In occasione dei 120 anni dalla nascita di Ignazio Gardella (Milano, 1905 - Oleggio, 1999), la città di Alessandria celebra uno dei più importanti protagonisti dell'architettura italiana del Novecento con la mostra “Ignazio Gardella. Progettare la città”, in programma dal 18 dicembre 2025 al 16 marzo 2026 presso la prestigiosa sede delle Sale d’Arte.
L’esposizione, a cura di Emanuele Piccardo – critico, storico dell’architettura e fotografo – nasce da una sinergia tra il Comune di Alessandria, ASM Costruire Insieme, l’Archivio Storico Gardella e l’associazione culturale plug_in. La mostra si avvale anche della collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Alessandria, Ance Alessandria e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria, a testimonianza del forte legame tra Gardella e il territorio alessandrino, dove l’architetto ha lasciato significative tracce del suo pensiero progettuale.
Figura centrale del razionalismo italiano, Gardella ha iniziato la sua attività architettonica nella cittadina del basso Piemonte nel 1928 alla morte del padre Arnaldo che, insieme all’ingegnere Luigi Martini, aveva fondato uno studio di architettura specializzato in architetture sanitarie. Gardella nasce in una famiglia borghese di origine genovese, si laurea nel 1928 in ingegneria al Politecnico di Milano e poi in architettura allo Iuav nel 1949, e rappresenta la perfetta sintesi tra l’architettura e l’ingegneria, sommando le doti tecniche a quelle progettuali. Nel 1939 Gardella accompagna Giuseppe Pagano in Finlandia dove conosce Alvar Aalto, con il quale rimarrà in contatto per molto tempo.
Nel 1955 Gardella riceve il Premio Olivetti per l’architettura, in quanto soprattutto le sue prime opere, avevano dimostrato come “l'essenzialità costruttiva, l'aderenza funzionale, l'uso schietto dei materiali potevano essere attributi eminenti di una libera fantasia accompagnata da un rigore morale, e come un linguaggio figurativo franco e originale poteva conferire a costruzioni a carattere sociale e collettivo una espressione veramente significativa, contro la falsa retorica del tempo”.
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