domenica 28 febbraio 2021

Prorogata fino a sabato 27 marzo la mostra Paolo Parisi. The Weather was Mild on the Day of my Departure a cura di Lorenzo Bruni ____________ BUILDING via Monte di Pietà 23, Milano martedì - sabato, 10 - 19 www.building-gallery.com


Oren Eliav, Crossing at Night, 2020 | olio su tela, 170 x 340 cm Courtesy lartista e BUILDING, ph. Michele Alberto Sereni

BUILDING - Installation view - Paolo Parisi. The Weather was Mild on the Day of my Departure - 19.01.2021 - 27.03.2021

Ph. Leonardo Morfini, courtesy BUILDING

La pittura è superficie e stratificazione. La pratica della pittura, invece, si risolve

nella riflessione sul linguaggio della pittura stessa e sul come si vedono le cose”.

Paolo Parisi in conversazione con Lorenzo Bruni, dicembre 2020

 

 

BUILDING annuncia la proroga fino a sabato 27 marzo 2021 della mostra Paolo Parisi. The Weather was Mild on the Day of my Departure, a cura di Lorenzo Bruni, ideata appositamente per le sale espositive del piano terra e del primo piano.

La mostra è anche visitabile online attraverso una modalità di fruizione tridimensionale disponibile sul sito www.artland.com, piattaforma internazionale dedicata alle gallerie d'arte.

 

Il progetto The Weather was Mild on the Day of my Departure è costituito da quattro nuovi cicli di opere  che riflettono sulla pratica della pittura e che rappresentano gli ultimi tre anni dell'intensa ricerca dell'artista. Alle opere del 2018-2020 si aggiungono quattro sculture e un video del 2013 che condividono la stessa riflessione allargata sull'oggetto quadro e sulla relazione di quest'ultimo con il contenitore in cui si inserisce. Tutte le opere hanno in comune l'esplorazione del tema dell’eredità del Modernismo e della pittura monocroma, ma anche e soprattutto del viaggio – fisico e mentale – inteso come scoperta e condivisione del mondo con “l'altro diverso da sé”.

 

La mostra è stata concepita come una narrazione unica che si sviluppa all’interno di BUILDING chiamando in causa lo spettatore per mezzo di opere, cicli e tecniche differenti. L'obiettivo è un’analisi sull'importanza dell'esperienza diretta della visione che, come ci suggeriscono le opere, risulta essere completa soltanto nel momento in cui viene raggiunto un equilibrio tra concetti quali: osservare e percepire, fare esperienza e interpretare, immagine figurativa e astratta, maschile e femminile, saper ricordare ma anche dimenticare. Tentativo che coincide con l'idea di individuare una terza via che sfugga al dualismo occidentale del secolo passato.

 

I nuovi cicli di opere vanno dai quadri monocromi The Whole World in a Detail (Fabric) (2020) – superfici cangianti per effetto della particolare stesura del colore che rimandano alla preziosità illusoria delle stoffe tipiche della pittura rinascimentale – alle opere site specific dal titolo Alle ragazze d’Italia! (2021), immagini di paesaggi dell'archivio personale dell'artista stampate su stoffa trasparente ricamata con elementi geometrici modernisti ripresi da un manuale di cucito. Gli altri due cicli sono The Whole World in a Detail (2018-2019) – pitture basate sulla ripetizione della forma quadrata del pixel fotografico che però nega se stessa per effetto della stratificazione dei colori – e The Weather was Mild on the Day of my Departure (2018), da cui è preso il titolo di tutta la mostra, costituito da dittici che mettono in relazione un monocromo dipinto, con un'immagine fotografica del paesaggio dello stretto di Messina, tra la Sicilia e il resto d’Italia.

 

Quello che accomuna le opere di Paolo Parisi in mostra da BUILDING, oltre alla riflessione sugli strumenti della pittura, è la volontà di analizzare i codici con cui l'essere umano interpreta la misurazione, l'immaginazione e la percezione del suo attraversare i luoghi, ma anche come li ricorda e li progetta. Questa esigenza è all'origine sia del lavoro installativo su stoffa Alle ragazze d'Italia!, sia dei dittici The Weather was Mild on the Day of my Departure, come pure delle opere del 2013. Queste ultime sono le sculture della serie U.s.a.i.s.o. (2013) – volumi che rappresentano l'elemento “casa” o “studio” costituite da strati di fogli di cartone e calchi degli stessi, realizzati in gesso – e l'opera video dal titolo Untitled Postcards (Film) (2013) la cui narrazione cambia continuamente grazie ad un sistema computerizzato che determina in modo random la sequenza delle immagini stratificandole tra loro, processo messo in evidenza anche dalla musica elettronica studiata per l’occasione. Questi due cicli, pur non appartenendo all'ultima produzione dell'artista, sono stati inseriti nel percorso espositivo per evidenziare la coerenza di intenti che da tempo Parisi affronta trovando soluzioni sempre nuove con cui aprire campi di riflessioni distanti, ma anche vicini, tra loro.

 

“Il tema che ritorna costantemente nei lavori di Parisi, che scandiscono la percezione e la re-immaginazione dei due piani dello spazio architettonico di BUILDING – come scrive il curatore della mostra Lorenzo Bruni – è il colore e la sua reazione alla stratificazione del tempo della visione. Il colore, nel suo caso, diviene viscere e intelletto nello stesso instante. Infatti, il risultato a cui conduce lo spettatore è quello di interrogarsi sull'idea di esperienza diretta in un tempo dominato dalla globalizzazione digitale e dalla pandemia mondiale, che ha costretto le persone a vivere nel proprio spazio privato pur in totale iper-connessione con tutti e tutto. La necessità di ragionare sulla contraddizione contemporanea di “essere o raccontarsi” è risolta proponendo già una direzione di soluzione per mezzo del titolo della mostra che è preso in prestito dal testo di Joshua Slocum, il primo uomo che nel 1895 naviga il globo in solitaria. La frase in questione fa riferimento al momento della sua partenza dalle coste di Boston senza motore, senza radio, senza GPS, senza carte elettroniche… e persino senza sapere nuotare. Tutto indica una totale aderenza all'instante che non protende al passato, bensì alla scoperta del possibile futuro”.

SIPO, al via la raccolta dei Lischi di Romagna

 

Spett.le

CLIENTE

Oggetto:         lischi-erbette del negus Verdure di Romagna

 

SIPO è lieta di comunicare che sono nuovamente disponibili i lischi di produzione propria in vassoio da gr.300 e sfusi a mazzi. Gli agretti, detti anche "barba dei frati" o "lischi", sono ortaggi primaverili ricchi di sali minerali e proprietà depurative, sono utilizzati in cucina da marzo a fine maggio. Le sue foglie filiformi ricordano l'erba cipollina, ma si distinguono perché più sottili, più piatte, e piene al taglio. La barba dei frati o agretti, sono di un verde carico, quasi brillante, e hanno la base rossiccia e dura, quasi pungente. Il sapore è acre, acidulo. La loro coltivazione è molto semplice. Sono poco esigenti basta annaffiarli bene. Hanno bisogno di un terreno sabbioso. Si presentano a mazzetti, scegliere quelli dal verde intenso, dal filo turgido e senza macchie.

            Gli agretti sono ricchi di potassio, carotenivitamina C e B3 e soprattutto calcio. Proprio per la loro composizione nutrizionale sono molto diuretici, remineralizzanti e depurativi. Grazie al contenuto di sali minerali e clorofilla, gli agretti facilitano l’eliminazione delle scorie e depurano il sangue da colesterolo e trigliceridi. Sono rinfrescanti e leggermente tonici.

            Gli agretti, o barba dei frati, si usano in cucina cotti al vapore o lessati e conditi a piacere, anche solo con del semplice olio extra vergine e limone, ma sono ottimi anche con aglio, pomodoro e acciughe. I mazzetti di barba dei frati o agretti sono spesso ricchi di terra alla radice. Occorre tenerli a bagno con bicarbonato, risciacquando spesso l'acqua. Basta impugnare ogni "filo" di agretto nel punto in cui la barba rosa finisce e spezzare con un colpo secco. Scopri di più sulle proprietà dei lischi sul nostro
Blog: http://blog.sipo.it/

Sotto riportate, le foto del prodotto commercializzato in vassoio da 300g e sfuso a mazzi:

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                              lischi a mazzi.jpg


venerdì 26 febbraio 2021

I PERCORSI DI MOBILITA' DOLCE A IPPOBICIGRILL A MONTEBELLUNA

 

 

Tagliata di manzo con indivia al profumo di arancia e patate al forno, pranzo gustosissimo





Lungo la ciclovia che collega Montebelluna a Nervesa della Battaglia, si trova il ristorante

IppoBiciGrill,a pochi chilometri dal Montello,luogo ideale per gli amanti del trekking e base di 

partenza per escursioni a piedi,in bicicletta e per splendide passeggiate a cavallo.


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno scelto il sito per ospitare il quartier generale

dei Percorsi Internazionali della Mobilità Dolce, che dal 1° marzo al 30 giugno porteranno a

Montebelluna e nel Montello, rappresentanti di borghi italiani ed europei, per 'raccontare' le storie

di territori poco conosciuti.


Incontri di informazione ; interventi di giornalisti e uomini di cultura e di sport ; degustazioni

con le eccellenze locali e dei territori invitati ; una non stop di interviste,interventi multimediali,

per una rassegna stampa che prevede oltre 500 servizi informativi e almeno 30 trasmissioni

televisive.


A questo impegno è chiamato il giovane staff del ristorante, che da novembre del 2020 propone

una cucina di grande valore,ispirata alle tradizioni, ma capace di strizzare l'occhio ai buongustai,

grazie ad autentici piatti gourmet.

La presenza di Alessandro dona alla cucina quell'estro e quella creatività che sa soddisfare sia gli

sportivi che i consumatori più esigenti.

Per davvero IppoBiciGrill stà diventando una 'tana del gusto', attenta alla selezione di ingredienti e 

materie prima di assoluta eccellenza e al privilegio di vini che spaziano dal Veneto ad altre regioni.


Dall'esperienza e dalla passione di chef Alessandro, alla competenza e alla simpatia di Gabriele,l'oste di casa che sovrintende alla carta dei vini, alla frizzantezza di Paola che porta nell'accoglienza e nel servizio,un tocco di simpatia : ecco il segreto del locale .





Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva e fegato di vitello, cipolla tostata e il suo patè dello chef Fabio Fontana, Agriturismo Borgo dei Guidi. Un abbinamento che celebra il borgo di Nespoli e i sapori decisi della Romagna.

 



Un Sangiovese maturo e strutturato di colore rosso rubino, gemma della cantina Poderi dal Nespoli del gruppo Mondodelvino, e un piatto curato dal giovane chef Fabio Fontana dell’Agriturismo Borgo dei Guidi, location circondata dal parco secolare della cantina. Espressione autentica dell’identità enogastronomica locale, è un connubio che esalta la grande complessità del Sangiovese e il gusto deciso di una portata che reinterpreta la tradizione con particolare rispetto della materia prima.
 
Nespoli (FC), 26 febbraio 2021 – Sulle colline forlivesi, dove il panorama si estende verso gli Appennini al confine con la Toscana, la cantina Poderi dal Nespoli del gruppo Mondodelvino combina da sempre la propria vocazione enologica e la generosa accoglienza tipica romagnola. Omaggio a questo connubio e al borgo di Nespoli è l’abbinamento enogastronomico proposto tra Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva e “fegato di vitello, cipolla tostata e il suo patè” ricetta curata dallo chef Fabio Fontana, giovane autore della cucina dell’Agriturismo Borgo dei Guidi. Un luogo dove l’arte culinaria locale incontra il fascino di un parco secolare, proprio all’interno della tenuta in cui si trova la cantina Poderi dal Nespoli. 
 
Dalla vigna al calice, Poderi dal Nespoli narra la generosità e il gusto intenso di vini che conservano le straordinarie proprietà organolettiche di un terroir unico, dislocato tra l’Appennino e la pianura, le cui caratteristiche pedoclimatiche si rivelano eccellenti per produzioni di alta qualità. Il Nespoli Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva nasce da uve coltivate nella Valle del Bidente e svela l’identità di questa terra attraverso una grande complessità che combina note tipiche di Sangiovese come ciliegia marasca, mora, prugna con note di liquirizia, caffè tostato e vaniglia dovute alla maturazione in barrique francesi, e successivamente in acciaio. In bocca risulta morbido e caldo con tannini ben equilibrati, ed è un vino che si presta ad un lungo invecchiamento. Perfetto abbinato a carni come cacciagione, selvaggina, guancia di manzo brasata, fiorentine alla griglia, ma anche formaggi a pasta dura stagionati, è qui proposto con il “fegato di vitello, cipolla tostata e il suo patè” guarnito con erbe spontanee dell’orto, un piatto che springiona i sapori decisi della Romagna, realizzato con massimo rispetto della materia prima e della sua stagionalità. Una ricetta semplice ma dai sapori decisi, curata dallo chef Fabio Fontana dell’Agriturismo Borgo dei Guidi, interprete di una cucina che combina fra loro tradizione culinaria, modernità e natura, dove la cura per ogni ingrediente, la scelta di prodotti km zero e la passione per questa terra conferiscono a ciascun piatto sapori autentici e forte identità territoriale.
 
Esaltare al meglio la qualità dei prodotti locali, trasmettendo il carattere e le bellezze della Romagna: questo l’elemento che accomuna la cantina Poderi dal Nespoli e l’Agriturismo Borgo dei Guidi, due realtà unite sin dalle origini dallo stesso amore per una terra ricca, saporita e accogliente, nonché dalla storia di quattro generazioni di lavoro e passione nei vigneti romagnoli, nell’ospitalità e nell’accoglienza.
 
Ricetta: bit.ly/2ZS1yBz

Sky Arte presenta una produzione originale IN COMPAGNIA DEL LUPO IL CUORE NERO DELLE FIABE La nuova serie di Carlo Lucarelli che racconta i segreti nascosti nei racconti del “c’era una volta”

 APPUNTAMENTO LUNEDÌ 1 MARZO ALLE 21.15

PER LA QUARTA PUNTATA:

La Bella e Pedro la Bestia

ANCHE ON DEMAND E IN STREAMING SU NOW TV

 

UN NUOVO PODCAST CON

CONTENUTI ORIGINALI LEGATI ALLA SERIE

È DISPONIBILE DA VENERDÌ 26 FEBBRAIO SU:

https://arte.sky.it/podcast/

 

 

 

 

Le conosciamo bene, le fiabe.

Ce le hanno raccontate così tante volte, sempre le stesse, da bambini, per farci addormentare, che non hanno più segreti.

Conosciamo i meccanismi, i colpi di scena, i personaggi, la morale, sappiamo perfettamente chi è il buono e chi il cattivo: il lupo, naturalmente.

Ma è davvero così?

O forse c’è qualcosa, sotto, dietro, addirittura prima, che non ci hanno mai detto? Qualcosa di diverso, di strano, o anche di oscuro, più bello o più inquietante, che non conosciamo?

Insomma: siamo davvero sicuri che il cattivo sia proprio il lupo?

 

 

Appuntamento a lunedì 1 marzo, alle ore 21:15, su Sky Arte per la quarta puntata di In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe, la nuova produzione originale del canale realizzata da TIWI e condotta da Carlo Lucarelli.

 

Per otto appuntamenti, in ogni puntata Lucarelli conduce il pubblico alla riscoperta delle fiabe del “c’era una volta”, svelando – con l’accompagnamento di illustrazioni animate – i risvolti insoliti, avventurosi, talvolta terribili e spaventosi che si celano al loro interno, nella vita dei loro autori, nei fatti di cronaca che le hanno ispirate, nei costumi delle epoche in cui sono nate.

 

Nel quarto episodio, La Bella e Pedro la Bestia, Carlo Lucarelli ci racconta la storia di Pedro Gonsalvus, bambino completamente ricoperto di peli che viene donato a dieci anni al re Enrico III come una creatura esotica e a cui viene data in sposa in età adulta la bellissima figlia di una domestica di Caterina de’ Medici, forse con l’intento di ricreare nella vita reale la favola de La Bella e la Bestia.

L'ospite della puntata è l'antropologo Duccio Canestrini.

 

In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe è anche il primo podcast di Sky Arte: 8 episodi realizzati in collaborazione con Carlo Lucarelli.

Il quarto contenuto originale è disponibile da venerdì 26 febbraio sul sito di Sky Arte e sulle principali piattaforme gratuite di streaming.

I podcast sono distribuiti da Spreaker, prima piattaforma in Italia per la creazione, distribuzione e monetizzazione di podcast.

 

In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe conduce lo spettatore in un mondo che credeva di conoscere e, svelando gli aspetti non noti di tutte quelle storie che hanno accompagnato gli anni della sua infanzia, lo immerge in un’atmosfera magica e inquietante e lo porta a scoprire che forse no, il cattivo non era solo il lupo.

 

In compagnia del lupo. Il cuore nero delle fiabe è una produzione Sky Arte realizzata da TIWI con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.

 

***

 

29 FEBBRAIO 2021 – ore 21:15

Terzo episodio: La Bella e Pedro la Bestia

Ospite: Duccio Canestrini, antropologo

 

Siamo in Francia, alla corte di Enrico II, è il 1547. Un gruppo di corsari francesi ha portato un dono per il Re, è qualcosa di speciale, che hanno rubato da una nave diretta verso i Paesi Bassi. Adesso il dono è davanti al Re, che lo guarda con un misto di stupore e curiosità. Si tratta di un bambino di dieci anni, ma non è un bambino come tutti gli altri. È completamente ricoperto di peli, su tutto il corpo, sulla testa, sul volto. Solo gli occhi, la bocca e le orecchie non lo sono. Il bambino si chiama Pedro e il re, che all’inizio lo tratta come uno dei suoi cani da compagnia, scopre presto che è dotato di un’intelligenza brillante, così lo fa studiare e lo tiene con sé per quarantaquattro anni. A 36 anni a Pedro viene data in sposa la bellissima figlia di una domestica di Caterina de’ Medici. La ragazza, la prima volta che se lo trova davanti, sviene per la paura. In molti sono convinti che la regina con questo matrimonio abbia voluto ricreare la favola della Bella e la Bestia. Anche qui, infatti, la bellissima Belle si trova davanti un mostro ricoperto di peli che piano piano, però, la farà innamorare. Ma quella di Pedro Gonsalvus non è una fiaba e lui non si trasformerà in un principe.

 

 

giovedì 25 febbraio 2021

ANDAR PER TRANI: L’OSTERIA ALLA GRANDE

 



Borghi d’Europa racconta i Trani milanesi e la loro storicità

Milano, 25 febbraio 2021- Un tempo a Milano si usava andare per Trani, ovvero in osteria per bere vino, giocare a carte e stare in compagnia in totale spensieratezza: i clienti erano i “tranatt”.

Il termine Trani ha origine pugliese, dall’omonima località da dove partiva la vendita del vino sfuso, dirottato a Milano dopochè i Francesi negarono il permesso di commerciare il vino pugliese nella loro terra d’oltralpe.

Naturalmente, la forte presenza di persone di origine pugliese a Milano contribuì allo sviluppo dell’identità delle bettole conviviali. Oggi, di Trani ne sono rimasti pochi, sostituiti da enoteche/wine bar e osterie con cucina definita, ma quei pochi tramandano una storicità e uno tradizione enoica di tutto rispetto, specialmente in una realtà cosmopolita come la città meneghina.

Borghi d’Europa ha deciso di raccontare qualcuno di questi pochi Trani ancora esistenti, per promuovere la cultura e la convivialità del vino in luoghi insoliti: uno è l’Osteria Alla Grande , situata a Milano in Via delle Forze Armate.

Un posto autentico e rustico, dove regna l’allegria grazie al vino e a piatti di tradizione, anche semplice, ma capaci di sfamare in pieno gli avventori a prezzi assolutamente popolari, inferiori ai classici conti milanesi.

I bicchieri di vino vengono consumati con grande convivialità davanti a risotti succulenti,, tagliatelle con funghi porcini, ravioli al brasato , gnocchi fatti rigorosamente a mano, pappardelle al sugo di lepre , pasta e fagioli. E ancora il brasato, come si faceva una volta, la trippa vera alla milanese con fagioli, del rognoncino trifolato, la cotoletta alla milanese e  l’ossobuco con polenta.

Dalla Puglia a Milano, il gusto e il piacere del vino hanno fatto un viaggio che viene ricordato ed esaltato grazie ai Trani!

 

Il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli annuncia i finalisti del 62mo PREMIO TERMOLI a cura di Laura Cherubini

 SEZIONE ARTI VISIVE

Curatori selezionatori: Giacinto Di Pietrantonio, Francesco Garutti,

Lorenzo Madaro, Paola Ugolini

Artisti invitati: Rä di Martino, Bruna Esposito, Matteo Fato, Claire Fontaine, Silvia Giambrone, Michele Guido, Renato Leotta, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Giuseppe Stampone, Alice Visentin, Gilberto Zorio

Giuria: Laura Cherubini, Caterina Riva, Andrea Viliani

 

SEZIONE ARCHITETTURA E DESIGN

Finalisti: About • architecture and photography (Giuditta Matarrese e Annamaria Santarcangelo); Marco Valerio Agretti, Carlo Farina e Giovanna Gennari; Pietro Airoldi e Michele Maria Cammarata; Atelier Biagetti; Enrico Berti, Anastasia Bergamo e Gabriele Folador; Luigi Borghetti, Elena Taliano, Luis Andres Valencia Vasquez e Gavril Adrian Balan; Anđela Branković & Uroš Pajović; BUREAUY and Francelle Cane; Alessandro Cacioppo; cortese/mazza; Daniele Chiriaco, Davide Casani, Cristina Costantini e Francesco Fagotto; Martina Cimino e Francesca Corti; Simone Di Santo; Riccardo Erata; Fi.Chi - Architetti Filippo Galli e Chiara Zonta; Francesca Grilli di DOParchitetti e Marco Domenichelli; HYPNOS; Agostino Iacurci; Antonino Lauria; Franco Lucifora; Alberto Pancotti; Riccardo Previdi; Sara Ricciardi; Marta Salerno e Giuseppe Di Salvo; Spazio Futuro di Americo Conte e Luigi Palomba; studio.MONADE; Studio Strato.

Giuria: Laura Cherubini, Domitilla Dardi, Paolo De Matteis Larivera,

Angela Rui, Andrea Viliani

 

 

MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli
via Giappone – Termoli (CB)
www.fondazionemacte.com

 

Termoli, 25 febbraio 2021. In attesa di riaprire al pubblico il MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli annuncia i finalisti del Premio Termoli. Si tratta di una delle manifestazioni più longeve nel panorama italiano – oggi alla sua sessantaduesima edizione – che dal 1955 ha portato nel capoluogo molisano alcuni degli artisti più importanti del secondo Novecento, lasciando come testimonianza del loro passaggio le opere che oggi compongono la preziosa collezione del MACTE. Per la prima volta nella sua storia, il Premio Termoli è organizzato proprio dal MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli, nato nel 2019, e sarà curato da Laura Cherubini.

 

Sezione Arti Visive

Il 62mo Premio Termoli, in linea con la sua tradizione, presenterà una mostra di artisti contemporanei, invitati da quattro curatori selezionatori: tra i partecipanti, la giuria nominerà un vincitore la cui opera verrà acquisita ed entrerà nelle collezioni del museo.

La mostra del 62° Premio Termoli è progettata e curata da Laura Cherubini, che ha invitato i curatori Giacinto Di Pietrantonio, Francesco Garutti, Lorenzo Madaro e Paola Ugolini, a selezionare i dodici artisti partecipanti Rä di Martino, Bruna Esposito, Matteo Fato, Claire Fontaine, Silvia Giambrone, Michele Guido, Renato Leotta, Lorenza Longhi, Diego Marcon, Giuseppe Stampone, Alice Visentin, Gilberto Zorio.

La giuria che sceglierà il vincitore è composta da Laura Cherubini, Caterina Riva e Andrea Viliani, e selezionerà anche un artista a cui sarà dedicata una mostra negli spazi del MACTE nel 2022.

 

Sezione Architettura e Design

Il 62mo Premio Termoli per la prima volta si arricchisce di una nuova Sezione Architettura e Design, ideata da Laura Cherubini, con l'obiettivo di aprire sempre di più le arti contemporanee alla fruizione della comunità e dei turisti che abitano la città.

Per questa nuova sezione è stata attivata una call internazionale che ha visto partecipare quasi 200 candidati da tutto il mondo per la progettazione di una pensilina per la sosta dei bus della città di Termoli. Le proposte più meritevoli – che rispondono ai requisiti di innovazione, avanzamento tecnologico e sostenibilità ecologica – sono state selezionate da una giuria composta da Laura Cherubini, Domitilla Dardi, Paolo De Matteis Larivera, Angela Rui e Andrea Viliani e saranno presentate al pubblico nella nella mostra del 62mo Premio Termoli. I finalisti sono: About • architecture and photography (Giuditta Matarrese e Annamaria Santarcangelo); Marco Valerio Agretti, Carlo Farina e Giovanna Gennari; Pietro Airoldi e Michele Maria Cammarata; Atelier Biagetti; Enrico Berti, Anastasia Bergamo e Gabriele Folador; Luigi Borghetti, Elena Taliano, Luis Andres Valencia Vasquez e Gavril Adrian Balan; Anđela Branković & Uroš Pajović; BUREAUY and Francelle Cane; Alessandro Cacioppo; cortese/mazza; Daniele Chiriaco, Davide Casani, Cristina Costantini e Francesco Fagotto; Martina Cimino e Francesca Corti; Simone Di Santo; Riccardo Erata; Fi.Chi - Architetti Filippo Galli e Chiara Zonta; Francesca Grilli di DOParchitetti e Marco Domenichelli; HYPNOS; Agostino Iacurci; Antonino Lauria; Franco Lucifora; Alberto Pancotti; Riccardo Previdi; Sara Ricciardi; Marta Salerno e Giuseppe Di Salvo; Spazio Futuro di Americo Conte e Luigi Palomba; studio.MONADE; Studio Strato. Oltre a ricevere un premio in denaro, il progetto vincitore sarà incluso nei piani di riqualificazione urbana del Comune di Termoli.

Per entrambe le sezioni del Premio è prevista una menzione speciale assegnata dai visitatori del museo, che potranno votare il loro vincitore.

 

Il Premio Termoli dal 1955 al MACTE

Il Premio Termoli nasce nel 1955 come premio annuale d’Arte Contemporanea. Dal 1960 diviene una vera e propria ricognizione della ricerca artistica in Italia, grazie al continuo impegno di Achille Pace e alla collaborazione di nomi illustri quali Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Luciano Caramel, Lara Vinca Masini, Filiberto Menna e molti altri. Attraverso lo strumento del premio acquisto, negli anni si è andata costituendo una collezione di opere rappresentative di un lungo percorso di ricerca e sperimentazione dell’arte contemporanea che va dal 1955 a oggi.

La collezione del Premio Termoli rappresenta un caso d'eccellenza in Italia per la documentazione di tutto quell’ambito di ricerca che va dal post-informale all’astrattismo, alla nuova figurazione, all’arte cinetica e programmata. Attualmente la collezione comprende oltre 470 opere, in gran parte dipinti su tela, ma anche opere scultoree, realizzate con pluralità di tecniche e materiali. Tra gli artisti in collezione: Carla Accardi, Riccardo Baruzzi, Mirella Bentivoglio, Benni Bosetto, Dadamaino, Tano Festa, Bice Lazzari, Sergio Lombardo, Gino Marotta, Gastone Novelli, Achille Perilli, Mario Schifano, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Nanda Vigo.

Dal 2016 il premio è diventato biennale con la 60ma edizione a cura di Anna Daneri e la 61ma edizione a cura di Attilia Fattori Franchini.

Oggi il Premio Termoli è per la prima volta integrato nell'attività di tutela e valorizzazione del museo nato proprio dalla collezione delle opere acquisite attraverso questo appuntamento.

Il MACTE, aperto al pubblico nell'aprile del 2019 e oggi diretto da Caterina Riva, riunisce finalmente oggi la storia decennale del Premio con la ricerca sugli sviluppi dell'arte del nostro tempo.

 

Con il supporto della Regione Molise nell'ambito del progetto Turismo è Cultura.

Nasce “Legàmi di Vite”, un importante contratto di sviluppo “green” nel comparto vitivinicolo. Interventi per oltre 115 milioni di euro di cui 81 milioni sul versante ambientale

 



La proposta presentata al Ministero dello Sviluppo economico ha il supporto della Regione Emilia-Romagna e il coordinamento di Enoteca Regionale. Gli assessori Colla e Mammi: “Un progetto dalle caratteristiche davvero innovative, cooperative e aziende hanno avuto l’intelligenza e la lungimiranza imprenditoriale di mettersi insieme e strutturarsi per essere ancora più forti, mantenendo un legame con il territorio

Nasce “Legàmi di Vite”importante contratto di sviluppo “green” nel comparto vitivinicolo dell’Emilia-Romagna che prevede interventi per oltre 115 milioni di euro di cui 81 milioni sul versante ambientale.

Il progetto, con il coordinamento di Enoteca Regionale e il supporto tecnico della società Artemis e dello Studio Salami, è stato presentato al Ministero dello Sviluppo Economico per il tramite di Invitalia.

Vi hanno aderito le più importanti realtà regionali cooperative, rappresentative di 12 mila imprese agricole socie, per un totale di 470 mila tonnellate di uva lavorata (il 61 % della produzione dell’Emilia-Romagna, dato 2019) e di 3.400.000 ettolitri di vino imbottigliato all’anno. Numeri importanti anche sotto il punto di vista occupazionale, con ben 1.232.000 giornate/lavoro agricolo e con circa 2.800 unità impiegate nelle cantine. Le aziende aderenti al progetto sono: Caviro Extra, Caviro, Agrintesa, Cantina Forlì Predappio, Cantina di Carpi e Sorbara, Terre Cevico, Le Romagnole, Medici Ermete, Cantine Riunite & Civ, Enomondo.

Obiettivo del contratto è lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare, anche con la messa a punto di un protocollo ambientale. Un nuovo modello virtuoso di integrazione e aggregazione per valorizzare al meglio l’immagine del vino regionale, ottenuto con il supporto dalla Regione Emilia-Romagna con gli Assessorati allo Sviluppo economico e green economy e all'Agricoltura e agroalimentare ed Art-Er.

“Questo progetto strutturato di filiera internazionale sostenibile - affermano gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico) e Alessio Mammi (Agricoltura) -, testimonia una maturità d’impresa non scontata per un comparto che dà lavoro a migliaia di persone e vanta prodotti enologici di grande qualità con numeri ed export davvero significativi, oltre a una rete commerciale tra le più evolute nel Paese per l’agroalimentare. Il progetto, che la Regione sostiene e promuove, ha caratteristiche davvero innovative per il contesto nazionale: cooperative e aziende, che di norma competono, hanno avuto l’intelligenza e la lungimiranza imprenditoriale di mettersi insieme e strutturarsi per essere ancora più forti, mantenendo un fortissimo legame con il territorio, gli agricoltori e i produttori, salvaguardando la qualità dei loro prodotti e creando al contempo le condizioni per stare su un mercato sempre più globalizzato. Un progetto davvero capace di raccontare e attuare il modo di fare impresa e creare lavoro del nostro territorio, coerente con una direttrice strategica del Patto per il Lavoro e per il Clima, poiché investe sull’economia circolare in un’idea di riciclo, recupero e riuso della materia prima utilizzata, che è il grappolo d’uva”.

Il totale degli interventi sarà superiore ai 115 milioni di euro, di cui oltre 81 milioni sul versante ambientale (circa il 70% sul totale dell’investimento - spiega il presidente di Enoteca Regionale, Giordano Zinzani -. Una cifra straordinaria che dimostra l’impegno e la volontà della filiera vitivinicola dell’Emilia-Romagna di essere protagonista consapevole del futuro, non solo del settore ma, più in generale, di un’economia sempre più circolare e rispettosa dell’ambiente. Una quota importante dell’investimento servirà anche per proiettare le aziende regionali verso un’industria 4.0, digitalizzata e con un alto grado di innovazione tecnologica. Il tutto si tradurrà anche in un aumento occupazionale stimato in circa 70 nuove assunzioni”.

Gli interventi che saranno realizzati in Emilia-Romagna saranno molteplici, tra i quali la trasformazione di prodotti agricoli del settore vitivinicolo e loro sottoprodotti (circa 67.000 tonnellate/anno derivanti dai processi di vinificazione) in acido tartarico naturale e biocarburanti avanzati, efficientamento energetico nei processi produttivi, riduzioni dei gas effetto serra, riduzione dell’impatto ambientale dei processi, realizzazione e potenziamento di sistemi di depurazione delle acque reflue in uscita dagli stabilimenti (attualmente 560 mila m3/anno di reflui da attività agroalimentare ceduti in depurazione), miglioramento dei sistemi di confezionamento e di stoccaggio. Oltre ovviamente a un ampliamento della capacità produttiva.

Il boom del business no alcol: Lyre's detta il passo

 



L’interesse dei consumatori per i prodotti senz’alcol non mostra segni di cedimento come testimoniato dai numeri record dei partecipanti al Lyre’s Dry January 2021. Mentre il mondo abbraccia il movimento consapevole, Lyre’s ha una posizione unica per sfruttare al meglio i 40 mercati disponibili

 

 

Il rapporto degli italiani nei confronti dell’alcol sta cambiando velocemente. Lyre’s - il marchio premium di liquori e distillati analcolici - ha registrato un aumento record nelle vendite nel gennaio 2021, mentre i consumatori continuano ad abbracciare il movimento del bere consapevole, sfruttando al meglio iniziative come il Dry January.

 

Un fenomeno in rapida ascesa, quindi, quello del low-alcol, una moda globale ma anche un più radicato mutamento di stile di vita. Dry January, il February Fast o il Moderation March, i nomi delle iniziative derivanti dal mondo anglosassone che prevedono interi mesi dove gli appassionati rinunciano ad assumere, bevande alcoliche. Queste ricorrenze, e il forte seguito che registrano, sono la testimonianza del fatto che sempre più persone scelgono di cambiare le proprie abitudini, prediligendo drink analcolici o a ridotto contenuto alcolico. 

 

L'ampia gamma di 13 distillati analcolici Lyre’s ha permesso al marchio di crescere durante il Dry January 2021. Confrontando il mese di gennaio con lo stesso mese dello scorso anno, le vendite al dettaglio Lyre’s sono aumentate dell'1,300%, mentre le vendite dell’ecommerce britannico Lyre’s sono aumentate del 121% rispetto al periodo precedente, con un aumento di nuovi visitatori sul sito web dell'86%. In Europa, dove Lyre’s è presente in 20 mercati, le vendite sono a +509%, con un aumento straordinario del traffico web di +96%.

 

Inoltre, il recente studio IWSR (“No- and Low-Alcohol Strategic Study 2021”) mostra come la categoria no/low alcol abbia un mercato destinato a crescere del 31% nel prossimo triennio e come i prodotti senza alcol stiano superando le prestazioni delle bevande a basso contenuto alcolico: nel 2019-2020, la voce no alcol ha infatti visto un aumento di volume del +4,5.

 

“La categoria zero-alcol sta innegabilmente accelerando il ritmo e i benefici della riduzione o dell'eliminazione dell'alcol stanno catturando l’attenzione di molti, siamo scelti da un numero sempre crescente di consumatori in tutto il mondo. Il punto di partenza per questo cambiamento coincide proprio coi mesi a secco, come il Dry January.” spiega Mark Livings, CEO Lyre's “Questi mesi sono diventati incredibilmente importanti per l'ingresso nel nostro marchio e per la categoria più in generale. I nostri dati ci mostrano che i benefici non si misurano solamente durante i mesi a secco, ma c'è un ascensore alla domanda di base, indicativo che questi mesi stanno dando il via ad un vero e proprio cambiamento dello stile di vita".

 


L’ANTEPRIMA DEL CHIARETTO DI BARDOLINO CAMBIA VESTE

 La dodicesima edizione dell’appuntamento dedicato al vino rosa del Garda veronese si articolerà in due fasi: la prima dedicata alla stampa di settore, mentre l’altra coinvolgerà i ristoranti della città di Verona

Il Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino non rinuncia all’Anteprima del Chiaretto, ma la ripensa in una veste del tutta nuova. Considerato il perdurare della pandemia, la dodicesima edizione della manifestazione dedicata al vino rosa del lago di Garda veronese, che con la recente modifica del disciplinare della denominazione ha adottato ufficialmente il nome Chiaretto di Bardolino, si articolerà in due fasi. La prima, che prenderà il via ad aprile, coinvolgerà la stampa italiana e internazionale, oltre che i blogger e gli influencer del mondo del vino: verrà infatti inviata loro un’ampia campionatura di Chiaretto di Bardolino della nuova annata (intorno alla cinquantina di etichette), ricondizionata in bottigliette di vetro (preferito ad altre soluzioni) del contenuto di 5 cl, ovvero il quantitativo normalmente servito nelle degustazioni professionali. Dopo due mesi di test, il Consorzio ha scelto le bottiglie di Vignon®, il primo servizio italiano di ricondizionamento di vino e alcolici pensato per supportare tutti gli attori impegnati nella formazione, promozione e vendita nel settore beverage. Le Vignon® sono leggere e resistenti ed evitano gli sprechi perché consentono di fare assaggiare la stessa bottiglia contemporaneamente, in condizioni ottimali, a più persone in luoghi diversi. Tutto il processo di ricondizionamento avviene in ambiente protetto per rispettare il lavoro dei produttori e garantire il mantenimento delle caratteristiche organolettiche del prodotto di origine. Assieme ai campioni di Chiaretto di Bardolino, verranno inviati anche degli assaggi di formaggio Monte Veronese Dop e un minilibro dedicato al Chiaretto. La seconda fase dell’Anteprima del Chiaretto, invece, coinvolgerà i produttori e i ristoranti della città di Verona nel mese di maggio, quando prenderà il via anche la seconda edizione di 100 Note in Rosa, manifestazione che animerà le serate estive della città scaligera, della provincia e della riviera gardesana con i migliori talenti musicali di Verona.
“Nonostante la pandemia e il conseguente deciso calo di presenze turistiche sul lago di Garda – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino – le vendite di Chiaretto di Bardolino si sono mantenute costanti sul mercato: un segnale importante, che dimostra ancora una volta come le scelte del Consorzio siano state lungimiranti, confermando la nostra denominazione come leader tra i vini rosa in Italia. Anche per questo motivo abbiamo deciso di non rinunciare all’Anteprima e alla presentazione dell’annata 2020, ma di ripensare la manifestazione in nuove modalità”.
“Le condizioni climatiche del 2020 - conclude Andrea Vantini, responsabile dell’area tecnica del Consorzio - hanno consentito un perfetto sviluppo delle componenti aromatiche fruttate delle uve, che si traducono nel Chiaretto di Bardolino nella presenza soprattutto di agrumi e piccoli frutti di bosco. Le caratteristiche del microclima locale, invece, hanno garantito la presenza di quelle componenti di freschezza e di sapidità che sono tipiche del Chiaretto di Bardolino. Come conferma l’assaggio dei vini che stanno uscendo sul mercato, quella del 2020 è stata una buona annata nonostante il periodo di considerevole cambiamento climatico”.