martedì 25 ottobre 2022

COLLI ORIENTALI: LA VENDEMMIA 2022 SECONDO LA VIGNAIOLA ANNALISA ZORZETTIG. IL MIGLIOR MODO PER OTTENERE FRUTTI DI OTTIMA QUALITÀ ANCHE QUANDO IL CLIMA PRESENTA UN ANDAMENTO PARTICOLARE È RIPORTARE I SUOLI ALLA LORO NATURALE FERTILITÀ

 

Annalisa Zorzettig, alla guida della cantina Zorzettig Vini, traccia un bilancio della vendemmia 2022 alla luce dell’annata trascorsa e delle pratiche di sostenibilità ambientale su cui l’azienda punta per il futuro
 
 
Colli Orientali, Cividale del Friuli (UD), 25 ottobre 2022 – Un’annata particolarmente calda e siccitosa che non ha però compromesso il buon esito della vendemmia di Zorzettig. Per questo la viticoltrice Annalisa Zorzettig guarda con ottimismo e curiosità ai vini che ne scaturiranno.

Quella 2022 è stata un’annata impegnativa, alla quale si è guardato a tratti con preoccupazione a causa della mancanza d’acqua dei mesi estivi. Ma la vendemmia sui Colli Orientali a Spessa di Cividale, iniziata con 10 giorni di anticipo rispetto al 2021, promette bene, grazie a una resa qualitativa di livello e uno stato fitosanitario delle uve ottimo. L’annata è iniziata con una primavera mite, con piogge scarse ma ben distribuite, che hanno favorito il germogliamento e la fioritura dei vigneti. I primi caldi, arrivati già sul finire della primavera, e l’inizio estate con assenza di piogge, seppur con le difficoltà legate alle alte temperature, hanno garantito l’assenza di malattie. Le uve, grazie anche alle piogge di inizio agosto, hanno ottenuto la maturazione con un equilibrio ottimale e ora si apprestano a compiere il ciclo di vinificazione con i migliori presupposti sia per i vini bianchi che per quelli rossi.

Alla base di tutto – afferma Annalisa Zorzettig – vi è un grande lavoro in vigna che già da anni portiamo avanti con la massima cura e convinzione con il nostro agronomo, Antonio Noacco. Lavoriamo sul lungo termine con lo scopo di portare beneficio all’intero ecosistema attraverso le nostre pratiche che mirano al ripristino dell’equilibrio dei suoli e a quello dell’entomofauna con il minimo impatto ambientale possibile. Ne è un esempio quello del grande lavoro fatto con gli inerbimenti tra i filari mediante diverse tipologie di sovesci in base alla diversa natura dei terreni e degli obiettivi che ci poniamo di raggiungere dalle uve. Dove invece non è possibile fare questo lavoriamo attraverso inerbimenti spontanei intensificando la biodiversità e lasciando andare a fiore gli inerbimenti, così da ripopolare gli insetti utili. Inoltre, siamo molto attenti alle partiche che derivano dalla tradizione, come quella di preservare gli ambienti circostanti le nostre vigne, quello boschivo in particolare, che funge da naturale regolatore del clima e in annate come questa ha sicuramente contribuito positivamente a mantenere in buona condizione i vigneti”
 
 

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