26 maggio 2023 – 7 gennaio 2024
Parco del Castello di Brescia
L’artista espone nel parco del Castello di Brescia 14 sculture monumentali
che raffigurano gorilla, babbuini, scimpanzé e oranghi
Un percorso espositivo a cielo aperto, per tutti, che evoca paesaggi lontani e selvaggi,
in cui le opere parlano di libertà, dignità e vita suggerendo, attraverso la mediazione della scultura, la possibilità di un diverso rapporto tra noi e gli animali
Davide Rivalta, Orango, 2023. Torino, Fonderia Artistica De Carli © Curtesy di Fuocherello e AP – foto Edoardo Garis
Brescia 18 maggio 2023. Imponenti gorilla che sfiorano i tre metri di altezza, gruppi di scimpanzé e di babbuini e un orango: sono 14 le sculture monumentali disseminate tra le aree verdi del Castello di Brescia, dove, tra il 1912 e il 1988, si trovava anche il Giardino Zoologico. Stiamo parlando di un nuovo nucleo di opere inedite in bronzo realizzate dallo scultore Davide Rivalta (Bologna, 1974) appositamente per la mostra Sogni di gloria, che dal 26 maggio al 7 gennaio 2024 invita il pubblico a una passeggiata a cielo aperto alla scoperta di uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia, secondo più grande d’Europa.
Promossa da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei e Alleanza Cultura, e realizzata in collaborazione con la XVII edizione di Meccaniche della Meraviglia – manifestazione bresciana che da quasi vent’anni porta mostre site specific in luoghi solitamente chiusi al pubblico – la mostra, a cura di Davide Ferri, segna un’importante tappa nel percorso dell’artista bolognese.
Sogni di gloria stabilisce per Rivalta un legame con l’inizio del suo percorso d’artista, in cui i gorilla – prima serie di animali realizzati in bronzo – vengono rimodellati dopo vent’anni, un arco temporale ampio, all’interno del quale è possibile riconoscere le evoluzioni della sua scultura. Le opere riproducono animali incontrati e fotografati dall’artista in parchi e giardini zoologici: corpi in cattività, sradicati dal loro ambiente naturale, a cui Rivalta restituisce libertà, dignità e vita in un nuovo contesto, evocando un paesaggio lontano e selvaggio, immagine di un nuovo mondo, in cui il paesaggio antropizzato diventa il territorio dell’animale.
Nelle sculture di Rivalta si ritrovano tre elementi principali: gli animali che incontra, il materiale con cui le realizza e i luoghi in cui le colloca. In Sogni di gloria, ogni famiglia di primati occupa una specifica zona del parco, che in questo modo diventa l’ambiente delle grandi scimmie antropomorfe. Inoltre per i diversi gruppi di scimmie la fortezza diventa, idealmente, territorio di conquista: il titolo della mostra, Sogni di gloria, rinvia proprio a questo impulso o desiderio suggerito dalle posture degli animali e dai loro ipotetici movimenti e traiettorie, attraverso i quali lo spazio reale diventa anche campo energetico della scultura.
Giocando sulla casualità dell’incontro tra esseri umani e animali, dunque, la mostra incoraggia lo spettatore a esplorare le aree verdi del Falcone d’Italia, il Castello di Brescia sul Colle Cidneo, un luogo su cui Fondazione Brescia Musei ha attivato un ambizioso progetto di riqualificazione e valorizzazione all’insegna della sua destinazione a grande cultural park cittadino: i due Musei che qui hanno sede, il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia e il Museo delle Armi Luigi Marzoli, la specola cidnea, e un parco archeologico romano in via di progressivo svelamento sono la cornice in cui si inserisce l’esposizione di Davide Rivalta, un percorso artistico articolato in cui la mostra è un tassello decisivo nella direzione dell’apertura all’arte contemporanea.
L'allestimento presenta le 14 sculture collocate nel parco senza basamento o recinzione, a sottolineare la ritrovata indipendenza e autonomia degli animali, anche in opposizione al ricordo dell’antico Giardino Zoologico attivo a ridosso dell’area fortificata tra il 1912 e il 1988.
Sogni di gloria si estende fino alle sale della Pinacoteca Tosio Martinengo – storico palazzo nel cuore della città e uno dei Musei più importanti d’Italia gestito da Fondazione Brescia Musei – dove il percorso si conclude con un barbagianni in bronzo, che fa idealmente da contrappunto alle sculture collocate nel parco
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