|
|
|
|
«Il Prosecco è il campione del mondo delle bollicine Made in Italy, e l’attaccante di questa straordinaria formazione è senza dubbio il Prosecco DOC Rosé. Nel 2022 il boom dell’export degli spumanti (+20% secondo i dati Istat) è stato guidato dal Prosecco (+24%). Anche la nostra cantina è protagonista di questa ripartenza, dopo il covid e nonostante i rincari di energia e materie prime come il vetro» - è il commento di Sandro Bottega, il dinamico imprenditore veneto a capo di una delle più celebri cantine della Marca Trevigiana.
«Anche quest’anno il trend, fortunatamente, si sta confermando, e per il prossimo San Valentino abbiamo ricevuto migliaia di richieste di casse di “Prosecco Pink Gold” da parte dei nostri clienti in tutto il mondo, unitamente al nostro “Petalo Moscato”, il nostro vino esplicitamente dedicato all’Amore».
Il “fenomeno rosé” non accenna a fermarsi, tanto che Bottega ha dovuto aumentare la capacità produttiva. Per San Valentino il Prosecco Pink Gold è il più acclamato nel mondo, come spiega Bottega: «Si tratta di un Prosecco che attrae i clienti non solo per la notevole qualità ma anche per la sua iconica bottiglia in vernice rosa metallizzata da noi brevettata e che la rende assimilabile ad un lingotto d’oro».
«È soprattutto dall’Asia – aggiunge Bottega – che viene invece richiesto il Petalo Moscato. In particolare Giappone e Corea, che grazie alla campagna vaccinale sono quasi completamente usciti dalla pandemia, reclamano a gran voce il prodotto. In questo caso il consumo è principalmente sostenuto dalle donne che ne apprezzano il gusto dolce, i profumi suadenti del moscato e la bassa gradazione (6,5%): la bottiglia poi, si distingue dalle due inconfondibili rose presenti sulla bottiglia, che richiamano ancor più l’attenzione di questo pubblico».
Pink Gold - Prosecco DOC Rosé Spumante Brut cl 75. Il Bottega Pink Gold Prosecco Doc Rosé è uno spumante Prosecco rosato Brut che ha origine da un blend di uve Glera e Pinot Nero coltivate nell’area del Prosecco DOC secondo tecniche classiche e tradizionali e che hanno mantenuto negli anni inalterata la loro qualità e la tipicità. Si caratterizza inoltre per l’inconfondibile livrea, realizzata con un esclusivo processo di metallizzazione, grazie al quale il colore rosa diventa parte integrante della superficie esterna del vetro. (https://www.bottegaspa.com/collezioni/pink-gold-prosecco-doc-rose/)
Vino dell’Amore Petalo – Moscato Spumante Dolce cl 75. Il Moscato bianco è un vitigno aromatico il cui nome deriva da “muscum” (muschio). Furono i greci a coltivare queste uve e ad esportarle anche nelle colonie della Magna Grecia situate nell’Italia Meridionale. La diffusione di questo vitigno al nord avvenne nel Medioevo principalmente ad opera dei Veneziani e dei loro commerci con le isole del Mediterraneo. Dal bouquet esplosivo ma al tempo stesso elegante, il Petalo Vino dell’Amore Moscato Bottega è caratterizzato da una dolcezza non stucchevole, da una gradazione alcolica moderata e da un tipico sentore di rosa che evoca l’immagine dei petali impressa sull’etichetta. (https://www.bottegaspa.com/collezioni/petalo-moscato/)
Bottega SpA
L’azienda Bottega, guidata da Barbara, Sandro e Stefano Bottega, è al tempo stesso una cantina e una distilleria. Fondata nel 1977 da Aldo Bottega con la denominazione Distilleria Bottega, l'azienda ha sede a Bibano di Godega (TV), 50 km a nord di Venezia, dove produce grappe, vini e liquori che si rivolgono a un target di livello alto e medio alto.
Tra le grappe, commercializzate con i marchi Alexander e Bottega, si distinguono le pregiate selezioni di monovitigno e i distillati maturati in barrique. La gamma dei vini Bottega comprende il Prosecco, tra cui il noto Bottega Gold, e altri spumanti di grande personalità. Nelle due cantine distaccate, in Valpolicella e a Montalcino, vengono prodotti Amarone, Ripasso, Brunello di Montalcino e altri grandi rossi. Completa l’offerta Bottega la linea Creams & Liquors, che comprende una gamma articolata di liquori alla frutta e alle creme, tra cui Limoncino, Gianduia, Pistacchio.
L’azienda, che distribuisce i propri prodotti in 150 paesi nel mondo, ha conseguito negli anni oltre 300 premi e riconoscimenti internazionali per la qualità.
www.galleriaborghese.beniculturali.it
Roma, 31 gennaio 2023. La dea dell’Amore: i mille volti di Venere è il titolo dell’iniziativa speciale che la Galleria Borghese dedica alla festa degli innamorati: un’intera settimana, dal 14 al 19 febbraio, per celebrare assieme San Valentino.
Tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.00 il museo offre degli approfondimenti tematici alla scoperta dei mille volti di Venere. Dea dell’amore, della bellezza, della fertilità naturale, sensuale o pudica, capricciosa o suadente, Venere trova ampio spazio nell’immaginario degli artisti e dei committenti, come è testimoniato dalla sua diffusa presenza nella collezione Borghese. Gli approfondimenti si svolgeranno nella sala X, il cosiddetto Gabinetto delle Veneri, posto al primo piano del museo, e nella sala I, al piano terra, dedicata a Paolina Borghese come Venere Vincitrice, apoteosi dell’eterno potere fascinatorio della dea e celebrazione del genio di Canova a 200 anni dalla sua morte.
Inoltre, nella settimana di San Valentino i visitatori della Galleria Borghese sono invitati a partecipare al social contest Scatta l’amore in Galleria!. Basta immortalare un gesto, un momento o un’opera legata all’iniziativa e pubblicarla sul proprio canale Instagram taggando @galleriaborgheseufficiale e #borgheseinlove. Le immagini saranno condivise nelle stories dell’account ufficiale del museo e la più bella verrà premiata con You and me, la membership card della Galleria Borghese dedicata alle coppie.
L’iniziativa è gratuita, salvo il costo del biglietto di ingresso al museo e della prenotazione obbligatoria. Il biglietto è acquistabile sul sito web www.galleriaborghese.it, cliccando su ACQUISTA, oppure chiamando il numero +39 06 32810.
Innamoratevi alla Galleria Borghese. Innamoratevi della Galleria Borghese.
|
Rita Ackermann, Mama, Yves’s Mask, 2021, Acrilico, olio, pigmenti e matita grassa su tela, Daniel Xu and Flora Huang Collection © Rita Ackermann. Courtesy of the artist and Hauser & Wirth. Foto: François Fernandez |
Il MASI Lugano presenta “Rita Ackermann. Hidden”, mostra personale dedicata all’artista Rita Ackermann (Budapest, 1968). Il progetto espositivo si concentra su una selezione di dipinti recenti legati all’opera giovanile dell’artista a partire dagli anni ’90 e presenta una cinquantina fra dipinti e disegni realizzati da Ackermann negli ultimi 30 anni a New York City.
“Le cose, quando si nascondono, riescono a essere più libere e a librarsi più in alto. Figure dissimulate in trame di immagini sovrapposte possono dissolversi nell’astrazione. Nelle mie prime opere, a partire dal 1993-1996, le figure si rivelavano essenzialmente come concetto, per ottenere visibilità. Poco più tardi, avrei scoperto i temibili effetti dell’abbandonarsi al culto del pop. Per questo ho rinunciato a tutte quelle immagini che erroneamente venivano interpretate come espressione di sé: l’ho fatto per allontanare la mia traiettoria da tentativi di rivelazioni categoriche e per restare una pittrice nascosta e libera” Rita Ackermann
Nel 1992, Rita Ackermann lascia l’Ungheria post comunista per proseguire gli studi accademici a New York City, epicentro della scena artistica contemporanea. Presto riconosce di dover affrontare una sfida straordinaria e di vitale importanza: per sopravvivere come giovane artista in un paese straniero deve assimilare anche l’estetica del proprio retaggio culturale – l’ambiente artistico, occulto, dell’Avanguardia ungherese, che sotto il regime comunista fioriva soltanto in esilio. È nella necessità impellente di unire due forme opposte di cultura – la cultura popolare americana e l’enigmatica “oscurità” europea – che il suo percorso artistico si costruisce in un’essenza di paradosso perpetuo. |
Rita Ackermann, We Mastered the Life of Doing Nothing, 1994. Acrilico su tela. Private Collection © Rita Ackermann. Courtesy of the artist and Hauser & Wirth. Foto: Thomas Barratt |
Ackermann inventa immagini che si traducono in sensazioni istantanee, le sue ragazzine conturbanti oggi appartengono a un universo visivo globale. I disegni e i dipinti realizzati fra il 1993 e il 1996 (e presenti in mostra) sviluppano composizioni di figure femminili adolescenti moltiplicate come cloni e intente a diverse attività autodistruttive e rischiose. I loro gesti – disinvolti e indisturbati – esprimono una serenità idilliaca. Con la loro presenza ambigua, le sue prime opere fungono da ponte fra cultura alta e cultura bassa, proprio come i miti e le leggende popolari che spesso le valorizzano.
Vent’anni dopo, da grande ammiratrice del filosofo Paul Virilio, Ackermann abbandonerà la figura, rimuovendo così il vero fulcro del proprio lavoro e mettendo in atto, dentro la materia, un’opera di cancellazione. Questo processo si radicalizzerà nella creazione di dipinti simili a disegni su una lavagna – dove le immagini sono scomposte e ricomposte con pennellate recanti in sé l’intensità di un’espressione che si stratifica in palinsesti gestuali. Il nostro mondo, afferma Virilio, si muove a gran velocità e cambia di continuo, cancellando sé stesso in un’estetica della sparizione.
Oggi Ackermann approda alle serie “Mama”: linee e gesti, figure e motivi affiorano in superficie solo per dissolversi e riapparire di nuovo, ma altrove. Una stratificazione complessa del linguaggio visivo, che oscilla fra astrazione e figurazione in un dispiegarsi inconscio della forma – nascosta in profondità nell’astrazione dell’onnipresenza. Nei primi mesi del 2022, Ackermann avvia le sue serie di dipinti più recenti, intitolate “War Drawings”. Olio, matita grassa e acrilico sono densamente lavorati dentro la superficie di tela grezza. Le figure si perdono e le linee sono raschiate e abrase per dar luogo a composizioni frammentate. Ogni dipinto si piega al disastro come elemento purificatore verso un’inevitabile armonia. |
Rita Ackermann, Mama, Safe Crossing, 2019. Olio, pigmento, acrilico, matita grassa e pastello su tela. Burger Collection, Hong Kong © Rita Ackermann. Courtesy of the artist and Hauser & Wirth. Foto: Thomas Barratt |
L’artista
Nata a Budapest nel 1968, Rita Ackermann vive e lavora a New York City. Fra il 1989 e il 1992, studia all’Università ungherese di Belle Arti di Budapest e al New York Studio School of Drawing, Painting and Sculpture. Ha al suo attivo mostre personali in sedi prestigiose quali la Konsthall di Malmö (Svezia), la Sammlung Friedrichshof di Zurndorf nel Burgenland (Austria), il Museum of Contemporary Art di Miami, il Ludwig Museum di Budapest, lo Swiss Institute di New York e la Chinati Foundation di Marfa (Texas). Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche, fra cui quelle del Museum of Modern Art (MOMA) di New York, della Maria Leuff Foundation e della Hessel Foundation (sempre a New York), del San Francisco Museum of Modern Art, del Dallas Museum of Art, del Museum Het Domein in Olanda e del Museum of Contemporary Art di Los Angeles.
Il catalogo
L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) pubblicato in collaborazione con MOUSSE Publishing. Il volume comprenderà le riproduzioni delle opere in mostra, un saggio di Pamela Kort e un’intervista all’artista realizzata da Donatien Grau. |
| |||||||
| |||||||
|
|
|
Sabato 11 e domenica 12 marzo, i migliori vini del Veneto della guida Vinetia.it in degustazione negli spazi della Camera di Commercio
Un fine settimana per scoprire le eccellenze enoiche del Veneto selezionate dai degustatori della guida Vinetia.it: sabato 11 e domenica 12 marzo torna nel cuore della città di Treviso Vinetia Tasting – Il Veneto nel calice. Giunto alla sua seconda edizione, l’evento di AIS Veneto, che avrà luogo nelle sale della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, ospiterà il walk around tasting con i produttori presenti nella guida e le masterclass dedicate agli approfondimenti dei vini italiani. L’Anteprima della manifestazione, in programma sabato 11 marzo, si terrà invece nella Loggia dei Cavalieri, uno dei luoghi più rappresentativi e amati della città.
“Vinetia Tasting – Il Veneto nel calice – spiega Gianpaolo Breda, Presidente di AIS Veneto – rappresenta un’occasione unica per conoscere da vicino i migliori vini del Veneto e i loro produttori, due giorni per scoprire tutta la storia, la sapienza, la tradizione racchiuse in un calice. Ancora una volta sarà Treviso a ospitare questo importante evento dedicato alle eccellenze della nostra regione: la città si fa nuovamente testimone del legame importante tra vino, turismo e cultura”.
Oltre alle degustazioni, domenica 12 marzo, nell’elegante salone di Palazzo dei Trecento, si terrà la conferenza La grammatica del gusto: l’evoluzione del menù e della carta vini, dove sarà possibile scoprire le origini del menù e della carta vini, la loro evoluzione nel corso del tempo e come è cambiato il gusto e il nostro modo di stare a tavola nella storia. I relatori saranno Alessandro Scorsone, cerimoniere di Palazzo Chigi, e Alessia Cipolla, curatrice della mostra Note di Pranzi, in programma a Casa Robegan di Treviso dal 4 marzo al 1 aprile. Sul palco saliranno anche Marco Colognese, food writer e critico enogastronomico, e Gianpaolo Breda. Durante la due giorni di Vinetia Tasting – Il Veneto nel calice sarà inoltre possibile osservare il centro storico di Treviso da un’inedita prospettiva, grazie alle visite guidate alla città Treviso tra dipinti e acque, in programma entrambi i giorni.
Oltre alla degustazione dei vini presenti nella guida di AIS Veneto, ci sarà infine la possibilità di scoprire i sigari ITALICO in abbinamento ad alcuni distillati firmati dalla Distilleria Bonaventura Maschio.
Vinetia Tasting – Il Veneto nel calice è patrocinato dagli enti Regione del Veneto, Città di Treviso e Camera di Commercio di Treviso e Belluno.
Correva l'anno del Signore 1976 e l'Arci-Uisp del Veneto pubblicava un libro destinato
a ravvivare il dibattito civile e culturale del territorio : Treviso l'Altra.
I testi di Giorgio Dalla Barba e le fotografie di Antonio De Marco si accompagnavano
agli interventi di Andrea Zanzotto, Franco Batacchi, Giangiacomo Cappellaro, Roberto Paronetto, per raccontare una Treviso 'diversa', 'altra', per l'appunto.
Un esperimento : il libro visto come veicolo di cultura socializzante e quindi sottratto ai consueti
circuiti di elite,per essere consegnato alla gente, come strumento di lavoro per una approfondita ricerca sulla realtà della Marca.
Testi ed immagini non indugiavano quindi nella sterile esaltazione degali aspetti paesisticamente più noti : cercano invece di scavare sotto la superficie dell'apparente per mettere a fuoco i problemi, le conttaddizioni di un ambiente che – al contrario di quanto avviene nelle solite rievocazioni trionfalistiche,ove impera la 'cartolina'- ha per protagonista l'uomo.
Così il libro diede origine a una fitta rete di incontri : basti ricordare quello di Oderzo, al Circolo dei Quattro Cantoni di Gina Roma, proprio la sera in cui si verificò il terremoto in Friuli 6 maggio).
Ebbene, la rilettura dello straordinario intervento di Andrea Zanzotto (" Conoscere il passato e il
presente per meglio preparare il futuro), ha convinto i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa, a riproporre un itinerario di conoscenza su 'quei' temi , visti oggi.
Rinasce così il Percorso Treviso l'Altra.
Buon Viaggio !