martedì 31 maggio 2016

L'Hosteria Zanarotti apre all'Europa


Arturo Zanarotti si è attivato per il progetto 'Comunicare nelle Terre di Montagnana', mettendo a disposizione la sua Hosteria e il suo sapere.
La prima presentazione ufficiale della iniziativa è avvenuta infatti sabato 22 maggio, con la partecipazione di alcune eccellenti aziende del territorio, che accompagneranno il percorso informativo.
Il 24 giugno l'Hosteria ospiterà un incontro finalizzato ad allargare la conoscenza del territorio a Montagnana ben oltre le mura domestiche : protagonisti il prosciutto e il pecorino d'Istria, che verranno confrontati con le eccellenze locali. Partecipano all'appuntamento il Cenacolo dell'Istria e l'Ente Turistico della Città di Buie (Croazia).


Come nasce il progetto 'Comunicare nelle Terre di Montagnana'


Da una degustazione che si è tenuta all'Enoteca La Canevetta a Barbarano, nei Colli Berici, Paolo
Bertelli,nume tutelare con la sua famiglia della Bertelli Salumi di Montagnana, ha lanciato l'idea
ai giornalisti e ai comunicatori della rete dei borghi europei del gusto di iniziare un percorso informativo dedicato alle Terre di Montagnana.
Detto,fatto.
E' nato così, dalla spontaneità di un incontro, il progetto che la rete dei borghi europei del gusto ha voluto attivare all'interno delle iniziative di informazione di 'Comunicare per Esistere'.
Il primo passo, uno stage della trasmissione multimediale l'Italia del Gusto presso Bertelli Salumi.



AgriCansiglio nella rete dei borghi europei del gusto




Con la visita di Palato Anarchico (giornalista ed enogastronomo), si è conclusa una prima parte di interviste che la rete dei borghi europei del gusto ha realizzato ad AgriCansiglio,Società Agricola Cooperativa delle Prealpi Trevigiane e del Cansiglio.
Il Direttore, Christian Roldo, è intervenuto agli stages della redazione della trasmissione multimediale l'Italia del Gusto che si sono svolti nella sede del Caseificio e presso il negozio
di San Martino di Colle Umberto.
L'inserimento di AgriCansiglio nei percorsi informativi della rete internazionale prevede anche lo sviluppo di trasmissioni presso gli altri negozi, in modo da allargare la visuale anche ai borghi e ai territori dove le diverse attività sono collocate. Particolare attenzione informativa verrà riservata alla più che positiva esperienza degli agrimercati, che AgriCansiglio ha abbracciato con entusiasmo.
“La storia della nostra Cooperativa- raccointa Christian Roldo-, inizia nel lontano 1938 a Fregona quando, gli allevatori del territorio alle pendici della Foresta del Cansiglio, decidono di fondare una Cooperativa con il nome di “CASEIFICIO COOPERATIVO DEL CANSIGLIO. Successivamente nel 1978 si è passati da latteria Turnaria, dove ogni socio ritirava e commercializzava in proprio il prodotto, a Latteria Sociale quindi con una propria organizzazione non solo per la trasformazione ma anche per la vendita diretta dei Formaggi prodotti.L’attuale assetto Cooperativo e la denominazione “AGRICANSIGLIO SOCIETA’ AGRICOLA COOPERATIVA DELLE PREALPI TREVIGIANE E DEL CANSIGLIO”, è il frutto anche da due importati fusioni, quella del 1991 con la latteria Sociale e Turnaria di Ogliano e Scomigo e la più recente, datata 2001, con il Caseificio Sociale Cooperativo di San Martino di Colle Umberto.”
La Cooperativa trasforma esclusivamente SOLO LATTE dei SOCI delle Province di BELLUNO, TREVISO, e PORDENONE.
Il nuovo caseificio è stato inaugurato nel 2012 : la nuova struttura razionalizzata negli spazi con aree di produzione esclusive per formaggi pressati, (Montasio DOP, Fregona, Latteria, Agricansiglio ecc), formaggi molli (Casatella Trevigiana DOP, Stracchino ecc) e ricotta è dotata di apposito locale di confezionamento, spedizione e di celle frigo che permettono una gestione controllata delle temperature garantendo e migliorando a qualità finale del prodotto.
Aderiscono alla Cooperativa una cinquantina di aziende Agricole che, oltre a conferire il latte che quotidianamente viene trasformato in formaggi e ricotta, permettono ai punti vendita di Fregona, Sarmede, Ogliano, San Martino, Vittorio Veneto di proporre alla clientela altri prodotti tipici del territorio come il rinomato Torchiato di Fregona DOCG, il vino, il miele e le uova.



venerdì 27 maggio 2016

Il prosecco, le confetture, la solidarietà : in una parola la Tenuta Schiavon




Palato Anarchico, nei suoi giri vagabondi al Cibus parmense, ha intercettato Lena Schiavon, che, con la sua famiglia, porta avanti la storia di un'azienda agricola e di una Tenuta del tutto eccellenti.Sarà per il temperamento (davvero ragguardevole) della Lena, sarà per una linea di prosecco di alto profilo (nelle versioni extra dry, brut e millesimato), subito i giornalisti e i comunicatori della rete dei borghi europei del gusto hanno inserito la Tenuta Schiavon nei percorsi informativi di 'Comunicare per Esistere', realizzando uno stage in azienda.
Protagonisti tutti i membri della famiglia, a partire dal 'grande capo', nelle abili mani e parole di Palato Anarchico.
E il racconto....
I campi di mais, i filari di uva Merlot e Cabernet Sauvignon, ci fanno rivivere colori e profumi mai dimenticati del passato, ma le origini della nostra Azienda in chiave più evoluta e moderna risalgono al 1984 quando il papà Giuseppe si appassiona ad un frutto che a quei tempi era da poco approdato nelle tavole italiane, sconosciuto ai palati, ma rinomato per le sue origini e proprietà benefiche, e decide di aggiungerlo alle altre colture. Il Kiwi. Nel 1999, avviene il passaggio generazionale dell’Azienda. I terreni coltivati a Kiwi vengono ampliati e da sempre la nostra produzione vanta standard qualitativi di eccellenza che le permettono di approdare nelle migliori tavole di tutto il Mondo. Ma viene compiuto anche un passo verso la diversificazione aziendale fortemente voluto da Filippo che erede dell’esperienza paterna ed ispirato dal forte richiamo alle origini famigliari, decide di dedicarsi alla coltivazione dei vigneti di uva “Glera”, che trova nei nostri terreni e nel nostro clima l’ambiente perfetto per nascere forte e rigogliosa e regalarci grappoli dorati, ricchi di profumi e di emozioni. TENUTA SCHIAVON rappresenta l’essenza di ciò che siamo, un azienda a conduzione famigliare all’interno della quale ognuno ha il proprio ruolo ma dove tutti siamo complementari. Situata ai piedi dello splendido territorio del Montello, dove ogni stagione con i suoi colori disegna un paesaggio sempre diverso ma carico di emozioni e sensazioni che rendono unico ogni giorno della nostra vita, dove ogni ospite si sente subito parte della nostra famiglia e guardandosi attorno assapora “un aria di perfezione”, come spesso ci viene riferito da coloro che arrivano per la prima volta. Per noi la passione e l’amore verso la natura sono fondamentali in tutto ciò che facciamo, vivere in simbiosi con essa, capire le esigenze delle nostre terre è importante perché è a questa speciale sintonia che si ispirano i nostri prodotti.”
E poi le confetture: Kiwi e Kiwi mela limone (la confettura fresca a pezzettoni, dal colore verde brillante che conserva il sapore ed il gusto originali del kiwi. Nasce dalla selezione accurata dei frutti maturi e polposi raccolti rigorosamente a mano nella piantagione) .
E poi “TENUTA SCHIAVON” sostiene Progetto Veterinario e Horse Ambulance Group.
L’idea è nata dalla personale passione di Lena per i cavalli nella loro essenza, ereditata dal papà e trasmessa a tutta la famiglia. Grazie al loro appoggio, al meraviglioso contributo dell’artista – fotografa Eugenia Mola di Larissè (www.larisse.it) e all’aiuto di tutte le persone che hanno contribuito con il loro lavoro a questo progetto, Lena ha potuto realizzare quello che da tempo è sempre stato un suo grande sogno: aiutare una realtà che lavora per il welfare dei cavalli. Così Lena ha scelto di sostenere Horse Ambulance Group (HAG), un team di volontari dedicato all’emergenza e al primo soccorso in campo per i cavalli sportivi e non. Si tratta di un sistema integrato di mezzi idonei, uomini formati ad hoc e coordinati da un veterinario ippiatra.
HAG nasce circa 20 anni fa dall’idea di un gruppo di veterinari di Associazione Progetto Veterinario. Sono presenti nelle principali discipline ippiche, equestri, e nelle manifestazioni storiche.



 

La storia di Urbana (Padova) per il progetto 'Comunicare le Terre di Montagnana'




Sui dossi, circondati da avvallamenti e paludi, formati dalle piene e dall’irregolarità del corso dell'Adige, si stabilirono fin da età neolitiche gruppi umani che ricavavano le risorse per vivere dalle selve circostanti.    
Poi sopraggiunsero i romani, soprattutto a partire dal I secolo a.C., quando ai veterani vittoriosi di Azio si diedero le terre della pianura padana. Sul territorio è ancora leggibile la romanità, espressa nella centuriazione e nelle testimonianze lapidee che talvolta affiorano durante le arature dei campi. 

   A destra la Chiesa arcipretale di urbana risalente agli anni trenta del Novecento







 
 

   Il toponimo stesso è di chiara origine romana, vuoi da un nome proprio, o dal termine "urbs", ad indicare l'antica città, o a ricordo di quella V Legione Urbana, vincitrice della battaglia di Azio, che diede il via alla colonizzazione di questi luoghi.
    Ai romani si devono le prime bonifiche della zona, vanificate alla caduta dell'impero dall'abbandono delle opere di manutenzione, dalle inondazioni dell'Adige e degli altri corsi d'acqua, la più disastrosa nel 589. Ad aggiungere miseria, violenza e malattie scesero i popoli barbari, a più ondate, Longobardi, Franchi e infine Ungari.
    A sinistra la Chiesa di San Salvaro



 
    


 Intorno al Mille la situazione comincia a migliorare con la presenza degli ordini monastici e degli Estensi.
    E’ del 955 una donazione al monastero di S. Maria della Vangadizza in cui appare per la prima volta il toponimo di Urbana e del 1077 la conferma di beni ai marchesi d'Este da parte dell'imperatore Enrico IV.
    A destra il Monastero di San Salvaro risalente al XII secolo






 
 
        Allora ripresero le opere di bonifica e di canalizzazione e le terre tornarono ad essere più produttive, permettendo alla popolazione di risollevarsi. Lungo i fiumi sorsero i primi mulini.
    Dopo il periodo comunale Urbana, come tutto il territorio padovano, ebbe la turbinosa Signoria carrarese, che poco si preoccupò della realtà rurale della provincia. Soltanto con la dominazione veneziana (1405-
1797) si verificò una reale svolta economica, soprattutto a partire dal cinquecento. Il patriziato veneziano acquistò in zona vaste proprietà terriere, erigendo splendide ville, i contadini abitavano invece i miseri casoni di paglia.L'ondata napoleonica fu breve, nel 1815 veniva sancito dal Congresso di Vienna il Regno del Lombardo-Veneto, sotto il dominio asburgico.
     A sinistra, Villa Capodivacca.
  
 

 
   
 L'annessione del Veneto al Regno d'Italia e le successive vicende politiche non migliorarono in modo rilevante le condizioni del paese. Soltanto da pochi decenni l'agricoltura, praticata con mezzi moderni dai contadini proprietari delle terre e specializzata nelle coltivazioni ortofrutticole, ha incentivato il sorgere di attività collaterali di lavorazione e commercializzazione dei prodotti. Buona parte degli abitanti sono impegnati nelle numerose unità artigianali, dedite soprattutto a produzioni nel settore del mobile, dell'abbigliamento e dell’edilizia.
    La chiesa di S. Gallo a Urbana nella decima papale del 1297 è detta soggetta alla pieve di Casale Scodosia. Non doveva essere l'edificio originario, sembra infatti che sia stato eretto nel IX secolo sul luogo di uno precedente dedicato a S. Anastasio.
    Agli inizi del secolo si diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa in stile gotico, a tre navate, con cinque altari, inaugurata nel 1938. All'interno fu posto l'antico altare marmoreo con le statue di S. Gallo e di S. Anastasio. Il campanile sorge sui resti di un'antica torre medioevale, mentre il tetto con le merlature risale ad epoche recenti.
   Nel territorio di Urbana si trovano ancora numerose ville di notevole valore artistico-
storico, come la Fonseca, la Venier e Villa Capodivacca, pregevole esempio di architettura settecentesca.

 

Bevilacqua, Borgo del Gusto

I giornalisti e i comunicatori della rete dei borghi europei del gusto stanno visitando in incognito
le terre ove si incontrano le province di Padova,Rovigo e Verona.
Nell'ultima settimana la comunità di Bevilacqua (Vr),è stata presa in considerazione per le iniziative di informazione per il 2016 e il 2017.

Bevilacqua (Bevilàcua o Bevilàqua in veneto) è un comune italiano di 1 783 abitanti della provincia di Verona in Veneto.

Bevilacqua dista circa 52 chilometri a sud-est dal capoluogo di provincia, Verona, rispetto al quale è situato in posizione sud-est. Altre cittadine di riferimento per il comune sono Minerbe (che dista 5 km), Montagnana (5 km) e Legnago (12 km). Sorge lungo la SR 10, sul confine con la provincia di Padova dalla quale è separato per un lungo tratto, dal corso del fiume Fratta. Il territorio comunale si presenta come una striscia di terra mediamente lunga 5 km e larga 2 km e su di essa sorgono i due maggiori centri abitati: il Capoluogo e la frazione Marega. Il comune è servito dalla ferrovia Monselice-Mantova.

Storia

Nell'antichità il comune di Bevilacqua era attraversato dal fiume Adige, che passava per i comuni di Montagnana, Casale di Scodosia e Saletto (provincia di Padova). Non era arginato come oggi, quindi era spesso soggetto di rotte devastatrici, che distruggevano economicamente e fisicamente il territorio impedendone un progressivo sviluppo economico e sociale.
Durante il dominio degli Scaligeri, verso il 1336, Guglielmo I Bevilacqua, luogotenente a Padova di Cangrande della Scala, per i servizi prestati alla famiglia degli Scaligeri, fu autorizzato a gettare le fondamenta di un castello oggi noto come Castello di Bevilacqua dal cognome della sua famiglia. Esso è situato sulla sponda occidentale del fiume Rabiosa (attualmente Fratta), che separa il territorio veronese da quello padovano.
La realizzazione fu portata avanti dal figlio Francesco, al quale il 16 dicembre 1336 fu conferita da Alberto e Mastino della Scala ampia e piena giurisdizione sul castello stesso e sul territorio circostante, con diritti di caccia, pesca ed esenzione di tasse.
Bevilacqua è terra di confine, e per questo suo essere, è stata teatro di scontri e vicende nei secoli, tra gli Scaligeri veronesi, i Carraresi padovani e gli Estensi di Ferrara.


Il Castello di Bevilacqua visto dal ponte sul fiume Fratta

I percorsi del gusto lungo le ferrovie dimenticate : il Montello

Il Cenacolo del Montello dell'Associazione l'Altratavola ha inserito la ferrovia dismessa Susegana-Montebelluna nel percorso informativo del progetto ' I Binari del Gusto', che evidenzia i borghi
lungo le ferrovie dimenticate.
L'iniziativa ( da Nervesa della Battaglia a Montebelluna), proporrà spunti inediti e percorsi al di fuori dal coro. Una occasione di conoscenza e di valorizzazione, che prende lo spunto dalle storiche visite della rivista L'Etichetta (diretta da Gino Veronelli) ai luoghi del Montello.

Il Consorzio Bosco Montello e la ferrovia Susegana-Montebelluna

La redazione della trasmissione multimediale l'Italia del Gusto ha realizzato a Volpago del Montello
le interviste a Denis Michelin (Presidente del Consorzio Bosco Montello) e  a Marzio Favero (Sindaco di Montebelluna), sul tema del recupero a ciclovia della Ferrovia Montebelluna-Susegana.
Dopo un excursus storico del Sindaco sulla ferrovia, il Presidente Michielin ha spiegato il punto
per l'acquisizione da parte del Consorzio del sedime ferroviario da Trenitalia.
Consorzio Bosco del Montello: nominato il nuovo Cda del gruppo
Le trattative con le Ferrovie dello Stato sono finalizzate al riutilizzo della Fonda lungo la quale è in progetto la realizzazione di una pista ciclopedonale lunga circa 20 km che collegherà Montebelluna a Nervesa della Battaglia.

Consorzio Bosco del Montello: nominato il nuovo Cda del gruppo
 

"ll Consorzio si propone come braccio operativo per il rilancio turistico e la valorizzazione della memoria storica. Gli obiettivi sono la difesa degli ambiti naturalistici e di maggior pregio, la valorizzazione dei prodotti tipici (i vini del Montello e la patata del Montello), passando per i percorsi sportivi fino ad arrivare a quelli legati alla Grande Guerra. Nel 2018 le celebrazioni del Centenario riguarderanno soprattutto le aree del Montello e del Piave. Lo scopo sarà quello di essere pronti per questo appuntamento con i musei già in essere: Villa Eros, sede del Museo della Grande, il sacrario di Nervesa, l’ex abbazia, i bunker, il museo dedicato al dopoguerra a Crocetta, la colonna romana di Volpago e il contiguo osservatorio del Re a Crocetta, e villa Pisani che fu ospedale militare. Teniamo conto che lungo il Piave combatterono soldati provenienti da venti nazioni diverse e che nel 2018 avremo la responsabilità di accogliere visitatori da molti paesi stranieri."

Ex-stazione di Volpago del Montello, con gli ingressi murati (E. Mazzonetto, 2014)


 


Potrebbe interessarti: http://www.trevisotoday.it/politica/nuovo-cda-consorzio-bosco-montello-agosto-2015.html
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Nazzareno, ovvero delle lumache e della selvaggina a Montaner

Era stato il nostro 'giornalaio' (come amava definirsi), Aldo Smiraglia
a farci conoscere Nazzareno e la sua cucina, in quel di Montaner. Le lumache
alla bourguignonne il motivo di una visita gustosa che ci aveva portati lungo
le 'rive' delle prealpi trevigiane.
Nazzareno, nella sua vita,ha girato il mondo per lavoro,mantenendo sempre
intatta la passione per la buona cucina e le tradizioni di casa propria.
Così Nazzareno aveva iniziato a far da mangiare in un piccolo spazio con la
moglie Arduina, una osteria che concretizzava una storia e una passione.
La piccola osteria è così cresciuta nel tempo ed è diventata la Trattoria di oggi,
che dispone di locali caldi ed accoglienti , in cui si ripropone il gusto della cena
in famiglia o della chiacchierata tra amici. Il servizio e la gestione, a carattere
familiare, sono accompagnati da una cantina curata e da un menù che abbraccia
i sapori tradizionali e i gusti classici, il tutto allietato da una splendida vista delle
colline Vittoriesi.
Oltre alle lumache (leggendarie),ogni giorno troverai da Nazzareno un menù ricco
di primi piatti con selvaggina, arrosti, carne alla brace, tagliate e molte altre specialità.
Vari contorni di verdure sia fresche che cotte e del buonissimo vino.
Per accompagnare i piatti scelti potrai scegliere infatti fra una vasta gamma di vini
rossi, bianchi o rosati sia tipici locali che nazionali. Vini delle migliori cantine a
prezzi davvero onesti. Fatti consigliare dallo chef l'abbinamento migliore con il
piatto scelto: il risultato sarà un vero successo.
Ma Nazzareno ha saputo trasmettere anche alla figlia Denira la passione per la
cucina : a Lei sono state affidate le redini dell'attività.
Il 'giornalaio' Aldo Smiraglia ( editore, fra gli altri del mitico foglio roseo
Il Cagnan),sarà felice di quell'incontro e di quella scoperta : Nazzareno resta
un presidio certo fra le eccellenze locali !



specialità carne

mercoledì 25 maggio 2016

Festa dei carciofi a Strugnano


Quest’anno il carciofo regnerà nel Parco naturale di Strugnano, dove troverete molte sorprese culinarie.

Turistično društvo Solinar Strunjan – la Società turistica Salinero Strugnano v'invita il 21 in 22 maggio 2016 alla FESTA DEI CARCIOFI che si terrà al parcheggio nel centro di Strugnano davanti alla trattoria Pod Trto.
Sabato, 21 maggio 2016
  • 10.00 – 17:00: mercato dei carciofi e di altre bontà locali
  • 10.00 – 17.00: mostra nel Centro del Parco naturale di Strugnano
  • 10.00 – 20.00: prelibatezze gastronomiche di Strugnano
  • 10.00: passeggiata fino alla casa dei salinai e visita guidata attraverso la salina – punto di ritrovo: presso il monumento
  • 15.00: lettura “Conoscere i carciofi e il loro uso in cucina”, condotta da Jana Bolčič dall’ufficio di consulenza agricola di Capodistria (KSS Koper, KGZS Nova Gorica) alla fattoria Giassi – punto di ritrovo: presso il monumento
  • 16.00: visita della piantagione di carciofi e degustazione di carciofi (prezzo 5,00 €) - – punto di ritrovo: presso il monumento
La manifestazione sarà animata dai gruppi culturali e artistici della comunità italiana Giuseppe Tartini, Solinarska družina (famiglia dei salinai) in costume tradizionale e dal gruppo di pittura.
L'evento sarà anche una bella occasione di socializzazione tra i membri e i simpatizzanti della Società turistica Salinero Strugnano.
 Domenica, 22 maggio 2016
  • 10.00– 17:00: mercato dei carciofi e di altre bontà locali
  • 10.00– 20.00: prelibatezze gastronomiche di Strugnano
  • 15.00: lettura “Conoscere i carciofi e il loro uso in cucina”, condotta da Jana Bolčič dall’ufficio di consulenza agricola di Capodistria (KSS Koper, KGZS Nova Gorica) alla fattoria Giassi – punto di ritrovo: presso il monumento
  • 16.00: visita della piantagione di carciofi e degustazione di carciofi (prezzo 5,00 €) – punto di ritrovo: presso il monumento
I visitatori potranno parcheggiare gratuitamente sull’ex campo di calcio.
In caso di maltempo la manifestazione sarà annullata.

martedì 24 maggio 2016

L'AN DE LA FAN 21 E 22 MAGGIO - CAPPELLA MAGGIORE


La rievocazione storica del passaggio dei profughi in ricordo dell'occupazione del 1917, si è tenuta
a Cappella Maggiore nei giorni 21 e 22 maggio.
Sabato si è svolta la presentazione e l'apertura della rievocazione storica con lo schieramento dei Reggimenti di Tradizione austro ungarici con bandiera reggimentale, profughi e prigionieri - presso il campo militare Villa Garbellotto - Via della Paglia
Domenica la partenza dei carri profughi e del gruppo reparto salmerie della sezione A.N.A. di Vittorio Veneto, scortati dalle truppe di occupazione austro ungariche provenienti dal Trentino Alto Adige, Austria e Slovenia, in uniforme storica.
Nel corso della manifestazione ha funzionato il servizio enogastronomico con specialità culinarie di una volta : i figadei con la polenta e la tosea (rigorosamente di AgriCansiglio), la fortaia coe spondoe e altre specialità. La cucina è stata curata dal team di cucina del ristorante pizzeria Tabialà di Cappella Maggiore che , nell'occasione,ha tenuto chiuso il proprio locale.

lunedì 23 maggio 2016

Il Festival delle Basse 2016

A sud delle provincie di Padova, Verona e Vicenza, esiste ancora una parte di campagna incontaminata dove il tempo sembra scorrere più lentamente e dove la terra scandisce, attraverso colori e profumi, il passaggio delle stagioni. Sono territori attraversati da una fitta rete di corsi d’acqua e disseminati di antiche chiesette e monasteri, ville patrizie e borghi.

“Il vero simbolo della provincia è l’incapacità di narrare la propria storia”.
Abbiamo fatto nostra questa riflessione di Luigi Ghirri – uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento che ha fatto proprio della provincia il centro della propria ricerca artistica – che è diventata stimolo e occasione per far partire questo progetto e trasformare le nostre Basse in contenitori culturali, luoghi capaci di raccontare la propria secolare cultura e storia.

Il Festival delle Basse, ideato e voluto da una rete di amministratori e abitanti del territorio, vuole, quindi, essere un momento di incontro e approfondimento, ma anche un’occasione per riscoprire e far scoprire alcuni piccoli gioielli del patrimonio artistico e storico dei territori che si trovano in queste aree.

Fulcro della prima edizione della manifestazione, svoltasi nel 2015, è stato il comune di Urbana (PD) con l’antico edificio dell’ex Monastero di San Salvaro, risalente all’XI secolo d.C., che oggi ospita il Museo delle Antiche Vie (museosansalvaro.it). Ma, proprio perché questa manifestazione nasce per valorizzare e mettere in risalto il ricchissimo patrimonio storico-culturale e agro-alimentare di queste zone, già da questa seconda edizione, il Festival diviene itinerante e andrà ogni anno a toccare alcuni dei luoghi più belli di questi territori.

La seconda edizione del Festival delle Basse, che si svolgerà dal 3 al 5 giugno 2016, sarà, infatti, ospitata nell’affascinante cornice di Villa Correr – costruita verso la fine del ‘600 come dimora estiva dell’omonima, nobile famiglia veneziana, che qui possedeva più di trecento ettari di terreno – a Casale di Scodosia (PD).
strisce
Promuovere presso un pubblico legato al concetto di turismo slow territori normalmente non attraversati dai principali percorsi turistici.

Trasformare proprio questi luoghi di “provincia” in contenitori culturali capaci di attrarre sia un pubblico locale sia un pubblico più ampio

Realizzare una manifestazione che parli a pubblici e generazioni differenti con differenti linguaggi

Promuovere le eccellenze della produzione agricola locale, tra cui i vini del Merlara D.O.C., la produzione del Prosciutto Veneto Berico-Euganeo, l’importante produzione ortofrutticola locale, le eccellenze nella produzione di carni di “bassa corte”

Promuovere il “sistema accoglienza” di questi territori attraverso la valorizzazione di ristoranti, trattorie, agriturismi, b&b

Creare un’occasione di confronto e promozione comune tra gli operatori del territorio

Il programma giorno per giorno

Venerdì 3 giugno 2016

Venerdì 3 giugno il primo giorno di Festival si apre ufficialmente alle ore 19, anche quest’anno con una serata interamente dedicata al territorio e al meglio della sua produzione enogastronomica.

Alle ore 20 primo appuntamento della rassegna con Mangia come parli – reading ironico sulla cultura del cibo – con Massimiliano Bruno – reduce dal recente successo del suo ultimo film Gli ultimi saranno ultimi che il regista presenta al Festival nella giornata di sabato 4 giugno – Lara Balbo, Gianni Corsi, Giulia Fiume, Maurizio Lops, Giuseppe Ragone e gli interventi musicali di Fabio Antonelli.

A seguire, a partire dalle ore 21, è, invece, il momento dell’inaugurazione ufficiale della manifestazione: se nel 2015 la prima edizione di Festival si è aperta, infatti, con la firma della Carta di Milano da parte di 21 Sindaci del territorio, anche la Il edizione apre quest’anno con un importante momento dedicato alla presentazione pubblica della progettualità che porterà alla sottoscrizione del Contratto di Fiume Adige Euganeo – un moderno strumento operativo basato sulla concertazione e partecipazione del territorio finalizzata alla salvaguardia e alla corretta gestione dell’acqua e delle attività economiche e sociali ad essa collegate – che già conta sull’adesione di 85 enti pubblici tra Comuni, Istituzioni e Associazioni dell’area dei bacini dei fiumi Adige e Brenta-Bacchiglione. L’evento di presentazione è organizzato dal Presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato, con la partecipazione di Federico Quaranta e Nicola Prudente, storici conduttori della trasmissione radiofonica di Decanter di Rai Radio2 e volti de La prova del cuoco.

La serata prosegue con Donpasta – dj, economista, appassionato di gastronomia e “attivista del cibo”, come lo ha definito il New York Times – protagonista di un doppio appuntamento: alle 21.30, insieme a Fede&Tinto, per la presentazione del suo recente libro Kitchen Social Club – 25 storie di cibo senza sfruttamento e accessibile a tutti – e a partire dalle ore 22 con il suo Cookin’ Dj Set, uno spettacolo a metà strada tra cooking show e dj set, speziato di sonorità del mondo intero, tra il funk, il reggae, il Sud America e la Londra meticcia, sul palco con vinili e pentole, mixer e minipimer per frullare musica e veloutés.

La serata è, inoltre, animata dagli spettacoli della Compagnia di teatro di strada Fratelli Ochner che vanno in scena in diversi punti del parco di Villa Correr. Mentre, a chiudere la prima giornata di Festival, è il neo-folk della Contrada Lorì.

Sabato 4 giugno 2016

Il Festival prosegue sabato 4 giugno per una seconda giornata nella quale, a partire dalle ore 17 e fino a notte inoltrata, si alternano incontri, concerti, laboratori per bambini e reading per dare vita a una lunga notte della cultura.

I primi due appuntamenti sono dedicati alla musica con la sezione giùdalplaco curata dall’etichetta indipendente In the bottle records. Alle 18 con Bob Corn, il maestro del cantautorato folk indipendente italiano, e alle 19, con The Giant Undertow il blues “delle Basse”, scuro e colmo di suggestioni musicali d’oltreoceano.

Alle ore 20 primo appuntamento con la scrittura con un nuovo spazio dedicato al genere giallo e noir che vede sul palco gli scrittori Massimo Polidoro, Giovanni Ricciardi e Paolo Roversi intervistati dal giornalista Leandro Barsotti.

A seguire, alle ore 21, è il momento dell’incontro A tu per tu con il regista, scenografo e attore Massimiliano Bruno che, insieme al giornalista Alberto Fassina, parla del suo lavoro e presenta il suo ultimo film Gli ultimi saranno ultimi, con Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio.

La seconda parte della serata di sabato è dedicata anche quest’anno alla grande musica: il palco di questa seconda edizione ospita alle ore 22 Gianni Maroccolo con il suo Nulla è andato perso. Un emozionante concerto-spettacolo che ripercorre e racconta 30 anni di storia della musica, un viaggio nel viaggio: da Via de Bardi 32, la storica cantina fiorentina dei Litfiba dove tutto ebbe inizio fino a vdb23, l’ ultimo lavoro condiviso da Maroccolo con il compianto Claudio Rocchi. Un racconto speciale affidato all’essenza della musica, della passione, degli incontri, della condivisione e di tutte le sfide che Gianni ha affrontato e vinto con l’autenticità che lo contraddistingue. Sul palco, insieme a Maraccolo, altri quattro grandi musicisti del panorama italiano Antonio Aiazzi, Andrea Chimenti – voce dello spettacolo – Simone Filippi e Beppe Brotto.

Ultimo live di sabato 4 giugno, a mezzanotte, per la sezione giùdalplaco, è quello dei Mr Wob & The Canes con il loro intenso voodoo blues.

Ma la notte non finisce qui. Al termine dei concerti, a partire dall’1 del mattino va in scena lo spettacolo Con la notte nel cuore. Racconti del mistero: nel cuore della notte avvolto dal mistero e dai racconti di autori come Edgar Allan Poe, Daphne Du Maurier, Bohumil Hrabal, accompagnato da tre fra i più significativi narratori del nostro territorio Giuliana Musso, Andrea Pennacchi, Mirko Artuso, insieme ai musicisti Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini, il pubblico viene guidato nelle stanze della splendida Villa Correr per una recitazione a passo d’uomo che regala emozioni nuove e inusuali in un itinerario ricco di storie tutte da scoprire.

Domenica 5 giugno 2016

La giornata di domenica 5 giugno è una nonstop dal mattino e fino a sera di libri, teatro e musica con numerosi ospiti che si alternano sul palco nel corso della giornata.

Grance protagonista dei questa giornata è la bicicletta. Alle ore 8 dalla piazza principale di Montagnana (PD) parte una grande biciclettata a sostegno del progetto Bike The Nobel lanciato dalla trasmissione Caterpillar di Radi Radio2 per la candidatura della bici a Premio Nobel per la Pace. La biciclettata – organizzata in collaborazione con le Associazioni del territorio – percorre una parte dell’Anello ciclabile delle Città Murate per arrivare a Villa Correr dove, a partire dalle ore 9.30, è il momento della Colazione al parco con dolci e frutta di stagione proposti dai pasticceri e dagli agricoltori del Festival.

A partire dalle ore 11.30 prende il via la programmazione culturale con lo spettacolo Vengo anche in bici con Mirko Artuso, Giuliana Musso, Patrizia Laquidara e musiche di Daniele Santimone, una lode alla bicicletta, un reading a tre voci per ricordare a tutti noi l’importanza di questo mezzo di trasporto e le tante vicende che ha nel tempo suggerito al cinema, al teatro e alla musica.

Alle ore 13 Concerto del meriggio con la mitica Banda Osiris e il suo inconfondibile mix di teatro, humour e ricerca sonora.

Si prosegue alle 14.30 con il matematico e logico Piergiorgio Odifreddi con un affascinante racconto tra storia e scienza accompagnato dalla “voce” del theremin di Vincenzo Vasi. A seguire tornano sul palco i libri e la letteratura con Salvatore Striano “Sasà” – che, dopo essere stato per anni carcerato a Rebibbia dove ha scoperto Shakespeare e il teatro e avere esordito nel cinema con Gomorra, è stato consacrato nel 2012 con il film Cesare deve morire dei fratelli Taviani, Orso d’oro al Festival di Berlino – e il suo nuovo libro La tempesta di Sasà, Massimo Cirri che, dopo avere inaugurato la prima edizione del Festival lo scorso anno, torna nelle Basse per presentare il nuovo libro Un’altra parte del mondo, e lo scrittore Fulvio Ervas, che presenta il suo ultimo libro Tu non tacere insieme al giornalista Sergio Frigo.

Alle 17.30 è, invece, il momento di un’anteprima al Festival delle Basse: 100% Bassa. Le voci e i volti di Caterpillar si materializzano per un pomeriggio sul palco del Festival delle Basse in uno spettacolo in cui il pubblico è “campione d’Italia”, ovvero specchio per raccontare il Paese con l’aiuto di un interprete della statistica. A commentare tendenze e virtù della società italiana insieme ai protagonisti della trasmissione radiofonica di Rai Radio2 intervengono anche Andrea di Marco, e la coppia Chiaccherpillar composta da Walter Leonardi e Flavio Pirini.

A seguire, alle 18.30, un altro appuntamento imperdibile sul palco del Festival delle Basse è quello con il celebre duo comico Ale&Franz protagonista di una divertente intervista/spettacolo condotta da Massimo Cirri che ripercorre le tappe salienti della loro carriera.
Infine, a partire dalle 19.30, anche questa seconda edizione di Festival si chiude con la musica, con l’atteso concerto dei Sacri Cuori, il cui percorso artistico intreccia i suoni del folk e del blues americano e la tradizione della colonna sonora all’italiana, da Nino Rota a Trovajoli.

La sezione cinema

Il Festival si arricchisce quest’anno di nuove e importanti collaborazioni con alcune realtà del territorio da tempo impegnate nella promozione della cultura.

Tra queste, l’Euganea Film Festival che cura una speciale Sezione cinema con una selezione dei migliori cortometraggi e documentari proiettati al Festival e legati all’ambiente e al cibo.

Si parte venerdì 3 giugno alle ore 22 con la proiezione di Barolo boys di Paolo Casalis e Tiziano Gaia
dove il meraviglioso paesaggio delle Langhe fa da sfondo alla storia di un gruppo di amici, i “ragazzi ribelli” che hanno reso grande il vino italiano, tra conflitti generazionali, geniali intuizioni e polemiche. Sabato 4 giugno alle ore 21 è il momento del giallo anche per il cinema con Milano Calibro 9 di Fernando Di Leo ispirato al titolo di un’antologia di racconti di Giorgio Scerbanenco, padre del noir italiano. La serata prosegue, invece, alle ore 22 con la proiezione del film di Massimiliano Bruno Gli ultimi saranno ultimi.

A questi si aggiunge una programmazione speciale di cortometraggi di animazione destinata ai più piccoli che viene ospitata all’interno di Villa Correr nei pomeriggio di sabato 4 e domenica 5.

La sezione ragazzi

Altra importante novità di quest’anno è lo spazio ragazzi, a cura della casa editrice CameloZampa che nei tre giorni di Festival propone incontri, laboratori e attività per il pubblico più giovane della manifestazione con alcuni tra i più interessanti scrittori e illustratori italiani per ragazzi, tra cui Sonia Maria Luce Possentini, Diego Silei e Ilaria Guarducci.

Artigianato ed enogastronomia al Festival delle Basse

Come lo scorso anno ampio spazio è dedicato alle produzioni locali: artigianali ed enogastronomiche.
L’allestimento dell’intera area del Festival è curato dagli artigiani del mobile del territorio di Casale di Scodosia e nei tre giorni di manifestazione l’area somministrazione vede protagonisti i migliori ristoratori del territorio che, insieme ai produttori, raccontano le “Basse” attraverso i piatti e i prodotti proposti al pubblico.

Il territorio

Quello del Festival delle Basse è un ampio territorio – idealmente compreso tra i Colli Euganei e il fiume Adige – che ha saputo conservare la propria tradizione e la propria cultura rurale e che, a livello naturalistico e paesaggistico, presenta un aspetto del tutto peculiare con una campagna pressoché intatta attraversata da una fitta rete di corsi d’acqua – con argini, golene e oasi naturalistiche – e un patrimonio storico-artistico di grande valore fatto di antiche pievi e monasteri, così come di importanti manufatti idraulici realizzati a partire dal 1500 e ville patrizie, a testimonianza entrambi della secolare presenza veneziana in queste aree. L’Anello delle città murate – un itinerario ciclabile che si snoda lungo canali e fiumi per circa 30 km – attraversa la Bassa Padovana, tra i Colli Euganei e la Scodosia, toccando alcuni degli angoli più suggestivi di questi luoghi e alcune importanti costruzioni medioevali come palazzi fortificati, castelli, rocche, torri isolate e città murate.

Villa Correr

Proprio per valorizzare e far conoscere i tanti gioielli nascosti di questi territori, il Festival diventa, a partire da quest’anno, itinerante. Se la prima edizione si era svolta lo scorso anno all’ex Monastero di San Salvaro a Urbana (PD) – edificio risalente all’XI secolo d.C. – quest’anno l’affascinante cornice che ospiterà la manifestazione sarà quella della seicentesca Villa Correr e del suo ampio parco, a Casale di Scodosia, sempre in provincia di Padova. Edificata verso la fine del XVII secolo come dimora estiva dei Correr, nobile famiglia di origini veneziane, la Villa fu costruita utilizzando materiali recuperati da precedenti abitazioni e fortificazioni del 1500 e oggi mantiene ancora immutato il suo giardino con piante secolari, le decorazioni su intonaco in terra naturale e le finestre a medaglioni di Murano.

Contatti ufficio stampa

Francesca Zanardo
zanardo@glass-studio.it
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domenica 22 maggio 2016

TUTTI I COLORI DEL BIANCO A MILANO: GRANDE BANCO D’ASSAGGIO ALL’HOTEL MICHELANGELO

Organizzato da Gowine e dal Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave
Milano, 19 maggio 2016- Lunedì 16 maggio u.s. , all’Hotel Michelangelo a Milano, si è svolta la settima edizione de “Tutti i colori del Bianco”, importantissimo evento sui grandi bianchi nazionali.
L’evento è stato promosso dall’Associazione Gowine di Alba, d’intesa con il Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave (è intervenuto il Direttore di quest’ultimo, Aldo Lorenzoni), col fine di dedicare uno spazio importante ai bianchi d’eccellenza italiana: ogni cantina presente ha proposto, attraverso un’originale degustazione verticale, un vino in due diverse grandi annate.
A “Tutti i colori del Bianco” ha partecipato lo staff di giornalisti e comunicatori della testata web “Borghi d’Europa” e dell’Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto, che ha potuto degustare alcuni grandissimi vini del Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia, territori dove è fondamentale insistere nella valorizzazione del turismo del gusto.
Del Piemonte sono stati assaggiati i vini dell’Azienda Agricola Bricco Maiolica di Diano d’Alba, poi l’Erbaluce di Caluso della Cantina Cieck e il Gavi della Tenuta La Meirana, mentre del Veneto quelli dell’Azienda Bixio Poderi di San Bonifiacio (Verona). Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, i giornalisti dei Borghi Europei del Gusto hanno fatto degustazioni verticali di due belle realtà del Collio, “Colmello di Grotta” di Farra d’Isonzo e della Società Agricola Ca’ Ronesca di Dolegna del Collio e poi dell’Azienda Il Roncal di Cividale del Friuli (Udine).
L’evento all’Hotel Michelangelo è stato di livello: Gowine, sin da quando è nata nel 2001, lavora alacremente per diffondere la conoscenza dei luoghi di produzione dei vini del nostro Belpaese, cercando di stimolare gli enonauti a muoversi per conoscere tali luoghi.
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L'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto è stata costituita nel 2009 per valorizzare e promuovere la conoscenza e lo sviluppo delle culture locali, collegando borghi e territori europei poco conosciuti, attraverso scambi culturali e istituzionali di carattere enogastronomico, storico, ambientale, artistico e professionale. L'Associazione riunisce enti locali e associazioni che operano nelle comunità locali, confrontando le rispettive esperienze, ispirandosi ai principi dell'interculturalismo del Consiglio d'Europa. Sono oltre 30 i borghi e i territori italiani che hanno aderito all'Associazione Internazionale, che è presente in 15 Stati europei. L'Associazione è organizzata per unità tematiche che sono chiamate “Azioni”, per ognuna della quali si crea un circuito di borghi e territori. Ogni Azione è aperta alla partecipazione di tutte le entità italiane ed europee (comuni, associazioni, consorzi e altre organizzazioni), che vogliano parteciparvi.



L'Italia del Gusto all'evento sui Grandi Vini dell'Alto Adige a Milano


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Il 'bilancio' delle iniziative di maggio della rete dei borghi europei del gusto

Nel mese di maggio la rete dei borghi europei del gusto ha realizzato per il progetto 'Comunicare per Esistere' questi interventi :

Iniziative europee
  • Stage di informazione con l'Istria Croata e l'Austria ( in collaborazione con l'Associazione Italia-Austria), in Borgo Malanotte ( Tezze di Piave) ;
  • Intervento di sostegno alla Crociera Organistica sul Sile ( Comitato Promotore dell'Itinerario Culturale Europeo 'Strade e Borghi degli Organi Storici), a Casier ;
  • Interventi di informazione in Slovenia per iniziative e manifestazioni a cura dell'Ente Turistico di Portorose ( Pirano e Padena) .

Iniziative nelle Regioni Italiane
  • L'Unità di informazione di Milano ha curato gli scambi con l'Umbria e il Trentino Alto Adige ;
  • Accordo con l'Associazione Transdolomites per il Festival Europeo del Gusto di Predazzo
    l'1 e il 2 di ottobre ;
  • L'Unità di informazione del Nordest ha curato gli scambi con la Basilicata ;
  • Hanno preso il via i progetti 'Comunicare nelle Prealpi Trevigiane e in Cansiglio' ,
    'Comunicare nelle Terre di Montagnana' e 'Comunicare lungo la Livenza'

- Presentato il dossier di informazione , curato da Palato Anarchico, sulla Valle del Rubicone .

sabato 21 maggio 2016

Le visite gustose : al Tabialà di Cappella Maggiore

Il bello dei viaggi del gusto dell'Associazione l'Altratavola non sono le roboanti visite preannunciate, ma l'accostarsi alla cucina dei locali in un giorno qualsiasi di un menù qualsiasi.
Così la visita al ristorante pizzeria Tabialà di Cappella Maggiore ci ha dato :
uno straordinario risotto al colombino (nel menù giornaliero) ; ossobuchi con polenta gialla e la degustazione di una pizza agli asparagi semplicemente buona.
I vini di Giovanni Barazza di Cappella Maggiore, in Borgo Portinor, sono stati assolutamente all'altezza di cotanto menù !


Hostaria Zanarotti - Gnocchi alla montagnanese di semolino e mais


Un piatto di una semplicità e di una efficacia straordinarie.
La fotografia è stata tratta dal blog Viaggiare, uno stile di vita - Blog di viaggi di Nicole Pasini .

L'AN DE LA FAN. In ricordo dell'occupazione del 1917 - 1918 a Cappella Maggiore


Dal 19/05/2016 al 15/06/2016

Sabato 21 e Domenica 22 MAGGIO 2016
RIEVOCAZIONE STORICA DEL PASSAGGIO DEI PROFUGHI A CAPPELLA MAGGIORE
Nel centenario della Grande Guerra il Comune di Cappella Maggiore insieme a numerose associazioni locali organizza una manifestazione volta a rievocare l'anno dell'occupazione straniera, tra il 1917 e il 1918, seguita alla disfatta di Caporetto.
La Comunità di Cappella Maggiore, infatti, dopo il crollo del fronte italiano sull'Isonzo, subì l'occupazione austro-tedesca e visse l'arrivo dei profughi provenienti dai paesi occupati lungo il fronte del Piave. 
 
La manifestazione viene seguita dai giornalisti e dai comunicatori della rete dei borghi europei del gusto, per le iniziative di 'Comunicare nelle Prealpi Trevigiana e in Cansiglio'. 

L'Alpago, il Cansiglio e l'informazione

I giornalisti e i comunicatori della rete dei borghi europei del gusto stanno continuando il loro percorso di scoperta delle Prealpi Trevigiane e del Cansiglio.
L'esplorazione del territorio compreso nei comuni di Farra d'Alpago e Tambre è avvenuto proprio nei giorni del passaggio del Giro d'Italia.Una occasione ghiotta e unica per accendere i riflettori dell'informazione sulla zona dell'Alpago.
Le visite (preparatorie) della redazione della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto hanno toccato ristoranti,agriturismi,attività artigianali del settore agroalimentare e non.

L'Alpago è una regione storico-geografica della provincia di Belluno meridionale, corrispondente grossomodo ai territori dei comuni di Alpago, Chies e Tambre.
È caratterizzata dalla presenza del lago di Santa Croce, il più esteso del Veneto interamente in territorio regionale (il Garda sarebbe il primo) e dalla Foresta del Cansiglio.
L'area è stata oggetto di studio e sperimentazione da parte della Regione del Veneto, nell'ambito della pianificazione territoriale. In particolare è stata interessata dal progetto ALPLAB inerente alla ricerca di nuove metodologie di analisi per i piani strutturali.
L'Alpago è sostanzialmente una conca che, circondata quasi completamente dalle prealpi Bellunesi (qui dette Dolomiti d'Alpago), degrada sino al lago di Santa Croce e alla Valbelluna. La regione si estende fra i 12° 25' 21" e i 12° 36' 38" di longitudine est e i 46° 02' 51" e 46° 13' 18" di latitudine nord.
I monti che circondano la conca sono, partendo da nord-ovest, il Dolada (1.939 m), il Col Mat (1.980), il Col Nudo (2.472, la cima più alta di tutte le prealpi Venete), la Pala di Castello (2.199), il monte Teverone (2.347), il Col Piero (2.000), il Crepon (2.110), il Crep Nudo (2.207), il Venal (2.212), l'Antander (2.184), il Messer (2.231), il Castelat (2.203), il Guslon (2.193), la Cima delle Vacche (2.057), il Cavallo (2.251), il Cimon della Palantina (2.193), il Tremol (2.007), il monte Costa (1.316) e il Faverghera (1.610). Inoltre, a sud confina con l'altopiano del Cansiglio.
Corso d'acqua principale è il torrente Tesa, principale immissario del lago di Santa Croce.



Il Mulino al Pizzon a Fratta Polesine

A Fratta Polesine, alla confluenza tra due vie d’acqua, il Canalbianco e lo Scortico, si trova il Mulino al Pizzon, uno dei pochi esempi di mulino terragno ad acqua risalente all’Ottocento. Il complesso, perfettamente conservato e sottoposto ad un attento intervento di restauro, conserva ancora intatti i macchinari per la molitura del grano, la conca di navigazione e il ponte-canale, testimonianza delle prime bonifiche in Polesine nel XIV secolo.Il Mulino oltre ad essere una locanda è Ecomuseo, immerso nel verde dell’affascinante paesaggio polesano ed un modello unico di archeologia industriale.

Al Mulino al Pizzon si svolge una manifestazione delle Giornate Europee dei Mulini 2016.
La Locanda offre un menù che è una sintesi dei prodotti di questa zona del Polesine. La pinza alla munara, il pane, la pasta e i dolci creati a mano cercando anche di valorizzare le tradizioni delle zone circostanti non dimenticando che il Tartaro Canal Bianco un tempo era il confine tra la "Serenissima" e gli Estensi e vettore di usi e tradizioni. Il tutto in una atmosfera accogliente, suggestiva ed unica. 



.....un salto al Tabialà, a Cappella Maggiore

Sono molti anni che parliamo e scriviamo di ristoranti e ristoratori.
Ormai, lo confessiamo, raramente ci capita di emozionarci, per quell'insostituibile mix
di buona cucina e doti umane che ogni esperienza ci deve suggerire.
Fra osare le patatine industriali, gli strepiti in tv e le ricette in tutte le salse, un brivido
di autentica indignazione ci pervade sempre più spesso.

Incontrare Fabrizio, al Tabialà di Cappella Maggiore, lo diciamo senza infingimenti,ci
ha in parte riportati sulla retta via.
Fabrizio è nato e cresciuto nel mondo del cibo, ha studiato, ha girato e vagabondato
collezionando diverse esperienze professionali, poi, approdato al Tabialà, dopo una
manciata d'anni, lo ha preso in mano di par suo.
Non occorre usare paroloni insensati o dilungarci : il suo menù (giornaliero) parte
da pochi comandamenti, ma molto chiari : prodotti freschi, qualitativamente
ineccepibili; stagionalità della cucina ; niente abbinamenti o interventi invasivi, ma
rispetto assoluto delle qualità dei singoli alimenti ; creatività nelle presentazioni.
Il tocco di creatività stà appunto negli accostamenti, nelle cotture mai invasive,
nel commento intelligente.

Persino nelle pizze Fabrizio ci ha messo del suo. Dopo molti esperimenti, ha saputo
individuare una 'trama' di farine antiche e con un mix personalissimo ( con impasti
a lunga, lunghissima lievitazione e maturazione), ha saputo proporre al Tabialà
una pizza squisita e , semplicemente,buona!

La scelta dei vini, pur previlegiando i vini del territorio, non esclude alcune citazioni
di grande cultura enoica : Franciacorta,Champagne e..... il resto lo lasciano scoprire
di persona !

Fabrizio ha anche il dono della buona comunicazione, la ricerca, la coltiva, con uno
stile mai arrogante o supponente. Ci leggi dietro e dentro tutto l'entusiasmo di una vita
dedicata al cibo come fatto culturale.

Le iniziative di informazione della rete dei borghi europei del gusto hanno dunque
incontrato un interlocutore positivo.


Nel 1931 Montagnana era citata nella Guida del Touring Club d'Italia.....

Nel 1931 la prima edizione della Guida Gastronomica d'Italia del Touring Club Italiano, parlando di Padova annotava : " In varie plaghe sono allevati largamente i suini, come a Montagnana,ove il mercato dei maiali macellati è importante. I prodotti locali della lavorazione delle carni suine sono in genere eccellenti, tanto i casalinghi come gli industriali: prosciutti dolci.....".
1931. La prima guida gastronomica della storia del BelPaese.
L'edizione 2016 di Montagnana in Festa, pur nel suo ragguardevole successo quantitativo, continua nella logica del ' facciamolo e mangiamocela tra di noi'. Non vi sono iniziative per 'collegare' Montagnana ad altri territori, ad altri Paesi Europei, per far conoscere uno dei Borghi più Belli d'Italia e , magari, aprire nuove prospettive di mercato. A meno che non si voglia sostenere che vanno in questa direzione i gemellaggi gastronomici con Valeggio sul Mincio e Recoaro Terme......
Così, riallacciandosi a quella straordinaria citazione del 1931 , è stato presentato all'Hosteria Zanarotti l'iniziativa di informazione 'Comunicare nelle Terre di Montagnana', un percorso internazionale che attiverà scambi culturali e informativi  con Austria,Croazia,Slovenia,Svizzera ed altre regioni italiane (Friuli Venezia Giulia,Emilia Romagna,Toscana), partendo dal racconto e dalle degustazioni delle tipicità locali. L'iniziativa è entrata a far parte del progetto 'Comunicare per Esistere', promosso dalla rete dei borghi eurpoei del gusto ( che comprende borghi e territori poco conosciuti di oltre 20 Paesi e Regioni Europee), rete finalizzata ad 'informare chi informa'.
Il primo appuntamento in giugno : il prosciutto istriano e il pecorino istriano della Città di Buje
(Croazia) si confronteranno con il prosciutto di Montagnana e i formaggi del territorio, per un incontro al quale parteciperanno giornalisti e comunicatori e rappresentanti delle istituzioni istriane.
Lo scopo dichiarato è quello di fare rete (a livello locale e internazionale),capace di aprire nuove prospettive di turismo culturale e nuove opportunità di mercato. Insomma, dimostrare che con poche risorse finanziarie e molta creatività, è possibile realizzare percorsi innovativi di comunicazione, al di fuori della solita logica del 'facciamolo e mangiamocela fra di noi'.
All'Hosteria Zanarotti sono intervenuti oltre a 'paron' Arturo, il Caseificio Mucca Verde ( Cooperativa Agricola Veneta, Urbana), l'azienda agricola Michele Lora (Frutta e Verdura di stagione), Marcato Vini ( Roncà-Vr), Bertelli Salumi e il Panificio Zanarotti.

mercoledì 18 maggio 2016

L’arte di far prosciutti



Il Consorzio di Tutela del Prosciutto Veneto Berico-Euganeo nasce a Montagnana il 10 giugno 1971 tra i produttori operanti nella pianura compresa tra i Colli Berici e gli Euganei, con l’obiettivo di tutelare l’origine e la qualità del prodotto, il Prosciutto, che qui ancora oggi viene lavorato secondo antiche usanze e tradizioni.

Il 25 novembre, giorno di S. Caterina, le Fiere di Montagnana e dei paesi della dorsale Berico-Euganea segnavano l’inizio delle contrattazioni delle cosce, destinate a diventar prosciutti in mano ad alcuni salumieri, i piu’ intraprendenti e capaci, progenitori degli attuali produttori Veneti. Mani esperte le massaggiavano e le cospargevano di sale secondo le regole della scuola Veneta, ancor oggi rigidamente applicate.

Nel 1996 l’Unione Europea assegna al Prosciutto Veneto la D.O.P. Denominazione di Origine Protetta, marchio che garantisce lo strettissimo legame tra la produzione ed il suo territorio, 15 comuni posti tra i Colli Berici ed Euganei, con Montagnana che ne è il centro più rinomato e sede del Consorzio. Oggi il Prosciutto che rispetta il disciplinare viene marchiato a fuoco con il Leone di San Marco e la scritta “VENETO”, non prima di 12 mesi di stagionatura, che possono diventare anche 19-20. Una lunga attesa per far acquisire al prosciutto tutta la sua fragranza, il suo colore rosato e la sua straordinaria dolcezza.

marchiatura_prosciutto

Renzo Lupatin e la Vaca Mora

Renzo Lupatin,presidente della rete dei borghi europei del gusto, annuncia per il mese di maggio l'uscita del numero della rivista La Vaca Mora, nata da una sua brillante idea.
“Vaca mora” era il termine popolare con cui veniva chiamato il trenino a vapore che si arrampicava sbuffando dalla pianura vicentina fin sull’Altopiano di Asiago; più in generale il termine andò ad identificare i treni a vapore di montagna, alcuni dotati di cremagliera.

Una curiosità che potrebbe spiegare un appellativo così singolare come “vaca mora” viene raccontata da Chiericato e Gasparella nel loro libro: nel secondo dopoguerra, era consuetudine che i mariti facoltosi mandassero le consorti in villeggiatura ad Asiago per trascorrere le famose settimane bianche. I mariti, impegnati nel loro lavoro, rimanevano però a casa, così “affidavano” le loro gentili signore ai maestri di sci perché imparassero questa attività di svago. Quando i sabati successivi i mariti salivano in treno all’Altopiano per riportare a casa le mogli, qualche ferroviere burlone si inventò di porre una traversina in ferro sul fumaiolo della locomotiva; in questo modo il fumo, uscendo, si biforcava a mò di corna....