La mostra “Al tempo di Canova. Un itinerario umbro”, organizzata dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” e da Fondazione Perugia in occasione del bicentenario della morte di Antonio Canova, si è chiusa con un grande successo di pubblico con oltre 10mila visitatori che hanno potuto ammirare le opere esposte tra Palazzo Baldeschi e il MUSA, Museo dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, per la metà provenienti da fuori regione e dall’estero.
Un progetto ad ampio respiro che ha coinvolto l’Università di Perugia, l’Accademia di Belle Arti e la Fondazione CariPerugia Arte, realtà diverse tra loro, unite da una sinergia di intenti.
Una delle principali attrazioni della mostra è stata la colossale “Testa del cavallo”, una delle opere lasciate in eredità all’Accademia dal fratellastro di Canova, Giovanni Battista Sartori, e modello per il monumento a Ferdinando I di Borbone a Napoli. La scultura era fruibile nella sua storica sede dell’Accademia di Perugia, mentre a Palazzo Baldeschi è stata esposta la riproduzione della testa monumentale di cavallo, realizzata grazie a un robot a controllo numerico con tecnologia 3D. Questa nuova opera, in poliestere patinato e realizzata appositamente per la mostra, verrà messa in vendita all’asta da Fondazione Perugia che devolverà il ricavato per fini benefici.
“Siamo orgogliosi – ha evidenziato Cristina Colaiacovo, Presidente di Fondazione Perugia – del forte interesse e della grande partecipazione che questa rassegna ha saputo generare, grazie all’altissima qualità delle opere esposte e alla loro straordinaria capacità di raccontare il contesto artistico e storico entro cui si inserirono. La valorizzazione del nostro territorio, principio guida della mostra, rappresenta per Fondazione Perugia un obiettivo prioritario che indirizza in maniera costante le attività a favore del patrimonio culturale, attraverso la creazione di valore per la comunità”.
Soddisfazione espressa anche da Mario Rampini, Presidente dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, che ancora una volta sottolinea “l’importanza della continua collaborazione fra le due Istituzioni nel dare vita a proposte culturali capaci di apportare valore alla città e alla regione. Un’intesa che in questa occasione è stata ancora più proficua, poiché ha potuto attingere al notevole numero di gessi di Canova conservato da secoli in Accademia, patrimonio di grande valore per la storia dell’Umbria. Infatti, la mostra è stata l’occasione per ricostruire uno straordinario momento storico, tra Napoleone e la Restaurazione, in cui la città di Perugia e l'Istituzione, oggi AFAM, vennero a trovarsi in un fermento culturale di grande spessore, un crocevia di personalità, di artisti, architetti, scultori, intellettuali, che la posero, assieme ai luoghi maggiori dell'Umbria, al punto più alto della cultura europea del tempo".
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