né il giorno né l’ora
La vicenda delle dieci vergini, a cui si ispira né il giorno né l’ora, narra che delle dieci donne solo cinque – definite sagge - misero da parte l’olio per alimentare le loro lampade una volta insieme allo sposo. Tutte si assopirono nell’attesa e, quando arrivò lo sposo, le altre cinque – definite stolte – dovettero andare a cercare l’olio e al loro ritorno trovarono la porta della festa chiusa. “Signore aprici”, chiesero, sentendosi rispondere: “In verità io vi dico: non vi conosco. Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Ma questo è soltanto l’inizio. L’idea dietro la fragranza è quella di spingersi oltre le parole evangeliche per affrontare la paura in maniera più intensa e profonda, là dove si collocano emozioni anche contrastanti, subendo il fascino seduttivo del pericolo, un “amor fati” come sosteneva Nietzsche, simbolo di qualcosa che non si può controllare.
La paura ha sempre bisogno di altro per essere tale: non è mancanza di coraggio, bensì presenza di ciò che più desideriamo: la libertà. Colei che resta la massima aspirazione per la maggioranza degli uomini, e allo stesso tempo foriera di guai.
La fragranza né il giorno né l’ora porta con sé l’idea della distruzione, del mutismo volontario e della introspezione necessaria a scavare nelle pieghe dell’esistenza più remota della pelle.
Il packaging, rigorosamente aderente alla collezione UNUM, è chiuso da una fredda pellicola trasparente e da un’etichetta argento.
Il flacone, anch’esso argento, è riposto in un “sordo” sacchetto di velluto nero, sigillato da una guaina termoretraibile, che deve essere materialmente tagliato utilizzando le forbici metalliche presenti all’interno della scatola.
Controllare la paura genera attrazione verso di essa, e fa provare addirittura piacere verso un sentimento ricercato, voluto e controllato.
L’uomo infatti è avvolto da una sorte orrifica e la nostra società, con le violente omologazioni di massa, vuole stordirsi e negare la verità, ovvero Essere-per-la-morte.
Solo così l’uomo diventa io nella sua ombra più sorda ed oscura e manifesta la sua vera natura, fatta di contraddizioni e di desideri. Di fronte alla paura si generano infatti bisogni primordiali di apparente disordine, fatti anche di erotismo sopito, occultato e pericoloso, rendendo possibile l’impossibile e affrontando non più i bilanci della vita, ma una forma di salvezza via via più lontana.
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