Secondo artista
Emiliano Maggi
Horned Vessel (2021), Horned Mirror (2021), Golden Worn (2020)
11 febbraio - 9 marzo 2021
BUILDINGBOX
via Monte di Pietà 23, Milano
visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7
BUILDINGBOX dedica la stagione 2021 al tema dell'oro nell'arte contemporanea con il progetto espositivo annuale La forma dell'oro a cura di Melania Rossi. La mostra vuole offrire una panoramica sull'utilizzo dell'oro nella ricerca artistica contemporanea presentando le opere di dodici artisti che alludono o ricorrono al nobile metallo con modalità e pratiche differenti.
Le installazioni saranno visibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dalla vetrina di via Monte di Pietà 23.
Il secondo artista, protagonista dall’11 febbraio al 9 marzo 2021, è Emiliano Maggi (Roma, 1977) che presenta tre opere inedite pensate appositamente per BUILDINGBOX.
Emiliano Maggi, Golden Flower, 2020, specchio acidato, ceramica smaltata, specchio ⌀ 80 cm ceramica 32 x 7 x 14 cm
Con una produzione che spazia dalla scultura alla performance, dalla musica alla pittura, Emiliano Maggi ha creato un personale universo popolato da personaggi tra il fiabesco e l’orrifico.
Ispirandosi alla natura, dove le pulsioni vitali sono libere e istintive, così come a scenari da fine Ottocento, fatti di giochi libertini ed erotici, l’artista crea opere che possiedono un carattere psichedelico e mitologico. La ceramica è il suo medium privilegiato, che anima con colori pastello, quasi madreperlati, aumentando la sensazione onirica. La finitura lucida accresce la sensualità delle sue sculture, che sembrano tremule, vibranti e delicate. Affascinato dalla fusione tra mondo animale e umano, Maggi attinge all’immaginario collettivo della favola, all’horror anni Settanta e al mondo rurale, mettendo in scena con i suoi lavori atmosfere stranianti e attraenti, che lasciano campo libero al dark side e alla sua estetica grottesca.
I tre elementi in ceramica prodotti appositamente per La forma dell’oro, Horned Vessel (2021), Horned Mirror (2021) e Golden Worn (2020), vedono l’uso del lustro dorato, quasi a mettere accenti sulle sinuose corna da satiro, sulle forme curve e bestiali che ornano i tre oggetti. Lo specchio color oro sembra capace di trasportarci nel mondo di fantasia tra passato e futuro costruito dall’artista. C’è qualcosa di romantico e inquietante insieme in queste opere, che sembrano decori dorati di un Barocco futuristico, in cui decadenza e bellezza sono inscindibili.
La forma dell'oro
BUILDINGBOX dedica la stagione 2021 al progetto La forma dell’oro, un’esposizione in dodici appuntamenti con cadenza mensile, a cura di Melania Rossi.
La mostra vuole dare una panoramica sull’utilizzo dell’oro nella ricerca artistica contemporanea, attraverso dodici installazioni di artisti che alludono al “re dei metalli” con modalità e pratiche diverse.
Definito “carne degli dei” dagli antichi egizi, oggetto simbolo della discordia nel mito greco, l’oro diviene nell’interpretazione cristiana sia emblema della manifestazione divina, sia incarnazione della vanità terrena e dei vizi umani. Un fatto è certo: nel corso dei secoli, questo elemento naturale ha conservato un alto valore espressivo tanto nella sfera del sacro, quanto in quella del profano. Nella tradizione rappresentativa, l’oro è definito da una polifonia di metafore che vanno dal divino al demoniaco, dallo spirituale al materiale, dalla perfezione alla corruzione. Lo spettro della sua potenza simbolica è tale da arrivare persino ad alludere all’assenza, alla negazione dello spazio-tempo e della gravità.
I pittori d’epoca medievale e del primo Rinascimento se ne servivano per rappresentare ciò che eccede la realtà materiale e supera l’uomo. L’aura mistica propria di tecniche antiche quali il fondo oro, il lustro e la doratura rappresentano l’imprescindibile punto di partenza per tutti gli artisti che ancora oggi scelgono di inserire quest’elemento nella loro prassi artistica.
Che tipo di fascino esercita l’oro nel mondo odierno? A quali scopi se ne serve l’arte contemporanea?
Tutti lucenti nella loro doratura, le opere e i lavori site-specific degli artisti selezionati da Melania Rossi (in oro vero o falso, oppure in bronzo, ottone, plastica, ceramica, vetro, carta) richiamano inevitabilmente la tradizione storico-artistica, portando al contempo la personale ricerca di ogni autore. Ciascun artista offre infatti un punto di vista diverso sul metallo nobile, osservato con seduzione alchemica o volontà dissacratoria. Alcuni, considerandolo un colore, ne hanno studiato le proprietà pittoriche; altri, considerandolo un materiale plastico, ne hanno indagato le potenzialità scultoree. Altri artisti, invece, hanno operato dei ribaltamenti di senso rispetto ai significati mitici, filosofici e letterari assunti dall’oro lungo le epoche.
La forma dell’oro è dunque una mostra fatta di eccezioni: qui, è tutto oro quel che luccica.
La mostra si compone di un’installazione al mese per dodici mesi, visibile 7 giorni su 7, 24 ore su 24, nella vetrina BUILDINGBOX. Un confronto senza pause tra diversi ed eccellenti modi di intendere l’aurum, metallo nobile, eterno e incorruttibile nella sua natura più pura.
Cenni biografici
Emiliano Maggi (Roma, 1977) vive e lavora a Roma. L’artista esplora la costituzione e la disintegrazione del sé, producendo sculture che ampliano la gamma della rappresentazione figurativa ed evocano regioni astratte oltre il regno della riconoscibilità. Il suo lavoro è incentrato sulle forme umane e animali, che nella visione di Maggi includono non solo il corpo ma anche la mente, l'immaginazione e l'anima, per non parlare del modo in cui il mondo materiale viene percepito e sentito attraverso questi canali. Un mondo di fiabe, film horror e fantascienza, letteratura erotica e iconografia rurale, dove i corpi umani e animali ritratti si fondono in innumerevoli corporeità senza genere, resistendo alle dinamiche del potere performativo della figurazione. Ciascuna delle sue opere nasce da un continuo rapporto intuitivo con la vasta gamma di tecniche e materiali, dalla scultura alla performance, dalla pittura alla musica fino alla danza. Il suo lavoro rivela un'etica che crea il mondo attraverso le sue superfici e nei suoi dettagli, dove innumerevoli momenti di invenzione e curiosità riflettono i misteri della coscienza in continua evoluzione.
Espone regolarmente in gallerie private e spazi pubblici tra cui si ricordano Nomas Foundation, Roma; Operativa Arte Contemporanea, Roma; Lorcan O’Neill Gallery, Roma; Macro Testaccio, Roma; Foro Palatino, American Academy, Roma; Museo Civico di Castelbuono, Palermo; Certosa di Padula, Salerno; MRAC, Musée Régional d’Art Contemporain Occitanie, Sérignan, Francia; Revolver Galeria, Lima, Perù; Mimosa House, Q21, Vienna; Mona Museum, Hobart, Tasmania; Italian Institute of Culture, Los Angeles, USA.
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