venerdì 20 agosto 2021

Fiume friulano d’eccellenza

 

 


 

Ad Artegna, esposta nelle sale del Castello Savorgnan, ha ottenuto un successo sorprendente, con oltre 1.500 presenze. Attualmente, allestita nel Museo di Storia Naturale di Pordenone (fino al 29 agosto), sta confermando il favore del pubblico. Il riferimento è alla mostra “Tiliment, il Fiume si racconta” del fotografo Eugenio Novajra, prodotta dall’Ecomuseo delle Acque e dal Centro di Volontariato Internazionale. Il successo è certamente determinato dal dibattito in corso sull’ecosistema fluviale di maggiore rilevanza della Regione (sono state avviate le procedure per candidare il Tagliamento a Riserva della Biosfera UNESCO), ma un ruolo fondamentale lo rivestono le foto: canali intrecciati, confluenze, scarpate, meandri, colti dall’alto, documentano un corso d’acqua ricco di geodiversità e biodiversità. Le immagini, ora raccolte in un catalogo, sono straordinariamente divulgative e consentono di interpretare al meglio caratteristiche e dinamiche di un fiume d’eccellenza.

Con la mostra e il catalogo, che comprende i contributi del geologo Furio Finocchiaro e dello storico Angelo Floramo, Ecomuseo e CeVI si sono ripromessi di sensibilizzare popolazione e istituzioni sul valore del Tagliamento, il Fiume per antonomasia dei Friulani. I cambiamenti climatici stanno causando squilibri nei cicli idrologici dei corsi d’acqua e il Tagliamento non ne è esente, va pertanto messo in atto ogni sforzo per preservare la funzionalità e il delicato equilibrio di questo fiume che attraversando il Friuli collega le Alpi al Mare Adriatico e alimenta durante il suo corso le falde acquifere dalle quali preleviamo acqua da bere di ottima qualità.

 

«I corsi d’acqua sono parte attiva nello smantellamento delle montagne attraverso i processi erosivi che avvengono nei bacini montani, nastri trasportatori nel loro tratto intermedio, costruttori di terre emerse e coste nel tratto finale. Questi processi sono ovviamente validi anche per il Tagliamento, il cui tratto montano termina, convenzionalmente, alla Stretta di Pinzano. Il tratto intermedio è compreso tra Pinzano e il ponte di Madrisio, mentre a sud fino alla foce tra Lignano e Bibione si estende il tratto finale. Forme e depositi che si avvicendano lungo il corso di un fiume variano proprio in base ai processi sedimentari, ai modi di funzionamento del fiume. E i cambiamenti dell’ambiente fisico sono alla base della variabilità ecologica. È questa una delle chiavi di lettura delle immagini di Eugenio Novajra». (Furio Finocchiaro)

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