Ad un anno dall’atto di costituzione, la Fondazione
SOStain Sicilia entra nella fase operativa, con l’invito rivolto alle
aziende siciliane verso l’iter di certificazione, sotto la guida del comitato
scientifico della Fondazione.
Gli obiettivi del programma, condivisi nel corso del
webinar “SOStain è …”, moderato dalla giornalista Fernarda Roggero, firma de Il
Sole 24 Ore, sono stati elencati ed
approfonditi da un panel di relatori coinvolti- a vario titolo- nell’obiettivo
di fare diventare il programma di sostenibilità per la viticoltura siciliana un
unicum nel panorama nazionale ed internazionale.
Alberto Tasca,
presidente della Fondazione SOStain Sicilia, in apertura, ha parlato “di scelta
etica e di passaggio obbligatorio”, al quale le aziende sono chiamate, se
vogliono tutelare l’ecosistema, lasciandolo inalterato alle generazioni future.
“Le peculiarità del nostro disciplinare-afferma
Alberto Tasca-sono la sartorialità legata al territorio Sicilia e la
specificità delle misure che applichiamo. In pratica, il sistema di misurazione
delle best practice agricole deve riprendere quello nazionale e
internazionale, mentre i valori-soglia che le aziende devono rispettare e la
ricerca volta a migliorare le performance di sostenibilità, si basano sulle
caratteristiche del territorio. Stiamo lavorando anche alla suddivisione delle
zone in cluster e ai paesaggi extra-vigneto.
Inoltre - continua Tasca - il sistema di governance
messo in piedi da SOStain è trasparente e non speculativo, perché il comitato
operativo e scientifico sono al servizio delle aziende e l’ente di
certificazione, totalmente indipendente, esclude qualsiasi tipo di conflitto di
interessi”.
La sostenibilità come progetto olistico non si limita
solo al territorio, alle pratiche agricole e all’ambiente ma abbraccia anche la
sostenibilità sociale ed economica e si basa fortemente sullo scambio e
confronto tra le aziende.
“Si tratta di un cambio radicale di mentalità per le
aziende, un ennesimo passo avanti mosso grazie a un cambiamento di tipo
culturale del comparto vitivinicolo siciliano, che porta ad una nuova
consapevolezza e visione ma nel concreto anche a benefici, a un sistema
decisionale più veloce e genera risparmi
a lungo termine” - conclude Alberto Tasca.
La Sicilia,
un’Isola dalla naturale vocazione sostenibile
Nata anche grazie alla volontà di Assovini Sicilia e
il Consorzio Vini Sicilia DOC, la Fondazione SOStain è il risultato di anni di
lavoro svolto in sinergia con la comunità scientifica ed accademica delle
Università di Palermo, Milano e Piacenza.
Ad oggi, hanno aderito quattordici aziende
vitivinicole siciliane, cinque hanno ottenuto la certificazione e cinquanta
sono in fase di analisi.
“La vocazione sostenibile della Sicilia è un fattore
naturale, grazie alle sue favorevoli condizioni climatiche e alla varietà del
suolo e alla biodiversità, con oltre settanta varietà di vitigni autoctoni” -
afferma Antonio Rallo- presidente del Consorzio Vini Sicilia DOC.
“La Sicilia- continua Rallo- con i suoi trenta mila ettari, è il più
grande vigneto bio in Italia, la prima regione per vigneto biologico in collina, la
seconda per vigneto in montagna. Abbiamo il dovere di consegnare alle
generazioni future una terra in condizioni, se non migliori, almeno uguali
rispetto a chi ci ha preceduto”.
Per Laurent de la Gatinais, presidente di
Assovini Sicilia, “la strada verso la sostenibilità è tracciata. In molti casi, si tratta di validare e
consolidare pratiche già in atto. Da
potenziale inespresso, la sostenibilità può diventare un valore anche
commerciale, se viene comunicato con autorevolezza dalle aziende, guadagnando
credibilità nei consumatori. E’ un
messaggio forte poter dire che la Sicilia è sostenibile”- conclude de la
Gatinais.
Dalla visione
alla certificazione, le linee guida e gli step per le aziende
La sostenibilità non è un concetto aleatorio ma
scientifico. Per questo, è importante il ruolo del Comitato Scientifico di
SOStain, che ha definito il contenuto delle disciplinare per la certificazione.
Nicola Francesca, ricercatore dell’Università di Palermo e membro del Comitato
scientifico SOStain, ha elencato i dieci requisiti per ottenere la
certificazione: gestione sostenibile del vigneto, divieto di diserbo chimico, protezione
della biodiversità, utilizzo di materiali eco-compatibili nel vigneto, materie
prime locali, calcolo degli indicatori VIVA, tecnologie energicamente
efficienti, riduzione del peso delle bottiglie, trasparenza nella
comunicazione, assenza di residui nei vini.
“L’azienda che abbraccia questa visione deve farsi
guidare-commenta Francesca. Non è un iter complicato, in media si conclude in
un mese. Molte aziende adottano già queste pratiche ma hanno bisogno di essere
organizzate in maniera organica”.
A supportare le aziende nella fase pre e post
certificazione, c’è la Rete di professionisti Panagri, braccio operativo di
SOStain.
“Lo strumento di certificazione Sostain include
diverse certificazioni nel suo insieme: VIVA, SOStain, Carbon Footprint e Water
Footprint”- afferma Vincenzo Genna di Panagri.
“SOStain, consente di limitare gli sprechi, ridurre
gli impatti con costi più bassi”.
Green is better, le testimonianze delle aziende sostenibili
Arianna Occhipinti, la natural woman della
vitivinicoltura siciliana, richiama al ruolo di custodi della terra di ogni
agricoltore e porta la sua testimonianza di vigneron che ha scelto la
sostenibilità come filosofia aziendale.
“Senza la bellezza e la varietà che comporta
l’agricoltura sostenibile, il paesaggio sarebbe diverso-afferma Arianna
Occhipinti. La scelta a supporto della sostenibilità rinforza il legame con
l’azienda e porta a cambiamenti non solo estetici ma che incidono nella produttività
e qualità del vino”Le fa eco Benedetto Alessandro di Cantina Alessandro di
Camporeale: “la scelta sostenibile per un’azienda medio-piccola comporta
molti vantaggi e opportunità, come l’accesso alla competenza e guida del
comitato tecnico-scientifico, la possibilità di usufruire di fondi europei che
presto faranno della sostenibilità una condicio sine qua non.
Con SOStain, la Sicilia in linea con il Green Deal
europeo e l’Agenda UN 2030
“La Fondazione SOStain getta le basi per una solida
sostenibilità nella vitivinicoltura siciliana”-afferma Dario Cartebellotta,
dirigente generale dell’Assessorato Regionale Agricoltura.
Inequivocabile la direzione tracciata dalla strategia
comunitaria in linea con il Green Deal europeo e il Farm to Fork.
“Il primo, presuppone un ripristino dell’agroecologia
e il rispetto della vocazione degli ambienti, mentre il Farm to Fork
implica una connessione tra produttori e consumatori, in termini di sicurezza,
trasparenza, qualità”- continua Cartabellotta.
Il rispetto dei parametri della sostenibilità non
rappresenta solo una premialità per gli agricoltori ma proietta la Sicilia
verso il Green Deal europeo e l’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
“Negli ultimi trent’anni, il brand Sicilia è passato
da una percezione negativa, alla candidatura, nel 2019, come migliore regione
vitivinicola al mondo. Oggi, la sfida siciliana va nella direzione di una
Sicilia Green.
Per raggiungere questo obiettivo, bisogna essere uniti
e condividere questo percorso”- conclude Alberto Tasca.
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