Galleria Poggiali | Milano
Foro Bonaparte 52, Milano
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Spinto dalla voglia di comprendere la trama della propria identità personale e culturale all'interno della diaspora africana, filtrata dalle sovrastrutture della sua esperienza americana, l’artista Basil Kincaid (1986, St. Louis, Missouri) debutta con un corpus di opere inedite presso la sede milanese della Galleria Poggiali nella sua prima mostra personale italiana dal titolo The Rolling Fields to My House.
Attraverso collage, fotografie, installazioni, performance e soprattutto con la tecnica del quilting (assemblaggio di frammenti di trapunte) – realizzate con materiali trovati, recuperati e donati – Basil Kincaid interroga i costumi sociali mentre disegna tessuti culturali alternativi. L'intraprendenza e la libertà di immaginazione emergono come componenti critiche per un’ideale liberazione dello spirito, così da co-creare luoghi che stimolino la memoria ancestrale dell'amore inteso nella sua accezione di libertà insita in noi al fine di attivare spazi che partecipino alla liberazione condivisa su scala locale e globale.
The Rolling Fields to My House utilizza la pratica del “world building” ovvero della creazione di un mondo immaginario completamente nuovo per creare un senso di appartenenza. Le trapunte, le sculture e i disegni esposti in mostra rappresentano un linguaggio interno che l’artista ha coltivato per creare un luogo che avesse senso per l'unico ragazzo nero in una classe di coetanei bianchi. Il trasferimento di Kincaid in Ghana nel 2020 gli ha permesso di rivisitare mondi precedentemente sviluppati e realizzarli in nuovi formati. L'entità nera che appare in queste opere rappresenta una versione ancestrale di sé stesso e dell’osservatore; un testimone onnisciente in sintonia con tutte le versioni di sé attraverso le proprie dimensioni esponenziali. Probabilmente un corpo da sempre presente che ha pianificato di incontrare ed esplorare la natura policromatica dell'identità nera diasporica su vari terreni, questa volta sul suolo italiano.
In tutto il suo lavoro, Basil si concentra su come il luogo in cui ci troviamo modelli la nostra prospettiva, la nozione di appartenenza e il modo in cui ci percepiamo. Il suo lavoro è composto principalmente da materiali trovati o donati che hanno un grande significato emotivo per coloro che un tempo li hanno apprezzati.
La pratica della trapuntatura ha una lunga storia nella sua famiglia che si tramanda da oltre 7 generazioni. Il quilting,
all'interno della tradizione culturale nera, è sempre servito come uno
spazio rivoluzionario di gioia, coraggio e comunità in diretto contrasto
con la sottomissione sociale e finanziaria.
“È un modo per onorare i miei predecessori mentre affronto le domande e le preoccupazioni su dove sono, siamo, oggi. – Afferma Basil Kincaid – È un modo per restaurare e ricostruire con l'intraprendenza insita dentro di noi.”
Basil Kincaid è fra gli artisti selezionati da Yinka Shonibare per la mostra estiva presso la Royal Academy of Arts di Londra dal titolo 'Reclaiming Magic' in programma dal 22 settembre 2021.
Basil Kincaid (nato nel 1986, St. Louis, Missouri) è un artista post-disciplinare che attraverso la sua ricerca costruisce, contempla e rivede i limiti autoimposti e condizionati e ne esplora le loro fissità. Attraverso la tecnica del quilting, del collage, dell'installazione e della performance realizzati con materiali di recupero o donati Kincaid abbandona i costumi sociali per dedicarsi alla stesura di tessuti culturali alternativi. Kincaid ha studiato disegno e pittura al Colorado College, laureandosi nel 2010. Ha collaborato con Kavi Gupta Gallery, Mindy Solomon, Kravets Wehby e Carl Kostyal e altri. Nel 2019 Kincaid ha debuttato con il suo primo lavoro commissionato da un'istituzione, la performance "The Release", presso la Pulitzer Arts Foundation di St. Louis MO. Kincaid fa parte della collezione d'arte permanente di JP Morgan e nel 2020 ha ricevuto la Regional Arts Commission of St. Louis. Nel 2021, Kincaid è stato selezionato come borsista per la United States Artist Fellow ed è entrato a far parte della collezione del Smithsonian AmericanArt Museum.
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