«Anche se è vero che dobbiamo vincere la competizione sul campo e sempre essere unici nel mercato con tutte le nostre capacità di fare sistema, di fare marketing e soprattutto di fare qualità, è giusto che ci venga riconosciuta la denominazione Prosecco, anche e soprattutto perché è legata a un territorio preciso che riporta questa denominazione. Un risultato che aiuterà a garantire il successo di questa denominazione affinché mantenga una quota di mercato importante». Lo dichiara Sandro Bottega, patron dell'omonima azienda di Bibano (Treviso) tra i principali produttori di vino e distillati italiani e ideatore dei "Prosecco Bar" che stanno spopolando in tutto il mondo, commentando l'emendamento anti-Prosek dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo secondo cui le menzioni tradizionali, come Prosek appunto, non possono evocare Denominazioni di origine protetta, come Prosecco. «Per il medesimo motivo - continua Sandro Bottega - tutti i produttori di spumanti al di fuori dello Champagne, hanno dovuto modificare la denominazione del metodo di produzione, da metodo champenois a, in Italia, metodo classico. Stessa cosa per il Tokai in Ungheria che, avendo ottenuto la tutela di questa denominazione, ha obbligato tutti gli altri produttori, anche se di un prodotto diverso, a chiamarlo con altro nome, in Italia "Friulano"».
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