Si intitola “La verde attrazione”, è il quarto numero della collana Paesaggi edita dall’Ente Regionale Patrimonio Culturale, più conosciuto come ERPAC che ne è l’acronimo. Alla realizzazione della guida dedicata alle uccellande storiche in Friuli, vere e proprie “architetture arboree”, ha contribuito l’Ecomuseo delle Acque, che ha svolto un lavoro capillare sul territorio regionale, inventariando, catalogando, fotografando, intervistando: decine di testimoni tra ex uccellatori e roccolatori, proprietari di roccoli e bressane, esperti locali, hanno raccontato, spiegato, illustrato, documentato una pratica – l’uccellagione prima, l’aucupio poi – che nel secolo scorso ha segnato in profondità la società friulana.
Una doppia presentazione del libro è in programma nei prossimi giorni: sabato 5 settembre alle 11 nel Roccolo Vecchiutti in località Prât dal Viêr a Pagnacco, su iniziativa dell’amministrazione comunale; domenica 13 settembre sempre alle 11 in occasione della manifestazione “Nel Giardino del Doge Manin” a Passariano. Per entrambi gli eventi è necessaria la prenotazione. La guida è bilingue (italiano e inglese), stampata e distribuita da Gangemi Editore. Comprende le schede descrittive di 42 uccellande distribuite tra i monti e la pianura, le cartine dettagliate con la localizzazione delle strutture, centinaia di fotografie relative agli impianti e agli uccelli, i riquadri dedicati ad ambienti naturali, monumenti, edifici storici prossimi alle uccellande, un glossario particolareggiato, l’elenco anche in friulano delle specie vegetali e dell’avifauna.
«Nel vissuto di molte comunità le uccellande sono considerate parte integrante della propria storia e del proprio paesaggio, inteso come prodotto storico della cultura e del lavoro dell’uomo sulla natura. Di questo paesaggio costituiscono un autentico valore aggiunto, per le caratteristiche di unicità di cui sono portatrici, perché testimoniano il passato della comunità. Si tratta di una conferma esplicita di quanto è contenuto nella Convenzione Europea del Paesaggio, che definisce il paesaggio “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. E se le uccellande sono parte del paesaggio, che “definisce l’identità dei luoghi ed è l’elemento costitutivo della stessa identità della comunità”, non di meno va rilevato che – come afferma la Convenzione di Faro – esse costituiscono una vera e propria “eredità culturale”, ovvero “un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano come espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione”».
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