0 febbraio – 29 marzo 2025
A.MORE gallery Via A.Massena, 19 Milano
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A.MORE gallery presenta dal 20 febbraio al 29 marzo 2025, la prima mostra personale a Milano di Vittorio Valiante, “Le Banquet” a cura di Domenico de Chirico.
Il giovane artista napoletano Vittorio Valiante, classe 1991 in questa mostra pone l'accento sull'importanza del corpo, inteso come il punto di accesso principale alla realtà. Il corpo viene visto come il vivido fondamento dell'esperienza umana, una forma vera e propria di conoscenza e di relazione con il mondo. E allora, la carne che lo costituisce, da intendersi come punto cruciale di confluenza tra fisicità, identità, integrità, tattilità e rapporto con l'altro, si stringe inscindibilmente alla percezione e al valore della esperienza più immediata.
La sua più recente ricerca prende forma grazie ad una visione in cui frammenti di arredi ed elementi edilizi abbandonati per strada si trasformano, metaforicamente parlando, in detriti umani, pezzi di carne. “Questi resti diventano allegoria della condizione attuale dell’individuo, riflettendo un sistema gravemente lussato e segnatamente oberato, laddove l’eccessiva produzione e un’avidità insaziabile portano all’accidia più bieca e al decadimento inesorabile dell’essere umano – afferma il curatore - Il suo intento è quello di rappresentare tutti quei paradossi propri del progresso che, ergendosi e crollando simultaneamente, lasciano l’uomo ridotto a mera carne da macello. Qui, la carne, vista principalmente attraverso la lente dell’etica e della responsabilità verso l'altro, non è solo una dimensione fisica, ma è anche quel luogo in cui si manifesta la vulnerabilità dell’essere umano e la sua responsabilità nei confronti del prossimo. |
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L’idea centrale di questa nuova serie di lavori si sviluppa specificamente attorno all'idea di frantume, secondo cui tutti questi elementi frammentari lasciati da parte si trasformano in cibo preparato e poi servito ai commensali per poter essere voracemente consumato. A.MORE gallery diventa il palcoscenico di un intenso e sorprendente allestimento. Il visitatore si trova davanti a un banchetto, da qui il titolo della mostra, che lo spiazzerà e lo farà riflettere. Il banchetto, storicamente simbolo di abbondanza e di libertà, viene così riformulato univocamente come momento di celebrazione della vita senza freni, senza disuguaglianze, libero dagli asfissianti condizionamenti imposti dalle istituzioni e finalmente slegato dall'implacabile paura del giudizio altrui.
La sua pratica artistica nasce da un dialogo incessante tra disciplina e caos, in cui la padronanza tecnica del mezzo pittorico diventa essenziale. Attraverso una tavolozza cromatica personale e mutevole, con pennellate irregolari e una densa materia pittorica, cerca di tradurre sensazioni esistenziali. La sua pittura esplora contrasti materici: la rudezza della vernice grezza incontra la delicatezza della rifinitura ad olio, nel tentativo di rappresentare con poetica una realtà violenta e cruda. |
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Attraverso la figura umana, talvolta eterea altre volte alterata, Valiante mette in evidenza una sempre più assordante tensione tra la bellezza e la sofferenza, la solennità e la caducità e tra la sacralità e la carne. In questo senso, egli esplora anche il concetto di violenza creatrice, un'idea che unisce l'elemento distruttivo con quello rigenerante, in un ciclo continuo di morte e di rinascita, nella speranza che quest'ultima possa imboccare univocamente la via dell'emancipazione, del rispetto e del congiungimento. |
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