Pinacoteca Nazionale di Bologna | Sala degli Incamminati
via delle Belle Arti, 56 – Bologna
dal 1 febbraio al 31 marzo 2019
martedì – domenica, 10.00 – 19.00
ingresso libero
mostra inserita nell’ambito di ART CITY Bologna
sabato 2 febbraio, in occasione della ART CITY White Night
- book signing con l’artista, dalle 16.00 alle 18.00
- apertura straordinaria della mostra fino alle 23.00
A Bologna, la mostra di Carlo Valsecchi sul gasometro restaurato da Hera
Il
Gruppo Hera promuove il progetto dell’artista italiano, che dall’1
febbraio al 31 marzo 2019 espone alla Pinacoteca Nazionale di Bologna
quattordici fotografie del Gasometro M.A.N. n.3 che raccontano il
processo di restauro della struttura, realizzato proprio dalla
multiutility.
Il
progetto, oltre alla mostra visitabile gratuitamente, è accompagnato da
un volume curato da Luca Massimo Barbero, pubblicato da Silvana
Editoriale.
Bologna, 31 gennaio 2019 – Da venerdì 1 febbraio a domenica 31 marzo 2019 il Gruppo Hera promuove presso il Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna Gasometro M.A.N. n.3, il nuovo progetto di Carlo Valsecchi:
quattordici fotografie che raccontano in modo del tutto inedito e
originale la metamorfosi del gasometro di Bologna durante i lavori di
recupero e restauro promossi dalla stessa multiutility. Al di fuori di
ogni intento archeologico, il lavoro di Valsecchi presenta la struttura
del gasometro come un organismo vivente in continua trasformazione e non
come testimonianza inerte di un passato industriale.
La mostra è aperta gratuitamente
al pubblico da martedì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 19.00.
Sabato 2 febbraio, in occasione dell’ART CITY White Night, l’apertura è
prolungata fino alle ore 23.00.
Il progetto di Carlo Valsecchi si completa con il volume a cura di Luca Massimo Barbero,
edito da Silvana Editoriale, che presenta la descrizione per immagini
della rinascita di questo vero e proprio landmark del territorio
bolognese.
Gasometro
M.A.N. n.3 è una riflessione sull’evoluzione dello spazio, che
l’artista concepisce come un corpo in costante metamorfosi.
L’opera
di Carlo Valsecchi nasce da un dialogo continuo e diretto con i luoghi
che di volta in volta affronta nei suoi progetti, siano essi
architettura, un paesaggio urbano, l’industria pesante, l’industria
altamente tecnologica, o l’infinito naturale. L’approccio analogico e
geometrico-analitico nei confronti della fotografia di grande formato –
un medium che contraddistingue tutta la produzione di Valsecchi – lo
porta a scomporre e ricomporre il soggetto per restituirlo sotto una
forma del tutto inedita. “Lavorare seguendo il principio analogico
mi permette di liberarmi da qualsiasi vincolo con la realtà. Una libertà
assoluta che, senza mai mancare di rispetto alla realtà stessa, mi
introduce in un mondo immaginario e fantastico dove posso prendere tutti
gli elementi che ho di fronte e osservarli da angolature diverse,
muoverli nello spazio cercando a loro una “nuova” collocazione,
letteralmente “spingerli” nella luce piena per cercare di ottenere solo
quell’elemento che racchiude tutti gli elementi, ricercare la loro “luce
propria” indipendentemente da quello che vedo illuminato, leggerli e
rileggerli fino a comprenderne la natura di soggetto insita in essi.” – spiega Valsecchi, che aggiunge – Il
progetto sul Gasometro è nato durante una visita a Bologna. Questa
affascinante struttura ha innescato la mia curiosità, sono entrato in
dialogo con il Gruppo Hera, società proprietaria, per avere la
possibilità di fotografarlo. Da questo dialogo assai interessante è nato
il progetto Gasometro M.A.N. n. 3”.
Ad accompagnare il progetto espositivo, un libro edito da Silvana Editoriale, a cura di Luca Massimo Barbero, che sottolinea: “Quelle
di Carlo Valsecchi non sono solo fotografie “di architettura” sono
immagini di un’architettura che diventa intima, che alla pura
documentazione degli spazi sostituiscono il ritratto di una possibile
interiorità, anche dell’animo umano. Negli spazi che Valsecchi ritrae,
da un lato si percepisce il mistero più profondo e il fascino di questi
luoghi, dall’altro si avverte, sottile seppur evidente, la sacralità
della rappresentazione e la forza che questi luoghi portano con sé. Le
immagini di Carlo Valsecchi colgono la dimensione utopica del tempo, che
lega indissolubilmente questi giganti dell’architettura alla città e
alla società di cui si fanno portavoce, ci consegnano un senso preciso e
immediato di quella relazione che storicamente esiste tra uomo e
modernità, utopia e progresso”.
“Abbiamo voluto questa mostra – commenta Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera – per
far emergere l’elemento distintivo del nostro intervento di recupero,
che esula da una dimensione meramente conservativa e consegna alla città
una struttura capace di interloquire attivamente con il suo paesaggio
fisico ed emotivo. Un artista importante come Carlo Valsecchi – prosegue Tommasi – grazie
anche alla sua esperienza a livello internazionale è stato capace di
cogliere fino in fondo questo aspetto, consentendoci di rappresentare
anche attraverso l’arte lo spirito con il quale ci mettiamo
quotidianamente al servizio dei nostri territori di riferimento”.
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Carlo Valsecchi – BIOGRAFIA
Carlo Valsecchi è nato a Brescia nel 1965. Vive e lavora a Milano.
Nel
1992 il suo lavoro è stato selezionato per la Biennale d’architettura
di Venezia; in seguito ha tenuto mostre in Italia e all’estero. Le sue
fotografie sono state esposte in gallerie, istituzioni pubbliche e
private e manifestazioni di tutto il mondo, tra cui Istituto Italiano di
Cultura, New York (1999); Fondazione Peggy Guggenheim, Venezia (2000);
Galerie 213, Parigi (2001); Studio Casoli, Milano (2001); Semaines
européennes de l’image – Le bâti, le vivant, Lussemburgo (2002); GAMeC,
Bergamo (2003); Guido Costa project, Torino (2006); Triennale di Milano
(2006); Paris Photo, Statements, Parigi (2007); Kunstforum, Vienna
(2009); Musée de l’Elysée, Losanna (2009); Walter Keller Gallery, Zurigo
(2009); Galleria Carla Sozzani, Milano (2011).
Tra
le sue mostre anche: San Luis, MaRT – Museo d’Arte Moderna e
Contemporanea di Trento e Rovereto, Rovereto (2011); 54. Mostra
internazionale di arti visive della Biennale di Venezia, Padiglione
Italia, selezione di Norman Foster, Venezia (2011); Subverted,
Ivorypress, Madrid (2012); Landmark: the Fields of Photography, Somerset
House, Londra (2013); Mare Nostrum, Walter Keller Gallery, Zurigo
(2013); Museo della Merda, Piacenza (2015); Industria, oggi,
Fondazione MAST, Bologna (2015); No Man Nature, Palazzo Da Mosto,
Fotografia europea, Effetto Terra, Reggio Emilia (2015); Fotografie
dell’Emilia-Romagna al lavoro, Fondazione MAST, Bologna (2016);
Sviluppare il Futuro, Ex Ospedale dei Bastardini, Biennale di Fotografia
dell’Industria e del Lavoro, Bologna (2017); Civilization: the way we
live now, MMCA Seoul, Sud Corea (2018).
Nel
2010 il libro Lumen (Hatje Cantz, 2009) è stato premiato con l’argento
al Deutscher Fotobuchpreis, il premio tedesco per i migliori libri di
fotografia dell’anno.
Il Gasometro di Bologna – STORIA
Il
Gasometro M.A.N. n. 3 caratterizza da quasi un secolo lo skyline di
Bologna e si trova all’interno della sede del Gruppo Hera, una delle
maggiori multiutility italiane operante nei settori ambiente, idrico ed
energia.
In
funzione dal 1930, viene utilizzato fino al 1984 per stoccare il gas
usato in città. Alto 52 metri con un diametro di 30, è considerato un
gioiello di architettura industriale nel cuore del capoluogo emiliano.
Il tipo di costruzione scelto è quello cosiddetto “a secco”, all'epoca
molto diffuso all’estero ma non ancora sperimentato in Italia. Il
gasometro consiste in un involucro in lamiera di forma prismatica a 16
facce, che poggia su una base in calcestruzzo di cemento. La parte
superiore è coperta da un tetto in ferro con cupola d'areazione.
All'esterno tre passerelle sono collegate tra loro da una scala che
ruota attorno alla costruzione.
L'ultimo
forno per la distillazione del carbone è stato spento il 7 ottobre 1960
e per qualche anno sono stati usati i gasometri per lo stoccaggio del
nuovo gas metano. Negli anni Ottanta, con l'introduzione di nuovi
impianti di stoccaggio, il gasometro è stato definitivamente dismesso.
Facendosi carico del suo restauro, il Gruppo Hera l’ha reso assoluto
protagonista dell’area su cui insiste la sua sede principale,
recentemente inaugurata a seguito di importanti lavori di ammodernamento
e riqualificazione.
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