L’avvento della stagione autunnale porta con sé il numero 7 di FMR, che vuole celebrare il suo amico e autore Italo Calvino a cent’anni dalla nascita. In suo onore, FMR pubblica alcuni brani tratti dalle Lezioni americane. Sei proposte per il nuovo millennio con un ritratto di Tullio Pericoli. Anche il resto del numero, quasi in onore di Calvino, si anima di atmosfere di fiaba: dai viaggi nelle lontane terre giapponesi alla suggestiva collezione di Ettore Guatelli, dall’ultimo amore del poeta Byron ai magici scintillii del vetro delle opere di Carlo Scarpa, dagli enigmi alchemici del misterioso pittore Emanuele Cavalli all’affascinante Danza Macabra messa in scena in una chiesetta dell’Istria. Completano il numero alcuni trucchi del mestiere dei grandi mercanti d’arte nella rubrica Aste e una nuova puntata delle avventure del signor PA narrate dal Premio Nobel Orhan Pamuk.
Scrive Laura Casalis nel suo editoriale: “Se Calvino fosse stato longevo, proprio in quest’autunno del 2023 avrebbe compiuto cent’anni e io gli avrei chiesto di collaborare al numero 7 della nuova FMR, come sin dal primo numero aveva collaborato alla serie storica. Negandomi il Fato quella fortuna, mi limito a dedicarglielo, con la speranza che vi troverebbe qualche traccia dei “valori o qualità o specificità” che gli stavano a cuore nella sua ultima stagione e che raccomandava al nuovo millennio: la Leggerezza, la Rapidità, l’Esattezza, la Visibilità, la Molteplicità.”.
Continua nel numero 7 la rubrica “Il signor PA va al museo”, che accoglie il racconto a puntate del Premio Nobel Orhan Pamuk. La contemplazione è, questa volta, rivolta a I giocatori di carte di Cézanne: l’analisi del quadro del signor PA dà più di uno spunto all’autore per svelare qualche piccolo segreto sul suo protagonista.
Per le rubriche d’apertura, Simone Facchinetti ci parla del mondo delle aste: tre esempi paradigmatici dimostrano come attraverso alcuni trucchi del mestiere, degni dei più grandi mercati d’arte, sia possibile alzare il livello, e dunque il valore, di un quadro.
I primi due saggi, a firma di Hwee Lie Bléhaut e Rodrigo Rivero Lake, introducono il lettore all’arte e all’epoca namban, termine con cui i giapponesi indicano gli europei che, a partire dal 1543, hanno attraccato nei loro porti con navi cariche di merci esotiche: quest’epoca memorabile, teatro di innesti e contaminazione tra le due civiltà, è raccontata da meravigliosi paraventi e lacche.
Segue il testo di Vincenzo Patanè che traccia un inedito profilo di Lord Byron ripercorrendo la storia del suo ultimo amore, Teresa Guiccioli, che lo portò per lungo tempo a soggiornare a Ravenna, città che lo ispirò, oltre che nella scrittura, anche in un impegno politico diretto; l’iconografia dell’articolo è affidata a dipinti ispirati a opere che Byron compose nel suo periodo ravennate.
E ancora Marino Barovier, nel suo saggio, rende merito all’arte di Carlo Scarpa, ideatore prima per Cappellin e poi per Venini di strabilianti capolavori in vetro, alcuni dei quali, appartenenti alla straordinaria collezione di Nancy Olnick e Giorgio Spanu, sono da poco riallestiti in mostra al Magazzino Italian Art di Cold Spring a New York. A corredo le fotografie di Elizabeth Lamark.
Fabio Benzi e Caterina Napoleone dedicano i loro scritti alla figura di Emanuele Cavalli, silenzioso capostipite insieme a Giuseppe Capogrossi e Corrado Cagli di uno dei movimenti più interessanti dell’arte italiana degli Anni Trenta, la Scuola romana.
Il saggio di Roberto Tassi, invece, dà spazio al museo della civiltà rurale di Ettore Guatelli a Ozzano Taro in Provincia di Parma: un’incredibile costellazione di oggetti semplici e utensili comuni del mondo contadino, ora valorizzati per la loro testimonianza e storia. A corredo, le fotografie di Mauro Davoli.
Chiude il numero il testo di Latica Tomašić Kickert che porta il lettore alla scoperta della Danza Macabra, ciclo di affreschi che costella le pareti di una chiesetta nei boschi dell’Istria, a Beram: in una parata triste e allo stesso tempo gaia, insieme a scheletri ghignanti sfilano regina e mercanti, dame e locandieri, ad indicare che di fronte alla morte non esiste alcuna differenza.
***
FMR è pubblicata in due edizioni, italiana e inglese, quattro volte all’anno. È un caso unico di rivista-libro che nasce per essere collezionata e conservata negli eleganti astucci riservati agli abbonati.
Gli appassionati e i sostenitori della rivista possono sottoscrivere l’abbonamento in qualunque mese: è valido per tutto l’anno in corso e comprende i quattro numeri previsti in uscita nell’anno corrente. Consente altresì di diventare socio del Club Franco Maria Ricci, la cui tessera garantisce anche l’ingresso gratuito al Labirinto della Masone.
La rivista FMR, la cui redazione risiede nel più grande labirinto del mondo, è stampata dai tipi di Grafiche Milani.
Nessun commento:
Posta un commento