Ispirato ai fragili e delicati equilibri legati alla biodiversità e alla natura è l'arazzo, di dimensioni 120 x 120cm, per il quale sono stati utilizzati scarti grezzi di tessuto in parte tinti con scarti di cibo, come bucce di cipolla, avocado e caffè.
La farfalla rappresentata si chiama Papilio Alexanor, una specie a rischio di estinzione nel Nord Italia.
A rendere unico l'arazzo, oltre ai colori naturali, è il delicato ricamo realizzato a mano dalle sarte.
Sempre utilizzando scarti, in questo caso ricevuti già tinti, i due architetti in occasione della fiera hanno creato una tovaglia il cui disegno si ispira alle opere dell'artista tessile Anni Albers.
In questo progetto il team Monoferments ha cercato di dare una nuova vita alle pezze di scarto, celebrando le sensazioni tattili del lino e il lavoro artigianale che lo rende unico con le cuciture dette “inglesi” con cui le pezze sono state aggregate.
Nel percorso di ricerca votato a un’ottica di reperimento locale e di riuso delle materie prime di valore, durante la Fiera di Napoli Monoferments presenta inoltre due linee di piastrelle decorative realizzate a mano con gli scarti delle demolizioni edili di cantieri lombardi e, nello specifico, terra di scavo, mattoni, sabbia e cemento, utilizzati sia come corpo ceramico che come smalto a seconda della temperatura a cui vengono cotte.
La serie “BRUTTI MA BUONI” comprende le due linee “TERRA” e “PESTO”.
La prima è formata da piastrelle decorative, con dimensioni di 8,5 x 8,5cm, il cui corpo ceramico è composto totalmente di scarti dei cantieri di Monostudio, in particolare terra di scavo, mattoni, sabbia e cemento recuperati dalle demolizioni delle murature.
Dando una nuova vita agli scarti edili, i due architetti hanno voluto sottolineare la forte connessione tra territorio e interni, oltre alla volontà di salvare materiali di valore dalla discarica. La matericità delle piastrelle rivela un radicamento alla terra e favorisce un'esperienza tattile sensoriale. L'estetica s’ispira alle grafiche del Bauhaus ed è realizzata alternando parti lucide e opache smaltate con una miscela di terra e cristallina trasparente cotta a bassa temperatura.
Lo stesso impasto, cotto ad alta temperatura, diventa lo smalto della seconda linea di piastrelle, “PESTO”. Con il loro aspetto grezzo, fortemente radicato alla materia, anche queste piastrelle in gres, realizzate a mano e di dimensioni 8,5 x 8,5cm, sono smaltate con una miscela di terra di scavo, mattoni e cemento, lavorati tra loro per poter tornare materia prima ed essere poi cotti ad alta temperatura. Il contrasto con lo smalto color celadon sottolinea la differenza tra l'imperfezione di una superficie realizzata con materiali di recupero e una di produzione industriale.
Per la serie “TIRAMISU'” Monostudio Associati presenta a Edit alcuni prototipi che sono stati creati su loro progetto da Mipa, con l'utilizzo dei loro scarti di polvere di marmo mescolati agli scarti di gusci d'uovo e caffè, un 20% di cemento e senza necessità di cottura. La coppia di piastrelle per pavimenti “OVO E CAFFE”, con dimensioni 20 x 20cm e spessore di circa 1 cm, è stata realizzata abbinando polvere riciclata di marmo di una stessa miscela chiara con alternativamente gusci d'uovo in pezzi grossolani, quindi ben visibili e polvere di caffè usato e fatto essiccare. Quest'ultimo, oltre a donare una pigmentazione di un delicatissimo color cipria, reagisce con il carbonato di calcio di cui è composto il marmo creando piccoli solchi che ricordano il travertino.
L’ultima proposta, “ESPRESSO” con dimensioni 20 x 20cm e spessore di 1 cm, è la più materica, intesa per il rivestimento verticale delle superfici. L'utilizzo di una grande percentuale di caffè usato che rende l'impasto inconsistente crea una superficie molto grezza, che ricorda la pietra a spacco. Maggiore è la percentuale di caffè, più forte è la reazione con il marmo riciclato.
In occasione di Edit 2022 Monostudio Associati ha inoltre invitato le designer di Volupte Madrid con cui condividono i valori e l'attenzione al benessere, a partecipare alla “tavola” che si svolgerà durante la fiera con i loro piatti “CERES” in gres smaltati con materiali naturali e scarti di bucce di arancia, guscio d'uovo e gusci di mitili. Con Volupte Madrid hanno condiviso la propria ricetta di riuso degli scarti di cantiere per la realizzazione di oggetti decorativi, tra cui il vaso “TELLUS”.
Quando le esigenze umane diventano prioritarie rispetto all’estetica, il nostro lavoro può avere un impatto davvero profondo – afferma l’architetto Elisa Evaso -. L’idea che ci ha spinto a intraprendere il percorso della palette, oltre a una ricerca di materiali circolari innovativi naturali e sostenibili nella pratica quotidiana, è stata la volontà di disegnare comportamenti nuovi e promuovere lo scambio di scarti tra aziende vicine. Un interno realizzato con questa palette dovrà essere bello e far sentire bene chi lo abita, oltre a far bene al pianeta. Questa palette avrà la forza della bellezza e dell’ottimismo.
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