Dal 7 giugno 2018 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo si rinnova. Entra infatti a pieno regime il lavoro avviato a inizio gennaio, con il suo insediamento, dal neo Direttore Lorenzo Giusti, che per la Galleria di Bergamo ha immaginato una programmazione densa e diversificata,
aperta alla sperimentazione dei linguaggi del contemporaneo e alla
multidisciplinarietà, e allo stesso tempo ancorata alle radici
dell’istituzione e al suo patrimonio, materiale e immateriale. Una
programmazione costruita partendo dal DNA della GAMeC stessa, dai suoi asset, e dai cardini che da sempre ne hanno caratterizzato il lavoro: valorizzazione
delle collezioni, vocazione alla ricerca, attenzione al dialogo tra le
discipline, sostegno ai talenti artistici e curatoriali emergenti,
internazionalità. Il tutto consolidando l’innata apertura della Galleria alla collaborazione, nel senso più ampio del termine, tra istituzioni pubbliche e private, e su scala cittadina, nazionale e internazionale.
“Per gli artisti e curatori della mia generazione la GAMeC è stata uno dei principali punti di riferimento per il contemporaneo in Italia – sottolinea il Direttore della Galleria Lorenzo Giusti – un’istituzione dalla forte vocazione sperimentale, audace per scelta e inclusiva per attitudine, innovativa nel suo essere libera, partecipativa e collaborativa.
Il suo ruolo e il suo peso sono stati determinanti nello sviluppo di un
sistema del contemporaneo nel nostro Paese, grazie anche alla capacità
di trasformare in punti di forza le sue dimensioni contenute e il fatto
di essere decentrata rispetto ai grandi poli nazionali. Ora che lo
scenario in cui ci muoviamo è mutato e si è arricchito di molti e
importanti nuovi attori, sono partito proprio da quelle parole chiave che ho sempre associato a questa Istituzione per delineare il percorso dei prossimi anni,
raccogliendo il testimone della direzione con forte senso di
responsabilità. La GAMeC ora si rinnova, come è fisiologico che sia, ma
la valorizzazione di un’eredità così viva sarà il fulcro per raggiungere
nuovi e ambiziosi obiettivi di crescita e centralità nazionale e
internazionale”.
Mostre innovative, progetti sperimentali attorno alla Collezione, attività didattiche, un calendario di incontri pubblici sono quindi alla base del programma che prende avvio il prossimo giugno e che vede la GAMeC protagonista di nuove e inedite collaborazioni.
LE NUOVE MOSTRE
TRA LE MURA DELLA GAMeC E IL CUORE DI CITTÀ ALTA
Tra
le maggiori novità in programma, la realizzazione, nei prossimi tre
anni, di una serie di eventi nel cuore della Città Alta: nel periodo
estivo la Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione diventerà, infatti, una sede esterna della Galleria, strettamente legata al calendario espositivo dell’istituzione.
Come sottolinea Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo: “L’intesa
culturale che il Comune sta costruendo con la GAMeC affinché anche
Palazzo della Ragione diventi luogo espositivo di arte contemporanea
rientra nel progetto di rilancio ideato dal neo Direttore Lorenzo Giusti
che, pur nel segno della continuità, intende dare un diverso indirizzo
alla politica culturale dell’istituzione. Non sarà un evento isolato, ma
un progetto pluriennale di rilievo internazionale che non solo porterà
le arti visive contemporanee nel cuore di Città Alta ma che saprà anche
costruire una connessione tra Piazza Vecchia e Piazza Carrara, polo
dell’arte a Bergamo”.
Il primo progetto pensato per la Sala delle Capriate è la mostra Il diletto del praticante, prima personale in Italia dello scultore americano Gary Kuehn (Plainfield, New Jersey, 1939), a cura di Lorenzo Giusti.
Una selezione di opere di grande formato
dialogheranno con l’affascinante architettura dello spazio, per
l’occasione svuotato di tutti gli arredi, enfatizzandone la peculiare
bellezza e trovando qui la dimensione ideale per la loro collocazione.
Le serie storiche prodotte dall’artista negli anni Sessanta offriranno
ai visitatori una visione d’insieme, esaustiva del primo fondamentale decennio creativo e introduttiva alla seconda parte della mostra, ospitata nelle sale della GAMeC.
Al primo piano della Galleria l’allestimento punterà sulla relazione dialettica tra sculture, pitture e disegni, sia storici sia recenti,
facendo emergere i nuclei tematici alla base della produzione
dell’artista, attraverso una suddivisione basata su tre fondamentali
“contrasti” indagati da Kuehn nel corso della propria ricerca:
adattamento/deformazione, connessione/separazione, libertà/limite.
Parallelamente lo Spazio Zero della Galleria ospiterà la mostra Enchanted Bodies / Fetish for Freedom, a cura di Bernardo Mosqueira, vincitore della nona edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte, riconoscimento che dal 2003 sostiene la ricerca di un curatore under 30.
Il
progetto riunirà opere di 16 artisti internazionali ispirate alla forza
del corpo migrante e del soggetto straniero che porta con sé una
cultura, affinché resista, riviva e si rapporti ad altre culture nello
spazio e nel tempo. Tutti gli artisti coinvolti – da Abbas Akhavan a Tania Bruguera, da Danh Vō ad Haegue Yang
– sono accomunati dall’esperienza della lontananza dal luogo di
nascita, in quanto migranti temporanei, nomadi oppure profughi,
deportati o esiliati.
L’apertura della mostra sarà preceduta dalla presentazione dei due progetti vincitori della sezione Scuole curatoriali
del Premio, che metteranno in relazione i lavori di artisti
contemporanei con alcune opere chiave della Collezione della Galleria. Siate Misteriosi di Luca Gennati, centrata sull’opera Le uova sul libro di Felice Casorati, e Linee di forza + varie sensazioni di Martina Sabbadini, che prende spunto dall’opera di Giacomo Balla Linee forze di paesaggio, saranno ospitati nello Spazio Caleidoscopio da marzo a maggio 2018.
Sempre in estate il secondo piano della GAMeC ospiterà il primo appuntamento de La Collezione Impermanente, una piattaforma di ricerca, espositiva e laboratoriale che andrà a costituire allo stesso tempo uno strumento di ricerca sul patrimonio custodito, uno spazio di riflessione sul collezionismo e sulle politiche istituzionali di acquisizione e un terreno di sperimentazione curatoriale
propedeutico all’apertura della nuova sede del museo, prevista per il
2022, e all’acquisizione di nuovi nuclei di opere per la città.
Il lancio della piattaforma, che impegnerà la Galleria nei prossimi anni, sarà affidato all'artista rumeno Dan Perjovschi, invitato dalla GAMeC a progettare una provocatoria campagna pubblicitaria per gli spazi cittadini e per i canali social della Galleria,
orientata alla riflessione sulla crisi del modello tradizionale di
museo legato alle collezioni e, al contempo, sulla problematica
trasformazione delle istituzioni culturali in spazi per eventi
spettacolarizzanti.
Il primo degli appuntamenti
in programma alla GAMeC, a cura di Valentina Gervasoni e Fabrizia
Previtali, racconterà il costituirsi e l’evolversi della Collezione,
presentando una selezione dei principali nuclei della raccolta in relazione al loro periodo di ingresso al museo.
Un progetto che vedrà convivere autori moderni, maestri del Novecento e
opere d’arte contemporanea, fotografie, incisioni e sculture,
assecondando in questo modo la complessa articolazione del patrimonio
della GAMeC, comprensivo anche del capitale librario conservato nella
biblioteca della Galleria, resa per la prima volta accessibile al
pubblico direttamente dalle sale del museo.
Continua inoltre la partecipazione della GAMeC ad Artists’ Film International,
il prestigioso network internazionale dedicato alla videoarte che, dal
2008, coinvolge alcune tra le più importanti istituzioni internazionali
d’arte contemporanea. Per questa decima edizione – il cui tema è la
“verità”, nelle sue connotazioni più ampie e diversificate – le
curatrici Valentina Gervasoni e Sara Fumagalli hanno selezionato
l’artista Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984) e l’opera I’m Talking to You (2016), che aprirà il calendario delle proiezioni.
IN AUTUNNO, UN INEDITO DIALOGO TRA MATERIA, ARTE E SCIENZA
In ottobre sarà presentato il primo capitolo di un ambizioso progetto pluriennale
– ideato da Lorenzo Giusti e sviluppato insieme a Sara Fumagalli, con
la consulenza scientifica di BergamoScienza – che si avvarrà della
collaborazione di storici dell’arte, curatori, filosofi e scienziati per
affrontare un discorso trasversale attorno al tema della materia, attivando contestualmente un dialogo con la storia delle scoperte scientifiche e tecnologiche e un confronto con lo sviluppo delle teorie estetiche.
Black Hole. Arte e matericità tra informe e invisibile, la prima delle tre importanti mostre in programma, contraddistinte dalla presenza di autori e opere di generazioni diverse, dalle avanguardie del Novecento ai linguaggi della più stretta contemporaneità, rivolgerà lo sguardo ai lavori di quegli artisti che hanno interpretato la materia come un elemento originario, come una sostanza primordiale costituente il tutto.
In particolare, l’esposizione racconterà questa dimensione attraverso tre diverse restituzioni:
quella di chi ha guardato all’elemento materiale, concreto, come a
un’entità originaria, precedente o alternativa alla forma; quella di chi
ha interpretato la natura umana come parte di un più ampio discorso
materiale coinvolgente il tutto; e quella di chi, nel processo di
penetrazione della materia, si è spinto nel profondo, ai confini della
materialità stessa, cogliendone la dimensione infinitesimale ed
energetica.
La mostra si avvarrà inoltre del contributo speciale della Fondazione Meru/Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, già promotrice, con l’Associazione BergamoScienza e la GAMeC, di Meru Art*Science Award,
il riconoscimento che tra il 2013 e il 2017 ha premiato i lavori di
alcuni artisti internazionali chiamati a presentare un progetto dedicato
al legame tra arte e scienza.
A
partire dal 2018, e per il prossimo triennio, sarà attivo un nuovo
programma di ricerca, coordinato da Anna Daneri con Alessandro
Bettonagli e Lorenzo Giusti. Meru Art*Science Research Program
– questo il nuovo format – finanzierà ogni anno la ricerca di un
artista individuato dal comitato scientifico, composto dai
rappresentanti delle tre istituzioni insieme a partner internazionali, e
la realizzazione di un intervento “site specific” per lo Spazio Zero
della GAMeC, nell’ambito del progetto di mostre pluriennali sul tema
della materia.
Alberto Burri, Combustione, 1964
LA NUOVA CORPORATE IDENTITY
L’avvio del nuovo corso della GAMeC sarà caratterizzato dalla creazione di una nuova corporate identity, con un logo e una veste grafica aggiornati
che andranno a caratterizzare la comunicazione della Galleria in tutte
le sue declinazioni, coinvolgendo anche gli spazi espositivi, il cortile
e la Piazza Carrara, recentemente riqualificata.
Ideato dallo Studio Temp
di Bergamo, il progetto si caratterizza per la presenza di una
“sovralineatura” che accompagna la tipografia mettendo in risalto una
storica peculiarità dell’acronimo GAMeC: la “e” minuscola. In
corrispondenza della lettera, infatti, la linea si interrompe, creando
un interessante motivo grafico che si ripete per tutte le “e” presenti
nei testi.
Nella nuova visione del museo, la “e” minuscola
rappresenta non soltanto l’elemento di congiunzione tra gli ambiti del
moderno e del contemporaneo frequentati dalla Galleria, ma un più generico “altro” o “oltre”, dai tratti indefiniti, verso cui l’istituzione intende rivolgere lo sguardo.
NON SOLO MOSTRE
PROGETTI FUORI SEDE, LABORATORI, CORSI ED EVENTI COLLATERALI
Accanto al denso programma espositivo, un ricco calendario di eventi collaterali caratterizzerà la nuova programmazione, con tanti appuntamenti all’interno della Galleria e in spazi esterni della città.
Proposte
inedite e attività consolidate coinvolgeranno pubblici diversi, con
attività mirate, destinate a fare della nuova Galleria un luogo
dinamico, di confronto, approfondimento e integrazione culturale, in
continua evoluzione.
Un ruolo centrale nella programmazione del 2018 è affidato al progetto Public Program,
una nuova piattaforma di incontri, presentazioni, dibattiti e
conferenze aperte al pubblico, nato dalla collaborazione tra GAMeC e
Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo. Il progetto
coinvolgerà numerosi protagonisti del panorama artistico nazionale e
internazionale, andando a definirsi come uno strategico punto di
convergenza tra le politiche formative dell’istituto bergamasco, diretto
da Alessandra Pioselli, e le attività della Galleria sul fronte dell’aggiornamento e della mediazione.
In particolare, per la prima parte del 2018, il programma sperimenterà il format dell’“artist talk”,
aprendosi al contributo di autori di generazioni e provenienze diverse
coinvolti nell’attività delle due istituzioni, tra cui Patrick
Tuttofuoco, Giuseppe Gabellone, Silvia Calderoni e Ilenia Caleo (Motus),
Michel Blazy, Michael Hoepfner, Riccardo Baruzzi e altri, in dialogo
con i docenti Claudio Musso, Ettore Favini, Liliana Moro, Fabiola Naldi e
Salvatore Falci.
Nella seconda parte dell’anno, in occasione della mostra Black Hole. Arte e matericità tra informe e invisibile e in concomitanza con l’apertura del nuovo anno accademico, il Public Program avrà invece carattere interdisciplinare e rifletterà, in maniera trasversale, sul tema della materia e sul rapporto tra arti visive e scienza.
Un calendario di eventi collaterali sarà inoltre avviato grazie a consolidate collaborazioni con istituzioni cittadine.
Tra questi, la partecipazione alla 36a edizione del festival Bergamo Film Meeting, con la presentazione di due film – un corto e un lungometraggio – parte del Fondo Cinematografico Nino Zucchelli della GAMeC: Mlha (Nebbia, 1966) di Radúz Činčera e Tichá radost (Gioia recondita,
1985) di Dušan Hanák, nomi di riferimento della cinematografia
cecoslovacca. Una salda collaborazione tra le due istituzioni che, dal
2005, ha portato alla presentazione di percorsi e retrospettive mirate a
rafforzare il legame tra cinema e arte.
Continua, inoltre, la partecipazione della GAMeC a Domina Domna,
il festival multidisciplinare che promuove progetti di teatro, arte,
danza e cinema ideati da donne, giunto alla settima edizione. Tra le
attività in calendario nei giorni precedenti l'apertura del festival, in
programma all'inizio di aprile, sabato 24 marzo lo Spazio Giovanile Lo Hobbit di Bergamo ospiterà un laboratorio realizzato in collaborazione con i Servizi Educativi della Galleria.
Nel mese di maggio, inoltre, la GAMeC prenderà parte al programma di ArtDate – l’evento dedicato all’Arte Contemporanea organizzato dall’associazione The Blank – con la terza edizione del Club GAMeC Prize,
il riconoscimento ideato dall'associazione degli amici della GAMeC che
premia il lavoro di un giovane artista, la cui opera entrerà a far parte
della Collezione della Galleria di Bergamo. Per l’edizione 2018, a cura
di Manuela Valentini, le opere dei quattro artisti in concorso saranno
ospitate negli spazi dell’Ex carcere di Sant’Agata, in Città Alta.
Numerose anche le attività promosse dai Servizi Educativi,
da più di vent’anni presenti sul territorio e impegnati quotidianamente
nell’ideazione di percorsi, progetti, occasioni di avvicinamento
all’arte contemporanea, attraverso un’offerta diversificata che possa
rispondere alle differenti tipologie di pubblico.
Tra gli eventi già avviati, la seconda annualità di Odissea nell’Arte,
il corso che fino a dicembre porterà gli iscritti alla scoperta di
artisti e movimenti della storia dell’arte dal Quattrocento al
Settecento, e che proseguirà il prossimo anno con il terzo e ultimo
ciclo.
Fino all’estate, una volta al mese, la GAMeC ospiterà i nuovi appuntamenti di Una Notte al Museo,
i laboratori per bambini dai 7 ai 12 anni che permetteranno ai piccoli
partecipanti di scoprire gli spazi della Galleria in un’atmosfera
speciale. Tornerà invece durante le vacanze estive, come di consueto, GAMeC Time,
il ciclo di attività che da dieci anni coinvolge piccoli e giovani
artisti con un ricco calendario di corsi, percorsi animati e laboratori a
tema gestiti da educatori museali e da preparati professionisti.
Una squadra che da quest’anno si è ulteriormente arricchita con l’ingresso di nuovi giovani collaboratori,
che stanno seguendo un percorso di affiancamento agli educatori
“storici” della Galleria per la progettazione delle future attività.
Nei prossimi mesi inizieranno infine i lavori preliminari per l’annunciato intervento musivo che Jan Fabre (Anversa, 1958) ha concepito per l’Oratorio dei Morti della Chiesa di San Lorenzo di Città Alta. Promosso dalla Curia Diocesana e dalla GAMeC, con la partecipazione della Fondazione Adriano Bernareggi, il progetto, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, permetterà alla città di Bergamo di dotarsi di un monumentale lavoro permanente dell’artista belga.
Un intervento con cui la Galleria “intende lasciare un segno permanente dell’arte del XXI secolo nello straordinario contesto storico di Città Alta”, afferma Alberto Barcella, Presidente della GAMeC, che precisa: “Con
la realizzazione dell’opera di Jan Fabre nell’Oratorio di San Lorenzo e
il ciclo triennale di mostre sul tema della materia ideato da Lorenzo
Giusti, nuove e impegnative sfide attenderanno la GAMeC. Entrambe queste
iniziative sono da considerarsi come “tappe di avvicinamento” alla
“meta” della nuova sede della Galleria, finalizzate a elevare sempre di
più i contenuti espressi dal nostro museo e renderli coerenti e adeguati
all’importanza della sua futura casa”.