Rolando
Anzanello,giornalista e scrittore di San Polo di Piave, si era
battuto a lungo per far conoscere e valorizzare il vino
raboso,proponendolo anche nelle Giornate del Buon Evento,
che si tenevano in
occasione delle Fiere della Caminada a fine agosto.
Anzanello (
direttore del settimanale Comunità, collaboratore de La Tribuna di
Treviso), era
uomo genuino, di
solidi principi : le sue battaglie sono rimaste ‘storiche’.
Gli specialisti
si sono dati un gran da fare per cercare di stabilire quando e come
il vitigno
Raboso Piave ( e
anche Veronese), sia entrato nel mondo viticolo del medio corso del
Piave.
Nessuna è
riuscito nell’intento e qualcuno ha dovuto concludere le proprie
ricerche
affermando che
probabilmente la vite da cui proviene il vino Raboso Piave è
indigena.Noi cancelliamo anche il termine ‘probabilmente’,così
quella conclusione diventa una verità,
perché ci piace
che sia così. Neppure ci interessa sapere come mai in passato questo
tipico
vitigno sia stato
confuso con altri o chiamato Raboso nostro,Rabioso,Friularo,Friulano
di
Bagnoli,Rabososa
Friulana, Cruaja e via dicendo.
Siamo
aprioristicamente certi che la vite del Raboso (a questo punto non ha
più rilevanza la distinzione tra Raboso Piave e Raboso Veronese, che
tuttavia è molto ristretto), è sempre esistita
qui da noi e che
ha superato prove che non sono riuscite a superare tutte le altre sue
vecchie consorelle,travolte e sradicate molto spesso dagli
straripamenti ‘déa Piave’ e addirittura fatte letteralmente
scomparire dalla Fillossera una prima volta nel 1860 e poi nuovamente
dalla
peronospora nel
1878,flagelli che hanno distrutto tutti i vigneti d’Europa.
La vite che dà
un vino ‘ricco di colore,provvisto di schiuma vivace,acido,aspro,di
corpo sicuramente ha una costituzione molto robusta che le ha
consentito di superare disavventure insostenibili per tutte le altre
varietà.E poi sicuramente la varietà Raboso deve essere originaria
della nostra
zona,perchè il prodotto che ne deriva,il vino raboso,ha
caratteristiche che
assomigliano a
quelle tipiche delle genti del Piave,o meglio dei contadini del
Piave, forti
genuini e dalla
scorza dura.
Queste genti,
come è noto,hanno dato per le guerre moltissimi alpini,i quali sono
stati stretti
amici di questo
vino aspro e ruvido.Loro, lo si sa bene,destinati in armi alle grandi
fatiche
e capaci di
sopportare disagi di ogni genere,hanno sempre fraternizzato con il
Raboso,che già
bevevano di buon
mattino nelle loro case per prendere animo e vigore necessari per
affrontare il duro lavoro dei campi.
Dunque,nella
nostra fantastica digressione,non abbiamo dubbi che il Raboso,a
differenza di
tutti gli altri
vitigni, sia originario delle zone del corso Medio del Piave.Vi è
sempre esistito
e vi è
ancora,antico principe tra i più giovani conterranei
Merlot,Cabernet,Tocai (tutti di origine
non italiana) e
Verduzzo.
Ebbene ci sia
concessa questa nostra convinzione sulle origini e sulla culla del
Raboso ; non se
ne abbiano a male
gli studiosi e gli esperti del vino!….
Rolando Anzanello
( da Gente a
Nordest, 25 luglio 1993)
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