Nata da una burla, si è diffusa rapidamente in tutto il mondo diventando anche un dolce tipico del savonese, che però si può assaggiare solo fino al 1° aprile
Tra storia e leggenda, la tradizione del Pesce d’aprile ha radici ben salde a Savona, città nel cuore del Mediterraneo in cui facevano tappa le rotte di navigazione, favorendo così il veloce diffondersi delle notizie.
Tutto accadde nel quartiere delle Fornaci, un giorno di più del 1528, quando un emissario del Doge genovese passò nel quartiere per un giro di perlustrazione, trattandosi di una zona in particolare fermento. Un burlone, per beffarsi di lui, appuntò a sua insaputa un’acciuga fresca sulle sue spalle. Resosi conto dello sgarrò l’emissario genovese minacciò atroci rappresaglie e gli abitanti delle Fornaci, per rabbonirlo, realizzarono per lui un monumentale dolce a forma di pesce.
Da quel momento ogni anno da marzo fino al 1° aprile le cucine della città fanno a gara per realizzare il miglior pesce dolce, lungo 60 cm (misura obbligatoria dalla testa alla coda) con base pandispagna, farcitura di creme e glassatura colorata. Una giuria ne decreta il vincitore. Dal 2 aprile il pesce d’aprile scompare da Savona per riapparire l’anno successivo.
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