A
settembre due mostre formidabili
a
cura di Annie Cohen-Solal
per
rivelare i misteri di una pratica artistica
radicalmente
contemporanea.
Lo
straniero impara l'arte di adattarsi
in
maniera più creativa anche se più dolorosa
di
chi si sente in diritto di appartenenza /.../.
Allo
stesso tempo, lo straniero offre uno specchio
alla
società in cui si inserisce.
Georg Simmel (1908)
Sembra che su Picasso sia stato già detto tutto.
Nessun'altra opera ha suscitato tanta passione, dibattito e controversia.
Eppure chi sa che, per quasi cinquant'anni, Picasso fu marchiato come
straniero, anarchico e artista d'avanguardia? Celebrato in tutto il mondo
occidentale, fino al 1947, la sua opera comprendeva solo due dipinti nelle
collezioni francesi, in seguito al rifiuto dell'Accademia di Belle Arti. Ma
l'acume politico dell'artista gli permise di muoversi con disinvoltura, senza
rivelare la precarietà della sua condizione, in un paese dalle istituzioni
davvero obsolete.
Nel 1901 “Ruiz Picasso Pablo, noto come Picasso Pablo”, che
aveva scelto la capitale francese per trascorrere la sua vita, si trovò
schedato con il numero 74.664 della polizia. Ciononostante, l'artista continuò
a produrre le sue opere, cavalcando le onde della xenofobia del paese. Il 3
aprile 1940 chiede la naturalizzazione, ma gli viene rifiutata. Nel 1955
Picasso sceglie il Sud rispetto al Nord, gli artigiani rispetto agli Accademici
delle Belle Arti, la provincia rispetto alla capitale. Si fa veicolo della
modernizzazione della Francia e si ancora allo spazio mediterraneo al quale ha
sempre appartenuto.
“La scoperta della precarietà nascosta dell'artista e degli
ostacoli lungo il suo percorso – spiega la curatrice Annie Cohen-Solal – non ci restituisce un'immagine brutale e poco
conosciuta della xenofobia comune, del nostro contemporaneo, e di noi stessi?
Queste due mostre complementari diventano anche una radioscopia della Francia,
con i sogni che ispira, le sconfitte che impone e i demoni che la affliggono.
In tempi caotici come oggi, Picasso diventa un nostro contemporaneo: il suo
esempio è una lezione d’ottimismo, un modello da seguire, una spinta
all'impegno politico e alla pratica artistica".
Si comincia a
Mantova il 5 settembre 2024 con la mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza
a cura di Annie Cohen-Solal,
prodotta da Fondazione Palazzo Te
con la collaborazione del Musée national
Picasso-Paris e della famiglia
dell’artista. L’esposizione, articolata in quattro sezioni allestite nelle
sale monumentali di Palazzo Te fino al 6 gennaio 2025, in dialogo con gli
affreschi di Giulio Romano, presenta circa
50 opere del Maestro simbolo del Novecento, tra disegni, documenti, sculture e dipinti, alcuni eccezionalmente esposti in Italia per la prima volta.
Picasso viene
inizialmente accolto da un piccolo gruppo di poeti marginali. È nella poesia e
nel mondo dei poeti che trova i mezzi per superare gli ostacoli legati alla sua
condizione di straniero. L’artista naviga magistralmente tra le molteplici
tensioni della società francese utilizzando la metamorfosi come strategia.
Diventa quindi, al livello estetico, personale e professionale, un artista
mercuriale che pochissimi critici, soprattutto in Francia, riescono a
decifrare.
“Il rapporto tra Giulio Romano, Palazzo Te e l’arte di
Picasso passa dal lavoro sulle Metamorfosi
di Ovidio che l’artista spagnolo esegue su richiesta di Albert Skira nel 1931 e
che viene esposto a Palazzo Te – racconta il Direttore Stefano Baia Curioni –. Ma le domande e i misteri sollevati dal
lavoro di Picasso e Giulio Romano vanno oltre le affinità tematiche: entrambi
gli artisti sono “amici” del cambiamento e leggono la metamorfosi come tema
dominante. Entrambi estraggono dalla letteratura e dalla poesia alimento e
salvezza, insieme suggeriscono un modo di partecipare all’arte e alla vita”.
Dal 20
settembre 2024 si prosegue poi a Milano, a Palazzo Reale, con la mostra Picasso
lo straniero, promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta da
Palazzo Reale con Marsilio Arte e realizzata grazie alla collaborazione del Musée national Picasso-Paris (MNPP),
principale prestatore, del Palais de la Porte Dorée, del Musée National de
l’Histoire de l’Immigration e della Collection Musée Magnelli Musée de la
céramique di Vallauris. L’idea originale
del progetto è nata da Annie Cohen-Solal, curatrice scientifica della
mostra con la curatela speciale di
Cécile Debray, presidente del MNPP, e la collaborazione di Sébastien Delot,
direttore delle collezioni del MNPP.
La mostra, che chiuderà il 2 febbraio 2025, è
realizzata grazie al sostegno di Unipol
Gruppo, main sponsor, e BPER Banca,
sponsor.
Picasso lo straniero presenta
più di 90
opere dell’artista, oltre a documenti, fotografie, lettere e video, provenienti dal MNPP, dal Musée National
de l’Histoire de l’Immigration di Parigi e dalla Collection Musée
Magnelli Musée de la céramique di Vallauris: un progetto che apre a più riflessioni sui temi dell’accoglienza, dell’immigrazione e
della relazione con l’altro. Pablo Picasso, nato nel 1881 a Malaga in
Spagna, si stabilisce a Parigi nel 1904.
Nonostante la Francia diventi la sua casa e la sua fama cresca oltre i confini
nazionali, l’artista non otterrà mai la
cittadinanza francese: la mostra segue la traiettoria estetica e politica di
Picasso, per capire come abbia plasmato la propria identità vivendo nella
difficile condizione di immigrato.
"La
collaborazione tra Milano e Mantova in questo doppio progetto espositivo
rappresenta un'opportunità straordinaria per approfondire la complessa figura
di Picasso, un artista che ha saputo navigare tra le acque agitate della
xenofobia e dell'identità, trovando nella poesia e nell'arte una via per
superare gli ostacoli. Queste due mostre complementari non solo celebrano
l'opera di Picasso, ma ci offrono uno sguardo più profondo sulla Francia, sulle
sue tensioni e sulle sue aspirazioni. È un ponte tra due città, due culture e
due visioni dell'arte che si uniscono per offrire al pubblico un Picasso
inaspettato e ricco di significato." - Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
“Il ruolo di Marsilio è quello di dare spazio e voce a
protagonisti del mondo dell’arte che possano condividere con il pubblico nuovi
spunti di riflessione, culturali e sociali - afferma Luca De Michelis amministratore delegato di Marsilio Editori e
Marsilio Arte –. Siamo felici di produrre insieme a Palazzo Reale a Milano la
mostra di Picasso lo straniero che si
configura come un’assoluta novità sul territorio nazionale. Marsilio è comunque
prima di tutto editore e in questa veste abbiamo pubblicato il libro Picasso. Una vita da straniero di
Annie-Cohen Solal e i cataloghi che accompagnano le due mostre di Mantova e
Milano. L’occasione di partecipare alla realizzazione, insieme a Palazzo Reale,
del convegno dedicato a Picasso e
Guernica tenutosi oggi a Milano e di altri incontri in Biennale e a
festival letterari è poi pienamente coerente con il nostro ruolo di operatore
culturale a 360 gradi”.
Grazie all’accordo tra
Fondazione Palazzo Te, Musei Civici con il Comune di Mantova, e
Palazzo Reale, Marsilio Arte con il Comune
di Milano, le mostre di Mantova e di Milano, entrambe con catalogo Marsilio Arte, rappresentano
un’occasione unica per scoprire un Picasso inaspettato.
Con il biglietto di
ingresso di una esposizione i visitatori potranno accedere all’altra con il
ridotto.
È possibile
acquistare il biglietto in prevendita sul sito: https://www.vivaticket.com/it.
FOTO CREDITS PIERO SIMONETTO E LORENZO PENNATI
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