lunedì 4 luglio 2022

Storia, Arte e Fede al Ristorante Al Pappagallo

 




Mercoledì 29 giugno, a un mese dalla risalita dell’icona al Santuario del Colle della Guardia, è stata presentata in conferenza stampa la mostra fotografica dell’imprenditore bolognese Pier Luigi Saporetti  “1971 - 2021 Madonna di San Luca”, avendo presente come ospite di eccezione il Monsignor Stefano Ottani, Vicario Generale della Curia Bolognese e Parroco della Chiesa dei Ss.mi  Bartolomeo e Gaetano. Ciò a sottolineare l’importanza e il prestigio del nuovo allestimento all’interno del locale, dedicato alla discesa della Madonna di San Luca immortalata a 50 anni di distanza, nel 1971 e nel 2021. 

 

Racconta Don Stefano Ottani, persona di grande spessore e profonda umanità : Dal 1433 l’Immagine della beata Vergine di San Luca dal Santuario sul Colle della Guardia scende in città, insegnandoci la premura e la fedeltà che rimangono nei secoli. 

Pier Luigi Saporetti, con i suoi scatti a 50 anni di distanza, si inserisce in questo ritmo secolare e ci offre la chiave per cogliere la capacità di una madre di farsi vicina ai figli che crescono, adattando le forme della propria presenza ai bisogni che cambiano. 

E’ solenne sulle spalle dei Domenichini nel 1971, circondata da austeri canonici, giovani seminaristi e folte suore; si lascia trasportare dai Vigili del Fuoco fra telefonini e mascherine anticovid nel 2021, per portare a tutti speranza.

Guardando a quella Immagine e a queste immagini ritroviamo noi stessi, cresciuti, invecchiati, scomparsi, ma sempre amati”.

 

Sistemando il suo archivio fotografico, tra il tanto materiale raccolto negli anni Pier Luigi Saporetti ha estratto un servizio datato 1971che aveva per oggetto la processione della Madonna di San Luca. Trovandolo interessante ha raccolto le immagini più significative in un libro e poi ha pensato di farne una replica a 50 anni di distanza, durante la pandemia, con la stessa fotocamera analogica e seguendo le sensazioni del momento. Le immagini sono 64, 32 per ogni cinquantennio. Oggi imprenditore, ha incontrato la fotografia durante gli studi universitari partendo dall’esame La chimica fotografica;dall’approfondimento è nato un rapporto viscerale e la conseguente partecipazione a premi, pubblicazioni ed esposizioni, attività che di pari passo con il diminuire degli impegni professionali negli ultimi anni si è intensificata. (v. allegati)

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L’occasione è valsa anche per presentare piatti e ménus concepiti per la stagione estiva del Ristorante Al Pappagallo dal nuovo Chef Executive Corrado Parisi, che con il suo Ménu d’autore ha impresso  nella cucina la sua inconfondibile e rinomata cifra stilistica fatta di creatività, tecnica evoluta e profondo senso etico nell’ottica della sostenibilità. La recente scelta dei titolari  del Pappagallo è ricaduta su uno chef completo, in grado di trasferire le sue profonde conoscenze del cibo nelle preparazioni e di rinnovare anche le mises en place. 

 

Tra le proposte estive, fresche, leggere e ricercate:

Gambero Rosso, tartare di gamberi rossi di Sicilia, limone semi candito, genziana, gelato e crumble di Parmigiano Reggiano d.o.p.;  Pesca, Rombo e Foie Gras, pesca noce, testa e coda di rombo prezzemiolata in cassetta, ciliegie di foie gras, carote e meliloto;  Galletta di grano fermentato, verdure di stagione, pomodoro affumicato, consistenze di mandorle, crema di zucchine alla scapece e lamponi;  Assoluto di melanzana, tataki di melanzana, prosciutto e bacon di melanzana, tufo di acqua di melanzane, il suo caviale e cagliata di fico;  Riso Riserva San Massimo al basilico, mantecato alla provola affumicata, cremoso di pomodorini arrostiti, cozze, limone semi candito, burrata e calamaretti scottati.  Infine la versione dolce del tortellino secondo Parisi: Tortellini ripieni di cioccolato e amaretto in brodo di pesche e gelato al basilico. (v. allegati)

 

Da notare l’impiego delle carni di animali da cortile e di verdure di stagione, che hanno maggior qualità e costi contenuti, senza grassi aggiunti.

Il nuovo menu stagionale  territoriale si serve della tradizione e attua il recupero totale della materia prima, usando l’ingrediente al 90%; è una cucina che comincia a strizzare l’occhio al vegetale, molto più elaborata tecnicamente e  autenticamente d’autore, con totale attenzionall’apporto energetico.

 

Nuovo e antico nella tradizione e nel mio presente. 

Sempre e per sempre il grande Ristorante di Bologna amata”

(PupiAvati)

 

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