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Gestione programmatica della produzione e tutela del valore del Pinot Grigio: la DOC Delle Venezie si conferma modello di equilibrio e leadership per il comparto
Verona, 8 luglio 2025 – A seguito della delibera dell’Assemblea ordinaria dei Soci del Consorzio DOC Delle Venezie dello scorso maggio, le Amministrazioni regionali (Regione del Veneto, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento) hanno approvato le misure di gestione delle produzioni, ai sensi della legge 12 dicembre 2016, n. 238, c.d Testo unico del vino, da applicare al prodotto che sarà ottenuto nella stagione produttiva 2025/2026. Come negli anni precedenti, sarà quindi attuato un pacchetto di interventi studiato ad hoc per garantire continuità al lavoro di stabilizzazione e valorizzazione della DOC Delle Venezie, oggi punto di riferimento del sistema Pinot Grigio nazionale.
Nel dettaglio, è stata deliberata la riduzione della resa massima di uva per ettaro, che passa da 180 a 170 quintali e confermata la misura dello stoccaggio amministrativo, già adottata negli ultimi anni come strumento per governare l’offerta e dare equilibrio al mercato: per la campagna 2025/2026, il prodotto libero potrà quindi raggiungere i 150 quintali di uva per ettaro, mentre fino a 20 quintali/ettaro potranno essere destinati a stoccaggio.
“In un contesto internazionale complesso rimane di fondamentale importanza l’applicazione delle misure di gestione dell’offerta – commenta Luca Rigotti, Presidente del Consorzio di tutela DOC Delle Venezie – con l’obiettivo di coordinare il potenziale produttivo, monitorare i volumi e favorire una crescita equilibrata della DOC Delle Venezie. Si tratta di scelte programmatiche che, pur nell’ambito di un quadro economico e geopolitico di notevole incertezza – prosegue il Presidente Rigotti – concorrono a mantenere una condizione di stabilità tra domanda e offerta di mercato, fattore che rappresenta un grande valore per i mercati internazionali di destinazione del Pinot Grigio DOC Delle Venezie, primo vino bianco fermo delle nostre esportazioni, icona del Made in Italy nel mondo e una grande ricchezza per il nostro sistema vitivinicolo”.
Le misure deliberate per la campagna vitivinicola 2025/2026 rappresentano un ulteriore passo in avanti verso una regolazione attenta del potenziale produttivo e della valorizzazione del Sistema Pinot Grigio del Nordest. Un modello di collegialità territoriale che, con circa 27 mila ettari vitati distribuiti tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento, riunisce gli operatori della filiera produttiva della denominazione più estesa a livello nazionale.
Per consultare le delibere delle Amministrazioni Regionali e Provinciale cliccare QUI
con i lavori di Jimmie Durham e Monika Sosnowska a cura di Salvatore Lacagnina
Il progetto d’arte nato per dialogare con il restauro della Loggia dei Vini a Villa Borghese giunge a una nuova fase e restituisce alla città spazi dimenticati, osservando l’antico rapporto fra arte e architettura da una prospettiva contemporanea
dall’11 luglio 2025 |
Loggia dei Vini, ph. Francesca Senatore |
Roma, 8 luglio 2025 – Jimmie Durham e Monika Sosnowska sono i protagonisti della terza inaugurazione nell'ambito del progetto LAVINIA, il programma d’arte contemporanea a cura di Salvatore Lacagnina, realizzato da Ghella e promosso da Roma Capitale, Assessorato della Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura, pensato per dialogare con il restauro della Loggia dei Vini nel parco di Villa Borghese a Roma. A dare più sapore all'inaugurazione, un gelato che celebra l'estate, al gusto “mango e sesamo nero”. Nell’antica Loggia dei Vini, realizzata tra il 1609 e il 1618 per volere di Scipione Borghese, venivano serviti, infatti, vini e sorbetti: proprio per questo, ogni inaugurazione di LAVINIA è associata a un gusto di gelato, secondo la stagione.
Il progetto deve il nome a Lavinia Fontana (1552 – 1614) – tra le prime artiste riconosciute dalla storia dell’arte e presente nella collezione di Galleria Borghese – e si sviluppa in parallelo alle varie fasi di restauro della loggia seicentesca. Il restauro, di durata triennale è effettuato da R.O.M.A. Consorzio, con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, grazie a una donazione di Ghella.
L’arte di Jimmie Durham (1940–2021), figura di riferimento dell’arte contemporanea internazionale, occuperà il centro del loggiato. Artista multidisciplinare, Durham ha intrecciato nella sua pratica scultura, installazione e scrittura, affrontando con sguardo critico e ironico temi come identità, potere, storia e linguaggio. L’intervento, pensato per essere accolto da questa nuova fase di LAVINIA, è Jimmie Durham: And Now, So Far In The Future That No One Will Recognize Any Of My Jokes (revisited), l’iterazione rivisitata di un progetto ideato nel 2022 per la Fondazione Morra Greco di Napoli che propone una narrazione obliqua e stratificata del suo lavoro artistico e del pensiero critico che lo ha animato. Il progetto riunisce sculture provenienti dalla Collezione della Fondazione Morra Greco di Napoli, oggetti, libri della biblioteca di Durham, selezionati da Maria Thereza Alves, video e documenti che dialogheranno con una serie di poesie scelte dalle sue pubblicazioni e tradotte in italiano da Sacha Piersanti. Un intervento che mette in luce l’interesse e l’attività critica di Durham sul linguaggio e sull’’architettura intesa come dispositivo normativo.
Recinzione (2025) è l’opera che Monika Sosnowska (1972) realizzerà per la ringhiera della Loggia, trasformando un elemento architettonico funzionale in una scultura site-specific. L’opera introduce una riflessione sulla relazione tra permanenza e trasformazione. Il lavoro scultoreo di Sosnowska, già presente sul cancello dalla prima inaugurazione di LAVINIA, si basa sull’appropriazione e la manipolazione di materiali da costruzione – travi d’acciaio, cemento, tondini di ferro e tubi – che perdono la loro funzione originaria per assumere nuove configurazioni formali.
Le due nuove opere site-specific si aggiungono agli interventi già realizzati nella prima fase del progetto: la maniglia ideata da Monika Sosnowska per aprire il cancello d’ingresso, le sedute di Gianni Politi che saranno rivisitate per l’occasione, la fontana d’acqua infinita di Piero Golia e la leggendaria lupa della scultura di Enzo Cucchi, un sorta di grata che lascia intravedere lo spazio dell’antico ninfeo. Completano il percorso l’installazione luminosa di Johanna Grawunder, che avvolge di luce le mura di contenimento, e il sentiero Dante Desire Line Poetry Path di Ross Birrell & David Harding, che accompagna i visitatori con le parole di Dante, guidandoli verso la Loggia.
LAVINIA è un progetto triennale che affianca un programma di restauro e si rivolge a chi passeggia nel parco di Villa Borghese, restituendo alla città spazi dimenticati e osservando l’antico rapporto fra arte e architettura da una prospettiva contemporanea. |
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swissceramics. Uno sguardo sulla ceramica svizzera contemporanea, a cura di Hanspeter Dähler
Valentina Pini. Calibrando l’occhio, a cura di Raphael Gygax
22 giugno 2025 – 11 gennaio 2026
Fino all’11 gennaio 2026, Il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto presenta due nuove mostre: swissceramics. Uno sguardo sulla ceramica svizzera contemporanea, a cura di Hanspeter Dähler, e Valentina Pini. Calibrando l’occhio, curata da Raphael Gygax. La scelta di presentare parallelamente una mostra collettiva di artiste e artisti appartenenti a un’associazione nazionale e un focus dedicato a una figura d’artista ticinese basata a Zurigo, conferma l’importanza e la vitalità degli scambi artistici al di là dei confini regionali. Le due esposizioni, nella loro complementarità, presentano aspetti dell’attuale creazione artistica in Svizzera, ponendo un particolare accento sulla capacità di metamorfosi e di narrazione della materia, e intessendo un interessante dialogo con la collezione del Museo e le peculiarità della tecnica scultorea.
swissceramics. Uno sguardo sulla ceramica svizzera contemporanea
In collaborazione con l’associazione swissceramics, il Museo propone una mostra che raccoglie le
opere di 25 ceramiste e ceramisti attivi in Svizzera, selezionati tra 64 candidature da una giuria
composta da cinque membri: Hanspeter Dähler, curatore della mostra, Claire Fitzgerald,
conservatrice en chef del Musée Ariana di Ginevra, Adrian Knüsel, membro dell’associazione
swissceramics, Antonia Nessi, direttrice del Museo Vincenzo Vela, e Simone Soldini, già direttore
del Museo d’arte Mendrisio.
L’esposizione propone un viaggio visivo che attraversa paesaggi interiori ma anche le fragilità del
mondo, mettendo in luce la ricchezza espressiva della ceramica come linguaggio artistico. Le opere
esposte – sculture, creazioni plastiche, installazioni – riflettono le attuali tendenze della ceramica
contemporanea: dalla rilettura di forme archetipiche alla sperimentazione formale, fino alla
sostenibilità e al rapporto con la natura. Suddiviso in sette sezioni tematiche, il percorso espositivo
presenta opere di Valérie Alonso (*1974), Doris Althaus (*1970), Christine Aschwanden (*1976),
Suzy Balkert (*1952), Simona Bellini (*1973), Piera Buchli (*1995), Angela Burkhardt-Guallini
(*1953), Margareta Daepp (*1959), Sonja Décaillet (*1965), Rita De Nigris (*1964), Esther
Dietwiler (*1962), Erika Fankhauser Schürch (*1969), Estelle Gassmann (*1981), Lea Georg
(*1963), Laure Gonthier (*1983), Noémi Handrick (*1986), Sophie Honegger (*1961), Timothée
Maire (*1991), Sibylle Meier (*1972), Stefanie Montagna (*1962), Marie-Blanche Nordmann
(*1949), Anja Ripoll (*1995), Laurin Schaub (*1984), Maude Schneider (*1980) e Michela
Torricelli (*1972).
Valentina Pini. Calibrando l’occhio
Il progetto espositivo si pone in dialogo con la collezione permanente del Museo. Con opere inedite
e lavori recenti, Valentina Pini (*1982) esplora i confini tra oggetto e soggetto, tra familiare e
“perturbante”, attraverso un uso alchemico e sperimentale di materiali come silicone, cera,
pigmenti e sostanze organiche. Si svela in tal modo un universo creativo dove l’oggetto quotidiano
si carica di una suggestiva ambiguità. Le sculture, fotografie e (video)installazioni di Pini, create
in parte espressamente per la mostra, intrecciano con la collezione storica un dialogo inatteso. Fra
queste, un’opera in particolare instaura un confronto diretto con la celebre statua equestre di Carlo
II di Brunswick eseguita da Vincenzo Vela, suscitando una riflessione sulla relazione tra potere e
immagini, memoria e caducità. Accompagna il progetto una pubblicazione curata da Antonia Nessi,
con un testo di Raphael Gygax.
• Agenda eventi e attività di mediazione.
Per tutta la durata delle mostre sono previsti appuntamenti di mediazione ed eventi culturali.
È possibile visionare il programma al link: https://www.museo-vela.ch/vela/it/home/attivita-
culturali/calendario.html
Museo Vincenzo Vela
Via Lorenzo Vela 6
6853 Ligornetto – Svizzera