Alla GAMeC di Bergamo il secondo capitolo della Trilogia della Materia
Apre al pubblico domani la grande mostra Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti.
Secondo capitolo della Trilogia della Materia, il progetto espositivo pluriennale inaugurato nell'ottobre 2018 con la mostra Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, la mostra rivolge lo sguardo al lavoro di artiste e artisti che, in momenti diversi, hanno indagato le trasformazioni della materia traendo ispirazione dalla vita degli elementi per sviluppare una riflessione sulla realtà delle cose, sul mutamento e sul tempo.
"Rien ne se perd (nulla si perde)" è l'incipit della celebre massima attribuita a Lavoisier con la quale il chimico francese spiegava il senso generale della sua legge della conservazione della massa, la quale affermava che, nel corso di una reazione chimica, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti. La materia, in altre parole, non si crea e non si distrugge.
Da questo principio fondamentale sarebbero scaturite alcune idee chiave per la modernità, che avrebbero portato poi alla definizione della teoria della relatività, all'individuazione di una sostanziale equivalenza tra massa ed energia e quindi alla convinzione, raccontata da scienziati, artisti, filosofi, di una materia sempre viva, sempre presente, e di un mondo in continua trasformazione.
Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione occupa interamente gli spazi della GAMeC sviluppando un percorso di forte impatto sensoriale, data la natura materica e sinestetica delle numerose opere esposte, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche sia private. Le quattro sezioni della mostra – Fuoco, Terra, Acqua e Aria – riferiscono agli elementi naturali, intesi come stati di aggregazione della materia, e ne sondano le relazioni e le trasformazioni: fuoco/stato ardente; terra/stato solido; acqua/stato liquido; aria/stato gassoso.
L'esposizione raccoglie opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell'interesse di alcuni autori – come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington – per il tema dell'alchimia, alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke – includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell'Arte Povera – PierPaolo Calzolari e Paolo Icaro –, opere scultoree e installazioni di autori emersi negli anni Ottanta fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artiste e artisti internazionali delle ultime generazioni.
La mostra si avvale della collaborazione della Fondazione Meru/Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, già promotrice, tra il 2013 e il 2017, con Associazione BergamoScienza e GAMeC, del prestigioso Meru Art*Science Award, finalizzato alla promozione di progetti artistici legati allo sviluppo delle ricerche scientifiche.
Il nuovo programma di ricerca – Meru Art*Science Research Program – finanzia la realizzazione di un progetto site-specific per lo Spazio Zero della GAMeC.
Per Nulla è perduto l'artista svedese Nina Canell presenta una nuova installazione ambientalevolta a indagare il territorio di confine tra le dimensioni dell'organico e dell'inorganico, tra materia vivente e materia inerte.
Accompagna la mostra anche un ricco programma di attività per le scuole e un ciclo di incontri aperti al pubblico che vedranno la partecipazione di scienziati, ingegneri, chimici, storici dell'arte, artisti e filosofi.
Catalogo GAMeC Books.
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