E’ stata Anna
Bertola della Trattoria Altavilla di Bianzone, in Valtellina, a
suggerirci il nome della
azienda agricola
Folini di Ardenno,’autrice’ dell’Olio dell’Elfo.
Renato Ciaponi,
agronomo e giornalista, autore del blog ilgustodelgusto.it sulla
enogastronomia
valtellinese, ha
dedicato all’Olio dell’Elfo e alla famiglia Folini un bellissimo
servizio.
Tre generazioni unite per produrre l' olio dell'Elfo
Si chiama olio dell'Elfo e nasce dalla prima
piantagione di ulivi messi a dimora in bassa valle nel 1999.
L'etichetta verde, con un piccolo elfo che tiene in mano un rametto
di olive dice "colline degli Elfi dal 1999 - olio extra vergine
di oliva - Azienda agricola Folini – Ardenno.
Ma
assolutamente nessun riferimento alla mitologia nordica, e nemmeno al
simbolo dell'aria, del fuoco e della terra. Semplicemente le iniziali
di Elisa Folini, giovane figlia di Giuseppe e nipote di Cesare nata
nel 1999. La terza generazione di una famiglia che ha creduto
nell'innovazione e che alla fine degli anni 2000 ha sostituito le
viti di un terrazzamento con una piantagione di ulivi.
Tre
pertiche di terreno, sedici gradoni, calpestati per anni dall'anziano
Cesare che ha sempre avuto una grande passione per la sua vigna ma
che purtroppo l'età avanzata ha richiesto un radicale cambiamento.
"Una
sfida che ho voluto tentare perché ero stanco della vigna, anche se
sinceramente mi è dispiaciuto cambiare." Mi racconta Cesare
"Ero affezionato, ma la vigna costa troppa fatica, poi è
soggetta a diverse malattie, gli ulivi sono più resistenti,
richiedono meno attenzione, così ho deciso.
Era il
1998, grazie ad un contributo della Comunità Montana ho iniziato a
estirpare le viti e a sostituirle con ulivi. Ho iniziato con 70
piante che venivano da Pistoia, poi altre 70 fino ad arrivare a 140
alberi da frutto che dovrebbero fruttare in piena produzione 3
tonnellate di olive a raccolto. Inizialmente volevo metter piccoli
frutti, ma poi l'ulivo mi ha'affascinato. Mi dicevano tutti, che ero
un po' matto ma io son andato avanti, scontrandomi anche con le
gelosie dei produttori del lago cui avevo chiesto informazioni per
iniziare.
Devo
ringraziare l'amico Fulvio Briotti di Chiuro che possiede due uliveti
in Toscana che mi ha consigliato e aiutato. Ricordo ancora il primo
olio prodotto, erano tre litri, che non posso neanche dire che
derivasse dalle mie olive.
La
quantità di olive era così limitata che nel frantoio di Lenno sono
state miscelate con altre olive della zona del lago. Per avere il mio
olio ho dovuto aspettare altri anni, quando ho avuto una produzione
più alta, circa due quintali."
Poi mi
mostra con orgoglio una fotocopia di un articolo di un vecchio numero
di " Centro Valle" che parla di lui, che racconta la sua
storia.
"SPUNTA
IL PRIMO ULIVETO IN VALLE, ... chissà mai che fra qualche anno,
fra le bresaole, i vini, i formaggi, le mele di Valtellina non
compaia anche sul mercato l'olio di oliva e chissà che come quello
per esempio prodotto sulle rive del lago non riesca ad entrare nel
paradiso dei prodotti doc. Nessuno l'avrebbe mai detto ma anche in
Valtellina è possibile coltivare ulivi e avere ottimi frutti...
Toglie
dalla cartelletta di plastica un'altra fotocopia. " E'NATO IL
PRIMO OLIO VALTELLINESE .... Quest'anno e nato il primo olio di
oliva interamente nostrano prodotto sui nostri terrazzamenti che per
anni hanno accolto vigneti. Il raccolto è stato eccezionali, 178 kg
per produrre 25 kg di ottimo olio spremuto presso il frantoio di
Lenno in provincia d Como ... Mette con cura in una cartelletta
di plastica le due fotocopie e continua a raccontarmi della sua
piantagione "... ma ormai sono vecchio, non riesco neppure ad
andare a trovare le mie piante, tutto è passato nelle mani di mio
figlio Giuseppe e di mia nipote Elisa."
Giuseppe
ha ascoltato in silenzio la nostra conversazione, senza mai
interrompere, rispettando e condividendo le parole del padre, poi
m'invita a fare una passeggiata tra gli ulivi. E lì in mezzo al
verde delle piante dove i piccoli boccioli floreali incominciano ad
aprirsi, mi mostra le creature del nonno, passate sotto le sue
attente cure. Ormai sono passati quasi vent'anni, la produzione è
aumentata, non sono più i 178 chilogrammi, il raccolto 2016 è stato
di 12 quintali con una produzione di circa 120 litri di olio.
"
Ho dovuto, eliminare diverse piante, erano state messe troppo strette
e delle 140 iniziali sono arrivato a 110, dovrei toglierne ancora, ma
mi dispiace, mi piange il cuore dover tagliare altre pianta".
Poi mi mostra il sistema di potatura adottato che tende a
privilegiare la parte esterna della pianta, liberando la parte più
interna in modo da portare la fruttificazione nelle zone più esposte
al sole.
"Ci vuole tempo, per fare un buon lavoro"
mi dice " ma la potatura è molto importante per avere una
produzione maggiore e soprattutto per avere olive di qualità. Io
sono un metalmeccanico, ho imparato da solo, leggendo libri, cercando
su internet, chiedendo informazione a chi è più esperto. La
potatura e la raccolta sono i lavori più impegnativi, poi occorre
tagliare l'erba, qualche trattamento a base di rame, dopo la raccolta
e dopo la potatura, non sempre necessari, comunque sicuramente meno
impegnativo della vite."
Camminiamo in mezzo alla piante, su questi
gradoni, realizzati anticamente, che hanno sempre visto le radici
delle vite e che oggi iniziano a vedere una coltivazione diversa.
Attorno a noi si vedono alcune vigne coltivate, altre abbandonate,
trasformate in bosco. Penso alla fatica di nonno Cesare nel estirpare
le viti, nel preparare le buche per il nuovo impianto, nel
trasportare il letame con la gerla per la concimazione. Ma penso
anche alla soddisfazione di Giuseppe nel lavorare un terreno che
viceversa sarebbe stato abbandonato, destinato ad un degrado
pericoloso.
Giuseppe mi parla ancora della necessità di
collaborazioni con le istituzioni, con le associazioni,
dell'importanza della Fojanini, della Comunità Montana
nell'organizzare i corsi per la potatura, soprattutto per tutti i
giovani che vogliono iniziare, della necessità di avere un frantoio
più vicino, utilizzabile da tutti i produttori del nostro
territorio, per abbassare i costi ma anche per avere un'immagine più
completa dell'olio della Valtellina. Ma soprattutto insiste
sull'importanza di incentivare questa coltivazione per evitare
l'abbandono dei terrazzamenti dove la coltivazione della vite risulta
antieconomica, per creare una risposta concreta nella difesa del
territorio e nel creare un ambiente anche bello dal punto di vista
estetico. Poi il discorso si sposta sull'aspetto economico. "Io
sono soddisfatto" mi dice "riesco a vendere tutto il mio
prodotto, a sapori di montagna, una azienda di distribuzione
di prodotti tipici, senza più preoccuparmi della vendita diretta. Il
prezzo è buono, potrebbe essere anche di più, se paragonato a
quello degli oli del Lago che solo perché hanno la Dop sono venduti
a 30 euro al litro. La qualità del nostro olio è elevata. Non hanno
niente da invidiare alle dop del Lario. I nostri costi sono alti.
Partiamo da un costo per l'estrazione di 20 euro ogni quintale di
olive, cioè circa 2 euro ogni litro d'olio, poi c'è la bottiglia,
l' etichetta, il trasporto ... Però io sono contento."
Sorride e mi parla del suo sogno: creare una
piccola azienda per la figlia Elisa, giovane studentessa
dell'istituto tecnico agrario. " Oltre l'uliveto, abbiamo una
decina di capre camosciate, mi piacerebbe aumentarle, creare una
stalla di una quarantina di capi, mettere una decina di arnie che
potrebbero anche essere utili per le piante di ulivo, e così
formaggio, olio, miele, potrebbero portare un reddito per una ragazza
che ha la passione per l'agricoltura." Lasciati gli ulivi
Giuseppe mi presenta Elisa, la terza generazione di una famiglia
ancora legata all'agricoltura. Elisa sta finendo la lavorazione di
una piccola cagliata derivante dal latte di capra ed è pronta per
andare con il padre a mungere le capre. Le chiedo "dove ti vedi
tra dieci anni ?" Mi sorride, i suoi occhi verdi si illuminano,
ci pensa un po' e poi mi dice "in un'azienda mia, dove poter
produrre formaggi caprini, miele e naturalmente l'olio extravergine
dell'Elfo"
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