martedì 8 novembre 2022

Gemona capitale del formaggio

 


Ritorna “Gemona, formaggio e dintorni”, la kermesse enogastronomica giunta alla 21^ edizione, in programma dall’11 al 13 novembre. L’evento, che si lega alla tradizione svolgendosi in concomitanza con la Festa del Ringraziamento, è nato per valorizzare l’importante produzione casearia locale e regionale, con un riferimento particolare alle latterie turnarie che un tempo costituivano il modello di caseificazione diffuso in tutto il Friuli (il picco è stato raggiunto a metà degli anni Sessanta, quando nelle province di Udine e Pordenone se ne contavano 652, 9 solo a Gemona). Tra gli organizzatori c’è anche l’Ecomuseo, che ha affiancato il Comune di Gemona, la Pro Glemona, la Coldiretti, l’Associazione Allevatori nella definizione del programma.

A Palazzo Elti in via Bini l’Ecomuseo ha allestito la mostra “Lat cence confins” dedicata al sistema turnario nell’arco alpino, in esposizione fino all’11 dicembre. Sabato 12 e domenica 13 in via Cavour presso gli stand delle latterie turnarie sarà possibile degustare e acquistare i formaggi dei caseifici di Campolessi, Peio e Valmorel aderenti alla “Carta dei princìpi delle latterie turnarie”, a cui si aggiungeranno i prodotti sloveni della Malga Kašina, dove ancora oggi viene praticata la caseificazione comunitaria. Sabato alle ore 11 è in programma la visita guidata alla Latteria di Campolessi (ritrovo presso il caseificio in via San Marco, prenotazione obbligatoria al 338 7187227), mentre alle 16 presso il Lab terremoto si svolgerà un incontro con i rappresentanti delle latterie turnarie.

 

La Latteria di Campolessi è una delle ultime latterie turnarie presenti in Friuli, probabilmente la più antica ancora in attività essendo stata fondata nel 1908 da 120 soci. Attualmente i soci sono 17, residenti a Gemona e nei comuni limitrofi. Il caseificio trasforma circa 20 quintali di latte vaccino al giorno, proveniente da numerose stalle di piccole dimensioni (2-5 vacche) e da pochi allevamenti di medie dimensioni (alcune decine di capi), dove la razza più diffusa è la locale pezzata rossa. Il formaggio prodotto è a latte crudo, che grazie alla secolare modalità artigianale di lavorazione e al sostegno dell’Ecomuseo ha ottenuto il riconoscimento di Presìdio Slow Food. Negli allevamenti le vacche sono alimentate esclusivamente con erba, foraggi e sfarinati di cereali coltivati in azienda.

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