Milano, 15 gennaio 2019 - Il nuovo anno si apre per il CASVA - Centro Alti Studi sulle Arti Visive - con l’annuncio di una ulteriore acquisizione: la donazione
dell’archivio dello Studio MID design/comunicazioni visive attraverso
gli archivi specifici di Alfonso F. Grassi e di Alberto Marangoni.
Questa donazione segna un momento importante per il CASVA poiché rappresenta sia l’occasione per comunicare con decisione la ricchezza dei suoi archivi composti da una varietà di materiali che, orientati comunque al progetto, coprono tutto il ventaglio delle arti - fotografie, modelli, disegni, prototipi, dipinti, opere d’arte create da progettisti, architetti e designer o da loro collezionate – sia per sollecitare altri progettisti a condividere il percorso futuro.
Milano riveste in Italia e nel mondo un ruolo centrale nell’ambito dell’architettura, del design, della grafica e dell’illustrazione; il CASVA concorre anch’esso a questo posizionamento garantendo alla città la conservazione e la costruzione di questa memoria quale base solida per confermare nel futuro questa sua preminenza.È questo un gesto di responsabilità e un impegno che l’Amministrazione si è assunta fondando l’istituto.
L’archivio è anche al servizio degli istituti di ricerca e le università nella promozione della città; i materiali sono primariamente a disposizione degli studiosi che al CASVA si rivolgono per trovare le fonti di nuovi studi e degli studenti che su questi modelli fondano le loro future creazioni.
Grazie alla volontà di Anty Pansera e di Alberto Marangoni oggi l’archivio dello Studio MID design/comunicazioni visive diventa patrimonio dei milanesi e ci dà un ulteriore spaccato di quella che è stata la cultura del progetto italiana tra gli anni ’60 e i primi anni ’90 del secolo scorso.
Fondato da Alfonso F. Grassi (1943-2014), Gianfranco Laminarca (1941-1990) e Alberto Marangoni (1943), tutti diplomati all’Accademia di Belle Arti di Brera, lo Studio MID design/comunicazioni visive affonda le sue radici nel Gruppo MID, attivo dal 1964 nell’ambito dell’arte cinetica e dell’estetica sperimentale.
Il1966 segna l’anno dell’iscrizione dei tre all’ADI - Associazione per il Disegno Industriale, in cui ricoprirono negli anni a seguire anche ruoli strategici, ela trasformazione del “gruppo” in Studio MID design/comunicazioni visive. Tre personalità diverse tra loro, ma tutte poliedriche che, pur condividendo l’impostazione d’insieme di tutti i progetti e credendo nel lavoro di team, si dividono equamente i ruoli: Laminarca, più “politico”, è l’amministratore delegato, occupandosi dei clienti e dell’amministrazione, Grassi e Marangoni sono i responsabili del Product, dell’Exhibit e dell’Environmental design il primo e del Visual design il secondo.
Il loro esordio fu subito un successo con la vittoria del Concorso internazionale per il progetto del Padiglione Italia alla XIV Triennale di Milano del 1968. A questo seguì la progettazione di innumerevoli prodotti di comunicazione: nel 1979 la vincita del Compasso d’Oro per l’immagine coordinata e l’allestimento della mostra Tre secoli di calcolo automatico, IBM Italia al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano e sempre lo stesso anno la segnalazione al Compasso d’Oro per l’immagine grafica del settimanale L’Europeo di Rizzoli.
Nel 1981- 82 curano l’immagine coordinata e il sistema segnaletico della Sea, Società aeroportuale di Linate e Malpensa e delle Ferrovie Nord di Milano e sempre negli anni ’80 Grassi segue il progetto della pedonalizzazione di Corso Vittorio Emanuele a Milano, primo esempio italiano di “isola pedonale”.
Tante le mostre allestite e coordinate, da ricordare Gli Anni Trenta, arte e cultura in Italia (1982), È Design (1983), Come giocavamo (1984), L’Uomo a due ruote (1987), Cento Anni di Industria (1989), Il Cammino del Commercio (1991).
Due i prodotti iconici ideati e progettati da Studio MID design/comunicazioni visive che ancora oggi sono in commercio e in uso: il rasoio Bic Black (1975) e il flacone per il Bialcol (1985).
Nel 1991 termina l’avventura di Studio MID design/comunicazioni visive, ma sia Grassi che Marangoni continuano la loro attività non solo progettuale, ma anche accademica.
“Accolgo con piena soddisfazione l'atto di donazione al CASVA di Milano dell'archivio dello Studio MID design/comunicazioni visive, studio nel quale, ho condiviso con Alfonso Grassi e a Gianfranco Laminarca, anni di intenso impegno professionale e di profondi valori umani.” - afferma Alberto Marangoni. E Anty Pansera continua: “Da storico e critico del design, ed anche da persona che dal 1973 ha seguito ( e in alcuni casi collaborato) con lo studio MID, credo che il CASVA stia ricoprendo e sempre più possa ricoprire, un ruolo centrale nella conservazione, valorizzazione di tutti i materiali della cultura del progetto che Milano in particolare e i suoi progettisti hanno prodotto, archiviandoli e catalogandoli perché tutti gli studiosi abbiano la possibilità di ricostruire decenni fondamentali per il Made in Italy”.
La mostra
Con l’archivio di Studio MID design/comunicazioni visive, Anty Pansera ha donato anche l’archivio professionale e in parte privato di Alfonso Grassi, nella volontà di documentare e raccontare la sua personalità multiforme, libera, spiritosa oltre che colta. In particolare la vasta collezione di cappelli di Alfonso Grassi sarà oggetto della mostra Tanto di cappello. La collezione di cappelli di Alfonso Grassi: militaria, della tradizione ed etnici che avrà luogo dal 2 al 28 aprile 2019 a CasaMuseo Boschi Di Stefano a Milano.
Una collezione articolata e particolare di cappelli, pezzi unici e rari, che Alfonso Grassi ha raccolto nei suoi tanti viaggi intorno al mondo e grazie anche a regali di amici. I copricapi, da quelli militari soprattutto, coloniali e non solo, o destinati ad attività particolari fino a quelli etnici, saranno esposti sugli attaccapanni ideati negli anni dallo Studio De Pas D’Urbino Lomazzi e affiancati da una serie di ritratti di Alfonso Grassi insieme ai suoi cappelli, realizzati nel 1994 dalla fotografa Giovanna Dal Magro.
Questa, come le altre mostre che CASVA ha organizzato nel tempo, intende farsi promotrice della cultura del progetto a Milano presso il pubblico, coinvolgendo tutti i cittadini a qualsiasi livello di competenza e interesse. A tal fine si è scelta una formula “giocosa” mettendo in relazione una collezione di cappelli – che, pur nella sua completezza e rappresentatività, espone essenzialmente un aspetto ludico della personalità di Alfonso Grassi – e il lavoro di respiro internazionale sul design di uno degli Studi più importanti del Novecento in Italia.
Il CASVA
Il CASVA è un Istituto del Comune di Milano nato nel 1999 dall’incontro tra Alessandra Mottola Molfino e Zita Mosca Baldessari. Acquisisce tra il 2002 e il 2012 ben nove archivi di architetti e designer - Luciano Baldessari, Francesco Gnecchi Ruscone, Mario Terzaghi e Augusto Magnaghi, Virgilio Vercelloni, Fiorenzo Ramponi, Andrea Disertori, Studio DDL (Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi), Fredi Drugman e Roberto Sambonet.Dal 2012 con la direzione di Maria Fratelli e l’arrivo dell’archivio di Vittorio Gregotti inizia a prendere forma l’idea di trasformare l’archivio in un Istituto dedicato alla cultura del progetto, per cui all’acquisizione, inventariazione e conservazione degli archivi siaffianca un’intensa attività di valorizzazione attraverso mostre, eventi dedicati e la pubblicazione di una collana specifica. Negli ultimi anni sono stati acquisiti nuovi archivi - Cecilio Arpesani, Eugenio Soncini, Enrico Freyrie, Giancesare Battaini e recentissimamente Alfonso F. Grassi e Alberto Marangoni. I prossimi progetti sono volti a rafforzare la presenza dell’Istituto nel panorama culturale milanese con l’acquisizione di una sede dedicata attraverso la ristrutturazione dell’ex mercato rionale del QT8 e grazie alla creazione, voluta dall’architetto Zita Mosca Baldessari, di una Fondazione, attualmente di diritto privato, che ne sosterrà e amplierà le attività.
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