Borghi d’Europa è tornata a fare visita all’ottima Cantina situata nel Barolo Docg
Milano, 2 Marzo 2023- Borghi d’Europa ha da poco fatto un tour mirato in Langhe e Roero, per comprendere e comunicare il territorio in maniera efficace: per la parte Langhe, la redazione è tornata a La Morra dall’Agricola Marrone, nel cuore del Barolo Docg.
Una cantina ormai compagna di viaggio di Borghi d’Europa,oggi giunta alla quarta generazione nella conduzione tutta familiare, che lavora unendo tradizione, innovazione ed eleganza un territorio decisamente complesso, che poi viene esaltato nei calici.
Questa volta il motivo della visita non è stato sua maestà il Barolo, bensì il Dolcetto d’Alba, assieme alle due chicche a bacca bianca Viognier e Chardonnay.
In compagnia di Denise Marrone (una delle tre sorelle al timone dell’azienda e responsabile dell’ accoglienza in Cantina che vanta pure un ottimo ristorante interno) sono stati dapprima visitati i vigneti in località Madonna di Como, collina caratteristica sopra Alba ( siamo sui 300 m slm), che hanno rivelato ad occhio nudo la complessità e diversità del terreno: da zone più marno-argillose, ad altre nettamente più calcaree e persino alcune ricche di arenarie ricche di sabbia, dove vengono coltivati Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Viognier.
Il Dolcetto è per tradizione il vino rosso da pasto quotidiano nelle abitazioni piemontesi, molto diffuso e assolutamente riconoscibile per il suo odore vinoso, l’acidità moderata e una buona armonia, che ha questo nome pare per la morbidezza della sua uva matura.
Col tempo il Dolcetto ha perso un po’ di appeal e visibilità perché oscurato dal Nebbiolo e dalla Barbera, gli altri due vitigni rossi cardine delle Langhe e Borghi d’Europa, da sempre attenta alla valorizzazione delle eccellenze locali, ha deciso di comunicare un po’ più questo rosso piemontese, specialmente a tavola, visto che è molto versatile e abbinabile a molte cose ( antipasti con salumi, zuppe con legumi, risotti, ravioli e secondi di carne di manzo non troppo elaborati)
In purezza l’Agricola Marrone ne fa due, che sono stati poi degustati a tavola: il Dolcetto d’Alba Doc 2021, che ha rivelato una bella beva e freschezza (si è sposato bene con l’antipasto di vitello tonnato e coi ravioli del Plin) e poi il Dolcetto d’Alba Superiore Carlot 2019, più strutturato ed avvolgente, perfetto con lo scamone con le nocciole preparato dallo Chef Paolo Garabello.
Gli abbinamenti dei due Dolcetto coi piatti sono stati azzeccati in pieno: bisogna far emergere maggiormente la convivialità e piacevolezza del Dolcetto e la sua ecletticità a tavola, senza andare a toccare né il Nebbiolo e né la Barbera, che hanno ovviamente un’acidità, una trama tannica e struttura ben superiori.
Capitolo Viognier: è stata una davvero una bella sorpresa quella fatta da Denise Marrone, che ha spiegato che viene considerato il “fratello bianco del Nebbiolo” in quanto dotato d’intensità e struttura e dal grande potenziale evolutivo, un bianco fermo molto famoso in Francia nella Valle del Rodano.
Il Langhe Viognier “Servaj” di Marrone, è una piccola nicchia qualitativa: ne sono prodotte solo un migliaio di bottiglie e sinora solo nelle annate 2019 e 2018, affinati in tonneaux.
Entrambe le annate hanno un naso molto intenso, con una flagranza di frutti gialli anche esotici e delle note che ricordano la camomilla e gli infusi ,poi al palato ambedue molto strutturati (il 2019 fa 14° e il 2018 14,5!), ma dotati di piacevolezza, finezza e pienezza gustativa, con una persistenza più lunga nel 2018.
Essendo una sorpresa, Borghi d’Europa li ha provati da meditazione con Denise Marrone, che ha ricordato che loro producono anche il Langhe Chardonnay “Memundis”, che si può definire un cugino del Viognier Servaj, affinato anch’esso in tonneaux (ne sono prodotte solo 4000 bottiglie l’anno), rispetto al Viognier si sente più la vaniglia, ma al palato è elegante e di corpo e sicuramente longevo.
La seconda giornata del tour di Borghi d’Europa in Langhe e Roero è stata dunque molto interessante e produttiva: l’Agricola Marrone ha mostrato ancor una volta come si lavora bene in Langa, dando molta importanza al terreno e poi all’accoglienza, disponendo infatti di una cucina perfetta per esaltare i vari vini prodotti, tra cui il Dolcetto, che come già detto necessita di più spinta comunicativa nel concetto di vino da tutto pasto.
In alto i calici!
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