini che restano nella memoria. Sulle pagine dei giornali, dei libri, alcune finiscono anche nei quadri di un pittore. In mostra. Per sempre. C’è tutto un universo ed una storia da raccontare in immagini attorno alla grandezza umana e sportiva del Campionissimo di cui abbiamo celebrato il Centenario della nascita (15 settembre 1919) e a sessanta anni dalla sua tragica morte (2 gennaio 1960). AcdB, 24 ottobre 2019 - È la storia di Fausto Coppi da Castellania (Al), la storia di un Campione e quella dei suoi Fotografi. Come Vito Liverani. Come Walter Breveglieri. Come molti altri. Tutti Campioni e Gregari anch’essi, che hanno pedalato con una macchina fotografica e attraverso i loro scatti, ancora oggi, rendono eterno un mito del nostro mondo. La mostra gode del contributo prezioso e competente di Giovanna Calvenzi, photo editor firma di importanti testate (fra le quali il settimanale de La Gazzetta dello Sport - Sport Week), figura strettamente legata al mondo dei fotoreporter e stratega della valorizzazione dello scatto giusto, professionista della comunicazione che conosce il valore della storia della fotografia e del mestiere e anziché subirne solo il fascino ha saputo sempre interpretare il suo ruolo di selezionatrice delle migliori immagini senza snaturarsi nel corso dell’evoluzione digitale e tecnologica. Fausto Coppi per immagini è una mostra gigantofotografica che si inserisce naturalmente nel percorso museale di Alessandria Città delle Biciclette, museo che ha trovato la sua ideale sede a Palazzo Monferrato (di proprietà della CCIAA), in via San Lorenzo 21, nel cuore di Alessandria, originato dalla ricerca storica (e dalla prima mostra del 2016) sulla prima bicicletta giunta in Italia nel 1867 per lo spirito imprenditoriale di Carlo Michel, storico presidente della Camera di Commercio di Alessandria. Il museo ACdB, inaugurato il 30 novembre 2017, che ha visto un successo di pubblico e di eventi anche itineranti (si calcolano oltre undicimila visitatori fra mostra e museo al 30 settembre 2019) nell’anno del Centenario del Campionissimo si è innovato e ha potuto aggiornare le sue collezioni di cimeli e ricordi: da qui parte e prende spunto un progetto museale particolarmente attento al ruolo della fotografia e dell’immagine e giocato in termini di utilizzo delle più moderne tecnologie audio-visuali.
Come racconterà la rassegna che si inaugura giovedì 24 ottobre alle ore 18 e che durerà fino al 2 febbraio 2020 comprendendo anche l’anniversario della tragica scomparsa del Campionissimo, il 2 gennaio 1960, dunque 60 anni fa, per dare un contenuto e un valore in più al continuo pellegrinaggio nell’Alessandrino che di anno in anno si celebra sulle strade di Fausto fin su a Castellania Coppi, museo a cielo aperto e chiuso (con Casa Coppi) fortemente legato ad ACdB insieme con il Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Quella di Palazzo Monferrato è una mostra organizzata con l’imprescindibile contributo del gemellato Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio che festeggia in questo stesso periodo i 70 anni del Santuario. Una mostra che pesca dall’immenso archivio fotografico di Coppi in cui le foto – alcune ormai divenute patrimonio della storia dello Sport e del nostro Paese, altre meno note e più orientate ad esplorare l’intimità e la solitudine del grande uomo di Castellania, della sua famiglia e dei suoi gregari – dialogano con la pittura di Miguel Soro, artista spagnolo che si esprime attraverso scatti di colore, di pennelli, di parole, di copertine e di ritagli di articoli di giornale. La mostra e le sue immagini, con questi scatti dei fotografi che hanno vissuto da vicino i momenti di gloria e gli insuccessi, i trionfi e le cadute, diventa un mezzo potente per rivivere le emozioni di Fausto Coppi e proiettarle ancora di più nel futuro di quei giovani che non hanno vissuto quell’epoca ma possono capitalizzare questo immenso patrimonio di mestiere e di arte che è storia della fotografia sportiva e della comunicazione, come spiega bene il fotografo e antropologo Massimiliano Verdino, prezioso contributor insieme con Giancarlo Colombo – trent’anni al fianco di Vito Liverani – testimoni di una professione attuale che può difendere un ruolo artistico e di valore. Il pubblico dei visitatori sarà aiutato in questo viaggio negli Scatti di Fausto Coppi e i suoi fotografi da nuove installazioni multimediali ricche di immagini e dalla ricostruzione di una camera oscura per valorizzare il modo di lavorare di Liverani, Breveglieri, Bertazzini e di altri grandi fotoreporter. Dichiarazione del presidente della Camera di Commercio, Gian Paolo Coscia “Questa mostra rappresenta il contributo di “Alessandria città delle Biciclette” alle iniziative per celebrare degnamente il centenario della nascita del Campionissimo. Con questo appuntamento entreremo anche nel 2020, arrivando quindi a ricordare il sessantesimo anniversario della morte di Fausto Coppi.
Siamo particolarmente orgogliosi del fatto che la Regione Piemonte abbia voluto inserire questo evento nel contesto prestigioso delle iniziative del Centenario e ringraziamo l’assessore regionale Vittoria Poggio per l’attenzione con cui ha seguito questo nostro progetto”. Dichiarazione del direttore del Museo ACdB, Roberto Livraghi “Il rapporto con i fotografi è un tema che ha costantemente accompagnato la vicenda umana e sportiva del Campionissimo. ACdB ha scelto di esplorarlo con l’aiuto di tanti esperti, di archivi fotografici preziosi, di strumentazioni multimediali che rimarranno nel tempo e che renderanno il museo più vivo e moderno. Gli scatti di Coppi e dei suoi fotografi dialogano qui con le opere di un pittore spagnolo, Miguel Soro, ben conosciuto e apprezzato nel mondo delle ciclostoriche, che ha voluto per la prima volta dedicare una sorta di mostra monografica tutta dedicata al Grande Airone”. Dichiarazione dell’Assessore regionale alla Cultura e al Turismo, Vittoria Poggio “Sono particolarmente lieta di questa iniziativa che lega la mia Alessandria al programma di eventi e celebrazioni che la Regione Piemonte ha messo a punto e coordinato per celebrare con serietà, sobrietà e anche con la dovuta solennità il centenario della nascita di Fausto Coppi. Dopo un anno di eventi che hanno visto tutto il Piemonte impegnato in questo ricordo, in particolare dopo le iniziative di Novi Ligure, Castellania Coppi e Tortona, mi sembra molto bello che anche Alessandria, “città delle biciclette” voglia ricordarsi di uno più grandi campioni che la provincia ha saputo dare alla storia dello sport”.
DA QUI ALL’ETERNITA’ CON I QUADRI DI MIGUEL SORO Sono 25 le opere in mostra del pittore spagnolo Miguel Soro ma su Coppi ne ha realizzate oltre 40. Conosciuto nel mondo delle ciclostoriche per le sue ripetute esposizioni particolarmente apprezzate dall’Eroica in Gaiole in giù e in su per il mondo (ha esposto anche al Tour de France 2019, al Giro d’Italia, in California, in Canada, alla Parigi-Roubaix di Compiègne), Soro ha dedicato a questo progetto anima e corpo. È la sua prima mostra monografica dedicata a Fausto Coppi. Un progetto che lo ha visto così coinvolto da lavorare intensamente proprio per arrivare con il 50 per cento delle opere in esposizione mai viste prima. Fatte ad hoc per il Centenario. Prima corridore poi pittore… Miguel Soro, classe 1976, nato a En Xativa – Valencia, è stato un corridore professionista - le volate la sua specialità – e lo è stato per tre stagioni (2001-2003), vestendo i colori della squadra portoghese Jodofer y Matesica (2 vittorie). Da dilettante ha vinto diverse corse anche importanti, ha corso anche per il team Miche in Italia. Prima ancora, promettente giovane, è stato selezionato fra juniores in Nazionale e ha vinto un titolo mondiale a squadre con Miguel Morras (unico successo mondiale per la Spagna). Miguel Garcia Soro, nell’ambiente delle corse è conosciuto come il Toro Garcia. Un artista con la sensibilità della storia. Miguel Soro, artista, usa prevalentemente una tecnica mista di pittura e collage ed ha un cv molto ricco poiché in 10 anni di attività ha vinto decine di concorsi artistici, l’ultimo a Requena, in Spagna, terra di vini. Per il suo stile e la sua passione ciclostorica è molto amato in Italia e all’estero dove si ritiene sia protagonista assoluto di un nuovo genere artistico – vintage ed emozionale. Le sue opere si ispirano a foto e ritagli foto di campioni leggendari del ciclismo mondiale. Sa dare colore e poesia ai gesti agonistici o alle espressioni tipiche dei campioni delle due ruote che lui stesso evidentemente ama. Lo scrittore Paolo Alberati, che ha corso con Miguel e lo ha ritrovato poi un po’ a sorpresa (grazie ai social) scrive di lui sorpreso che sia un pittore così sapiente e capace di raccontare con tratti impressionisti i paesaggi del sud della Spagna, le facce rigate e rugose dei ciclisti di epoche in bianco e nero… Continua Alberati: Il sapore dei suoi quadri è diverso, come quando a raccontare ciclismo è Riccardo Magrini giornalista e non un giornalista qualsiasi, ma uno che il ciclismo (quello vero) l’ha prima vissuto in prima persona. Come quando a fare la collezione di biciclette d’epoca era Giannetto Cimurri, il massaggiatore di Coppi e Bartali che amava serbare prima i segreti dei suoi campioni e poi i loro cimeli, un modo per farli rivivere nel futuro, tramandare la loro vitalità ma non da osservatore, no da protagonista. Come quando, scusate se insisto, a scrivere di ciclismo è uno che questo sport e mestiere lo ha sudato in gara accanto ai campioni: quei racconti sanno un po’ più di fatica vera, di sfida, di cose che altri fuori dal gruppo non saprebbero e non potrebbero raccontare. Ecco, i quadri di Miguel raccontano questo ciclismo, quello vissuto da dentro e Miguel dentro quell’atmosfera sa catapultarti mentre ammiri l’intreccio dei colori, lo stile asciutto delle forme, il viso rugoso del suo ciclismo. Avevo un sogno, da ragazzo: vincere una corsa importante per portarla dentro di me da uomo maturo. Ho un sogno oggi: serbare uno di questi quadri nella mia casa e svegliarmi di tanto in tanto all’alba presto, aprire le finestre e catturare, con luce che lo illumina, il profumo del sudore del ciclismo dei campioni che queste opere emanano a cuore aperto. (Paolo Alberati). MIGUEL SORO ha già esposto in tutto il mondo.
Il suo sito https://www.miguelsoro.com

SCATTI. FAUSTO COPPI E I SUOI FOTOGRAFI E UN DIALOGO CON LE OPERE DI MIGUEL SORO 24 ottobre 2019 – 2 febbraio 2020 Museo AcdB – Palazzo del Monferrato – Alessandria, via San Lorenzo 21 Orari di apertura: venerdì: 16-19; sabato e domenica: 10-13 e 16-19 Orari di prenotazione per le scuole: martedì, giovedì e venerdì: 9-13 Biglietti: 5 euro intero – euro 3 ridotto (comprensivi di visita al museo).

Photo Credits Didier