Storo,
borgo prealpino fondato dal popolo Retico, posto fra le Dolomiti
Trentine, il fiume Chiese, il lago di Ledro verso Madonna di Campiglio,
ospita la 4^ edizione del festival della polenta. Giornata di assaggi
con carnet di tikets, aperto al pubblico, dedicato all’oro giallo di
Storo attraverso le stradine del borgo antico della valle del Chiese. La
farina di granoturco di Storo è eccezionale per polenta e gallette.
Storo sempre più “distretto” della farina di granoturco, ma soprattutto
sempre più bandiera di una cultura dell’alimentazione tradizionale,
piatti tipici, storia e cultura di un territorio all’insegna di un unico
brand: la pannocchia di granoturco che a Storo si chiama Grano
Nostrano. L’edizione 2018 punta sul binomio granoturco e castagne. A
giudicare “ le migliori polentate del 2018” sarà una giuria di esperti,
nutrizionisti e appassionati di storia e cultura culinaria. Presente il
grande paiolo di Roncone che sforna mille fette. Storo è la capitale
della polenta italiana, un piatto povero che si arricchisce di
ingredienti e novità, grazie all’impegno dei Polenter della proloco, del
Comune, del consorzio turistico Bim Chiese e della Coop Agri90. Il
Festival di Storo è il primo grande evento dedicato alla polenta, con
grandi cuochi che si cimentano in antiche ricette, tanti banchi di
assaggio e bancarelle. Domenica la giuria designerà la “polenta
dell’anno” fra le tante sfide all’ultima trisa. L’ospitalità giornaliera
si aggira su 2000 presenze. Prenotazioni: www.visitchiese.it
Giampietro
Comolli, giurato a Storo, rivaluta il valore nutritivo e alimentare
della polenta, come base di migliaia di ricette tipiche di tanti
territori italiani con aspetti salutistici, di valore colturale in zone
svantaggiate, una identità alimentare stagionale: << Il vero
valore di una “polentata”, piatto povero e diffuso, sta nella sua grande
stagionalità di consumo, nelle universali modalità di cottura, nella
creatività di salse, sughi, intingoli e aggiunte varie che variano da
borgo a borgo e che completano un piatto già di per se stesso cultura
gastronomica. Senza dimenticare l’importanza di coltivare terreni
difficili e di montagna, di creare lavoro e reddito attraverso il
recupero di cibi antichi e il non spreco che ci insegnano le genti della
montagna (in questo caso lombardo-trentine). La “polenta” è un alimento
con quasi 250 anni di storia, inserita a buon titolo nel sistema
alimentare della Dieta Mediterranea riconosciuta dall’Unesco, ma
espressione anche di una più energetica “dieta continentale”. La polenta
è un piatto che lega la salubrità derivante dalla farina “tutto fare”,
dal colore giallo-oro-rossa dei chicchi del Nostrano,un cereale naturalmente senza glutine,
ideale per sfornare anche croccanti gallette (alternativa al pane) e
morbidi biscotti. E’ questo il mix dieta-salubrità-energia che
caratterizza la antica storia nutrizionale delle nostre alte
colline-montagne affacciate sulla Pianura Padana. Un mix di dieta
mediterranea e dieta continentale che esprime un sano equilibrio
>>.
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