martedì 17 gennaio 2023

Imparare l’arte dell’intreccio

 



L’arte di intrecciare rami di salice (o di ligustro, o di nocciolo…) è in via di estinzione, sarà per questo che le richieste di partecipazione ai laboratori promossi dall’Ecomuseo non finiscono mai. Dopo i due appuntamenti autunnali, altri corsi di cesteria partiranno a breve. Sabato 21 gennaio alle ore 16 presso la sede dell’Ecomuseo in piazza Municipio 5 a Gemona è in programma un incontro di presentazione, che informerà le persone interessate sulle modalità di svolgimento, sugli attrezzi di cui dotarsi, sui materiali vegetali che si utilizzeranno e sulle modalità di raccolta. I corsi inizieranno la settimana successiva, otto gli appuntamenti settimanali, due le sedi (Gemona e Osoppo).

L’arte dell’intreccio è una delle pratiche più antiche dell’uomo, alla portata di tutti, a dimostrazione che questo sapere antico è ancora vivo e ricco di spunti per coloro che vogliono apprendere le tecniche e il metodo di lavoro che stanno alla base dell’attività, perché intrecciando rami e altre fibre vegetali si possono creare manufatti incredibilmente robusti, leggeri, duraturi e pure belli. I corsi sono di carattere pratico, i maestri artigiani che li condurranno prenderanno per mano i partecipanti: spiegheranno come reperire, scegliere e trattare il materiale più idoneo, come intrecciarlo e come legarlo per realizzare, passo dopo passo, le varie parti (fondo, parete, bordo e manico) di cui si compone un cesto. Intrecciare cesti è anche un modo per avvicinarsi con creatività alla natura.

 

«Nella sua semplicità, il cesto è una delle massime espressioni della capacità elaborativa della mente umana. L'arte dell'intreccio è l'acquisizione tecnica più antica e più diffusa della terra (...). L'intuizione del cesto, sicuramente, nasce dall'osservazione di fenomeni naturali, quali il fitto intreccio della vegetazione nelle boscaglie, le tane degli animali, i nidi degli uccelli… All'imitazione è seguita la sperimentazione, la ripetizione e infine l'acquisizione tecnica». (Diana Poidimani, artista)

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