Nel comprensorio del Monterosa Ski è tornata la primavera, che in quota arriva sempre un po’ dopo. |
Champoluc, aprile 2023 – Secoli di lavoro per domare un territorio che per lo più resta indomito, per modellarlo in modo da poterci vivere anche nelle condizioni più avverse. Nel grande comprensorio del Monterosa, come in altri scenari di montagna, le mulattiere, i terrazzamenti e i canali segnano il passaggio dell’uomo, che ha cercato di imporsi su un terreno severo, che ogni giorno impone una nuova sfida: non a caso, le colture d’alta quota vengono anche definite agricolture eroiche.
Eroica è anche la storia delle popolazioni Walser delle vallate del Rosa, di cui poco parliamo. Del Medioevo ci si ricorda di principi e di re, delle loro spade sguainate in sanguinose battaglie, molto più che del silenzioso e paziente lavoro dei popoli della montagna. I Walser furono tra i primi a tentare di addomesticare le alte quote in Europa, vivendo senza far troppo rumore là, dove nessuno aveva ancora vissuto. Dal punto di vista materiale, quello che è rimasto di tutto questo periodo non sono grandi monumenti, ma case, fienili, stalle, qualche chiesa. E poi c’è tutto quello che viene definito patrimonio intangibile. Una lingua, il titsch, dialetto tedesco che si porta dentro tutte le storie di questo popolo; un’idea architettonica, quella delle case stadel, dove legna e rocce locali sono state utilizzate per creare strutture calde per l’inverno e funzionali al lavoro nei campi d’estate. Colture uniche, nate in accordo con le condizioni climatiche e geologiche delle valli del Monte Rosa, dove anche i sapori sono portatori di significato al pari delle parole.
C’è una Storia, dietro ogni sapore A volte diamo per scontato che quel che c’è ci sia sempre stato, dimenticando che invece tutto ha un’origine e tutto ha una ragione. Soprattutto quando, nel tempo, qualcosa diventa quotidiano. Le patate, ad esempio, che oggi sono elemento centrale della nostra cucina, prima della metà del Settecento in Europa non erano neanche considerate un alimento, quanto invece una curiosità per botanici. La patata è un ortaggio duttile, si è adattata a ogni condizione geo-climatica con nuove varietà, riuscendo a imporsi soprattutto in territori difficili come quello del Monte Rosa, dove la dieta di popoli come i Walser ben presto non ha potuto più farne a meno. La patata, infine, è una radice, e in quanto tale ha saputo radicarsi, diventare parte integrante del territorio da cui trae nutrimento. Negli ultimi decenni lo spopolamento, o comunque l’abbandono dell’agricoltura di alta quota, ha messo a rischio la persistenza di queste colture, ma al contempo della cultura locale.
Restanza: colture e culture come identità. Gli orti di prossimità C’è chi ha coraggiosamente deciso di non seguire l’onda e restare, chi negli ultimi anni ha voluto riprendere, nelle valli del Monte Rosa, antichi modi di vivere la terra, di coltivarla nella convinzione che colture e culture sono allo stesso modo parte dell’identità di una comunità. Paysage à Manger, azienda agricola di Gressoney-Saint-Jean, è nata nel 2014 con lo scopo di riprendere rare e antiche varietà alpine di patate, frutto di una ricerca meticolosa. Nel corso degli anni, l’esperienza di Paysage à Manger è cresciuta, grazie anche alla collaborazione con altre realtà locali, con le quali l’azienda ha saputo fare rete in modo da premiare gli sforzi dei singoli. Ad oggi, sono oltre 120 le varietà ortofrutticole lavorate da Paysage à Manger nella Valle del Lys tra cui, ovviamente, non possono mancare le patate dei Walser, le Walser Kartoffeln, fiore all’occhiello dei prodotti dell’azienda e della valle. Si tratta di un modo diverso di vivere l’orto, che diventa sempre di più orto di prossimità con l’utilizzo di sementi del territorio, ma anche orto esperienziale con il coinvolgimento anche della clientela nel lavoro della terra dalla semina alla raccolta.
Ritrovare il legame con la terra e con i suoi tempi Tutti hanno la possibilità di ritrovare in Paysage à Manger il piacere delle mani affondate nella terra, un gusto ancestrale che sa d’infanzia, ma che aiuta anche a ristabilire un legame più intimo con il processo produttivo, che a guardarlo da lontano troppo spesso diamo per garantito. Conoscere il lavoro della terra vuol dire rispettarlo, capire che ogni cosa ha il suo tempo e che senza l’impegno e la passione i risultati non sono altrettanto soddisfacenti. Proprio per questo Paysage à Manger collabora con organizzazioni giovanili del territorio, in modo che siano già i ragazzi per primi a reimparare l’agricoltura, a sporcarsi le mani. Accanto all’esperienza diretta della terra, c’è anche il contatto diretto tra i coltivatori e i fruitori dell’orto, che hanno la possibilità di passeggiare tra le linee dei campi scegliendo personalmente le verdure da acquistare. In tutti i fine settimana d’estate, inoltre, si tengono negli orti Paysage à Manger incontri dedicati all’importanza di una terra coltivata senza agenti chimici e diserbanti.
Samstag Märt: il mercato del sabato da non perdere Il sabato, d’estate, nella Valle del Lys, è tradizionalmente il giorno del mercato. È così che da fine giugno a inizio novembre, in corrispondenza del periodo dei raccolti, tutti i produttori della valle si ritrovano presso l’orto di Zer Mièle per il Samstag Märt (in titsch, letteralmente “mercato del sabato”). Si tratta di un’occasione di ritrovo per gli operatori del territorio, dove tra ortaggi, miele, marmellate, biscotti e tome d’alpeggio in vendita, le aziende possono raccontarsi sia ai clienti abituali, gli abitanti della montagna, sia ai visitatori occasionali. L’obiettivo è quello di far conoscere la centralità del cibo e della sua produzione nella vita di una comunità, perché possano fruirne tanto gli abitanti del territorio quanto i proprietari di seconde case e turisti in valle per un weekend estivo. Il Samstag Märt si terrà tutti i sabati dal 17 giugno al 2 novembre 2023. |
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