Cardi Gallery, Milano è lieta di presentare la mostra personale di Ha Chong-Hyun, uno degli artisti più apprezzati della Corea del Sud. Dal 18 settembre al 20 dicembre 2019, nella sede milanese della galleria saranno presentate opere della serie Conjunction, eseguite tra il 1992 e il 2019.
Ha
Chong-Hyun è una delle personalità più importanti della storia
dell'arte del dopoguerra, figura di spicco del movimento artistico
coreano Dansaekhwa. Tra le privazioni materiali estreme e il
sistema politico autoritario che hanno caratterizzato la Corea degli
anni '60 e '70, l’artista ha esplorato il potenziale espressivo di materiali non convenzionali
come carta da giornale, rottami di legno e filo spinato applicati sulla
tela. Lavorando con le tonalità tenui della terra su superfici di tela e
canapa, combinando tradizioni pittoriche orientali e occidentali
e sfidando la delimitazione rigorosa tra scultura, pittura e
performance, Ha Chong-Hyun ha contribuito a ridefinire il linguaggio
della pittura.
Nel
1974 l’artista inizia a concentrarsi sulla materialità della pittura e a
utilizzare la tela non solo come semplice supporto: nasce così la serie Conjunction, titolo che l'artista da quel momento dà a tutti i suoi dipinti e che descrive la filosofia da lui adottata, secondo cui la purezza del mezzo pittorico e la fisicità dell'artista si fondono, o sono congiunti, nell'atto del dipingere.
In questi lavori Ha Chong-Hyun utilizza strumenti per spingere il
colore a olio, monocromo, dal retro della tela grezza fino a farlo
filtrare ed emergere attraverso la superficie. Successivamente,
l’artista stende la vernice sul fronte della tela con il pennello o con
la spatola, dando corpo a un'ampia varietà di composizioni astratte.
La mostra alla Cardi Gallery, Milano presenta una selezione di opere della serie Conjunction, sia storiche che più recenti, fino a un nucleo realizzato appositamente per l’occasione.
Nei lavori esposti in galleria, la classica palette di colori neutri e
blu profondi utilizzata da Ha Chong-Hyun si arricchisce di altre intense
tonalità di blu, rosso e nero, il cui uso deriva dall'impegno
dell'artista nell'esplorazione dei colori caratteristici degli interni
coreani. Il rosso vermiglio, in particolare, rappresenta un elemento di
novità, essendo entrato a far parte della pratica di Ha Chong-Hyun solo
dal 2018: questo rosso-arancio vivido comparso nella sua produzione con Conjunction 18-12 (2018) viene dai motivi decorativi noti come dancheong, spesso usati per arricchire strutture in legno e strumenti musicali coreani tradizionali.
Ha
Chong-Hyun e gli artisti della sua generazione quali Lee Ufan, Park
Seobo, Kwon Young-woo, Yun Hyong-keun e Chung Sang-hwa sono conosciuti
come membri del movimento Dansaekhwa, termine che letteralmente
significa "pittura monocromatica", ma che definisce tanto le tecniche
impiegate quanto l’estetica riduzionista a cui il gruppo fa riferimento.
La stesura della vernice, le tele imbevute, le matite trascinate, la
carta strappata e i materiali manipolati che caratterizzano l’approccio
di questi artisti hanno cancellato e ridefinito i confini che
fino a quel momento separavano il disegno a inchiostro dalla pittura a
olio, la stessa pittura dalla scultura, e l'oggetto dallo spettatore.
Questa mostra offre l'opportunità di approfondire la conoscenza di un artista, ancora in attività, il cui lavoro ha
sfidato la definizione tradizionale di pittura e ha contribuito ad
aprire un nuovo e vitale capitolo dell'arte visiva coreana.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo con un testo del critico d'arte Francesco Bonami.
Ha Chong-Hyun
vive e lavora a Seul da quando si è laureato all'Università di Hongik
nel 1959. Dal 1990 al 1994 è stato Decano del Fine Arts College
dell'Università di Hongik ed è stato Direttore del Seoul Museum of Art
dal 2001 al 2006.
È
stato protagonista di importanti mostre personali all’Espace Paul
Ricard di Parigi (1999), alla Fondazione Mudima di Milano (2003) e al
Gyeongnam Art Museum di Changwon, Corea del Sud (2004). Ha rappresentato
la Corea del Sud in importanti kermesse internazionali come la Biennale
di Parigi nel 1961, la Biennale d'Arte di San Paolo nel 1967 e 1977, la
Biennale di Venezia nel 1995 e la Biennale di Praga nel 2009. Tra le
sue mostre più recenti ricordiamo la grande retrospettiva al Museo
Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Gwacheon, Corea, (2012), la
mostra Dansaekhwa, evento collaterale della 56. Esposizione
Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (2015), la mostra
personale alla Kukje Gallery di Seoul (2015) e alla Tina Kim Gallery
(2018).
Le
opere di Ha Chong-Hyun sono conservate in collezioni pubbliche di
importanti istituzioni come il Museum of Modern Art di New York, il
Solomon R. Guggenheim Museum di New York, l’Art Institute of Chicago, il
Museo M+ di Hong Kong, il Museo Nazionale d’Arte Moderna e
Contemporanea, Corea, e il Leeum, Samsung Museum of Art di Seoul.
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