“Problema
da affrontare non solo sul versante repressivo, ma con un dibattito
culturale ed educativo”: Il Comitato scientifico del progetto Ex Casa
del Fascio di Predappio sul disegno di legge contro l’apologia del
fascismo
PREDAPPIO (FC) – La recente discussione sulla permanenza di
atteggiamenti nostalgici dell’epoca fascista e di comportamenti
apologetici per il passato regime ha avuto una grande eco nella stampa e
nei media in seguito all’inchiesta di «La Repubblica» sullo
stabilimento balneare “Punta Canna” di Chioggia e l’inizio della
discussione alla Camera, dopo il passaggio in Commissione, della
proposta di legge Fiano (3343) sulla "Introduzione dell'articolo 293-bis
del codice penale, concernente il reato di propaganda del regime
fascista e nazifascista".
Da molti anni è in corso, non solo in Italia ma in tutta Europa, un
processo di giuridificazione della memoria, che ritiene di risolvere la
permanenza di memorie pericolose e antidemocratiche e di comportamenti
conseguenti diffusi sempre più soprattutto attraverso il web, con la
definizione di nuovi reati e nuove sanzioni penali. L’ultimo atto di
questa tendenza è stato, in Italia, l’approvazione del reato di
negazionismo nel giugno del 2016.
Non vogliamo entrare nel merito dell’opportunità di approvare
rapidamente, così come è formulata, la proposta di legge Fiano, né sulla
sua possibile efficacia e applicabilità in modo da colpire
effettivamente solo coloro verso i quali è stata pensata questa proposta
di legge. Come studiosi coinvolti nella progettazione del museo sulla
società italiana durante il fascismo che dovrebbe avere sede nell’ex
Casa del Fascio di Predappio siamo ben consapevoli del ruolo che in
quella cittadina hanno svolto e continuano a svolgere i negozi che
vendono e propagandano da decenni il regime fascista.
La scelta dell’Amministrazione di Predappio, nel mettere mano al
progetto di riqualificazione e riuso dell’ex Casa del Fascio, è stata
quella di cercare di superare alla radice – attraverso la cultura,
l’educazione, la conoscenza storica – la presenza e gli effetti deleteri
di quelle pratiche nostalgiche lasciate crescere nell’indifferenza
delle istituzioni e dei poteri dello stato.
Per questo chiediamo con forza, a tutti coloro che si sono sentiti
coinvolti nel dibattito di questi ultimi giorni – parlamento, forze
politiche, media, opinione pubblica, associazioni della società civile –
di affrontare il problema non puntando soltanto sul versante repressivo
e penale, i cui esiti positivi sono tutt’altro che scontati, ma
sviluppando un dibattito sulle forme “positive” e sulle iniziative che,
in campo culturale ed educativo, è possibile mettere in piedi per
rafforzare una conoscenza e coscienza storica spesso poco chiara e
sviluppata, ma verso cui c’è una forte richiesta, come testimonia il
successo delle diverse trasmissioni di taglio storico che la Rai e le
altre emittenti televisive hanno sviluppato e moltiplicato negli ultimi
anni. Finanziare la conoscenza del passato attraverso progetti ampi e
ambiziosi, predisporre programmi educativi originali e innovativi che
coinvolgano le giovani generazioni in una maggiore consapevolezza e
presa di responsabilità nei riguardi della storia passata può costituire
una risposta molto più efficace di una scelta puramente repressiva che
tende a porre la storia e la memoria sotto la cappa protettiva della
legge invece che alla base di un libero confronto critico sottoposto
soltanto ai valori democratici e di libertà della nostra Costituzione e
della nostra Repubblica.
Marcello Flores, Patrizia Asproni, Claudia Baldoli, Roberto
Balzani, Ruth Ben-Ghiat, Lorenzo Bertucelli, Gustavo Corni, Alberto De
Bernardi, Carlo Giunchi, Giovanni Gozzini; Daniele Jalla, Marie-Anne
Matard-Bonucci, Enrico Menduni, Serge Noiret, Maurizio Ridolfi, Javier
Rodrigo Sanchez
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