Una selezione degli scatti del contest Inner Outlook, realizzato in partnership con Manfrotto lo scorso anno per raccontare la pandemia, delimita le pareti della sede di Via Fiamma 18 in una mostra temporanea dal 20 al 30 maggio: le foto rappresentano l’isolamento e il congelamento delle relazioni. Che, nei nuovi spazi di BOOM, tornano a essere protagoniste.
1.500 mq di open space, una Factory realizzata in partnership con Manfrotto e una vetrina per esposizioni temporanee ospiteranno, secondo una logica di luogo di relazioni, le quasi ottanta persone della società che sviluppa soluzioni per gestire in modo sistematizzato e scalabile la produzione di immagini e video
Per rappresentare questa visione del lavoro centrata sulle relazioni, sarà allestita dal 20 al 30 maggio una mostra all’esterno degli uffici con una selezione degli scatti parte del progetto Inner Outlook realizzato lo scorso anno da BOOM in partnership con Manfrotto per raccontare i mesi di confinamento forzato, una iniziativa nata per ribadire come la creatività sia molto più contagiosa di un virus. Grazie allo sguardo dei fotografi che hanno preso parte al contest, sono stati consegnati alla storia i momenti più significativi che hanno definito questa pandemia. Ed è proprio la reclusione forzata che ha fatto emergere tutta la forza vitale delle relazioni. D’altra parte, la casa segna un confine e sono i confini – immaginari o reali - a renderci consapevoli di non essere soli e di avere bisogno di stabilire una comunicazione: “Sperimentare la solitudine forzata ci spinge da un lato verso il nostro nido ma, dall’altro, e con prepotenza, verso l’esterno, alla ricerca di un contatto umano. Il lockdown è un’esperienza polarizzante che invita a ripensare il nostro modo di vivere e, allo stesso tempo, sottolinea con forza quanto abbiamo bisogno degli altri” – osserva Dolci - “Siamo voluti ripartire da qui, da queste immagini forti e bellissime, per dire che il punto segnato lo scorso anno ci invita a uno slancio nuovo. Con l’apertura degli uffici vogliamo dire che questo spazio è aperto per confrontarsi, creare e crescere come persone nella relazione”.
Ben Vine, Spain, Madrid 15 April 2020
Someone to hold when you're shut off from the rest of the world
I nuovi uffici riflettono una visione aziendale innovativa che mette al bando la struttura verticale e gerarchica a favore di una orizzontale più snella che non richiede la presenza fisica per occupare un posto bensì per ambire a un confronto aperto, anche se tutti i dipendenti e collaboratori dell’azienda potranno lavorare in remoto scegliendo nazione e città in cui stabilirsi: 1.500 mq di Open Space, 3 room dedicate agli esperti di tecnologia, uno spazio per esposizioni temporanee e una palestra, oltre allo studio fotografico in cui verranno scattati tutti i servizi della Factory e a un dehors che, appena possibile, sarà accessibile anche dalle persone del quartiere nell’ottica della nuova tendenza nota come near working, concetto sostenuto in primis dal Comune di Milano per valorizzare i luoghi di lavoro distanti 15 minuti dalla propria casa (a beneficio del tessuto economico di prossimità).
La sede di Via Fiamma rimane il punto di riferimento e il luogo di interazione con scambi periodici su nuovi progetti, work in progress e riunioni di confronto volti a garantire la trasparenza interna e a migliorare la pianificazione del lavoro. Gli ambienti sono ideati e progettati per favorire la modalità di lavoro agile adottata da Boom, mentre la cultura del feedback è supportata da cicli di peer-to-peer e performance review in cui si valorizzano le singole competenze e ognuno può proporre migliorie a tutti, a ogni livello, con il fine ultimo di ottimizzare flussi e metodi di lavoro: “In questa direzione si legge la volontà di aprire nuovi spazi che non demoliscono il concetto di smart working ma al contrario lo rafforzano” – sostiene Dolci – “perché lavorando per obiettivi impieghiamo tutte le risorse necessarie, compresa la condivisione degli spazi. Siamo un’azienda globale con risorse presenti in 80 Paesi del mondo. Non abbiamo un ufficio in tutti i Paesi dove operiamo ma ci teniamo ad averlo a Milano - è il nostro Headquarter - per sottolineare con forza la nostra identità e provare a restituire qualcosa a questa città ferita ma pronta a rinascere”.
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