Progettare per le fragilità future sarà il tema sviluppato dalla Scuola del Design del Politecnico di Milano focalizzato sul concetto di Design for All, approccio olistico al design fondato sull’inclusione sociale e l’uguaglianza. Con l’exhibit “MancDesign”, la Manchester School of Art espone i lavori accademici del Dipartimento di Design con un progetto collettivo che mostra come il design sia radicato nel “luogo”, collegato al passato, al presente e al futuro di Manchester. Gli studenti di design del Tec de Monterrey – Scuola di Architettura, Arte e Design (EAAD) al Tecnológico de Monterrey interagiranno con il pubblico per esplorare, riflettere e dialogare sui modi in cui il design si relaziona alle quattro dimensioni di I.D.E.A. Université Jean Monnet Saint-Étienne con il designer e ricercatore Ernesto Oroza presenta “Manger, Dormir, Communiquer”, un progetto realizzato con gli studenti di CyDRe, il 3° Ciclo della Scuola di Arte e Design di Saint-Étienne. Non una semplice esposizione, ma un “foyer” (in francese, “focolare”, un luogo di raccolta di una comunità) dove si può mangiare, dormire e comunicare, mettendo in discussione le nuove soluzioni apolitiche del design, opponendo resistenza tramite queste tre semplici mansioni umane.
Il progetto "Costituire - materials.design.rights" promosso dal Festival Divercity, in collaborazione con il dipartimento di Design dell'Università di Firenze, si propone di inquadrare i problemi e le relazioni che intercorrono tra la società e l'ambiente, analizzando e decodificando il lavoro insieme - inteso come collettivo, atto orizzontale e partecipativo - come possibile antidoto al propagarsi dell'individualismo e alla mancanza di cura per l'Altro e l'Altrove che caratterizzano il nostro vivere contemporaneo. L’attenzione di "Costituire" verte dunque verso il design come pratica sociale, per la creazione di reti di emancipazione, di innovazione sociale, di comunità e cooperazione internazionale. L'impegno è quello di dar luce a chi racconta e cura le vulnerabilità, a chi vuole superare i modelli culturali dominanti e l'economia della performatività, declinando la cura come contraltare all’aggressione sistemica ai diritti e alla salute delle comunità marginalizzate, razzializzate e dal background migratorio, perpetrata anche attraverso lo strumento tecnico del design (o la sua assenza).
Nell’ambito delle due residenze ospitate nel corso dell’anno da We Will Design e che hanno lavorato sul concetto di soglia e sull’abbattimento delle barriere della fabbrica ex-Ansaldo per mettere BASE in dialogo con la città, la ricerca di Analogique sfocia nel progetto “*FR*OG*”, una collezione di oggetti frugali, un processo-progetto che lavora sul tempo lungo delle dinamiche sociali, per innescare nuove relazioni tra gli edifici, il tessuto urbano circostante e gli abitanti di una porzione di città. Mentre Davide Tagliabue propone un’installazione che parte dall’elemento della scala, ed è allo stesso tempo luogo di transito e di ingresso al mondo domestico così come luogo di sosta in cui si vive lo spazio comune.
Tutti i partecipanti a Temporary Home, Exhibit e Residenze per la Design Week 2023
Analogique, Atelier Ad Hoc Arhitectura, The Vanity Table (Ava Asaadi), Greta Ballschuh, Matilde Brizzi, co.arch studio & Endelea, Agnieszka Cieszanowska, Hyukjoon Choi, Margarida Coelho, collettivo AAA, Simon Dogger, Boey Wang, Festival Divercity, Guus Hoeberechts, Adi Hollander & Otherabilities, Eungyun Kim, Eva Lotta Landskron, Mancdesign – Manchester School of Art, Scuola del Design – Politecnico di Milano, Miocugino e Alvar Aaltissimo, Tec de Monterrey – Scuola di Architettura, Arte e Design (EAAD) al Tecnológico de Monterrey, Ernesto Oroza con Université Jean Monnet Saint-Étienne, Matteo Proietti, Newcomer Society, NID Perugia, Studio Sophia Schullan (Sophia Schullan), Subin Seol, Emma Sfez, ShiSoH (Sohye SHIN), Standard404 & Eretico, Bruno Szenk, Davide Tagliabue, Juliette Vandermosten, Maria Varela, Sanne Visser, Luisa Wolf.
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