Nei primi sei mesi del 2023 abbiamo avuto un crollo delle richieste del sussidio, soltanto 400mila. I nuclei percettori della prestazione di sostegno sono vertiginosamente calati a 888mila contro l'oltre 1.039.000 di gennaio. Un calo di oltre 151mila nuclei beneficiari per un risparmio da parte delle casse statali di oltre 250 milioni nel solo secondo trimestre 2023 ma che, nello stesso tempo, si traducono in meno soldi introdotti nel mercato economico che avrebbero inciso positivamente sul PIL incrementando la spesa delle famiglie dello 0,1%. Infatti, secondo un recente sondaggio di Susini Group S.t.P., studio di Firenze leader nella consulenza del lavoro, realizzato su un campione di famiglie beneficiarie del sostegno, è emerso che l'85% del Reddito è utilizzato per fare la spesa (di cui circa il 20% per farmaci e medicinali), il 13% per pagare le bollette e il 2% per acquistare altri servizi o beni.
Il calo del Prodotto Interno Lordo italiano non è soltanto causato dai comparti produttivi dell'agricoltura, industria e servizi, rispettivamente diminuiti dell'1,3%, 1,4% e 0,1%, ma anche dal taglio del Reddito di Cittadinanza. Nel secondo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022. Il dato che dovrebbe far più riflettere, ma a cui nessuno ha dato importanza, è il calo dello 0,3% dei consumi finali nazionali. Nei primi tre mesi dell'anno, l'aumento del PIL era stato trascinato proprio dalla positività dei consumi, dato che si era assestato ad un +0,7% di cui lo 0,3% dovuto all'incremento dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali.
«Non è difficile capire che il taglio del Reddito di Cittadinanza ha inciso negativamente sul Prodotto Interno Lordo italiano e, sicuramente, lo continuerà a fare in quanto diminuirà ulteriormente il potere d'acquisto. Il Governo - afferma Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P. - dovrà mettere in atto delle misure che contrastino la diminuzione del PIL, tenuto conto che il RdC subirà ulteriori tagli. Dovrebbero essere trovate delle risorse economiche per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, introdotto a luglio ma in scadenza a dicembre. Anche la detassazione della tredicesima e di altri emolumenti nonché l'ampliamento delle soglie di esenzione di benefit aziendali potrebbero portare nelle tasche degli italiani maggior denaro da poter spendere in beni e servizi», conclude Sandro Susini.
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