Primi segnali di ottimismo per i consumi fuori casa a partire dalla ristorazione, legata a doppio filo al vino italiano di qualità. Lo rileva Fipe, nel corso del webinar odierno con Vinitaly sulle prove di ripartenza post pandemica. Secondo le elaborazioni della Federazione dei pubblici esercizi su base Tradelab, le parziali riaperture anche serali di maggio hanno infatti fatto lievitare i consumi del +90% (a 4,1 miliardi di euro) sul mese precedente, con punte del +221% per il segmento dei ristoranti e del 375% per i locali dell’aperitivo.
Ma, secondo il vicedirettore generale Fipe, Luciano Sbraga, la strada è ancora lunga: “I valori di maggio rimangono inferiori del 30% rispetto al pari periodo del 2019, e tra gli operatori permane la convinzione che i livelli pre-pandemici saranno raggiunti attorno al 2023. Detto questo – ha aggiunto Sbraga –, l’85% dei gestori di bar e dei ristoranti è fiducioso che al termine della pandemia potrà tornare a svolgere la propria professione, anche se poco più della metà ritiene che il proprio lavoro sia ormai cambiato per sempre”. E se il matching ristorazione/vino rialza la testa dopo le chiusure, il Covid ha comunque lasciato strascichi nello storico rapporto commerciale: oggi un grossista su quattro vuole essere saldato entro la consegna e di questi la fornitura più cospicua che richiede il pagamento immediato è proprio quella di vini e spumanti (59%).
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “In questa fase cruciale di ripartenza del mercato e dei consumi, Vinitaly si conferma hub aggregatore di tutti gli stakeholder del settore. E in questa direzione vanno sia la collaborazione con Fipe, che sarà parte attiva della Special edition in programma dal 17 al 19 ottobre, che Vinitaly Plus, la piattaforma digitale della community professionale del vino italiano. Con 15mila vini a portata di click in 10 lingue e cantine di 35 nazioni, Vinitaly Plus è uno strumento diretto e di matching del business per operatori, buyer e stampa nazionali e internazionali”.
Per Alessandro Cavo, consigliere nazionale di Fipe: “La ristorazione riparte e con essa una lunga filiera fatta di produttori, vignaioli, imbottigliatori, distributori per i quali proprio la ristorazione rappresenta il principale mercato di sbocco. La pandemia lascia molti problemi aperti anche nei rapporti con i fornitori che andranno risolti al più presto. Questo rapporto di collaborazione tra Fipe e Vinitaly vuole contribuire a rendere più virtuose le relazioni di filiera tra mondo del vino e ristorazione perché c’è bisogno di più conoscenza, più qualità, più innovazione. Insomma – ha concluso – se le eccellenze del made in Italy fanno squadra non solo danno valore al business ma all’immagine dell’Italia nel mondo”.
Secondo il responsabile dell’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv), Carlo Flamini, la stagione estiva si annuncia positiva per le vendite sul mercato italiano, ma il riaggancio sui valori pre-pandemici per il segmento horeca non è previsto per quest’anno. Nonostante l’incremento dell’on-trade sia stimato in risalita sul 2020 (+19%), il gap a fine anno rispetto al 2019 sarà ancora del -26%. Per Uiv, il settore della ristorazione è ancora gravato da circa mezzo miliardo di debiti nei confronti delle aziende vinicole fornitrici.
Al webinar online sulla piattaforma Vinitaly Plus, promosso da Fipe e Vinitaly, moderato da Giulio Somma e con la partecipazione de “Il Corriere Vinicolo”, anche una tavola rotonda tra produttori (Francesca Argiolas, Cantine Argiolas e Antonio Rallo, Donnafugata) e ristoratori (Lorenzo Lisi, Ristorante Da Pierluigi - Roma e Nadia Pasquali, Ristorante alla Borsa - Valeggio sul Mincio, Verona).
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