inaugurazione: 17 gennaio, 16.30-18.30 – su invito
apertura mostra: 18 gennaio – 6
febbraio 2022
orari: lunedì – venerdì 10.00-13.00;
14.30-18.30
sabato – domenica 11.00-13.00;
14.30-18.30
sede: Museo della
Permanente
Ingresso libero
obbligo
di Super Green pass e mascherina Ffp2
Regole
di accesso complete su www.lapermanente.it
Sinonimi di Memoria. Arte per la
consapevolezza
è un progetto intergenerazionale, che coinvolge il mondo dell’arte e quello
della formazione e impiega più linguaggi espressivi: arti visive, interviste,
letture, riprese audio/video, docufilm, testi narrativi, reading, per
elaborare riflessioni sui temi della Libertà e della Memoria.
La mostra si incentra sulla rassegna
personale dell’artista italo-israeliana Sabina Schkolnik Saad e sui contributi
degli artisti della Permanente, del regista Alberto Nacci, di due scrittori e
di duecentoventi studenti dei licei Artistico di Brera e Scientifico Primo Levi
di San Donato Milanese.
I giovani che hanno partecipato al progetto
hanno conosciuto, in videoconferenza, Sabina Schkolnik
Saad, che si è raccontata presentando le sue opere, ed hanno tratto spunti
di riflessione dalla lettura di due libri: Il profumo di mio padre di
Emanuele Fiano e Ricordare il futuro. Per una storia non epurata della Shoah
di Nicola Reale.
Contenuti della mostra
·
La stella gialla. Dialogo con un
simbolo
Mostra
personale di Sabina Schkolnik Saad, a cura di Sara Montani.
Rassegna di oltre
quaranta opere dell’artista italo-israeliana, figlia di sopravvissuti
all’Olocausto, che si è formata artisticamente in Italia, per poi trasferirsi
in Israele.
·
Volti della memoria
Docufilm-intervista.
Regia di Alberto Nacci.
Undici artisti della
Permanente raccontano la libertà con cui hanno vissuto la loro attività
creativa, dal periodo della formazione all’oggi.
·
Riflessioni e Testimonianze
Opere grafiche,
pittoriche, pensieri e video selezionati tra quelli realizzati dagli allievi
del Liceo Artistico di Brera e del Liceo Primo Levi di San Donato
Milanese, maturati a partire dalle letture Il profumo di mio padre di
Emanuele Fiano (Edizioni Piemme, Milano, 2021) e
Ricordare il futuro. Per una storia non epurata della Shoah
di Nicola Reale (Edizioni De-Comporre, Gaeta, 2021).
Sabina Schkolnik Saad
La
Stella Gialla. Dialogo con un simbolo
La
Stella Gialla. Dialogo con un simbolo è una rassegna di
oltre quaranta opere dell’artista italo-israeliana Sabina Schkolnik
Saad.
Si tratta di
lavori realizzati nell’arco di un decennio, a partire dal 2008, sino ad anni
recenti, utilizzando diversi materiali e tecniche.
La Stella Gialla era un marchio di disprezzo
e di vergogna che il regime nazista impose agli ebrei di portare sui loro
abiti, sia in Germania che nei paesi da essa occupati, al fine di poterli
identificare in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo.
L’ordine di contrassegnare gli ebrei con tale
distintivo era stato imposto da Reinhard Heydrich in seguito ai disordini della
Notte dei Cristalli nel novembre del 1938.
L’obbligo di indossare il distintivo giallo
sul lato sinistro degli abiti riguardava tutti gli ebrei, a partire dall’età di
sei anni.
Al centro della stella, che era grande come
un pugno e non meno di 10 centimetri di diametro, vi era, scritta in nero, la
parola JUDE. Anche dopo che gli ebrei furono rinchiusi nei ghetti e
quindi fisicamente isolati dal resto della popolazione, l’ordine di
contrassegnarli con la Stella Gialla non fu abolito.
Gli ebrei che dimenticavano di portare la
Stella quando uscivano di casa erano soggetti a multe, a reclusione e perfino
mandati a morte per fucilazione.
La “marchiatura” degli ebrei fu uno dei
decreti più umilianti che permise di separarli dal resto della popolazione.
Con questo stigma di
umiliazione dell’umano e dell’orrore dell’Olocausto, l’artista italo-israeliana
Sabina Schkolnik Saad ha intrapreso un dialogo artistico-visivo.
In questo dialogo, la
Stella Gialla rappresenta la metafora dello sterminio di massa degli ebrei, ma
è anche un simbolo associato alle usanze del lutto nell’ebraismo ed un elemento
decorativo.
Attraverso un nucleo significativo di opere
esposte in mostra, l’artista intende dar vita ad interpretazioni ed emozioni
che generano un senso di identificazione con il dolore di coloro che furono
trucidati e di coloro che sopravvissero all’inferno dei campi di
concentramento.
Nota biografica
Sabina Schkolnik Saad, artista
multimediale e concettuale, è nata in Italia, figlia di sopravvissuti
all’Olocausto.
Dopo aver terminato gli studi a
Milano, presso il liceo artistico di Brera, è emigrata in Israele, dove si è
sposata, ha avuto quattro figli ed ha iniziato a dedicarsi ad attività di
coltivazione.
In seguito, dopo la frequentazione
di un corso per istruttori d’arte, è tornata a dedicarsi al mondo dell’arte,
vincendo diversi premi.
Le sue opere sono state presentate
in molte mostre personali e collettive, sia in Italia che in Israele.
Diversi suoi lavori sono esposti
stabilmente presso il Museo dell’Olocausto di Haifa e presso il Museo Beit
Wollin di Givataim, succursale del Museo della Shoah di Yad Vashem (l’Ente
Nazionale per la Memoria della Shoah) di Gerusalemme.
Un Piatto decorativo con un suo
disegno è stato donato al Primo Ministro israeliano Rabin e al Re Hussein di
Giordania nel 1994, in occasione della firma del trattato di Pace tra i due
Paesi.
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