Per chi arrivava a
Mori (vicino a Rovereto TN - Móri in dialetto trentino, Moor in
Tirol) la sensazione era quella di entrare nel XIX secolo… Già gli
edifici del centro del paese sono quasi tutti in stile neoclassico,
ordinati e puliti, proprio come lo erano nel 1800… e per strada,
nelle botteghe, si vedevano attrezzi e utensili per lavorare i
tessuti, per riparare le scarpe e per fare il pane… e le bancarelle
che vendevano “cianfrusaglie” dei secoli passati. La gente
camminava senza fretta, guardandosi intorno e salutando quelli che
incontravano –cosa che non succede certo più…– gli uomini con
giacche scure e lunghe, con la “tuba” in testa o con la “cloche”
(berretto floscio tipico dei montanari che colorato e ornato era
usato anche dalle signore) qualcuno con i calzoni alla zuava e
calzettoni lunghi, mentre le donne avevano sottane allungate anche
doppie e cappelli a larghe falde e i bambini, come si cantava anche,
vestivano alla marinara, con tanto di berretto Elbsegler (come dice
chi ne sa) o alla Masaniello, per dirla in italiano o, meglio ancora,
alla marinaia, per farsi capire da tutti… Insomma chi arrivava il
primo ottobre e anche il 2 scorso a Mori, entrava nel clima festoso
dei primi anni del 1900 per partecipare alla Ganzega d’Autunno,
quest’anno giunta alla ventesima edizione!
L’evento è ormai
una gran vera festa tradizionale locale che i moriani e i turisti
(anche ciclisti e camperisti) – in tanti vengono apposta… e
riuscire a trovare un parcheggio libero, ne è la dimostrazione… –
animano le vie e le corti del centro storico, sfilando in costume
d’epoca, partecipando a spettacoli e manifestazioni culturali, agli
intrattenimenti musicali e alle mostre, rimpinzandosi con i piatti
della cucina tipica nelle trattorie allestite come allora e – udite
udite! – pagando con la valuta ufficiale della Ganzega, con vere
banconote da una 2, 5 e 10 lire, proprio come quelle c’erano in
quel periodo… (1 lira = 1 euro). Sabato sera, nelle vie del centro
storico, tutti con il naso all’insù e la bocca aperta per ammirare
la fiaccolata notturna degli scalatori in ferrata sulla parete della
via attrezzata Ottorino Marangoni di Montalbano e domenica sera –
ahinoi – la chiusura con lo spettacolo finale di artisti di strada
(Opus Band, Orchestra Avanti e ‘Endrè, Bél e Pòc e Archimossi
Fantasy) con i trampoli, in costume di scena, col fuoco, le luci e
gli effetti pirotecnici, con le musiche (La Vecia Ziboga, Trio
Popolare, Ensamble di Clarinetti, le Fantafisa, il Duo Franchini e da
Udine gli Attimis); per farla breve, come si usa nelle feste come si
deve! Oggi, a ripensarci, restano nelle orecchie ancora quella musica
e gli spari dei fuochi d’artificio e in gola, il gusto delle
“sciaroncie” (tortelloni di farina di castagna ripieni di patate,
ricotta e semi di papavero) e delle cosce di prosciutto, oppure dei
canederli col gulasch o, anche, della polenta di patata con:
formaggio fuso e funghi, o coniglio e cappucci, o, ancora, salsicce e
luganeghe e, per chi avesse avuto ancora appetito, orzo saltato con
radicchio della val di Gresta, vezzena e “mortadela” della val di
Non con “arrosticiata” di carne salada, patate e crostone di pane
nero con paté di asparago bianco di Zambana… il tutto annaffiato
dall’ ottimo Merlot locale (cantina di Mori Colli di Zugna, quella
del “Morus”) basta così? Ah no? Allora chiusura dolce con frutta
sotto grappa e “cafè e resentim”e le degustazioni della
Distilleria Marzadro! Per chi non fosse riuscito a partecipare,
quest’altr’anno non potrà mancare per la prima edizione del
secondo ventennale… che sarà organizzata sempre con l’obiettivo
da parte di Comune, Pro Loco e attività locali, di valorizzare gli
aspetti legati alla storia del territorio e alle belle tradizioni del
tempo che fu!
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