Una settimana residenziale di formazione sperimentale per interrogare il ruolo dell’arte nel tessere legami tra persone, luoghi e memorie. In un tempo segnato da disconnessione e crisi, la summer school Embodied Grounds invita a riscoprire il corpo come strumento di ascolto, il territorio come spazio di relazione, la comunità come terreno fertile di co-creazione.
Embodied Grounds è parte delle attività promosse dall’Accademia di Belle Arti di Venezia nell’ambito di PRISMA – Promuovere Risorse Individuali e Sociali nel Mondo Accademico, un programma dedicato al benessere psicofisico di studentə e alla promozione di un’università più sensibile, cooperativa e inclusiva, realizzato con il finanziamento del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito dell’Avviso PRO-BEN. La summer school – che vedrà la partecipazione di studentə dell’Accademia di Belle Arti di Venezia – si svolge dall'8 al 14 settembre 2025 presso le Barchesse Colloredo di Sambruson di Dolo: un complesso rurale settecentesco, dove natura, architettura e memoria agraria si intrecciano.
Il progetto propone un apprendimento interdisciplinare e situato, che unisce arte partecipata, pratiche somatiche, pedagogie radicali e antropologia applicata. Attraverso moduli teorico-pratici, camminate esplorative, pratiche di ascolto profondo e attività site-specific, le/i partecipanti saranno coinvolti in un processo creativo condiviso, in dialogo con l’ambiente, la comunità e il patrimonio materiale e immateriale.
Un nodo centrale sarà l’interazione con l’Antiquarium di Sambruson, museo archeologico oggi chiuso e in fase di trasformazione, ricco di potenziale simbolico. Reimmaginato come “laboratorio vivo”, l’Antiquarium diventa spazio di sperimentazione per nuove narrazioni, alla luce di pratiche artistiche capaci di riattivare i margini, le storie sommerse e le connessioni latenti del territorio.
Embodied Grounds si propone di:
• coltivare uno sguardo ecologico e relazionale sull’arte e sui territori;
• formare artistə-ricercatorə capaci di agire in modo contestuale, etico e collettivo;
• promuovere la salute della comunità, del territorio e delle/dei partecipanti, attraverso esperienze che intrecciano creatività, relazione e consapevolezza.
• attivare una micro-comunità temporanea basata sulla cura, sull’ascolto e sulla convivenza;
• valorizzare luoghi dimenticati come spazi di accoglienza e trasformazione sociale.
I laboratori sono guidati da professionistə con traiettorie trasversali tra arte, cura, attivismo e ricerca:
Michele Romanelli, psicologo e mediatore di conflitto, esplorerà le potenzialità delle narrazioni artistiche nella rigenerazione comunitaria.
Irene Biolchini, curatrice, guiderà una riflessione sulla co-curatela come pratica condivisa e trasformativa.
Alessio Surian, pedagogista, attiverà una camminata sonora per riconoscere il paesaggio come bene comune.
Agnese Polloni, danzamovimentoterapeuta, condurrà un lavoro corporeo sull’ecologia della presenza.
Martha Lameirão, ceramista, utilizzerà l’argilla come archivio di gesti, storie e materiali del territorio.
Rachele Maistrello, artista visiva, lavorerà sull’immaginazione territoriale tra fotografia e performance.
Elena Mazzi, artista transdisciplinare, esplorerà processi collaborativi legati all’identità locale e ai conflitti ambientali.
Giorgia Severi, artista visiva, attiverà un percorso tra osservazione, installazione e memoria ecologica.
La settimana si concluderà con una giornata pubblica di restituzione, in cui i processi e i materiali emersi saranno condivisi in forma installativa e partecipativa con la cittadinanza, restituendo senso e valore ai luoghi attraversati.
Il team di coordinamento di Embodied Grounds è composto da Marco Maria Zanin, direzione artistica, artista e ricercatore; Michele Romanelli, direzione metodologica, psicologo e mediatore di conflitto; Geraldina Albegiani, tutoring, curatrice; Riccardo Lodi, produzione e logistica, artista.
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