27 ottobre, Udine - La Cantina Pighin, storica azienda agricola ubicata nella culla della più alta tradizione vinicola del Friuli-Venezia Giulia che conta due tenute a Risano nelle Grave, e a Capriva nel Collio goriziano, tira le somme della vendemmia 2022 valutandola in maniera più che positiva, nonostante le difficili premesse dovute alla siccità che ha caratterizzato l’estate in tutta la Penisola. È stata fin dall’inizio una vendemmia particolare, come racconta lo stesso Roberto Pighin “La vendemmia di quest’anno è stata anticipata di una settimana nelle Grave e di ben 14 giorni nel Collio. Nonostante questo inizio anticipato dovuto ad un’annata notoriamente siccitosa, le quantità ottenute sono attorno al 10% in più rispetto al 2021 e la qualità delle uve non ha subito ripercussioni, soprattutto grazie agli investimenti sostenuti negli anni passati sul fronte dei sistemi di irrigazione, che coprono l’intera superficie aziendale”. La siccità è stata affrontata con efficacia dall’azienda Pighin, grazie alle azioni compiute dall’azienda in campo di tecnologie green. La Cantina Pighin, infatti, nel corso del 2021 ha investito su metodi di irrigazione sostenibili, adottando impianti irrigui a goccia che ad oggi coprono tutta la superficie vitata del Collio Goriziano e una parte dei vigneti delle Grave. “Gli investimenti realizzati in questi anni in ottica di sostenibilità e uso responsabile delle risorse, sono stati fondamentali per superare la siccità di quest’anno. Siamo stati tra i primi produttori in Regione ad adottare il sistema di irrorazione che prevede, in fase di trattamento fitosanitario, il recupero della nebulizzazione in eccesso consentendo di risparmiare oltre il 40% del prodotto. L’obiettivo per il prossimo futuro è quello di convertire la totalità dei nostri vigneti delle Grave dal sistema a pioggia al sistema a goccia, a mano a mano che questi verranno rinnovati” dichiara Roberto Pighin. Non soltanto la quantità, ma anche la qualità sarà in linea con le annate più fortunate dal punto di vista della piovosità. Lo conferma Roberto Pighin: “Rispetto alla qualità delle uve, lo stato fitosanitario, così come il grado di maturazione, si sono rivelati ottimali in entrambe le nostre realtà delle Grave del Friuli e del Collio.”, e aggiunge: “Alla luce del fatto che la siccità non ha inficiato lo sviluppo delle componenti organolettiche, rileviamo una leggera riduzione della struttura a fronte di profumi generalmente più pronunciati. Tuttavia, non escludiamo che dopo la lunga fase di lisi nei propri lieviti di fermentazione coadiuvate da necessari batonnage, si otterrà un ottimale recupero della struttura del vino. Generalmente i dati analitici sono buoni e i pronostici sono senza dubbio finalizzati all’ ottenimento di vini in grado di soddisfare i palati più esigenti,” conclude Pighin.
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